sabato 26 giugno 2010

La miglior sbronza della mia vita (finora)

Questo viaggione è stato una follia, una meraviglia e una sbronza che lascia postumi incancellabili. C'è così tanto là fuori e il nostro mondo quotidiano è troppo piccolo per contenere tutte le bellezze della vita: aprite le finestre e saltate oltre le finestre!

Primo impatto

Sabato scorso a Dubai c'erano 43 gradi, quando siamo decollati, a 1700 mt di altezza ce n'erano ancora 26, a Malpensa sono scesa dall'aereo in pantaloncini e sandali e ne ho trovati 15! Ad aspettarmi il Papy e Viviana (grazie) abbronzati quanto me, ma come fanno?? Mi raccontano com'è andata qui mentre non c'ero, la Micia, la casa, le vacanze, i colleghi di papà che seguivano il blog appassionati come a una telenovela.

La cosa più strana è stata tornare a vivere in casa. Per quattro mesi la mia casa è stato lo zaino, tutto quello di cui avevo bisogno era lì, autisticamente sistemato nelle tasche. Ho avuto paura dell'armadio! Non mi serve tanta roba, non mi serve quasi niente e questa casa è enorme e si perdono le cose. Ho fatto un sacco di vestiti e li ho dati via.

Per fortuna c'è la Micia, la parte più selvatica della mia vita in città. Con il suo passo calmo e il suo miagolìo insistente mi ha guardata pensando: -Ah, finalmente è tornata la cameriera! C'è da cambiare la sabbietta, darmi una pappa decente e acqua fresca. Poi, se ne avrò voglia, ti farò un po' di fusa.- ...Non è fantastica?

Gente che ho visto, cose che hanno detto

Ho rivisto Sergio (sembra un ragazzino senza barba!) e stiamo già parlando del prossimo viaggio anche se per adesso si sfoga al lago con il windsurf. Ho rivisto sua mamma e un po' di zie e zii che sembrava Natale. Ho rivisto un po' di amici e ne ho ancora tanti da incontrare. Giretto in centro Monza con Elisa con tappa in libreria che è una bella tradizione. Merenda in voliera con Sergio, Gluria, Elena (una compagna di forchetta persa!), Ale, Mauro, Biella e una partita dell'Italia scandalosa, ma non era ancora il tracollo finale. Una festa si fa stasera con tutti (compresi Gigi&Altea e Altea, Diego e Yuri che non ho ancora visto) e poi ne faremo un'altra quando ci saranno anche il mio fratellino e il Berna. Magari poi metterò le foto delle feste come gran finale per il blog.

Non è stato difficile riprendere a guidare, a parte ritrovare il senso della misura nei parcheggi, ma il traffico mi ha messo un po' d'ansia la prima mattina in tangenziale. Quante auto! Quanti deficienti! Eppure sono arrivata sana e salva al lavoro dove ho rivisto i colleghi.

Nicoletta mi aspettava al bar... con le stampelle, disastro! Bellissima la Garau (come sempre da quando ha cambiato ufficio e non si presenta più in ciabatte e bigodini) e i Blues Brothers Simone e Giovanni promettono di indossare contemporaneamente le camicie tamarre che ho portato da Bangkok, a Fabio ho raccomandato di non attaccare i magneti al bancomat. Aisha, che è senegalese, ha avuto il coraggio di dirmi: -Come sei nera!-. Marco, il sostituto che mi ha permesso di fare questo viaggio, non si è fatto trovare perchè ha approfittato del mio rientro per prendere ferie. Lorenzo ha già cominciato a paccarmi per pranzo, ma ha detto: -Cos'è questa minaccia di chiudere il blog??-

In generale i colleghi sono comprensivi perchè è normale che io mi senta spaesata e poi è estate e sono tutti in aria di vacanze. Mi trovano diversa e ammettono che questa esperienza mi ha fatto un gran bene, qualcuno mi invidia, qualcuno non si è accorto che sono stata via, qualcuno mi dice che rientrerò nella routine e questa sì che è una minaccia. Non voglio proprio che mi passi questa sbronza da viaggio. Molte cose sono cambiate (Antonella, come sei magra!), altre sono rimaste terribilmente uguali.

Ci sono tanti amici che devo ancora rivedere (tranquilli, c'è tempo, non riparto così presto) e inviti da amici di Sergio che vogliono conoscermi e amici miei che vogliono conoscere lui dopo aver letto le nostre avventure e amici come Carlo per cui dobbiamo prenderci un weekend e andare a trovarlo in Toscana e The Sedlmaiers a Monaco. Spendo un bacio per PanNokia che ci ha sempre seguito, ci vediamo presto con Franchina. Sarà un'estate intensa, ma il gelato aiuta.

Per finire

Volevo stupirvi con un finale speciale, ma cosa posso dirvi di più bello di quello che vi ho raccontato in questi mesi? Solo grazie di averci aiutati a partire, di averci seguiti e di averci aspettati al ritorno. Adesso abbiamo bisogno di qualche mese per rimetterci economicamente, poi cominceremo a programmare il prossimo viaggio e se qualcuno di voi si vorrà aggregare o partire per i fatti suoi vi assicuriamo che esperienze come questa sono le migliori sbronze che si possano prendere. Se avete bisogno di consigli o chiarimenti sapete dove trovarci. Non pensateci troppo, andate e godetevi la vita. Ricordatevi sempre che alla fine semm de passacc!

martedì 22 giugno 2010

Penultima puntata

C'è tutto un mondo dietro questo blog. Ci sono i lettori assidui e quelli sporadici, ci sono i maniaci del commento e quelli che invece ci scrivevano mail private, ci sono gli sms e gli incontri su skype. Poi ci sono le cose che non ho scritto e vi dirò di persona, ci sono le cose che ho dimenticato in qualche angolo e mi torneranno in mente in momenti strani, ci sono gli amici stranieri che hanno guardato solo le foto e aspettano di sentire i racconti, ci sono persone che non conosciamo che hanno cominciato a leggerlo per sentito dire da amici di amici.
C'è tutto un mondo di persone e storie che si intrecciano con la nostra e sono contenta che molti si siano sentiti davvero in viaggio leggendo queste cronachette.
Questo è il penultimo post perchè per l'ultimo ho bisogno di più tempo per tirare le somme di questi 4 mesi lontano lontano (e poi ci vuole un po' di suspance per l'ultima puntata della serie!). Intanto ho preparato questi riassunti fotografici che ripercorrono i ricordi nostri che ormai sono anche i vostri.








sabato 19 giugno 2010

Ultimo scalo

Aeroporto di Dubai. Meno di tre ore al volo per Malpensa, una volta su quell'aereo sarà davvero finita. Per questo ho le vertigini.
Sul serio, sento l'avventura finire da qualche parte intorno al mio stomaco.

Una volta a casa scriverò qualche post conclusivo e di consigli pratici per chi volesse fare la stessa stupenda follia che abbiamo fatto noi.

"Our grand collaborator Bertoni is partit just quest mattin with the motorin. In the portapack he has mess the journalet you want. Au revoir." era più o meno così... mi fa sempre ridere! In qualunque modo comincino le avventure, partire è fantastico, andare, muoversi, su su, via!

Io però sto tornando e contrariamente al classico modo di dire, per me, "tornare è un po' morire" quindi vediamo di ridere un po' perchè pensieri brutti e stressanti ne ho avuti abbastanza stanotte.

Ora faccio un giro in questo aeroporto spaziale e ovviamente cerco da mangiare!
Au revoir.

giovedì 17 giugno 2010

Bangkok, di nuovo

Dopo il gelido passaggio a Sydney e un paio d'ore a Melbourne per cambiare aereo, eccomi di nuovo dove tutto è cominciato: Bangkok.
La prima e l'ultima fermata del mio giro su questa giostra coloratissima (a parte Dubai, ma è solo lo scalo in aeroporto e non conta), fino all'ultimo era rimasta in forse per via dei disordini, ma alla fine sono contenta di essere tornata qui. Altro fuso orario, mentre scrivo questo post qui è appena passata mezzanotte, ma stamattina a Melbourne ero tre ore avanti mentre voi siete sei ore indietro. Altra temperatura, è mezzanotte e ci sono 31 gradi con un'umidità oltre la soglia di sopportazione umana!
L'alberghetto è sempre quello e se vi capita di venire da queste parti ve lo consiglio. Mi sono fatta venire a prendere in aeroporto perchè ho tenuto da parte parecchi baht dall'altra volta e posso fare la signora, infatti la mia stanza doppia uso singola con bagno in camera aria condizionata frigo e tv 520 baht a notte (13 euro) colazione compresa. Poi visto che sono sola e sperduta ho preferito non affidarmi ad un qualunque tassista, è anche vero che nessun thailandese è più alto di me, ma di sera mi son sentita più tranquilla così. Domani andrò al mercato e poi a mangiare dalla signora dove andavo con Sergio.
Vi aggiorno anche sui due disgraziati, Stè e il Berna, che ho lasciato soli e sperduti nella selvaggia Australia del nord. Con la bella temperatura di 34 gradi al mattino e un freddo fottuto la notte, i due temerari sono partiti da Darwin per una gita di tre giorni nel parco nazionale di Kakadu dove secondo il programma dormiranno sotto le stelle. Mi dispiace essermelo perso perchè è uno dei luoghi per cui vale la pena andare fino in Australia. Il parco di Kakadu è un concentrato di storia aborigena, animali strani, piante e paesaggi sorprendenti. Le prossime notizie riguardo i nostri due esploratori saranno sul sito della voliera non appena torneranno alla civiltà.
Da Bangkok è tutto, a voi studio.

