domenica 24 settembre 2023

Saya senang sekali


I ragazzi di Alert, i ranger del Way Kambas e alcuni volontari dai villaggi vicini sono ancora impegnati nella lotta contro il mostro di fuoco. I bracconieri colpiscono spesso l'area di Susukan Baru perché è quella con meno riserve d'acqua, va portata sul posto in cisterne sui furgoni, potete immaginare la difficoltà.

Il ranger in piedi sul pickup è quello che ci ha offerto il caffè il primo giorno, uno di quelli buoni che hanno a cuore il parco.
Stanno lavorando tutti senza sosta da due giorni, sono esausti, ma non possono arrendersi perché la siccità degli ultimi mesi ha resto l'intera foresta estremamente infiammabile e devono assicurarsi che non resti accesa nemmeno una piccola brace prima di dichiarare cessato il pericolo. Dan mi scrive che stanno esaurendo le energie, ma ancora scherzano per tenere alto il morale. Dan Junior mi manda foto e video per tenermi aggiornata.
La foto che Salih ha scattato ieri mattina con il drone mostra la vastità del disastro e fa ghiacciare il sangue.

Non si sono fermati neanche la notte, quando il fuoco sembra ancora più spaventoso. Se non sono eroi questi! Mi rincuora sapere che stanno tutti bene anche se stremati.



Purtroppo, secondo il meteo, non è prevista pioggia per almeno altri dieci giorni, quindi nessun aiuto divino per estinguere le fiamme né per ricominciare a piantare nuovi alberi. 
Mi è dispiaciuto tantissimo lasciare i ragazzi proprio nel momento peggiore, avrei potuto dare una mano in qualche modo, portandogli da bere e da mangiare sul campo, per esempio. Invece, l'inferno è scoppiato proprio mentre Hari mi accompagnava in aeroporto. Per tutta la notte e la mattina finché non mi sono imbarcata, ho continuato a ricevere notizie da Dan, Hari e Dan Junior. Posso immaginare il loro stato d'animo, la paura, la frustrazione, la rabbia, la stanchezza, il dolore per aver perso così tanto in un attimo. Non è il primo incendio che affrontano e non sarà neanche l'ultimo, però sto in ansia pensando a loro e non sarò tranquilla finché non riceverò il messaggio che è finita, almeno per ora.

Se penso che fino a poco prima stavamo ridendo tutti insieme per qualche cavolata mi si stringe il cuore. Il giorno prima dell'incendio, quando Dan è rimasto in ufficio a lavorare, Hari mi ha insegnato a dire Saya senang sekali cioè Sono molto felice perché stavamo tornando da un'escursione memorabile sul fiume Pegadungan.
Hari che per primo mi ha fatto conoscere Alert dieci anni fa


Ora ve la racconto, per sentirmi ancora un po' laggiù con loro.

La mattina alle otto, anziché le due jeep come al solito, ho visto arrivare un'auto normale con Hari, Salih e Dan Junior e quando mi hanno caricata ho trovato Yahya al volante, come ai vecchi tempi. Hari mi spiega che la nostra destinazione è sempre nel Way Kambas, ma un'ora più a nord, dove risaliremo il fiume con i ranger della stazione locale.

È strano vedere Yahya guidare su normali strade asfaltate e cantare (neanche tanto male) le canzoni pop indonesiane che passa la radio. Non sembra a suo agio nel traffico e i ragazzi da dietro gli danno scherzosamente indicazioni in italiano “A destra! A sinistra! Sorpassa! Vai piano!”. Un'ora dopo, per la sua gioia visto che non poteva più dei tre copiloti, parcheggia alla fine di un villaggio e prendiamo la barca verso la stazione dei ranger, una decina di minuti più avanti sul fiume. In questa zona del Way Kambas il fiume segna il confine: da un lato villaggi e risaie, tra cui un villaggio di balinesi con tanto di tempio, dall'altro il parco nazionale.

Alla stazione dei ranger, come consuetudine quando si fa visita, accettiamo un caffè e mi presentano un signore come il maggior esperto di elefanti della regione e un paio di ranger anziani. Al contrario dei giovani che sono sempre molto gentili e rispettosi con me, i ranger anziani sono di due tipi: quelli saggi, educati, pieni d'esperienza e felici di condividerla (come quello rivisto il primo giorno che mi aveva accompagnata nel giro di pattuglia del 2017), e poi ci sono quelli che fanno gli sbruffoni e tendono a prendersi troppa confidenza con la visitatrice donna, sconfinando a volte nel volgare, forse perché sono straniera. Se mi mettono a disagio, basta ignorarli o cambiare discorso, in genere non sono insistenti, e comunque c'è sempre qualcuno di Alert con me, non mi lasciano mai da sola con gente che non conosco, fossero anche persone fidate. 

