lunedì 12 novembre 2018
domenica 24 dicembre 2017
Auguri, mondo!
Con qualche frammento dei miei ricordi di viaggio,
auguro buone feste a tutti quelli che ogni giorno lavorano per proteggere tanta meraviglia.
lunedì 4 dicembre 2017
ALeRT, racconti dalla foresta
Chi ha seguito la mia avventura in Indonesia sa che sull'isola di
Sumatra ho avuto l'onore di collaborare con ALeRT, una piccola
associazione locale che opera con enorme impegno e grandissima
passione per la conservazione della foresta e degli animali del parco
nazionale Way Kambas. Ve ne ho parlato in questo post, ma il mio
legame con questi ragazzi è ancora saldo malgrado migliaia di
chilometri di distanza, perciò ho organizzato un incontro a
Milano per sostenerli.
Sono molto soddisfatta di come è andato, non tanto per me, che ero emozionata e in lite con la tecnologia del proiettore, ma per l'interesse del bellissimo pubblico che è intervenuto.
Ho voluto raccontare di ALeRT, di una realtà che ci pare lontana
eppure ci riguarda perché questo pianeta diventa sempre più
piccolo, ciò che accade al di là di un oceano prima o poi si
riflette anche nelle nostre vite e allora diventa importante. Ho
voluto raccontare di questi ragazzi che dalle generazioni precedenti hanno
ereditato un mondo da salvare: foreste distrutte, mari inquinati, animali a rischio di
estinzione, risorse in via di esaurimento. Ho voluto raccontare il
loro desiderio di consegnare questo mondo nuovamente rigoglioso ai
ragazzi di domani e mostrare quante difficoltà affrontano nel
realizzarlo.
Il pubblico ha seguito con interesse il mio percorso fotografico,
malgrado qualche piccolo intoppo superato con una
risata. Per esempio, parlando della piaga degli incendi appiccati dai
bracconieri, volevo far ascoltare il suono della foresta che brucia
con un filmato che io stessa avevo ripreso con il cellulare durante
una spedizione antincendio. Così, tutta orgogliosa, faccio
partire le immagini, ma non si sente nulla. Ritento. Tutti fanno
silenzio e tendono le orecchie, ancora nulla. «Molto bene, troverete
il filmato sul mio blog domani!»
Ed eccolo qui.
Audio e video, invece, hanno funzionato alla perfezione con questo
altro filmato, un montaggio delle scene riprese dalle nove
videocamere installate da ALeRT, in collaborazione con altre
associazioni, nell'area più interna e selvaggia del parco nazionale
Way Kambas. Oltre a servire per il censimento faunistico, queste
immagini mostrano gli animali liberi e indisturbati nel loro ambiente
naturale e forse non sono di gran qualità, ma io le trovo
meravigliose.
Per preservare tutta questa bellezza, tutta questa vita, e per
preservare anche la qualità della nostra vita, è necessario
intervenire con urgenza sulle cattive abitudini di tutti noi, non
solo rimediando ai danni, ma soprattutto attraverso l'educazione
ambientale. Sappiamo che non esiste uno stile di vita a impatto zero
con sette miliardi e mezzo di persone e non si tratta di diventare
fanatici dell'ecologia. Educazione ambientale significa semplicemente
essere consapevoli delle conseguenze che ogni nostra azione
quotidiana comporta, scegliere una via alternativa ogni volta che ci
è possibile, ridurre gli sprechi. Insomma, prestare attenzione a
piccoli gesti che, moltiplicati per tutti gli abitanti del pianeta, possono davvero fare la differenza tra un futuro in cui uomo e natura
convivono in equilibrio, godendo delle risorse disponibili, e un
deserto in cui la vita diventa impossibile per chiunque.