Homeless


Arrivando da Cairns a Sydney alle 21.15 e avendo il volo per Bangkok via Melbourne la mattina presto, decido di rimanere a dormire in aeroporto perchè non vale la pena di spendere soldi per taxi e ostello solo per poche ore. Mi sistemo con gli zaini sulle poltrone al piano delle partenze. Nessuno in giro tranne una ragazza di Londra che ha fatto il mio stesso ragionamento. Quattro chiacchiere e poi ci mettiamo comode ognuna a leggere il proprio libro.
Alle 23.30 arriva un tizio della sicurezza che ci dice che l'aeroporto chiude fino alle 4 di mattina e non possiamo restare. Siamo sorprese e perplesse, ci guardiamo chiedendoci se sia serio oppure oppure dobbiamo ridere. Perfino Orio al Serio resta aperto tutta la notte! Possibile che a Sydney ci sbattano fuori? Il tizio dice che gli dispiace, chiudono tutti i terminal, ma possiamo passeggiare nel parcheggio se vogliamo. Lo fissiamo ancora più perplesse: Bello, fuori ci sono 5 gradi!
Al tizio viene un'idea: possiamo sistemarci tra le porte scorrevoli, lì saremo un po' più al coperto. Allora non scherzava. 
Io e la londinese ci trasciniamo nel box a vetri dell'ingresso, ancora non ci pare vero. La porta per entrare resta chiusa, ma quelle per uscire continuano ad aprirsi ad ogni nostro movimento e l'unico modo per non fare entrare il freddo è sistemarci agli angoli opposti. Ho dei sacchetti di plastica vuoti e li usiamo come tappetini per sederci tra gli zaini. Più barbuna di così!
Tempo cinque minuti vediamo arrivare un'altra disgraziata cacciata dal terminal vicino, una ragazza tedesca. A lei rimane il posto sfigato tra le due uscite e ci mettiamo un po' a trovarle una posizione che non faccia scattare continuamente le fotocellule. Ridiamo di questa assurda situazione e ci facciamo anche le foto con l'autoscatto (da sinistra la londinese, la tedesca e me mentre si apre di nuovo la dannata porta scorrevole!).
L'inglese, studentessa, è in giro da sei mesi, quattro in Sud America, poi Nuova Zelanda e adesso Australia. Sta andando a nordest da dove arrivo io.
La tedesca, in giro dallo scorso ottobre in cerca di lavoro, è stata in Thailandia, Vietnam, Cina, Hong Kong, Indonesia e adesso l'Australia che le sembra troppo facile, quasi noiosa.
Io racconto i miei quattro mesi e come al solito sono quella in viaggio da meno tempo, pure la disoccupata mi batte! Le chiacchiere si smorzano e cominciamo ad apoggiarci agli zaini, coprirci con le felpe e sonnecchiare. Ogni tanto la tedesca si gira e la porta si apre. Che notte!

mercoledì 16 giugno 2010

Cairns-Sydney-Melbourne-Bangkok-Dubai-Milano

I took a walk down a road
It’s the road I was meant to stay
I see the fire in your eyes
But a man’s got to make his way
So are you tough enough for my love?
Just close your eyes to the heaven above
I’m coming home
I’m coming home

I took a ride in a world
I’ll be spinnin’ for the rest of my life
I feel your heart beatin’ baby
Ooo sometimes it cuts like a knife
So are you tough enough for my love?
Just close your eyes to the heaven above
I’m coming home
I’m coming home

I’m coming home
Where your love tonight can shine on me
I’m coming home
Where your lovin’ arms can set me free

Cinderella "Coming Home"

Pozzanghere


Questo è un post un po' anomalo, più per me che per voi. È un estratto degli appunti che ho preso su un quaderno durante questi mesi e forse sono chiari solo a me...
Diceva il saggio Eddie Vedder in Push me Pull me: come una nuvola che gocciola pioggia, sto scaricando tutti i miei pensieri, mi prosciugherò lasciando pozzanghere sul terreno.
Ecco, specchiatevi nelle mie pozzanghere, sono pensieri che fanno parte di questo viaggio e per questo li scrivo. Non sforzatevi però di capire tutto, prendete solo quello che vi resterà dalla lettura e sarà la parte che vi spetta.

martedì 15 giugno 2010

Ritorno alla Barriera

Come promesso sono tornata alla Grande Barriera Corallina con Stè e il Berna. Questa volta abbiamo noleggiato la macchina digitale subacquea per fotografarci a vicenda nei tre siti dove la barca ci ha portato a snorkelare. Non abbiamo però incontrato né squali né tartarughe com'era successo con Sergio, peccato! Comunque ho visto tre nuove sezioni di questa meraviglia che è l'unico essere vivente visibile dallo spazio.
Dunque ecco le foto, anche se non rendono un decimo di quello che è davvero questa sbirciata negli abissi.
Nota per Voliera: contro il mal di mare ho preso due pillole e sono stata benissimo, il Berna ne ha presa una. Siccome il mare al ritorno era molto mosso, il Berna è diventato verde e si è addormentato sul ponte all'aperto. Io e Stè siamo rimasti fuori con lui a prendere freddo e ondate, ma ne è valsa la pena per lo spettacolo. La barca saltava su e giù e il Berna ciondolava dalla sedia finchè non è stato svegliato dagli spruzzi di un'onda, ha aperto gli occhi ed è stato investito da un'onda più grande. Non respiravamo più dal ridere!

giovedì 10 giugno 2010

So far so good...

Fin qui tutto bene. È trascorsa la prima settimana e più in camper ed ecco il resoconto degli ultimi giorni.
Magnetic Island
Abbiamo fatto una fantastica gita su Magnetic Island, al largo di Townsville. Traghetto e poi biglietto giornaliero dell'unico autobus che fa il giro dell'isola diverse volte al giorno. Noleggiare un'auto sull'isola costa 70 dollari più una strisciata di carta di credito per eventuale addebito di danni e va riportata al noleggio entro le 17 perchè poi chiude, mentre con 6,60 dollari di bilgietto si sale e scende dall'autobus quanto si vuole fino a tarda sera, ma quasi tutti comunque scelgono l'auto. Io non capisco...

sabato 5 giugno 2010

Vita in camper

Eccomi, di nuovo scusate il ritardo, ma non vi assicuro che migliorerà nei prossimi giorni.
Sergio è partito e io ho passato il weekend da Mirko e Sarah trattata ancora da regina: un bel libro sul divano, gatti in giro per casa e cibo indiano.
Lunedì sono arrivati Stè e il Berna. Che bello rivedere il mio fratellino dopo tre mesi! Non siamo mai stati separati tanto tempo. La mattina dopo abbiamo ritirato il camper (che non è proprio un camper, ma un furgone attrezzato per dormire e cucinare) e siamo partiti verso nord inseguendo l'estate che in questo emisfero sta finendo. 

sabato 29 maggio 2010

Il nostro eroe torna a casa

Sergio e' partito stamattina per Singapore e da li' lunedi' tornera' in Italia. Mi ha lasciato a Brisbane da sola a svuotare il frigo di Mirko e Sarah in attesa che arrivino mio fratello e il Berna.
E' stranissimo essere qui senza di lui dopo aver passato gli ultimi tre mesi sempre insieme, ma alla fine e' anche stranissimo che dopo tre mesi sempre insieme non ci siamo ammazzati a vicenda!
Certo ci sono stati momenti difficili, ma siamo un'ottima squadra: lui ha il senso dell'orientamento ed e' supersocievole, io ho la fantasia e l'autismo dell'organizzatrice. Queste doti e l'aiuto di famiglia e amici hanno reso possibile questa favolosa avventura che per il nostro TdC e' ormai in discesa verso casa.
All'inizio ammetto che ho fatto le cose un po' di fretta, d'istinto, mentre lui non era ancora troppo convinto, ma so che adesso e' felice di aver fatto la pazzia di seguirmi.
Lo ringrazio di essersi preso cura di me per tutto questo tempo, anche se a volte sono stata una palla al piede (tu comunque russi come un wombato!). Lo ringrazio per la sua faccia tosta e per il modo in cui sa fare amicizia con chiunque che ha permesso anche a un'orsa come me di conoscere tante persone nuove, alcune davvero speciali. Grazie, grazie, grazie di aver condiviso con me questa avventura indimenticabile!
Ora tornera' Monza dai suoi gatti e dagli amici, ma avra' giusto il tempo di salutare la sua enorme famiglia (lui non ve lo dira', ma vi rivelo che mamma, zii, zie, cugini e pizza del sabato sera gli sono mancati tantissimo) prima che anch'io sia di ritorno.
Voliera, mi raccomando un'accoglienza degna di un TdC che torna al paesiello (Gluria al menu' pensaci tu), ma per i regali delle ragazze dovrete aspettare me, lui ha solo quelli da uomo.

Buon viaggio verso casa, mio eroe, ci vediamo tra venti giorni!

martedì 25 maggio 2010

Avventura negli abissi

Se non l'avete vista con i vostri occhi non potete capire: la Grande Barriera Corallina è incredibilmente spettacolare. Ho visto le foto, ho visto i documentari, ma finchè non ci sono stata non potevo neanche immaginare quanto fosse bella veramente. Un'intera giornata a nuotare intorno e in mezzo alla Grande Barriera Corallina è una cosa da non perdere quando ci si trova da questa parte del mondo.

La barca è partita da Port Douglas la mattina alle 8.30 e ci ha portati per un'ora e mezza verso nord est fino al limite della barriera (Agincourt Ribbon Reefs), ci hanno mostrato delle foto per identificare quello che avremmo incontrato là sotto, il capitano ci ha spiegato com'erano le correnti in quel punto, come osservare la barriera senza disturbare o rovinare, i gesti per segnalare all'equipaggio qualche problema da lontano, e poi ci siamo tuffati.

Mi emoziono ancora ripensando al momento in cui mi sono immersa e l'acqua ha spento tutti i rumori intorno a me per portarmi in un mondo nuovo e meraviglioso. Montagne di corallo sono apparse dal blu davanti ai miei occhi, con pareti che arrivavano a un metro dalla superficie e poi si gettavano in profondità per decine, centinaia di metri. Canyon, gole ed enormi caverne antichi di migliaia di anni, alberi di corallo grandi come quercie. Città sommerse con grattacieli di mille colori, popolate di pesci, piante e creature indaffarate che s'infilavano nel buio e sbucavano da ogni fessura. Quando qualche nuvola copriva il sole, si vedevano le ombre più strane correre lungo le pareti di queste montagne e grattacieli di corallo. Quando tornava la luce tutto si accendeva e brillava come una cascata di lampadine e pietre preziose giganti. Fin dove arrivava la luce, l'acqua era così trasparente che i pesci sembravano volare intorno a me, mentre io volavo sopra e intorno alle loro città. Guardando in basso, dove la luce non riusciva a passare, la fine del mondo, l'oceano profondo e scuro, gli abissi più misteriosi. Ho trovato un anemone e sono rimasta a guardarlo finchè ne sono usciti due pesci pagliaccio, proprio come in Nemo. Banchi di migliaia di pesciolini minuscoli si muovevano velocissimi come sbuffi di esplolsioni sottomarine. Sergio ha incontrato una tartaruga gigante. Abbiamo visto squali e barracuda, pesci enormi e piccolissimi, scuri o fosforescenti, pesci e coralli così strani che credevo di sognare.