Yahya resta alla stazione, mentre Hari, Salih, Dan Jr e io prediamo una barca piccola giusto per attraversare il fiume e raggiungere la sponda del parco. Là, mi guidano tra gli alberi dove il terreno è pienissimo di impronte di elefante, sembra un campo dove sono esplose tutte le mine. Due ranger di quelli bravi, ci dice di aspettare qui, vanno a prendere due elefantesse, Rya e Sanya, ospiti del centro locale per farmele conoscere. Nel frattempo, i due professionisti Hari e Salih ne approfittano per sfidarsi nel birdwatching, infatti su questo fiume Hari porta spesso i suoi clienti perché è un ottimo posto per avvistarne diverse specie. Gli chiedo se c'è un uccello che vorrebbe fotografare e non è ancora riuscito a trovare, risponde che sì, ce n'è uno che manca al suo teleobiettivo, è un uccello raro che nidifica anche al Way Kambas, ma è riuscito a vederlo solo una volta con il binocolo, non a fotografarlo.

Arrivano le elefantesse, sono un po' agitate e ci impegniamo tutti per farle calmare. Quando prendono una banana dalla mia mano, la trattengo un po' perché facciano più piano con la proboscide e cominciano a capire che vado io da loro con il cibo, non devono venirmi incontro e spingere. A poco a poco si calmano, sono intelligenti, la più piccola Sanya obbedisce anche al ranger che la fa sdraiare, ma intanto allunga lo stesso la proboscide a chiedermi altre banane. Si fanno accarezzare e anche imboccare. Solo noi e queste bellissime elefantesse all'ombra di splendidi alberi, che meraviglia! In pochi minuti puzzo come loro, ma sono molto felice perché è stato bellissimo farsi sbavare e smocciolare da loro. Impegnata con le elefantesse, avevo affidato la mia macchina a Dan Jr che mi ha scattato un milione di foto: “Non volevo che te ne perdessi un attimo!” Che tenero questo ragazzone!

Torniamo al fiume e le elefantesse pure perché è l'ora del bagnetto e i ranger le fanno sedere per poi grattarle e buttargli addosso secchiate d'acqua anche se le due non sembrano contente di lavarsi. Aspettiamo che abbiano finito senza avvicinarci e ci facciamo da parte quando tornano nella foresta, poi riprendiamo la barchetta e torniamo al molo della stazione. 

Siamo vicini a mezzogiorno e nelle ore più calde si ferma tutto. Pranziamo e poi c'è chi fa un pisolino, chi chiacchiera a bassa voce sul molo, chi gioca con il gattino socievole e curioso che gira per la stazione, Dan Jr che si mette a lavorare al computer, io che prendo appunti sul mio quadernino per non dimenticare nessun dettaglio anche se poi sul blog non scrivo tutto. Cerco di non disturbare troppo, ma sbircio il computer di Dan, sta lavorando a complicate mappe del Way Kambas con un programma che non ho mai visto, credo sia roba professionale che incrocia dati e modelli. Mi spiega un po', ma non gli faccio troppe domande perché se si porta dietro il computer, evidentemente ha del lavoro urente da sbrigare, come il suo omonimo rimasto in ufficio.

Lasciate passare le ore più calde, prendiamo la barca grande e viene anche Yahya. Pattuglieremo il fiume con i ranger e ne approfitteremo per il birdwatching. Siamo partiti da poco, che già un ranger anziano di quelli bravi indica una piccola imbarcazione che sbuca furtiva dalla vegetazione sulla sponda del parco, diretta al villaggio. È carica di piante, un enorme fascio verde, che è illegale raccogliere entro i confini del Way Kambas. Con la barca grande siamo troppo lenti per inseguirla, quindi chiamiamo un'altra squadra rimasta alla stazione perché ci raggiunga con un mezzo più agile, intanto Hari, con il suo super teleobiettivo riesce a fotografare sia l'imbarcazione che la faccia del fuggitivo. Ci fermiamo nel punto da cui è sbucato il delinquente e troviamo un'altra barchetta tirata in secca. Yahya e un ranger giovano saltano a terra e vanno in cerca di un eventuale complice anche se la barchetta è un rottame e forse è lì da tanto tempo. Nel frattempo, arriva la squadra veloce e Hari indica il canale dove si è diretto il fuggitivo. Salih decide di far decollare il drone ed è così esperto, ormai, che lo monta e mette in volo in pochi secondi. Prima lo manda verso la barca fuggita e col cellulare un ranger riferisce alla squadra veloce dove beccarla e infatti la intercettano e la obbligano a tornare verso di noi. Intanto Salih ha spostato il drone sopra il parco e riesce ad avvistare il complice piegato a mietere illegalmente, con un grosso fascio di piante sulla schiena. Che occhio per scorgerlo verde su verde! Comunque, Yahya e l'altro ragazzo lo prendono. Mentre entrambi i ladri vengono portati alla nostra barca perché i ranger li multino e sequestrino il maltolto, vedo che i ragazzi di Alert si coprono i volti con le bandane: non sai mai chi ti capita e loro non sono ranger autorizzati a fermare i criminali, quindi si coprono per evitare casini. Dan Jr s'infila il binocolo nel giubbotto e mi dice sottovoce: “Speriamo credano che sia una pistola!”

