Dopo pranzo, ci rimettiamo in macchina verso un sito di Alert nuovo nuovo, costruito nel 2020: il rifugio di Jambon. È il più piccolo tra quelli di Alert, in compenso ha la nursery più estesa, tanto che fornisce alberelli pronti da trapiantare anche agli altri siti. Solo che bisogna aspettare le piogge, altrimenti non sopravvivrebbero.
Dan Senior estrae di nuovo il suo laptop. Lavora troppo, lo vedo stanco e stressato. Dopo la scomparsa di Marcel, ha preso le redini dell'associazione ed è una responsabilità pesante. Quando ci spostiamo da un sito all'altro, si assicura che i ragazzi lascino tutto pulito e in ordine e portino via la spazzatura, li rimette in riga quando si lasciano andare troppo agli scherzi, dirige e organizza tutte le attività. Gli altri gli ubbidiscono e lo rispettano, come fanno anche con Hari che, però, lavorando come guida per Ecolodges, non è sempre disponibile. Dan può contare su dei ragazzi bravissimi e instancabili (ieri notte sono andati via dall'ufficio all'una!), ma avrebbe bisogno di più volontari perché non riescono a fare tutto. Ci sono mappe da aggiornare, presentazioni da preparare, eventi da organizzare e seguire, le raccolte fondi da pubblicizzare, le riunioni con l'ente dei parchi nazionali, i seminari nelle scuole, gli incontri con i leader dei villaggi e in più, come se non bastasse, gli incendi dolosi appiccati dai bracconieri sia di giorno che di notte a scombinare qualunque programma e con il favore del meteo caldo e ventoso. Capisco che Dan faccia fatica a dormire con tutti questi pensieri, ma gli ho detto (e so che glielo ripete anche sua moglie) che deve sforzarsi di rallentare e prendersi cura della sua salute, "Da riposato sarai anche più produttivo, vedrai." Vorrei poter fare di più anch'io, ma oltre alle donazioni servono teste e braccia sul posto per mandare avanti i progetti.
Il monitoraggio e censimento della fauna selvatica è un'altra attività che va seguita e oggi nell'area di Jambon installiamo altre due video trappole. Seduti sul pavimento del rifugio, Eddie e Siswanto preparano le batterie e i supporti, mentre Yahya si occupa dell'impostazione dei sensori e della memoria. Dan Junior, tutto fiero, mi dice che Yahya è il massimo esperto nell'installazione delle video trappole, ormai lo fa dieci anni. Dopo campione mondiale di guida offroad, adesso anche campione di video trappole! lui resta concentrato, ma sorride. Raggiungiamo a piedi il punto prescelto sul limitare di quella che normalmente sarebbe una piccola palude, ora quasi secca, ma ancora umida, dove sono visibili impronte fresche di animali. Siswanto col machete elimina le erbacce intorno all'albero designato e libera la visuale per l'obiettivo.
Dan Junior intanto mi mostra che per riparare le batterie dall'umidità inseriscono all'interno della videocamera un assorbente, sì, avete capito bene, quelli con le ali per la maledizione mensile delle donne. "Funzionano benissimo" dice "e sono economici." Al centro del raggio d'azione della videocamera, piazziamo una bacinella d'acqua per attirare gli animali, anche se un po' di pioggia sarebbe meglio. Foto di rito e torniamo al rifugio dove il gruppo si divide i vari compiti del pomeriggio. Io vado con Salih, Siswanto e Dan Junior a installare un'altra video trappola che Yahya ha già preparato per noi. Per questa non abbiamo la gabbia di protezione e la catena, ma va piazzata presso una pozza d'acqua non lontana dal rifugio che, essendo presidiato anche di notte, si spera basti a scoraggiare eventuali ladri. Puliamo intorno all'albero, leghiamo bene l'apparecchio, poi dobbiamo verificare che l'altezza e la posizione siano corrette. Per questa operazione i ragazzi sovrappongono l'obiettivo di un cellulare a quello della videocamera per controllare l'inquadratura includa sia i piccoli animali, come uccelli o tapiri, che i più grossi come la tigre, l'orso del sole, il rinoceronte. Così, mentre Salih regge il cellulare, invece che scattare una foto come fanno di solito, gli chiediamo di avviare il video: Dan Junior, Siswanto e io imiteremo animali di diverse stature. Ne è uscito un minuto esilarante, non ho neanche bisogno di rivederlo, solo a pensarci comincio a ridere come una deficiente. Ci lanciamo in strane mosse e posizioni, poi, finite le imitazioni, mi presento io seria facendo segno che il test è superato. Ottimo lavoro, fratelli! Eccolo per la vostra gioia:Al rifugio hanno preparato il caffè e durante la merenda Salih mi chiede come si dicono in italiano alcune parole. In un attimo, tutti vogliono sapere: dai numeri ai saluti, da sole, luna e stelle a caldo, freddo, piano e veloce. Allora tiro fuori il mio fedele quadernino e comincio a scrivere da un lato i vocaboli e frasi in italiano (che loro intanto ripetono ad alta voce) e dall'altro il corrispondente in Bahasa così la lezione di lingua è reciproca. Il bello del Bahasa è che si pronuncia così com'è scritto, come l'italiano, senza strani suoni o intonazioni da imparare, quindi ci sentiamo tutti bravissimi. Salih poi mi prende la matita e scrive il mio nome in caratteri indonesiani, aggiunge poi i segni corrispondenti alle varie sillabe, quelli invece sono difficili per me. Qualcuno salta su dicendo che Yayha è molto bravo a scrivere in caratteri indonesiani. Bravo, come minimo è campione del mondo anche di questo.