La natura ci ha stupito di nuovo e i ragazzi dell'equipaggio sono venuti a riprendere una volta me e una volta Sergio perchè incantati da queste meraviglie non ci rendevamo conto di esserci allontanati troppo. Non mi stancherò mai di fare i complimenti alla natura per gli spettacoli che ci sta regalando in questi mesi. Vale la pena di vedere queste cose almeno una volta nella vita.

Non ci sono foto per la Grande Barriera Corallina perchè non ho una macchina fotografica impermeabile o subacquea, ricordatevene a Natale...

sabato 22 maggio 2010

Coccodrilli e carnevale

Port Douglas è una tranquilla cittadina sul mare nel nord est del Queensland, ottima base per le escursioni alla Grande Barriera Corallina e nell'entroterra tropicale. Siamo venuti qui per passare le ultime due settimane di Sergio tra le meraviglie dell'oceano e i coccodrilli della foresta pluviale. Sulla spiaggia di Port Douglas ci sono cartelli che avvisano di fare attenzione alle meduse nei mesi estivi. Consigliano di nuotare nelle zone protette dalle reti e sotto i cartelli ci sono bottiglie d'aceto da versare sulla parte irritata in caso di contatto. Come ci aveva spiegato Mirko, queste meduse sono velenosissime e mortali, per questo preoccupano più che squali e coccodrilli. Fortunatamente siamo fuori stagione, ma nuotiamo lo stesso nelle aree protette per star tranquilli.

Andando verso nord c'è questa foresta tropicale protetta, più antica di quella amazzonica anche se meno estesa e forse meno spettacolare, ma comunque interessante. Lungo il fiume Daintree vivono parecchi coccodrilli e in un'ora di giro in barca ne abbiamo visti cinque (qualcuno è nelle foto) e un pitone su un albero. In quanto a wildlife l'Australia non ci sta certo deludendo!

Questo weekend a Port Douglas c'è il carnevale e le strade si sono riempite di gente che viene da tutta la regione (certo una botta di vita per i locali visto che qui in bassa stagione s'impiccano anche i coccodrilli per la noia). La parata dei carri è un po' casalinga, partecipa chi vuole con i propri mezzi. Qualcuno viene per farsi pubblicità come le palestre o i bar, altri per raccogliere fondi come il canile e i volontari del soccorso in mare, altri tanto per partecipare e tutti si divertono un mondo tra le giostre e le bancarelle di cibi vari. C'è una bella atmosfera di “festa del paese” e tante stelle in cielo. Lunedì andremo alla Grande Barriera Corallina per una nuova avventura.


P.s. Sergio ha spostato il suo volo di ritorno da Bangkok a Singapore a causa dei disordini in Thailandia, quindi state tranquilli, se non chiudono gli aeroporti di Milano per la nube vulcanica, sarà a casa nella tarda serata del 31 maggio. Io ho ancora un mese per vedere come si evolve la situazione.

martedì 18 maggio 2010

Scusate il ritardo

Aggiornare il blog in Australia è più difficile che in Asia: o ci troviamo in mezzo al nulla e non ci sono connessioni internet oppure siamo in città e costa uno sproposito. In aeroporto è gratis, ma solo dopo il check-in. Comunque eccomi finalmente qui. Qui è Port Douglas, molto nord est, di fronte alla Grande Barriera Corallina. Siamo appena arrivati quindi, mentre ci prepariamo ad esplorare una nuova zona, vi racconto di Sydney e Brisbane.

Sydney: pub, pipistrelli giganti e camminate.

Sydney è quello che tutti immaginano quando pensano ad una città australiana: grandi strade, grattacieli, parchi, mare. A me fa sempre venire in mente “Alla ricerca di Nemo”, ah devo trovare Wallaby Way!

Il primo giorno abbiamo girato per la città a piedi per visitare le attrazioni più famose visto che avevamo poco tempo. Da The Rocks, che è il quartiere “antico” dove ci sono i due pub più vecchi di Sydney, alla famosissima Opera House, dal giardino botanico alla passeggiata su Harbour Bridge. C'è tanta gente strana che arriva da ogni parte del mondo, chi per una breve vacanza, chi per studiare, chi per lavoro quindi si sentono dieci lingue diverse ad ogni tavolo di bar e gli ostelli hanno almeno sette piani. Si chiacchiera con persone dalle storie più incredibili, come se Sydney fosse un crocevia da cui passano tutti i viaggiatori del mondo. Anche noi alla fine siamo stati portati qui da una serie di cose senza averlo preventivato e abbiamo anche incontrato di nuovo Matt, un ragazzo di Londra che avevamo conosciuto a Melbourne. Questa città è piena di vita, di eventi, locali e spettacoli.

Insomma, bello fin qui, ma in tv e sulle cartoline non si vede una cosa che invece è tipicamente di Sydney: i pipistrelli giganti!! Abitano sugli alberi dei parchi e la sera volano su tutta la città, tipo Batman, ma brutti e pelosi. Sarà che il martedì notte continuo ad avere gli incubi anche se ho smesso di prendere il Lariam, ma Sydney è Gotham City, credetemi.

Il secondo giorno abbiamo preso il traghetto che per sei dollari in mezz'ora ci ha portato in un altro mondo: Manly. Tanto carina e tranquilla, questa cittadina sul mare ricorda l'atmosfera di St.Kilda. Il corso principale che porta al lungomare sembra una via di Cattolica solo che una volta arrivati in spiaggia ci sono i surfisti e non Beppe Maniglia. Siamo arrivati la mattina e, dopo un'occhiata alla spiaggia, abbiamo preso il sentiero che fa il giro panoramico della costa. Dieci chilometri di passeggiata tra parchi, spiaggette, scogliere e pinete. Non sembra di essere così vicini alla città, è davvero un altro mondo. Pranzo a Sandy Beach con pane e affettato del supermercato, soste nei pulitissimi bagni pubblici che hanno anche le docce per chi volesse farsi un bagno in mare lungo il percorso. Arrivati alla fine abbiamo preso l'autobus che ci ha riportati a Manly e, dopo un riposino in spiaggia dove i surfisti dilettanti si ammazzavano tra le onde, abbiamo ripreso il traghetto al tramonto. La sera cena al pub e subito a letto perchè la mattina dopo siamo partiti per Brisbane.

Brisbane: come a casa, ma a testa in giù.

Siamo stati a Brisbane ospiti di Mirko e Sarah (lui è il figlio dei vicini di casa di Sergio, lei la sua dolcissima moglie australiana). Vivono in un quartiere verdissimo affacciato sul fiume, in una bellissima villetta con cinque gatti, un bbq e un forno per la pizza! Abbiamo passato il weekend a parlare di viaggi, cibo e animali. Intanto abbiamo visitato Brisbane e i dintorni: ci hanno portati sul grattacielo più alto di Gold Coast da cui si vede la costa per chilometri, abbiamo tentato di fare una passeggiata a Tamborine Mountain, ma lassù alle 4 finisce il mondo e noi ci siamo dilungati a pranzo quindi solo un giro del paesino. La domenica abbiamo visto Brisbane dal fiume e dall'alto di un punto panoramico. Mirko ci ha fatto notare una cosa: in mezzo a tante ville affacciate sul mare c'è sempre un parcheggio per camper perchè anche chi non può permettersi la villa possa godere della stessa vista, per lo stesso motivo ci sono le piscine comunali gratis e in ogni parco o nei pressi delle spiagge ci sono le piastre per cucinare gratis all'aperto per chi non ha un giardino privato. Questo perchè gli australiani non giudicano le persone per quello che hanno, ma per quello che sono. Sono tutti arrivati qui con poco o nulla e qualcuno ha avuto fortuna, altri meno, ma tutti meritano le stesse possibilità. Insomma, il giro turistico è stato bello e interessante, ma la cosa che mi è piaciuta di più sono proprio le chiacchierate con Sarah e Mirko perchè loro hanno tanto da raccontare e abbiamo molto in comune. Amano gli animali (lei è veterinaria), hanno viaggiato mooolto più di noi e hanno foto meravigliose di luoghi che noi stiamo ancora sognando, apprezzano il buon cibo e Sarah è una cuoca favolosa. Grazie per averci ospitati e viziati, non sapete quanto sia bello sentirsi a casa, anche se ci troviamo dall'altra parte del mondo, dopo tre mesi di randagismo.

Ora siamo di nuovo all'avventura verso nord, ma tra due settimane busseremo di nuovo alla porta di Mirko e Sarah perchè ripasseremo da Brisbane... loro metteranno un lucchetto al frigo e fingeranno di non essere in casa!

lunedì 10 maggio 2010

A Silvia (e non solo!)


Il titolo leopardiano di questo piccolo post è dedicato alla mia amica Silviona perchè so che apprezzerà particolarmente il mio pensiero. È però un pensiero per tutte le mie amiche: Elisa che è praticamente una sorella, Gloria, Altea, Elena e poi Sonia, Cinzia e Daniela (come va il pancione?) e le colleghe in Mondial e per le amiche delle amiche ecc.

Guardate questa foto: è la panchina che si affaccia su Bells Beach, il luogo dove passeremo la vecchiaia contemplando le bellissime onde e, ovviamente, i bellissimi surfisti che vanno su e giù da questa scala nelle loro mute lucenti...