Organizzare questo incontro è stato il mio piccolo contributo
all'impegno dei volontari di ALeRT, persone comuni eppure
straordinarie che meritavano il pubblico straordinario che è
intervenuto. Seppur poco numeroso, ha dimostrato una grande
generosità e ringrazio ancora ogni ospite, come ho fatto di persona,
perché non mi aspettavo un risultato così importante e, come
promesso, ecco le vostre donazioni che partono per l'Indonesia:
Nelle prossime settimane, tornerò con un post per farvi sapere in dettaglio - e mostrarvi con qualche foto che ho chiesto di inviarmi - come sono
state investite le vostre donazioni. Intanto, però, potete già vantarvi con
gli amici, raccontando che in Indonesia sta crescendo un albero con il
vostro nome.
In questo mini-album altre foto della mattinata.
In questo mini-album altre foto della mattinata.
Grazie ancora a tutti!
lunedì 12 giugno 2017
In viaggio da sola
All'ultima
pesata della mia valigia in aeroporto, il display segnava 18,1 kg e
credo sia un piccolo record per una donna in viaggio da tre mesi.
Insieme a indumenti e accessori, mi sono sempre caricata sulle
spalle, più o meno consapevolmente, una quantità di dubbi e paure.
La bellezza dell'esperienza che ho appena fatto sta anche nell'aver
affrontato e vinto qualche timore ed essere riuscita ad abbandonare
un po' di quel peso inutile. Tranne un chilo.
Quando
viaggiavo in coppia o con amici e amiche, osservavo i viaggiatori
solitari e mi chiedevo quanto fossero lunghe le loro ore, i loro
voli, le loro notti senza qualcuno accanto con cui parlare o al quale
indicare un panorama, un avvenimento, un dettaglio. Poi sono partita
da sola e ho capito. Il viaggio è un'esperienza che investe e
travolge come un'onda, avere intorno altre persone ne smorza
l'intensità. Condividere è un frangiflutti che ci protegge, soli
siamo esposti alla marea, con tutto il bene e il male che porta con
sé e si porta via con la risacca. Il cervello, non impegnato dalla
compagnia, si apre a milioni di stimoli, registra, reagisce. Si
elaborano catene lunghissime di ragionamenti che mescolano scoperte e
ricordi, conosciuto e sconosciuto, realtà e aspettativa. Non dico
che viaggiare in solitudine sia meglio, amo i miei compagni
d'avventura, dico che è molto diverso. Lo è in maniera così profonda che mi
ha dato una nuova prospettiva sul mondo e sulla vita. Ho osservato con i miei occhi e i miei soltanto, tutti dovrebbero provarci almeno una volta.
Ma veniamo al chilo di troppo che ha appesantito tanta bellezza. Leggendo il libro Vado al Capo di Sergio Ramazzotti, ho
invidiato il suo viaggio attraverso l'Africa da nord a sud, da solo e
usando soltanto mezzi pubblici e autostop. Una donna non potrebbe
farlo, le donne che hanno provato qualcosa di simile sono considerate
eroine ed è questo a farmi arrabbiare: perché per una donna
dovrebbe essere un'impresa eroica? Perché sì, purtroppo, è la
risposta ignorante della realtà in cui viviamo. Che
siamo fisicamente inferiori non si può negare, tutto il resto lo
fanno i pregiudizi. Qualcuno di voi ricorderà la storia delle due
turiste uccise in Ecuador, qualche mese fa. Si tratta di un caso
esploso sui social grazie al post di una ragazza che si è
immedesimata nelle vittime e ha dato loro voce contro chi le ha
criticate perché, in quanto donne, viaggiando da sole se la sono
cercata. Ne hanno parlato, tra gli altri, anche i siti di Repubblica
e Il Corriere della Sera. Essere aggrediti, derubati, truffati,
uccisi capita anche agli uomini, questo mondo non è sicuro per
nessuno. Le due turiste, però, «se lo dovevano aspettare» e poi «i
loro genitori non avrebbero dovuto permettere che partissero da
sole». È questo che fa rabbia a me e alla studentessa che ha
scritto il post.
