...ed eccomi qui a riassumere l'ultima settimana, un po' a parole, un po' con le foto.
Abbiamo lasciato il piccolo, ma stupendo resort di Jason (pronunciate Ciaison come si presenta lui), questo inglese che ha girato il mondo prima di scegliere Ko Kong in Cambogia come sua residenza. Al muro della capanna principale, dove ci sono la reception e il ristorante, sono appese le foto dei suoi viaggi avventurosi in vari continenti. Da giovane era una specie di Rambo biondo (tipo il suo amico Mark che ci ha accompagnato alle cascate), oggi ha la panzetta e se la gode dal bordo della piscina. Ha vinto!
Questa parte della Cambogia è un po' fuori dalle normali rotte turistiche ed è per questo che ci è piaciuta tanto. Non bisogna avere sempre paura di lasciare la strada principale, a volte perdersi è la cosa migliore che possa capitare.
Abbiamo riattraversato il confine con la Thailandia, questa volta da sud (ci vorrebbe una mappa su cui disegnarvi il nostro percorso come nei film) ed ecco un'altra strada poco battuta. Tutti entrano ed escono da Poipet oppure in aereo, ma da qui non passa quasi nessuno: niente coda per il visto, niente truffatori, niente funzionari stressati. Una passeggiata.
Dalla frontiera abbiamo preso vari mezzi (minibus, taxi, traghetto) e siamo approdati sull'isola di Koh Chang nel Golfo di Thailandia. Il mare non è niente di speciale e i turisti sono soprattutto ragazzi che con i soldi di papà giocano a fare gli hippy. I paesini più famosi sono un continuo party sulla spiaggia, così noi ci siamo fermati a Bang Bao che è un villaggio di pescatori. Belli i bungalow con vista sul mare, ma terribilmente scomodi i letti, tanto che la seconda notte ho cercato di dormire sull'amaca in veranda.
Quello che invece ci interessava su questa isola era l'entroterra montuoso e ricoperto di giungla dove abbiamo fatto una divertente escursione incontrando i macachi codalunga (che si trovavano tranquillamente per strada la sera), una tarantola con il suo neonato ragnetto nella tana e dei pesciolini che ci mordicchiavano insistentemente quando abbiamo fatto il bagno nel fiume.
L'ultimo giorno sull'isola ci siamo scervellati per trovare un modo di spostarci sulla costa delle Andamane (Oceano Indiano) senza passare da Bangkok. Non tanto per le proteste che non sono pericolose a parte bloccare il traffico già caotico, ma proprio non ci andava di passare un'altra notte in città. Non c'è stato verso: tutti i mezzi compresi gli aerei passano dalla capitale. Speravamo almeno di arrivare in tempo per prendere l'autobus notturno che va verso sud e fare un'unica tirata fino alla nostra meta, ma anche questa non è andata. Così ci siamo prensentati al nostro ormai abituale ostello a Bangkok, il Roof View Place e per fortuna avevano una stanza per noi. Una bella dormita, poi sveglia all'alba per evitare la manifestazione del sabato e via in autobus verso il mare da cartolina! Un viaggio lunghissimo anche se abbiamo attraversato dei paesaggi splendidi.
Finalmente eccoci a Khao Lak sul Mar delle Andamane, il caldo Oceano Indiano. Nel 2004 lo tsunami ha colpito duramente tutta questa costa e ci sono ancora i segni sugli edifici, le foto delle vittime sulle palme dietro la spiaggia e un monumento in memoria del disastro. Quasi tutto però è stato ricostruito e la natura è ancora bellissima. Abbiamo passato una giornata a camminare lungo tutta la baia, fermandoci ogni tanto per un frullato o una birra in riva al mare a prezzi ridicoli. Non c'è molta gente in giro, forse è bassa stagione, ma questo è un bene, così ci godiamo in pace questo bel posto.
La seconda sera abbiamo abbandonato la via principale, piena di locali e negozi perchè Sergio aveva notato un piccolo ristorante dal balcone della nostra stanza che dà sulle colline dietro la zona turistica. Ottimo! Il servizio è un po' lento perchè ci sono solo madre e figlia in cucina e il padre ai tavoli, ma si mangia benissimo ed è un'oasi tranquilla. Stasera ci siamo tornati e accanto a noi c'era una comitiva di anziani tedeschi.