Great Ocean Road

Lungo la Great Ocean Road c'è molto da vedere e due giorni sono pochi. Abbiamo percorso la parte più spettacolare, tra Melbourne e Port Campbell. Questa strada panoramica si avvolge come un serpente sulla costa e gli scenari variano da altissime scogliere, con storie di grandi naufragi, a lunghissime spiagge, meta di surfisti per le enormi onde. In ognuno di questi posti c'è un parcheggio lungo la strada e un percorso di passerelle e scale che guidano nella visita senza rovinare il paesaggio. Per prima cosa siamo stati a Logan's Beach che è uno dei luoghi di avvistamento delle balene durante l'inverno, ma purtroppo siamo in anticipo di un mese. Poi siamo andati a Bay of Islands che è un golfo pieno di scogli e isolotti magnificamente erosi dal mare e dal vento nei millenni. Molte spiagge sulla costa dei naufragi sono chiuse al pubblico perché ci vanno i pinguini fata e non sarebbe bello che la gente camminasse sui loro nidi, già sono animaletti sfigati, come avevamo scoperto su Kangaroo Island. 

AFL

Venerdì sera Erin ci ha portato allo stadio per la partira di Australian Football League, quello che qui chiamano amichevolmente Footy. Gran serata! Lo stadio era pieno di famiglie e i tifosi delle due squadre siedono mischiati senza problemi. Si mangia, si beve e si canta. Il campo era invaso dai gabbiani e faceva ridere vederli spiccare il volo quando l'azione si avvicinava e atterrare di nuovo una volta passati i giocatori. Il gioco è abbastanza complicato, ma una volta capite un paio di regole ci si fa prendere dall'eccitazione. La nostra squadra ha perso di soli 4 punti, ma è stata una battaglia all'ultimo sangue. Thanks, Erin, for this unusual night!

venerdì 7 maggio 2010

Vivere a Melbourne

L'Australia è davvero enorme. Ci siamo spostati e insieme al panorama è cambiato anche il clima e siamo in un nuovo fuso orario (otto ore avanti rispetto a voi).
Da qualche giorno siamo a Melbourne ospiti di Erin, la ragazza australiana che abbiamo conosciuto tre anni fa in Marocco. È strano dopo tante settimane di viaggio trovarsi a dormire e mangiare in una vera casa, guardare i Simpson in tv, cucinare, fare la lavatrice senza monetine. Il suo appartamento è in una zona molto bella di Melbourne, St.Kilda, sobborgo sul mare famoso per il windsurf e le pasticcerie, quindi ora Erin è la nostra migliore amica. Attraversata la strada c'è la spiaggia, fantastico sì, ma qui fa freddo! 

WILDLIFE

Ecco i video di Kangaroo Island:
le foche neozelandesi che litigano



leoni marini che giocano sulla spiaggia



leone marino


Gli animali sono splendidi, ognuno a suo modo e vanno difesi. Bisogna proteggere il loro ambiente altrimenti non troveranno più cibo nè riparo, ma non è facile con il nostro stile di vita. Ormai ogni cosa che facciamo inquina, consuma e rovina il pianeta. Cerchiamo nel nostro piccolo di fare qualcosa per ridurre il nostro impatto, almeno fino alla nostra meritata estinzione!

domenica 2 maggio 2010

L'isola da non perdere

Visitare Kangaroo Island è stata probabilmente la cosa più costosa di tutti questi mesi, ma per un'esperienza così sono stati assolutamente ben spesi. Cercavamo la natura, volevamo vedere gli animali liberi, nel loro ambiente naturale, il più possibile protetti dall'uomo e stare semplicemente a guardarli: questo è il posto giusto! Come in ogni riserva naturale la regola è prendi solo foto e lascia solo impronte. Ci è sembrato di vivere questi giorni dentro un documentario di quelli che guardavamo da ragazzini in tv e ci facevano fantasticare su questi meravigliosi animali e questi luoghi lontani.

Una foto ricercata

L'ultima mattina a Perth abbiamo dovuto lasciare l'ostello alle 10, ma avevamo il volo per Adelaide nel pomeriggio. Abbiamo lasciato gli zaini alla reception e siamo andati a fare a visitare Freemantle insieme a Paul e Shirley. Sapevo di questa piccola cittadina sul mare perchè me ne aveva parlato Marco, figlio della mia collega Antonella (che è anche una dei miei quattro cuochi preferiti al mondo). Freemantle è un paesino finto d'epoca, pieno di caffè, artisti e pescatori. Carino, ma niente di speciale se non fosse per la cosa che Marco mi ha detto di cercare. Pensate a qualcosa di tipicamente australiano che non sia un ragno, un serpente o un serial killer. Pino, collega di Sergio avrà già capito perchè ne è un grande fan. Ebbene, ecco le nostre foto con la statua di Bon Scott!

mercoledì 28 aprile 2010

Da Perth a Exmouth

In questi ultimi 7 giorni abbiamo viaggiato lungo la west coast australiana per oltre 2000km e, come previsto, non ho avuto modo di aggiornare il blog (a volte per mancanza di tempo, altre per mancanza di connessioni internet e spesso non prendeva nemmeno il cellulare). Comunque stasera siamo di nuovo a Perth quindi mettetevi comodi che ho un po' di cose da raccontarvi.
Per questo viaggio di una settimana abbiamo condiviso l'autobus con una ventina di persone, alcune si sono fermate lungo la strada, altre sono tornate indietro con noi. Prima di scendere nei particolari vi dico che è stata un'ottima esperienza. 

martedì 20 aprile 2010

Dall'altra parte del mondo

...ed eccoci in Australia!

Nuovo continente, nuova moneta, nuova lingua (perchè questo non è affatto inglese), nuovo cibo... ci manca un po' l'Indonesia. Dobbiamo riprendere l'abitudine a prezzi più o meno come quelli italiani mentre finora abbiamo vissuto da sciuri spendendo pochissimo. Speriamo che il regime di ristrettezze sia ripagato dalle bellezze naturali di questo continente dove tutti sognano di andare almeno una volta nella vita.

Siamo a Perth, una città molto carina come vedete dalle foto, con tanti parchi, piste ciclabili, palestre gratuite all'aperto con vista sul fiume che arriva al mare, autobus gratis che fanno il giro del centro, box per mettere al sicuro le bici alle fermate del treno. Ci sono i grattacieli, è vero, ma c'è tanto verde che pur trovandosi in città si sta benissimo. Avremmo dovuto noleggiare il camper da qui per risalire la costa ovest, ma quando siamo andati al deposito abbiamo scoperto che, oltre il prezzo concordato via mail, ci volevano 2000 dollari di cauzione che ci avrebbero reso alla restituzione del mezzo. Ovviamente noi non potevamo prelevare quella cifra tutta insieme e abbiamo i giorni contati prima del volo per Adelaide quindi non avremmo fatto in tempo a metterla da parte: abbiamo rinunciato al camper. A conti fatti rimane la soluzione più economica per girare l'Australia, ma ci manca il capitale iniziale, così ci siamo rivolti ad un'agenzia del posto per organizzare i nostri spostamenti e abbiamo trovato delle buone offerte. Domattina partiamo alle 6 e per i prossimi sette giorni andremo verso nord, tra mare e parchi nazionali all'avventura. Secondo il nostro nuovo programma, dunque, trascorrerò il mio compleanno nel Pinnacle Desert che si dice sia un luogo davvero speciale.

Spero di avere l'occasione di scrivere presto per aggiornarvi e mostrarvi le foto anche se saremo spesso in movimento durante questa settimana. Pronti per l'avventura australiana? Noi siamo ancora un po' spaesati, ma semm de passacc e quindi si va!

sabato 17 aprile 2010

Ciao Indonesia

Ci restano due giorni a Bali prima di partire per l'Australia (dove tra l'altro vivremo da barboni, viziati dal costo della vita nei paesi visitati finora!) e tirando le somme posso dire per entrambi che l'Indonesia ci lascia soprattutto una grandissima voglia di tornare e dedicarle più tempo. L'Indonesia ti fa innamorare, non solo per la sua bellezza selvaggia, ma per la sua particolare atmosfera, qualcosa che ti avvolge e ti travolge, qualcosa che ti accoglie e ti rapisce, qualcosa che, via di qui, ci mancherà di sicuro.
Questo è il paese più difficile e avventuroso tra quelli che abbiamo visitato. Muoversi qui fa parte dell'avventura perchè i trasporti richiedono tempo, a volte perchè la strada fa schifo, a volte perchè “l'unica barca è appena partita e forse torna domani”, a volte perchè “è bassa stagione e se non ci sono abbastanza turisti cancelliamo il volo” oppure c'è una delle centomila festività diverse per ogni isola, villaggio, tribù, vulcano e colore della maglietta dell'intagliatore di legno. È difficile anche perchè è una terra viva e in continua trasformazione tra terremoti, vulcani, isole che appaiono e scompaiono.
Eppure è terribilmente affascinante e quando raggiungi una delle tue mete sei ripagato di ogni sforzo e disagio. In ogni posto in cui ci siamo fermati avremmo voluto restare, ma poi quello successivo era ancora più bello e così via.
Vogliamo tornare per scoprirla nella sua parte ancora più scomoda e selvatica: Kalimantan (la parte indonesiana del Borneo), Sulawesi (abitata da animali assurdi e con una natura stupefacente), Papua e tutte quelle isolette dai nomi strambi e ovviamente Flores e il resto della stupenda Sumatra.
L'Indonesia ha quest'aria sospesa tra pace e mistero che cattura l'attenzione di ognuno dei nostri sensi. Ci risveglia e ci rilassa, ci spaventa e ci coccola, ci fa dispetti e regali. L'Indonesia ci ha sorriso e ora ricopre i suoi segreti con un lenzuolo di foglie, coralli e chiari di luna fino alla prossima visita.