Alla fine, i criminali erano due poveracci, ma comunque se vogliono mietere, vadano a lavorare nei campi legali, troppo facile rubare nel parco quello che è lì per gli animali. Vengono multati e direi anche spaventati. Quando se ne vanno, faccio una foto a Salih tutto bardato e con il suo drone, se non sapessi che fa parte dei buoni, direi che è un terrorista.

Questa scena da film d'azione ha dimostrato che la tecnologia (il drone, il teleobiettivo, la barca veloce) rende più facile ed efficiente il lavoro di pattugliamento. In dieci minuti dall'avvistamento del primo furfante, l'operazione era brillantemente conclusa grazie, e lo dico con orgoglio, alla prontezza dei miei ragazzi. L'ente parchi dovrebbe fornire droni a ogni stazione dei suoi ranger, dico, ma sto fantasticando. Sono di parte, ma ho l'impressione che la presenza di Alert sproni i ranger più pigri a fare meglio, se non altro per non perdere la faccia, mentre i giovani sono già motivati dall'età che li fa sentire eroi a prescindere e si danno da fare volentieri.

Abbiamo trascorso il resto del pomeriggio su e giù per il fiume tra birdwatching per tutti (uno degli anziani buoni era bravissimo ad avvistare e indicava a noi fotografi), scherzi, chiacchierate serie e foto sceme, fino a un bellissimo tramonto. Sono stata bene, puzzavo di elefante, ma ero davvero felice. Sulla via del ritorno col buio mi è venuta solo un po' di tristezza perché si avvicinava la partenza, ma mi sono goduta Hari, Salih, Yahya e Dan Jr per tutto il giorno, mi è solo mancato il Dan originale che però ha mandato un messaggio chiedendo se poteva passare stasera da me al lodge. Ma certo!

Mi sono fatta la doccia sfregando bene anche i capelli per togliermi di dosso l'odore di elefantessa e ho imbustato i vestiti maleodoranti perché non appestassero tutta la valigia. Dopo cena, Dan Senior e i ragazzi sono tornati da me nella veranda del lodge per quattro chiacchiere e altre risate. Mi hanno regalato tre confezioni di caffè perché sanno che adoro quello che mi preparano qui. In questi giorni in realtà mi hanno riempita di regali un poco alla volta e alla fine guardate quanta roba: tre magliette di Alert (due con i rinoceronti e una con la foresta sul retro), tre pacchi di caffè, due portachiavi a forma di rinoceronte morbido, un thermos di Alert (all'inizio credevo fosse una borraccia, invece ha anche l'indicatore di temperatura sul tappo), lo shopper di Alert e il libro sul birdwatching con le foto scattate da Hari.


Io ho lasciato a Dan una busta con un po' soldi dicendogli che non era una donazione per l'associazione (quelle continuerò a farle da casa soprattutto ora che l'incendio gli ha consumato risorse), ma un regalo personale per la squadra, per ringraziare del tempo trascorso insieme: "Porta i ragazzi fuori a cena, rilassatevi per una sera." A ripensarci oggi, chissà quando avranno una sera di pace.

Poi ho salutato quelli che non avrei visto l'indomani, ultimo giorno per me, come Dan Jr che è stato sempre gentile e premuroso, mi ha dato un sacco di informazioni su ogni attività e traduceva per me le conversazioni in Bahasa per non farmi sentire esclusa, un vero tesoro!

Dan Jr, il segno I per Italia

Quando sono andati via, ho cominciato a preparare la valigia per il pomeriggio successivo mi aspettava il volo per Jakarta. Sono andata a letto pensando che mi mancavano già tutti e sarei dovuta tornare per più tempo.

Ecco le foto della giornata sul fiume.



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