Sergio: -Ma come hanno fatto a trovare questo posto?-
Simona: -Dev'essere sulle guide per i vecchi le Old Planet, quelle con le mappe di tutti i cantieri aperti nelle località turistiche.-
Stamattina ci siamo alzati presto per un'escursione alle isole Similan, parco nazionale dove si trova ancora un po' barriera corallina. Una giornata fantastica per tanti motivi. I luoghi innanzitutto sono incredibili, il mare ha dei colori che le foto non rendono. Io ho fatto snorkeling per la prima volta (sì, sì, ho un'età e tutti tranne me sono stati sulla barriera corallina del Mar Rosso decine di volte, beh io in Egitto ci sono andata a vedere altro!). Mi sono divertita tanto e ho visto pesci e coralli di ogni forma e colore. Ho avuto perfino la fortuna di incontrare una tartaruga marina di quelle giganti! La gente della barca accanto ha cominciato a urlare e indicare così mi sono tuffata per vedere ed ecco venirmi incontro la tartarugona spaventata dall'agitazione di tutti gli altri. Stupendo vedersela passare a pochi centimetri! Oh che meraviglia questa natura! A volte vorrei essere un pesce, altre un uccello oppure un elefante o un gatto... Ma torniamo alla tartaruga, non ho cercato di toccarla e inseguirla come tutti (nonostante la raccomandazione delle nostre guide di non toccare assolutamente nulla, neanche i sassi, mentre si nuota in queste acque protette). A proposito delle nostre guide, erano drag queen thailandesi "in borghese", simpaticissime ed efficientissime, che alla fine ci hanno lasciato il volantino dello spettacolo che fanno in un locale della zona.
Una grande giornata, peccato solo che ci fosse troppa gente intorno a noi. Ci siamo abituati ai piccoli gruppi o addirittura visitare da soli, poco rumore, più intimità e più spazio. Su alcune isole delle Similan e delle Surin è possibile restare a dormire nei bungalow o nelle tende gestiti direttamente dal parco nazionale, ma bisogna prenotare con molto anticipo o avere molta fortuna. Noi avremmo voluto rimanere a goderci l'isola quando tutti gli altri turisti tornano sulla costa, ma per questa volta ci siamo accontentati di fare gli escursionisti in giornata. In questo viaggio non sappiamo mai con certezza quanti giorni ci fermeremo in un posto e quindi non ci è possibile prenotare per quello successivo con abbastanza preavviso.
Domani ci sposteremo verso Phuket per visitare, mercoledì, la riserva forestale Khao Phra Thaew dove si trova il centro per la reimmissione in natura dei gibboni tenuti in cattività. Vogliamo adottare un gibbone a distanza per la voliera!
Ci sono tante cose che vorremmo vedere e visitare, spesso pensiamo che siamo venuti fin qui e non possiamo certo perderci questa o quella zona. Non riusciamo però a dedicare tempo a tutto, stiamo imparando a selezionare, a rallentare, a rinunciare a qualcosa per concedere più tempo a una cosa diversa. In Thailandia abbiamo fatto tutto di corsa, visto molto e vissuto meno di quanto avremmo voluto. Stiamo rivedendo il programma. Rallentiamo, ora, magari tagliamo qualche tappa a favore di un posto anche meno conosciuto dove però ci troviamo bene.
Lasciamo la via principale per scoprire qualcosa di interessante dietro l'angolo.
(in questo post ci sono quattro link agli album fotografici, fateci sapere se si vedono tutti.)
ciao simona sei proprio brava !! a descrivere ,sembra quasi di essere li con voi . le foto sono bellissime sopratutto ,quelle sotto le cascate con sergio e simona che si tuffano bye bye mamma
RispondiEliminaFoto stupendere, ragazzi!
RispondiEliminaCome sempre, aspetto buone nuove ;)
Bacioni G.
ehi... ma poi avete visto lo spettacolo delle drag queens? ah ah ah
RispondiEliminaCharlie Diego Brown
Che meraviglia ragazzi.....
RispondiEliminastupenda la giungla e che dire del mare...da restare senza fiato!!
Bravi Bravi,
continuate così...fate un'immersione anche per me e salutatemi gli abitanti acquatici
:-)