Gili Meno, dentro la cartolina

A destra di Bali c'è l'isola di Lombok e a nord di Lombok ci sono queste isolette, le Gili, quella di mezzo di chiama Gili Meno e noi siamo andati proprio lì. Tutti quelli che sono stati in Indonesia ci hanno detto che era imperdibile perchè ha una splendida barriera corallina e non ci sono mezzi a motore, quindi niente rumore né inquinamento così ci siamo andati per rilassarci tre giorni prima di riprendere a esplorare. Abbiamo lasciato a Bali i bagagli grossi e siamo partiti con gli zainetti, tanto oltre il costume cosa sarebbe servito?
Gili Meno è una cartolina vivente, ovunque ti giri vorresti incorniciare il paesaggio. Appena sbarchi, sulla spiaggia perchè non c'è il porto, non puoi trattenerti dall'esclamare “Oh Madonna!” e vai avanti per venti minuti. Il mare è così blu che avevo paura che mi lasciasse il colore sulla pelle. Si fa il giro dell'isola in un'ora a piedi lungo un sentiero sabbioso che costeggia la spiaggia. Il nostro bungalow era a cinque metri dal mare, come tutti gli altri, perchè a Gili Meno l'entroterra non esiste, è una pozzanghera che loro chiamano lago salato e un po' di alberi. Fine. Anche senza tsunami, qui basterebbe una marea un po' più alta del solito per avere i pesci in camera. La barriera corallina intorno all'isola è piena di colori, pesci gialli, blu elettrico e trasparenti, coralli rosa, verdi e viola che si vedono anche nuotando senza maschera per quanto è chiara l'acqua, si vedono anche dal tavolo del ristorante, si vedono dalla finestra quando ti svegli. Ci sono anche le tartarughe che da piccole vengono accudite nel Turtle Sanctuary e poi liberate in mare intorno a Gili.
E' bassa stagione quindi pochi turisti e tantissime stelle in cielo. Non c'è altro che mare, spiaggia e libri da leggere: quasi il paradiso! Sergio sta divorando un volumone gigante di Asimov, io mi sto dedicando a Ray Bradbury che è uno dei miei preferiti, ma stranamente non avevo ancora letto Cronache Marziane (e mi sta piacendo moltissimo). Una cosa davvero strana è stata veder piovere a dirotto con tanto di arcobaleno sull'isola di fronte che sta a 500 metri mentre noi stavamo sdraiati al sole. Strana la gente incontrata: i surfisti che giravano sempre con le tavole sottobraccio, ma non sono mai entrati in acqua; un tizio sfigatello tipo mr. Bean che per asciugarsi uscendo dal mare saltellava con la fidanzata che si faceva fotografare in pose da modella; due signorine inglesi, Claire e Mandy, un po' più grandi di noi con le quali abbiamo fatto amicizia che che ci hanno raccontato dei loro viaggi e dei loro tre gatti a Londra, simpaticissime.
Gili Meno è stato un bizzarro intermezzo, è stato vivere dentro una cartolina per qualche giorno. Oggi all'alba, mentre aspettavamo la barca per Lombok, eravamo solo noi due sulla spiaggia perchè veramente non c'è nemmeno il porto. Mi chiedevo se esistesse ancora un mondo là fuori perchè se fosse scomparso nella notte su Gili Meno non ce ne saremmo accorti.
Un'altra avventura verso la semplicità: abbiamo vissuto per tre giorni a piedi nudi e oggi Bali ci sembra fin troppo moderna, come quando siamo tornati a Green Hill dopo la giungla e il bagno con la canna di bambù ci sembrava tecnologico.
Eppure questa è l'Indonesia dove i contadini lavorano nelle risaie con i cappelli di paglia a punta, dove in due ore di motorino passi dal mare alla cima di un vulcano, dove le donne indossano abiti bellissimi per posare una manciata di riso davanti al tempio, dove un frigo vuoto diventa un armadio come a casa di Pippo, dove in fondo non manca nulla, ma c'è ancora tanta natura, dove non è sempre facile vivere, ma con la fantasia si trova una soluzione e ci si adatta. Quante cose abbiamo a casa che non ci servono!
Prima di partire per Gili Meno siamo stati a Bali ovest per visitare Tanah Lot, un tempio sul mare che mi ha conquistata. È composto da diversi edifici con i tetti a pagoda sparsi sugli scogli e promontori della baia. Uno spettacolo! I turisti non sono ammessi nelle zone di preghiera dei templi , ma si può passeggiare lungo la scogliera e osservarli. Beh, sarei rimasta tutto il giorno a guardare le onde infrangersi sulla costa, sotto e intorno a queste costruzioni fatte della stessa pietra vulcanica della scogliera. Onde splendide ed enormi, onde calde dell'oceano Indiano dai colori magnifici che hanno modellato nei secoli questa baia e tutta l'isola e tutte le isole.
Tanah Lot è un luogo che incanta, come quando ci si perde ad osservare il fuoco, il mare o il cielo stellato.

domenica 11 aprile 2010

Anche questa è Bali

Bali ha mille volti e ci vorrebbero mesi per darle solo un'occhiata. In questi giorni abbiamo esplorato qualche zona in motorino e abbiamo visto paesaggi così belli che sembrano usciti da un libro di fiabe. Nessuna foto o dipinto possono darvi un'idea dei colori di questi luoghi, dal mare alle nuvole, dalle risaie alle montagne. In ogni caso, ecco un assaggio di questa isola magica.

Bali sud
La penisola che porta alla punta sud di Bali ospita le spiagge più famose, alcune per il mare cristallino, altre per surfisti con bellissime onde. Siamo stati alla spiaggia di Sanur formata da sabbia di corallo, in pratica pareva di camminare sulle perline. Qui il mare è pulitissimo, bello nuotarci. Sergio dice che comunque, se non fosse per la barriera corallina, sembrerebbe la Sardegna (Garau, quando ci andiamo?). Siamo arrivati fino al tempio di Uluwatu che si trova in cima ad una scogliera. Spettacolare, ma una scimmietta mi è saltata in testa e mi ha rubato l'elastico dai capelli.

Bali nord
Per questo giro siamo rimasti fuori una notte. Abbiamo lasciato gli zaini grandi alla guest house di Ubud dove saremmo tornati dopo la gita e siamo partiti con uno zainetto e il fido motorino. Prima ci siamo diretti al tempio di Batukaru, poi siamo passati nell'area di Jatiluwih nominata patrimonio dell'umanità dall'Unesco dove si aprono queste meravigliose valli terrazzate in risaie. Non sapete cosa sia il colore verde finchè non passate di qui. Ogni tanto abbiamo incontrato il solito temporale di questi giorni, ma adesso abbiamo il poncho impermeabile! Ci siamo poi diretti verso la costa nord, ma per raggiungerla si devono superare le montagne centrali dell'isola. Si sale oltre 2000 metri ed è strano mettersi la felpa appena sotto l'equatore. Nelle foto vedete il monte Batukaru sempre avvolto dalle nuvole, bene, la strada passa attraverso la nuvola che sta fissa sul monte e fa un bel freddino. Poi si scende di nuovo verso il mare e la temperatura torna estiva. A nord le spiagge sono di sabbia nera vulcanica, fa un certo effetto. Abbiamo dormito a Lovina e la mattina dopo siamo ripartiti per tornare alla base, Ubud.

Bali est
Riprendiamo il motorino perchè per esplorare Bali bisogna avere un mezzo proprio oppure spendere un capitale in taxi. Anche da questa parte l'isola ci regala angoli stupendi: Virgin beach con rocce laviche tra la sabbia e panorami grandiosi verso l'interno. Anche oggi la nuvolona di pioggia si è scaricata su di noi e siamo tornati presto, ma in fondo ci piace anche la pioggia perchè da quel tocco di fascino oscuro al paesaggio.

Poche parole e qualche foto non possono raccontarvi l'avventura che è scoprire Bali. Non posso elencare tutti i momenti divertenti, sorprendenti, sfigati e interessanti di questi giorni. Non posso descrivere le sensazioni contrastanti che suscitano certe situazioni. Prima sono davanti alla bottega di un artigiano (nota: sono convinta che gli artisti e artigiani italiani non abbiano pari per gusto, fantasia e abilità, ma la forza di questi è il prezzo!), un'ora dopo sono in mezzo alle risaie a chiacchierare con dei ragazzini che vogliono far pratica con l'inglese, poi sono sulle montagne con Sergio che ormai è un TdB (terrone di Bali) e guida sicuro su per i tornanti e la sera sono al mare a cenare sulla spiaggia, la sera dopo sono a vedere una nuova danza indù. Ci sono storie e persone, c'è un ristorante in una via secondaria di Ubud frequentato solo da balinesi e noi due, è a conduzione così familiare che mi sto appassionando alla telenovela che guardano ogni sera mentre cucinano! C'è differenza tra turisti e viaggiatori e noi stiamo imparando, da zero, ogni giorno.
Non si tratta solo di Bali, ma di tutto questo viaggio. Ogni momento ha un sapore, un colore e un profumo particolari che è impossibile descrivere. Bisogna aprire la finestra, guardare il mondo, essere curiosi. La maggior parte delle nostre paure sono infondate, me ne accorgo avvicinandomi a cose che da casa mi spaventavano. Bisogna sporcarsi e farsi qualche livido, ma tutto è ripagato.
Bisogna essere felici, qualunque cosa sia per voi la felicità.

Cambio di programma

Abbiamo rinunciato a far tappa a Flores. Non è stata una decisione facile, soprattutto per me che tenevo tanto a salire sul vulcano Kelimutu a vedere l'alba sui suoi tre laghi. Il problema è che ci resta solo una settimana prima del volo per l'Australia e arrivare a Flores è un casino. I voli subiscono spesso cancellazioni e ritardi, via mare si arriva sul lato opposto dell'isola e significa un giorno di viaggio per ragguingere la meta. Non possiamo rischiare tempo e soldi questa volta. Torneremo di sicuro da queste parti e cercheremo di avere più margine per fare questa escursione e altre che stanno spuntando dai racconti della gente e dalla lettura della guida. Dovremo tornare in Indonesia, con più tempo e più esperienza per vederne la parte più selvaggia e ancora misteriosa. Sono 17.000 isole sparse lungo la cintura di fuoco, una diversa dall'altra e ognuna con qualcosa di interessante.
Quindi prossima settimana, da martedì, sarà dedicata alle isole Gili, più semplici da raggiungere e si dice che siano un paradiso. Non c'è però connessione a internet decente quindi per aggiornamenti dovrete aspettare il prossimo weekend.

giovedì 8 aprile 2010

Parenti non troppo lontani

Trovata una connessione decente, vi regaliamo i video delle scimmie incontrate finora:
Guinness il gibbone



l'orangutan di Sumatra



I macachi del Monkey Forest Sanctuary di Ubud




Buona visione!

