martedì 19 settembre 2023

Sumatra bella e triste

Per arrivare al Way Kambas dall'aeroporto di Bandar Lampung ci vogliono oltre due ore. Ad accogliermi c'era il vecchio manager dell'ecolodge Satwa che si ricordava delle altre due volte che sono stato qui anche se sono passati anni. Di nuovo, ho difficoltà a capire i nomi, quindi lo chiamerò Mister Satwa. Le altre volte era venuto a prendermi Hari, il ragazzo che fa la guida di birdwatching per Ecolodges Indonesia e membro di Alert che mi ha fatto conoscere l'associazione. Oggi era impegnato, però mi ha scritto che mi raggiungerà nei prossimi giorni mentre sarò in giro con Dan e gli altri.

Nel parcheggio dell'aeroporto ci aspettava l'autista con il van argentato del lodge e siamo partiti che erano ormai le cinque perché il mio volo ha fatto mezz'ora di ritardo, cosa che devo comunque considerare una fortuna perché spesso i voli verso le località poco turistiche vengono cancellati per le scarse prenotazioni.

Vicino all'equatore, l'ho già raccontato in altri viaggi, il tramonto dura quattro secondi e il buio viene giù come una martellata alle sei di sera. Ho potuto vedere poco dal finestrino durante il tragitto, ma Sumatra non pare cambiata molto dalla mia ultima visita nel 2017, anzi, rispetto alla moderna Bali e a una Flores in forte crescita, mi sembra rimasta indietro. Perfino i cartelloni pubblicitari lungo la strada sono gli stessi, ma tristemente sbiaditi. Le strade no, quelle sono molto migliorate, il resto invece mi ha dato l'impressione di essere in rovina e lo dico con grande dispiacere perché quest'isola è stata la prima tappa in Indonesia della mia vita nel 2010 e ha quindi un posto speciale nei miei ricordi. Insieme al Borneo, Sumatra è l'isola che soffre maggiormente per la deforestazione e lo sfruttamento spietato che nemmeno arricchisce le popolazioni locali, al contrario le depreda e le abbandona, lasciandosi dietro il deserto dove c'era una natura rigogliosa che faceva prosperare i villaggi.

Mister Satwa mi chiede quali sono i miei programmi per i prossimi giorni e gli dico che Dan mi ha organizzato un po' di attività con Alert. Una parte dei proventi del lodge va proprio in donazione ad Alert, quindi Mister Satwa conosce bene l'associazione e mi chiede se conoscevo Marcel e se ho saputo che è morto. Eh sì, lo conoscevo e ho ricevuto la triste notizia da Dan nell'aprile 2020, quando è successo. Marcel era davvero una persona speciale, di quelle che sono eroi e non lo sanno, di quelle che potrebbero dar lezioni di vita a tutti e invece restano umili, di quelle gentili perché sono proprio buone di cuore, non per facciata. Aveva fatto da garante per il mio visto di volontariato e quando ci siamo incontrati di persona non la finiva più di ringraziarmi per il mio contributo che a me pareva solo una goccia nell'oceano. Ed era un grande veterinario, esperto di specie a rischio, che si batteva per la conservazione degli habitat e per l'educazione della gente a una convivenza rispettosa con la natura in tutto il sudest asiatico, come la professoressa Biruté Galdikas in Borneo. A guardare le condizioni di Sumatra mentre si atterra a Bandar Lampung, direste che Marcel ha fallito, ma vi sbagliereste. Fondando Alert ha ispirato e formato una generazione di giovani appassionati come Dan che portano avanti i suoi progetti nonostante le difficoltà, ragazzi che all'università studiano veterinaria o scienze naturali e vengono proprio al parco nazionale Way Kambas a fare volontariato per salvare la propria isola aiutando gli abitanti a cambiare stile di vita. È anche merito loro se il Way Kambas è ancora qui con i suoi elefanti, i suoi uccelli rari, le sue scimmie, i suoi tapiri e lori lenti. A me questo sembra un grande successo. E ha conquistato anche una Barbuna che vive dall'altra parte del mondo, mica bruscolini!

A proposito di nomi, il paesino alla fine del quale si trovano il lodge e l'ufficio di Alert non ce l'ha. Se su Google Maps cliccate sulla via principale che lo attraversa, l'unica asfaltata dalla quale partono vicoli sterrati, esce “strada sconosciuta”. Probabilmente qui, per capirsi, gli basta dire “quelle quattro vie all'ingresso del Way Kambas” e il postino ci arriva.

Raggiunto finalmente al lodge, la moglie di Mister Satwa mi serve un drink di benvenuto all'avocado così buono che ne avrei bevuti altri otto. Poi sistemo la valigia in camera prima di andare al ristorante per la cena. Questo lodge è il più vecchio, non è bello nuovo come Mbeliling o affascinante come Rimba o elegante come Kelimutu, le camere avrebbero bisogno di un po' di manutenzione (la porta va aperta a spallate perché il legno è imbarcato), ma negli anni ho dormito in posti che voi umani... Nota per la Fra e Kamau: anche nell'ecolodge più sperduto la doccia è sempre bollente, niente docce fredde come in Kenya! Comunque è tutto pulito, curato e confortevole, gli asciugamani con il logo ricamato e il giardino è meraviglioso. Trovandosi a cinquecento metri dall'ingresso del parco nazionale, sembra già di stare nella foresta per la bellezza degli alberi e dei fiori e c'è anche un laghetto da cui saltano fuori piccole rane la sera.

Per la cena, ho ricordato a Mister Satwa che sono vegana e gli ho elencato le cose che posso mangiare: tofu, tempeh, riso, verdure, legumi, zuppe ecc. Quando mi sono presentata alla sala ristorante, la cameriera ha cominciato a portarmi un piatto dopo l'altro: minestra di verdura, tofu piccante, tempeh impanato con verdure, riso, erbe al vapore. Ma io non intendevo che voglio mangiare tutte quelle cose insieme! E qui non c'è nemmeno la salita di Mbeliling per smaltire. Ho quasi paura per la colazione di domani.

Dan passerà a prendermi alle 8 per la prima giornata di attività. Abbiamo un programma per tre giorni, ma naturalmente se dovessero esserci emergenze, come i frequenti incendi appiccati dai bracconieri, si molla tutto e si corre a spegnere. Quindi vi dico solo che cominceremo dalla nursery del centro di riforestazione Susukan Baru, poi vi racconterò cosa ho fatto in realtà nei prossimi post, sempre che la sera non sia troppo distrutta per scrivere. Vado a fare il mio piccolo per questa Sumatra bella e triste come la principessa di una fiaba horror.


Nessun commento:

Posta un commento