Essere
donna è già una limitazione della libertà: attenta a come ti
vesti, agli sguardi che incroci, a quanto sorridi, a chi rivolgi la
parola, allontanati, cambia marciapiede, ignora quel commento. Che
palle! A me non interessa il femminismo che pretende ministra e
architetta, la parità che vorrei è quella di viaggiare con la
stessa sicurezza e insicurezza di un uomo.
Per
questo, ripeto, viaggiare da sola è stato bellissimo, ma lo sarebbe
stato ancor di più se non mi fossi portata appresso quel chilo
d'ansia in eccesso che pesa nel bagaglio di ogni donna.
domenica 4 giugno 2017
ALeRT nella foresta per la foresta
Ho l'impressione di non
aver mai conosciuto sorrisi così sinceri, occhi così brillanti,
spiriti così appassionati, cuori così forti come quelli che mi
hanno accolta il primo giorno e che ho dovuto salutare l'ultimo
giorno all'aeroporto di Bandar Lampung. Sono tornata in Italia
spezzata, una parte di me, una grossa parte, è rimasta a Sumatra.
Cos'è successo tra quel primo e ultimo giorno per spaccarmi in
questo modo?
venerdì 26 maggio 2017
Sulla via di casa
Lo so, ce l'avete con me perché vi ho lasciato nel silenzio e nel dubbio. Dove sarà finita Simona?Presto vi racconterò dove e come ho trascorso le ultime settimane, potrete soddisfare la vostra curiosità e dirmi cosa ne pensate. Domenica sera prenderò il volo che mi riporterà in Italia, però consideratemi di passaggio, sempre con la valigia pronta perché la mia avventura non è finita, solo momentaneamente sospesa.
Io, un vero indirizzo, non ce l'ho. Casa mia è tutto il mondo, anche se non è facile condividerla con nove miliardi di coinquilini che, in larga maggioranza, sono disordinati, irrispettosi, chiassosi e mi stanno sulle palle. Mi piace rifugiarmi nelle stanze ancora riservate alla natura e ci starei per sempre. Ma ci sono a volte dei ma ed è per risolverli devo rientrare per qualche tempo.
Io, un vero indirizzo, non ce l'ho. Casa mia è tutto il mondo, anche se non è facile condividerla con nove miliardi di coinquilini che, in larga maggioranza, sono disordinati, irrispettosi, chiassosi e mi stanno sulle palle. Mi piace rifugiarmi nelle stanze ancora riservate alla natura e ci starei per sempre. Ma ci sono a volte dei ma ed è per risolverli devo rientrare per qualche tempo.
Lo so, non è facile starmi dietro. Non è facile avere per amica una persona come me, sapendo che sta sempre altrove, con il corpo o con la mente, sapendo che sarà sempre un continuo perderla e ritrovarla. Chi ce la fa, però, sa di avere tutto il mio amore, ovunque mi trovi, che sia sotto forma di abbraccio o di mail da un luogo lontano.
Questa era la parte romantica, vera quanto quella che segue.
Per tre mesi, tutti: "ci manchi" e "senza di te non è lo stesso" e "torna presto", ma poi non c'è un cane che mi venga a prendere a Malpensa lunedì mattina! Tranquilli, solo 16 ore di volo, 4 di scalo e, a quanto pare, 1 di autobus, poi potrò mandarvi a cagare di persona.
Baci
Simo
giovedì 11 maggio 2017
So far so good...
Oggi vorrei essere a Roma per abbracciare Jane Goodall, ma anch'io sto per raggiungere una delle «cattedrali di luce e di verde che danzano incessantemente» per dare il mio piccolo contributo a mantenerle vive e danzanti. Da Kuala Lumpur, domattina, tornerò in Indonesia, precisamente nel sud dell'isola di Sumatra dove si trova il Parco Nazionale Way Kambas.