mercoledì 7 aprile 2010

Primi giorni a Bali

Bali è uno smeraldo. Un'isola verdissima e brillante che profuma di fiori e incensi. Bali è un'isola misteriosa dove si crede ai fantasmi, si fanno offerte agli dei e danze contro gli spiriti malvagi. I balinesi compiono ogni giorno tantissimi piccoli riti e cerimonie del loro particolare induismo. Dispongono offerte di fiori e riso davanti agli ingressi di case e negozi ogni mattina. Fanno meravigliose danze che raccontano leggende oppure servono a scacciare le presenze negative oppure mille altre cose. La prima sera siamo andati a vederne alcune, ma ogni sera ce ne sono di diverse e ogni paesino ha le sue varianti. La musica dello spettacolo che abbiamo visto non era fatta da strumenti, ma da battiti di mani e un coro di voci dal vivo composto da giovani, anziani e anzianissimi. Fantastico!

lunedì 5 aprile 2010

Lasciare Sumatra

Ci sarebbe voluto un mese solo per Sumatra. Ci è dispiaciuto lasciarla senza esplorarla meglio perchè è un'isola con una gran quantità di paesaggi diversi: dalla foresta pluviale alle spiagge per surfisti, dai vulcani alle scogliere, dalle montagne alle isolette per gli amanti delle immersioni. Sul lago Toba si stava benissimo, anche se un'ora al giorno pioveva e non erano gocce di pioggia, ma secchiate! Abbiamo girato in bici sull'isola di Samosir, qui e sulle rive del lago (cioè quel che resta del vulcano esploso circa 70.000 anni fa), vive la comunità Batak. Hanno una loro architettura con i tetti delle case altissimi e a punta; sono di religione cristiana e hanno sia chiese cattoliche che protestanti; tutti, ma proprio tutti dai bebè ai nonni, cantano e suonano la chitarra; in passato si diceva che fossero cannibali e cacciatori di teste, cosa sulla quale loro amano scherzare.
Simo: -Buongiorno!Quanto costa questa cartolina?-
Donna Batak: -Seimila rupie più i francobolli.-
Simo: -Un po' troppo...- (per la media in Indonesia)
Donna Batak: -Mio nonno mangiava le persone.-
Simo: -Ne prendo due!-
Però è un posto meraviglioso.

P.s. Ora ci troviamo a Bali (che non è dove fanno le olecchiette con cime di lapa!) ma ve ne parlerò nei prossimi post. Un grazie a Michele per averci ospitati per la notte di scalo a Jakarta.

mercoledì 31 marzo 2010

Relax e foto

Dopo l'avventura a Bukit Lawang, ci siamo spostati sul tranquillo lago Toba. Per arrivare qui abbiamo fatto un viaggio tremendo sui bus locali per un giorno intero. Siamo passati attraverso le piantagioni di palma da cui si ricava l'olio tanto richiesto dal mercato. Per far posto a queste piantagioni e agli alberi da gomma, la foresta pluviale di Sumatra si riduce continuamente e gli animali che ospita perdono il loro habitat, come ci ha spiegato Mbra. Certo qui la gente è povera e cerca di guadagnare in ogni modo, anche distruggendo l'ambiente, ma se avesse un'alternativa si potrebbe salvare questa magnifica natura. Il governo indonesiano sta cercando di incentivare l'eco turismo in queste zone per assicurare guadagni alla popolazione senza impoverire il patrimonio ambientale, ma non è facile. Con l'olio di palma si guadagna bene perchè è di scarsa qualità e viene usato nella produzione di un sacco di cose. Bisogna boicottare i prodotti che lo contengono per far cambiare il mercato.
Adesso siamo a Tuk Tuk, un paesino su un'isola (Samosir) in mezzo ad un lago (Danau Toba) dentro il cratere di un vulcano sull'isola di Sumatra. Vi lascio un minuto per venirne a capo...
Nel frattempo ecco le foto delle nostre ultime avventure.
Green Hill e Bukit Lawang
Un'ora con gli oranghi
Avventura nella foresta pluviale

Jungle trek

Questa volta il jungle trekking è stato davvero speciale. Non è stata una passeggiata nella foresta come ci è già capitato, non è stata una gita per famiglie. E' stata una vera indimenticabile avventura!
Siamo partiti alle 8 da Green Hill guidati da Mbra e l'assistente PI. Con noi sono venuti anche altri due ospiti della guesthouse: John di San Francisco e Paul irlandese. Compagni simpaticissimi, John più tranquillo, Paul chiacchierone come Sergio.
Nessuno di noi si aspettava un'esperienza come quella che abbiamo vissuto in questi due giorni. 

sabato 27 marzo 2010

Sumatra

Il nostro ingresso in Indonesia è avvenuto al buio. Il nostro volo Air Asia (la Ryanair di queste parti) è atterrato a Medan, nel nord di Sumatra, alle 5.30 di pomeriggio, ma raggiungere il paesino di Bukit alle porte del parco nazionale Gunung Leuser, non è semplice con queste strade accidentate. L'autobus ci mette 4 ore, ma l'ultimo è alle 5, così ci siamo fatti venire a prendere da qualcuno della guesthouse dove avevamo prenotato la stanza. Da due mesi scambiavo mail con questa Andrea della Green Hill Guesthouse, una biologa inglese che ha sposato un indonesiano di Sumatra, Mbra, una delle guide ufficiali del parco. Lei, carinissima, mi chiedeva conferme sul nostro arrivo e io le dicevo che non avevo una data precisa e poteva dar via la stanza se necessario. Alla fine due giorni fa le ho scritto per confermare e lei mi ha mandato un sacco di informazioni su come arrivare, cosa fare, cosa evitare. Un vero tesoro considerando che per una doppia con bagno paghiamo solo 4 euro a testa.

giovedì 25 marzo 2010

Guinness dei Primati

Avvertenza: questo post e' scritto da un internet cafe' con la tastiera thai quindi senza lettere accentate e altre amenita'.

lunedì 22 marzo 2010

Abbandonare la via principale

...ed eccomi qui a riassumere l'ultima settimana, un po' a parole, un po' con le foto.
Abbiamo lasciato il piccolo, ma stupendo resort di Jason (pronunciate Ciaison come si presenta lui), questo inglese che ha girato il mondo prima di scegliere Ko Kong in Cambogia come sua residenza. Al muro della capanna principale, dove ci sono la reception e il ristorante, sono appese le foto dei suoi viaggi avventurosi in vari continenti. Da giovane era una specie di Rambo biondo (tipo il suo amico Mark che ci ha accompagnato alle cascate), oggi ha la panzetta e se la gode dal bordo della piscina. Ha vinto!
Questa parte della Cambogia è un po' fuori dalle normali rotte turistiche ed è per questo che ci è piaciuta tanto. Non bisogna avere sempre paura di lasciare la strada principale, a volte perdersi è la cosa migliore che possa capitare.

domenica 21 marzo 2010

Ripresa delle trasmissioni

Scusate se negli ultimi giorni non ho scritto, ci siamo spostati molto e non ho trovato a volte il tempo, a volte il modo. Inoltre sto prendendo antidolorifici come il dottor House (ma non sono ancora dipendente) perchè mi è spuntato il dente del giudizio superiore sinistro, quello che mi mancava e ha deciso di farsi vivo proprio adesso...
Dopo la splendida parentesi cambogiana siamo tornati in Thailandia: prima a Koh Chang, poi una sosta obbligata a Bangkok, poi il lungo viaggio verso il sud. Ora ci troviamo a Khao Lak, finalmente il mare da cartolina.
Domani prometto di raccontarvi i particolari, appena torniamo dalla gita alle isole Similan. Intanto ecco qualche foto della gita con Mark/Tarzan alle cascate.
Continuate a mandarci i vostri commenti perchè a noi piace sentirvi vicini in questa avventura!

martedì 16 marzo 2010

Nella giungla con Tarzan grazie alla Voliera

Con i soldi che ci ha regalato la Voliera, ci siamo concessi questi ultimi due giorni in Cambogia da signori. Ci siamo fermati in un piccolo resort, cinque bungalow intorno a una piscina, a Koh Kong con tanto di trekking nella giungla, grazie (comunque di soldi ne sono avanzati parecchi quindi ci faremo un altro regalo più avanti).
Per l'escursione nella giungla siamo partiti questa mattina con due ragazze spagnole e un francese guidati da un certo Mark, biondo e abbronzato come un bagnino della riviera romagnola, che parlava inglese velocissimo e somigliava a Tarzan.

lunedì 15 marzo 2010

Le porcherie dell'uomo e le meraviglie della natura

Phnom
-->Penh è una brutta città. Ci siamo fermati solo un pomeriggio e una notte sulla strada verso il sud della Cambogia. Tappa obbligata per spezzare il lungo viaggio e per visitare il museo Tuol Sleng.
Conoscete
-->la storia: questa era una scuola superiore che fu trasformata in un centro di detenzione e tortura noto come S21 dai khmer rossi di Pol Pot. Fa impressione.

venerdì 12 marzo 2010

Barbuna Jones e i templi di Angkor

Come figlia del sosia di Harrison Ford, non potevo essere indifferente al fascino dell'archeologia. In Cambogia si trova uno dei siti archeologici più interessanti del mondo: Angkor.
Sveglia all'alba per Sergio e me, colazione e via con le bici verso il sito. I ragazzi dell'albergo ci hanno indicato la strada sulla mappa in modo da evitare le vie trafficate della città.
Non cercherò di descrivere Angkor perchè è molto più che un meraviglioso sito archeologico nella giungla di una bellissima riserva naturale. Trovarsi nei templi maestosi che si vedono nei documentari e sui libri, leggere la loro storia nelle leggende narrate a fumetti nei bassorilievi, girare in bicicletta all'ombra di alberi giganteschi in una pace piena di farfalle e rovine millenarie, scalare i templi minori e più lontani, incontrare due scimmiette al tramonto lungo il fossato dell'Angkor Wat, non è facile da raccontare.
-->Nemmeno le foto rendono l'idea, bisogna andarci e comprare dieci cartoline per un dollaro dai bambini che stanno fuori da ogni tempio, bere un succo di frutta all'ombra e ricominciare ad esplorare il parco. Credo che in un giorno abbiamo percorso più di 30 km in bicicletta e non abbiamo nemmeno visto tutto, ma è stato grandioso!