Dan Senior ci informa che la pausa è finita: "Mettete a posto tutto. Portiamo Simo a vedere l'elefantino, poi la riportiamo al lodge" e poi loro andranno in ufficio a lavorare ancora. Mi sento quasi in colpa a fargli perdere tempo per portarmi al centro dove tengono gli elefanti in convalescenza, ma Dan ci tiene, vuole farmi contenta perché non ho mai smesso di aiutarli anche dall'Italia. Non sa che io sono già contenta di stare con loro e, nel mio piccolo, partecipare? Dovrei essere io a sentirmi sempre in debito per tutto quello che fanno in Alert, ma inutile discutere con un uomo che non dorme abbastanza. Naturalmente, prima di muoverci, si sparecchia, si lavano le tazze del caffè, si salutano i due membri del team che resteranno la notte e ci dividiamo sulle nostre due jeep.
Il centro elefanti del Way Kambas è sulla strada verso il nostro villaggio che, ho scoperto, da metà in poi ha effettivamente un nome: Labuhan Ratu Ix che è scritto su un arco che sormonta la via principale. Ma visto che sta a metà paese con la scritta benvenuti rivolta verso il parco, tutta la parte che include il lodge e le case fino all'ingresso del Way Kambas è ancora terra di nessuno. Va be', non ci si perde comunque.
Guida ancora Siswanto e dal sedile posteriore, Dan Junior e Salih gli danno ordini in italiano: "Piano, piano!" quando lo sterrato si fa sconnesso e poi "Vai più veloce, autista!" e lui ride come un matto mentre guida davvero bene. È quasi il tramonto, quando arriviamo. lanciamo qualche canna da zucchero a due elefanti nervosi perché devono stare legati finché non saranno pronti a essere rilasciati, poi andiamo dove ci sono mamma, cucciolo e un fratello maggiore per cui abbiamo portato altra canna da zucchero tagliata nel giardino del lodge e banane. Il cucciolo è adorabile, non è neanche tanto bravo a prendere le banane con la proboscide e il fratello maggiore ne approfitta avvicinandosi con prepotenza per rubargliele. Mi ricorda me da bambina che finivo il mio piatto in tutta fretta e poi fissavo quello di mio fratello fino a farlo piangere. Allo stesso modo, l'elefante adolescente cerca di mettersi tra noi che abbiamo il cibo e il cucciolo. Interviene, Yahya che lo fa indietreggiare mettendogli una mano sotto la proboscide e urlandogli qualcosa. Guardo Dan Junior: "Non dirmi che parla anche l'elefantese" e lui annuisce "World champion." Alla fine della giornata, insomma, Yahya è campione di guida fuoristrada, installazione video trappole, scrittura indonesiana, lingua degli elefanti, per forza è l'idolo dei giovani del gruppo. Be', allontanato il fratello bullo e poi premiato con diverse porzioni di canna da zucchero, ho potuto dare qualche banana al cucciolo che le prendeva con la sua proboscidina e quando gli sfuggivano non era ancora capace di raccoglierle da terra. Dan Senior mi consiglia di dargliele senza buccia così sono più appiccicose e facili da prendere. Vorrei che le amiche che mi prendevano in giro in Kenya quando sbucciavo le banane ai babbuini si soffermassero su questo, grazie.
Mi riportano al lodge e Dan si scusa perché domani non potrà passare la giornata con me, ha dei meeting e troppe cose da fare in ufficio. Ma ci mancherebbe! Meglio se sta in ufficio e riesce a fare il suo lavoro, piuttosto che venire con me e stressarsi al pensiero dell'arretrato che dovrà poi sbrigare di notte. Lo rassicuro che starò bene coi ragazzi, ormai sono di famiglia. Sa che mi tratteranno con ogni riguardo come sempre, è che ovviamente non abbiamo molte occasioni di vederci di persona e gli dispiace perdere un giorno. Gli faccio promettere di dormire più di quattro ore e li lascio andare tutti.
Le jeep ripartono con i ragazzi che dai finestrini mi gridano in italiano, buonanotte!
Ecco le foto dell'intera giornata per voi.
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