La mia avventura sta per entrare in una fase più selvatica dove internet, e di conseguenza questo blog, non arriveranno. Non vi preoccupate, per sicurezza, ho lasciato a casa una multa non pagata così, anche se mi smarrissi nella giungla, l'Agenzia delle Entrate mi troverebbe. Meglio dei corpi speciali quando c'è da incassare.
Vi lascio con un riassunto del mio percorso fin qui. La colonna sonora è One crowded hour degli Augie March che, essendo australiani, cantano - e scrivono i testi - in uno slang a tratti incomprensibile, ma potrebbe semplicemente essere poesia. Be', a me piace come impazzisce il pianoforte verso il finale. Le immagini, invece, sono tutte mie e ci troverete un po' di ogni storia che vi ho raccontato su questo viaggio. Così, tanto per tenervi compagnia mentre non ci sono.
Au revoir, mes amis.
lunedì 8 maggio 2017
Sri Lanka
Scrivo questo post da una camera singola al quinto piano di un hotel di Kuala Lumpur in Malesia. La vista dalla mia finestra è questa qui accanto.
L'arredamento della stanza insieme al panorama di grattacieli illuminati mi dà la sensazione di trovarmi negli anni Ottanta nella New York di Una donna in carriera. Immaginavo la Malesia, invece, come Sandokan e sono sempre un po' delusa quando la mattina mi sveglio nel secolo, nel millennio, sbagliato.
Be', è il 2017 e mi sono fermata qui dopo la vacanza in Sri Lanka con il TdC. È di quella che vi parlo oggi. Capirete che condensare due settimane in un post non è come raccontarvelo un po' alla volta, in diretta, soffermandomi su ogni piccola cosa che attira la mia attenzione. Ho deciso di dedicare un pensiero a ogni tappa del nostro tour, poi c'è un grasso album fotografico che vi mostra dove siamo stati e cosa abbiamo visto. È ovvio che qualcosa rimarrà non detto, per ogni domanda vi venisse in mente, ci sono i commenti e vi risponderò con piacere.
Questa è la mappa con l'indicazione – pallini rossi – delle località che abbiamo visitato.
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cliccate per ingrandire |
Cominciamo
il tour di mezza isola di Ceylon?
venerdì 21 aprile 2017
Auguri a me da me
Ho programmato questo post tempo fa perché fosse pubblicato automaticamente il giorno del mio compleanno. Per fare le cose in grande, l'ho fatto in stereo, infatti lo trovate uguale sull'altro blog.
È un po'come spedire un biglietto d'auguri a me stessa, un biglietto di quelli esposti nelle cartolerie. Ne ho scelto uno con una poesia di Hemingway sul frontespizio.
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.
Quello che invece mi sono scritta all'interno del biglietto è una cosa tra me e me :)
mercoledì 19 aprile 2017
Il Signore dei Viaggi
Cari lettori,
metto in pausa il blog per due settimane. Oggi mi sposto in Sri Lanka.
Siccome ho un programma di esplorazione dell'isola molto intenso e credo sarà difficile trovare la connessione internet, non vi assicuro che riuscirò a pubblicare. Ogni tanto passate pure di qui a dare un'occhiata, ma è più probabile che vi racconti di Ceylon alla fine del viaggio, con un post corposo quanto una saga fantasy e quindici milioni di foto.
Siccome ho un programma di esplorazione dell'isola molto intenso e credo sarà difficile trovare la connessione internet, non vi assicuro che riuscirò a pubblicare. Ogni tanto passate pure di qui a dare un'occhiata, ma è più probabile che vi racconti di Ceylon alla fine del viaggio, con un post corposo quanto una saga fantasy e quindici milioni di foto.
Au revoir.
«Voltato l'angolo forse si trova
Un ignoto portale o una strada nuova;
Spesso ho tirato oltre, ma chissà,
Finalmente il giorno giungerà,
E sarò condotto dalla fortuna
A est del Sole, ad ovest della Luna»
Estratto da Il canto della strada, J.R.R. Tolkien
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