Cambogia: il regno delle farfalle

Dopo un viaggio di 6 ore in bus da una Bangkok calda come stirare a ferragosto, siamo arrivati al confine cambogiano. Qui ci siamo fatti “fregare” 4 euro dal funzionario che ha compilato i moduli del visto per noi (potevamo farli da soli gratis, ma quando arrivi stanco alla frontiera e ti trovi in mezzo alla confusione...). Dopo il confine condividiamo il taxi per Siem Reap con due ragazze danesi e in 2 ore, una gomma forata e diversi incidenti con mucche sfiorati, siamo arrivati a Siem Reap.
Durante la nostra permanenza in Cambogia vogliamo sostenere alcuni progetti a favore delle comunità locali e della salvaguardia dell'ambiente.

Ispirazione 10

The best advice about travelling ever received:

“Everytime you go to a toilet, steal the toilet paper!”

My friend Alison Mawson from the Shuure.

martedì 9 marzo 2010

Qualche foto

Finalmente la connessione è buona e possiamo pubblicare qualche foto per i vari post:

BKK

COSE CHE ACCADONO IN THAILANDIA

BARBI, TDC E GLI EFELANTI

GITA DELLA DOMENICA

Le maghe di Oz

Se vi capitasse nella vita di trovarvi a Chiang Mai, vi consigliamo di fare una passeggiata nella città vecchia. All'interno delle mura troverete tanti piccoli templi molto caratteristici e antichi dove è possibile fare anche quattro chiacchiere con i monaci. Nel caldo e nel caos, i giardini dei templi sono un rifugio perfetto. Qui la gente cammina lentamente e parla piano. La sera non è possibile entrare nei templi, ma si può comunque passeggiare nei loro giardini e ammirarli da fuori.
Durante il weekend ci sono stupendi mercatini di prodotti artigianali provenienti da tutta la regione, oltre al Night Bazaar che c'è ogni sera oltre il fiume (si trova di tutto a buoni prezzi, ma c'è troppa confusione per i miei gusti).
La zona di Chiang Mai che più ci è rimasta nel cuore, però, è una strada nella città vecchia dove si trova il carcere femminile. Il quartiere è tranquillo e pieno di alberi ombrosi e dopo aver scarpinato fin qui entriamo nel Prison Shop. Non si tratta solo del negozio dove si vendono i ricami prodotti nel carcere di fronte, ma è anche un centro di massaggi thai. Sono proprio le detenute (quelle arrestate per reati minori o alla fine della pena) a fare i massaggi ai clienti e con questo progetto riescono ad imparare una professione per quando usciranno. Sergio e io ci siamo regalati un'ora a testa di massaggio ai piedi (che comprende le gambe) con tazza di tè a 120 baht, meno di 3 euro. Non è finita. Dopo il massaggio siamo andati a pranzo nel ristorante accanto, sempre gestito dalle ragazze del carcere, e abbiamo mangiato e bevuto benissimo, in un giardino rilassante e profumato. Vi consigliamo vivamente di provare, queste donne sono gentilissime e davvero brave sia nei massaggi che in cucina!
E poi c'era questo:

Gita della domenica

Su consiglio di una viaggiatrice italiana incontrata di ritorno dalle grotte, io e Sergio siamo partiti all'alba di domenica per una gita tra ChiangRai, Tha Ton e Fang. Andrebbe fatta in due giorni, ma l'abbiamo concentrata in uno solo perchè la guest house di Chiang Mai non ci avrebbe rimborsato la notte fuori.
Dunque alle 6.15 siamo al terminal degli autobus, ma scopriamo che quello delle 7 è già al completo e dobbiamo aspettare le 7.45. Con quello arriviamo a ChiangRai dopo 3 ore e prendiamo un taxi dal terminal al molo dove partono le barche per Tha Ton. 

sabato 6 marzo 2010

Barbi, TdC e gli Efelanti

Non c'è un errore nel titolo, è una citazione.
Oggi abbiamo visitato il Thai Elephant Conservation Center, un parco fuori Chiang Mai dove accolgono gli elefanti anziani o malati che vengono abbandonati a loro stessi dopo essere stati sfruttati per i turisti per il lavoro nei campi. Quando diventano inutili, finiscono qui.
In questo centro è possibile fare un corso di mahout (che non è un muratore bergamasco) ma è la persona che si prende cura dell'elefante e sa comunicare con lui attraverso gesti e ordini. Ci sono liste d'attesa molto lunghe per accedere a questo corso che dura poi solo alcuni giorni, ma serve per raccogliere fondi a favore dell'ospedale degli elefanti. Gli studenti fanno ogni giorno una specie di saggio di fine corso, una dimostrazione per i turisti di quello che hanno imparato con il loro elefante.

venerdì 5 marzo 2010

Cose che accadono in Thailandia

Il treno per il nord
A Bangkok, quando un treno entra in stazione, parte una squadra di omini armati di secchi e spazzoloni che lavano i finestrini e i fanali di ogni carrozza.
Sul treno per Chiang Mai, un viaggio durato 12 ore che ho voluto far di giorno per godermi il paesaggio, in seconda classe ci hanno servito colazione, pranzo e merenda compresi nel prezzo del biglietto, cioè l'equivalente di 14 euro. Inoltre un altro omino passava dopo ogni spuntino a lavare il pavimento.
L'uomo delle 20 birre
La sera al ristorante del nostro ostello di Chiang Mai abbiamo conosciuto un anziano soldato australiano che, vantandosi di avere 78 anni e riuscire ancora a bere 20 birre al giorno, ci ha parlato per oltre un'ora delle cose importanti della vita e di quando è stato in Calabria e tutti gli regalavano i pomodori. Mentre John ci raccontava dei suoi figli di razze diverse, mi ha telefonato la banca sul cellulare! L'avevo acceso per controllare i messaggi e un impiegato della mia banca mi telefona allarmato per comunicarmi che qualcuno ha tentato di prelevare con il mio bancomat in Thailandia. Gli ho detto di stare tranquillo, che io sono effettivamente in Thailandia e il bancomat, per ragioni di sicurezza a quanto pare, non ha funzionato così ho dovuto usare la carta di credito. Grazie di essere così apprensiva, banca.
Cacca di pipistrello
Oggi (tenete presente che Eee-pc ha ancora l'ora italiana, ma io vi scrivo da 6 ore nel futuro) siamo stati in gita alle grotte di Chiang Dao. La cosa interessante di questo posto è che le caverne non sono illuminate come da noi, non sono messe in sicurezza per i visitatori in modo che non cadano negli strapiombi o non sbattano la testa, non c'è un percorso agevole per il pubblico. Qui si entra accompagnati da una tizia grassottella con una lampada a gas che ti fa passare attraverso pertugi che nemmeno un ragno si sognerebbe attraversare e ti porta a guardare dentro lo strapiombo dicendoti in continuazione "calful slippeli!" (pronuncia thailandese di "be careful it's slippery" che significa "attenzione è scivloso"). Ancora più bello è il momento in cui la tizia ti mostra quanta cacca di pipistrello c'è sul pavimento, poi illumina il soffitto che è nero da quanti ce ne sono e li chiama facendo un verso tipo quello per chiamare i gatti. Signora, li lasci pure dormire... Durante l'ultimo tratto di caverna verso l'uscita, sento una goccia colpirmi la spalla dall'alto: acqua dalle stalattiti?
Mezzi di trasporto e gentilezza
I thailandesi sono persone davvero gentili e solidali. Mentre io e Sergio aspettavamo l'autobus che ci riportasse a Chiang Mai dopo la gita, abbiamo assistito a una scena che non ho potuto non fotografare: un tizio che chiede al conducente di un taxi collettivo di caricare lui, la fidanzata con la spesa e il suo scooter! Pronti. Gli altri passeggeri danno una mano a sollevare il motorino, il conducente lo lega sul tetto e per la durata dell'operazione nessuno si è lamentato del tempo perso. Questo è davvero un altro mondo.

p.s. Qui in montagna internet non funziona benissimo quindi aggiungerò le foto martedì prossimo quando torneremo a Bangkok.

mercoledì 3 marzo 2010

BKK

Bangkok, vista dalla Barbuna, è un po' Napoli e un po' Gardaland (e ovviamente un po' orsomaiale).
Per la maggior parte del tempo si sente una gran confusione, un gran caldo, una gran puzza di cibo e motorini. Attraversare la strada è una sfida, c'è uno svincolo infernale per andare verso il Grand Palace che abbiamo impegato almeno 20 minuti ad attraversare tutto, è stato come passare a piedi in mezzo all'autostrada. I semafori degli incroci più grossi hanno un display che fa il conto alla rovescia così si sa quanto manca al verde o al rosso o alla tua morte.
Ci sono però anche oasi di calma, come la via dove alloggiamo noi. Il Roof View Place, scoperto e prenotato in internet, è un posto carino, pulito, a due passi dalle mete più interessanti della città vecchia, ma abbastanza appartato da essere tranquillo. Soprattutto c'è internet wireless gratis in camera e la signorina con gli occhiali della reception è davvero gentile nel darci informazioni, consigli, indicazioni su come andare dove vogliamo andare.

martedì 2 marzo 2010

Questione di class

Eccoci a Bangkok (di cui vi parleremo in un post appost perchè io e Sergio stiamo ancora esplorando). Stiamo bene, state tranquilli, e pronti a cominciare il diario!
Il viaggio di andata è stato già una piccola avventura. Il volo Emirates parte da Malpensa con solo mezz'ora di ritardo (ci abbiamo messo più noi con Sté e il Berna ad uscire in auto da Monza, tra lavori in corso, deviazioni, distrazione da arcobaleno, confusione di tangenziali).

Milano-Dubai:
va bene che non abbiamo chiesto posti particolari al check-in, va bene che viaggiando in economy non si può pretendere il massimo della comodità e comunque la classe turistica di Emirates è più che dignitosa , va bene che sono solo 5 ore di volo, MA visto che i posti sono messi così 2 a destra- corridodio- 4 in mezzo- corridoio- 2 sinistra, come cacchio è venuto in mente alla signorina di Malpensa di assegnarci i 2 posti centrali della fila da 4? E' ovvio che ogni volta che abbiamo avuto bisogno di alzarci siamo stati costretti a svegliare uno dei due sconosciuti ai nostri lati. Così è con una certa ansia (e il solito mal d'aria per me) che abbiamo dormicchiato male fino allo scalo.
Dubai-Bangkok:
L'aeroporto di Dubai è stato costruito dagli alieni, è la prima cosa che ci viene in mente quando atterriamo. Per di più si tratta di alieni con gravissime manie di grandezza. Dall'aereo al terminal facciamo mille chilometri in bus navetta, all'interno del terminal facciamo altri mille chilometri a piedi per arrivare all'imbarco del volo per Bangkok. Mentre siamo in attesa al gate, mi preoccupo di controllare quali posti ci avesse appioppato la signorina di Malpensa per il secondo volo. Scopro che al posto di fila e numero c'è scritto Standby, cioè ci verrà assegnato direttamente al gate. Io vengo colta dal panico di trovarmi nella stessa scomoda situazione del volo precedente, quindi faccio la lamentosa preventiva e stresso il TdC per buona parte dell'attesa. Finalmente hanno imbarcato quasi tutti e noi ci facciamo avanti ora la fila è diminuita. Consegno la carta d'imbarco della signorina di Malpensa alla signorina di Dubai e lei mi restituisce il tagliando di un posto in Business class con il mio nome. Perplessa aspetto che passi Sergio, anche per lui Business class (eppure aveva la maglietta bucata! Maria, butta via tutto dai suoi armadi!).
Quindi, grazie all'overbooking, la signorina di Dubai ci ha fatto fare il miglior viaggio aereo mai provato finora. Intanto si passa davanti a tutti saltando la fila, poi abbiamo: poltrone letto massaggianti, un sacco di spazio per le gambe, un sacco di tecnologia a disposizione per distrarsi, aperitivo, brunch, cioccolatini, pochette con prodotti di profumeria in omaggio (in foto).
Insomma siamo arrivati a Bangkok da veri signori, poi il taxi ci ha fregato sulla tariffa per portarci all'ostello, ma con il cambio il danno era di 2 euro e per la prima sera l'abbiamo sopportato.

domenica 28 febbraio 2010

Grazie


Di cuore a tutti quelli che sono passati ieri sera in voliera a salutarci
A chi ha fatto tanta strada per esserci e a chi abita a due passi
A chi c'è sempre, a chi non si vedeva da tanto
A chi non è potuto venire, ma ha mandato i saluti
A chi è stato in voliera per la prima volta, a chi praticamente ci vive
A chi non vediamo spesso, ma fa sempre piacere rivedere
Per gli abbracci, gli scherzi, per i vostri pensieri, le raccomandazioni, i consigli, i regali.

Come dicono le rockstar alla fine dei concerti (e ieri sera ci avete fatto sentire così)
YOU'RE GREAT, WE LOVE YOU ALL!

Ci vediamo a giugno per la festa del ritorno con grigliata!

Simona & Sergio

p.s. come promesso ecco la scansione del biglietto della voliera (firmato solo da due e scritto con la calligrafia di una scimmia con la tendinite)

sabato 27 febbraio 2010

Tre...due...uno...

Finalmente ci siamo. Stasera festa in voliera e domani si parte.
La preparazione del viaggio è diventata stressante e non vediamo l'ora di partire davvero.
Basta menate su cosa portare, su quello da sistemare qui, su quello che potrebbe servire là, che strada fare, quanto costa, ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia!
Panico da Blues Brothers a parte, adesso si va e ci si diverte.
Il programma è fatto, ma non è ovviamente definitivo perchè strada facendo si può sempre cambiare rotta, soprattutto i tempi di permanenza nei vari luoghi sono approssimativi perchè dipenderanno da come ci troviamo.
Ecco il percorso che abbiamo scelto:
  • Arrivo a Bangkok alle 18.30 del 1 marzo
  • Due giorni per visitare Bangkok, fare spese e organizzare i primi spostamenti.
  • Viaggio per Chiang Mai in treno (12 ore verso nord) che all'andata faremo di giorno perchè dicono che il paesaggio attraversato dalla ferrovia sia stupendo, s'inoltra nella giungla dove gli autobus non passano
  • Quattro giorni a Chiang Mai per fare trekking nella giungla e visitare il night bazaar, il ritorno a Bangkok sempre in treno ma di notte
  • Giornata relax a Bangkok, un massaggio ci vuole dopo le giornate di trekking, intanto preparazione del viaggio in Cambogia
  • Viaggio per Siem Reap che per quattro giorni sarà la nostra base per l'esplorazione del fantastico sito archeologico di Angkor, possibilmente con le bici a noleggio
  • Spostamento alla capitale Phnom Penh, un giorno per vistarla, in particolare il tragico museo Toul Sleng
  • Il giorno dopo si torna verso la Thailandia passando però dal sud della Cambogia, tappa breve a Sihanoukville e viaggio fino al confine, da lì traghetto per Koh Chang.
  • Quattro giorni sull'isola di Koh Chang, mare, natura, riposo
  • Ritorno a Bangkok e visite in giornata ai vari parchi nazionali nei dintorni per tre giorni
  • Spostamento a Surin Island, parco nazionale marino dove staremo tre o quattro giorni a fare il bagno con le tartarughe e dormire nelle capanne del parco
  • Spostamento verso Phuket, magari visitando qualche altra isola. Phuket non ci interessa, ma da lì prenderemo il volo low cost per Sumatra.
  • Prima tappa in Indonesia, nord Sumatra, dove passeremo circa una settimana tra il Leuser National Park che ospita il Centro di Riabilitazione degli Oranghi e il lago Toba che si trova in un antico cratere vulcanico
  • Poi si va per isole per un po' di giorni: Bali (mare, templi, artigianato), Lombok (mare con meno turisti), Komodo (dove ci sono i famosi draghi) e Flores (con salita al vulcano Kelimutu che ha tre crateri con laghi di colori diversi). In questo periodo dovremmo incontrare da qualche parte Michele, che vive a Jakarta, ma dobbiamo ancora darci appuntamento.
  • Dall'Indonesia voleremo in Australia arrivando a Perth sulla costa ovest. Lì noleggeremo un piccolo camper e risaliremo la costa verso i parchi nazionali marini di Shark Bay e Ningaloo Reef (cercate in internet, un paradiso!) e il Pinnacles Desert, tutto ciò in circa dieci giorni.
  • Tornati a Perth si vola ad Adelaide e da lì si va a Kangaroo Island che ospita un'infinità di animali (dai pinguini ai koala) e ci fermeremo per qualche giorno
  • In volo per Melbourne, ospiti di Erin, dove passeremo una settimana esplorando i dintorni, compresi alcuni tratti della Great Ocean Road che pare sia una delle più belle strade panoramiche del mondo.
  • Da Melbourne a Brisbane dove faremo visita a Mirko e noleggeremo un altro camper per risalire la costa est verso le spiagge che si affacciano sulla Grande Barriera Corallina, per questo circa due settimane
  • A quel punto saremo a fine maggio. Sergio tornerà a Bangkok e da lì a casa, io invece incontrerò mio fratello e il Berna a Melbourne e con loro passerò le ultime 3 settimane visitando Sydney, Ayers Rock e qualche altro posto. Poi tornerò anch'io a Bangkok per il volo di ritorno a casa.
Pronti? Via!

domenica 21 febbraio 2010

Nelle puntate precedenti

Per provare i collegamenti agli album di foto, ecco qualche assaggio delle avventure passate di Barbuna e TdC
http://picasaweb.google.it/smncolombo/Viaggipassati

e per chi comincia adesso a seguirci, leggete i post di dicembre che spiegano chi siamo, dove andiamo e perchè.

Troppa gente si occupa del senso. Mettetevi in cammino. Voi siete il senso e il cammino.
Jean Sulivan

Ispirazione 9

I am not your rolling wheels
I am the highway
I am not your carpet ride
I am the sky
I am not your blowing wind
I am the lightning
I am not your autumn moon
I am the night

Audioslave

Effetti collaterali

Tra gli effetti collaterali del Lariam c'è "disturbo dei sogni", inquietante... Poi leggo che può causare insonnia, quindi i sogni disturbati saranno ad occhi aperti? Poi provoca anche sonnolenza (ma...??), euforia oppure tendenze suicide. Insomma, tutto e il contrario di tutto, compresa la malaria che dovrebbe curare.
Ora, si sa che io sono contro i test sugli animali, ma questi foglietti illustrativi dimostrano che, oltre che crudeli, sono completamente inutili!
Scienziato 1: -Il mio criceto dorme.-
Scienziato 2: -Il mio ballava poi si è impiccato.-
Scienziato 3: -Il mio è stato attaccato da Freddy Krueger.-
Capo scienziato: -A posto. Mettiamolo in vendita.-
Non si potrebbero testare i farmaci sugli assassini, i pedofili e gli stupratori? Così avremmo risultati attendibili e quei bastardi pagherebbero il loro debito con la società salvando delle vite in cambio di quelle che hanno distrutto.
Anzi, meglio ancora, non testiamo più niente ed estinguiamoci perchè siamo troppo imbecilli per stare al mondo.
C'è gente che si costruisce la casa (di legno peraltro) in una zona che si chiama Tornado Alley e indovinate cosa succede? Un tornado travolge la casa. Chi l'avrebbe mai immaginato? Tragedia! Catastrofe! Che cattiva la natura!
Altra gente tira su villette abusive sotto le frane e sulle pendici dei vulcani, ma perchè?? Nessuno ha letto I tre porcellini? Poi si disperano in tv e pretendono che lo Stato procuri nuove villette. Lo Stato? Con i soldi strappati dalla mia busta paga?
Gente che dopo un terremoto su un'isola tropicale si mette a raccogliere conchiglie perchè -Va che bella, la bassa marea!-. Che vi spazzi via lo tsunami, deficienti!
Sì, per metà del nostro viaggio percorreremo la cintura di fuoco e, certo, qualche terremoto lo sentiremo, magari anche anche qualche vulcano che erutta e ci sono gli squali. Staremo attenti, ma è una natura che vogliamo vedere, senza disturbare, consapevoli che non siamo noi a comandare.
Per quanto mi riguarda, poi, è sempre meglio che morire in tangenziale perchè un cretino con la villa abusiva sulla Tornado Alley scampato per culo a uno tsunami mentre molestava una ragazzina in un villaggio turistico mi taglia la strada col suo dannato suv superinquinante!
Forse guidava sotto l'effetto del Lariam.