In questo pomeriggio di sole e venticello, l'autista Coso (ormai tengo questo nome, mio papà ne sarà fiero) si è trasformato in guida turistica. Mi ha accompagnata ai villaggi Cecer e Melo qui sul monte Mbeliling. Sono due posti molto diversi tra loro per questo è stato interessante vederli entrambi.
Cecer mi ha ricordato l'Africa, con le casette intonacate di diversi colori, i tetti in lamiera arrugginita, le vie sterrate e galline libere che corrono dappertutto. Tuttavia l'ho trovato pulito e ordinato, senza la spazzatura che invece domina le strade africane. Insomma, misero, ma con la sua dignità. Le donne sedute nelle verande mi salutavano sorridendo, poi tornavano a chiacchierare tra loro. Intanto Coso mi mostrava i teli stesi nei cortili dove fanno essiccare i chicchi di caffè e le noci che sono la loro principale fonte di reddito. Ho fotografato il villaggio solo dall'alto della salita dove finisce perché mi pare brutto fotografare le case con la gente che si fa i fatti suoi, a me darebbe fastidio se una turista mi scattasse foto come fossi un'attrazione. E poi c'erano i bambini che, come mi era capitato con TdC e Marco a Flores est, mi corrono incontro urlando “Hello Miss! How are you?” per far pratica con l'inglese. A saperlo, avrei portato un po' di matite colorate, come faccio di solito, sarà per la prossima volta.Tornati sulla strada asfaltata che gira intorno al monte, Coso mi ha fatto notare i baracchini che espongono bottiglie di plastica con dentro un liquido trasparente. Le bottiglie sono quelle dell'acqua Ruteng, ma riciclate per metterci la grappa di palma! Mi sarebbe piaciuto assaggiarla, ma non potevo certo comprarmi mezzo litro di grappa e finirlo in due giorni prima di tornare a Bali. Le stesse bottiglie, in altri baracchini identici, sono invece usate per vendere la benzina ai motorini visto che i distributori di carburante si trovano solo nelle città. Quindi state attenti a non bere la benzina se passate di qui!
Melo è totalmente diverso, fatto di capanne a palafitta di legno e paglia, con uno spiazzo erboso per le danze tradizionali nei giorni di festa e una vista stupenda giù fino al mare. Le capanne nei villaggi che avevo visitato a Flores est erano sempre in legno e rialzate da terra, ma rettangolari e con i tetti di paglia che arrivavano fin quasi a terra, mentre queste sono circolari con i tetti a cono. Comunque, qui mi aspettavo di trovare lo stregone, invece, sono entrata nella bottega di una signora che tesse Ikat, il tessuto tipico dell'isola. Mi mostra le sciarpe e i sarong (gonne che si avvolgono intorno ai fianchi e si fermano con una cintura a nastro in vita) che usano donne e uomini sia per le cerimonie religiose che nella vita di tutti i giorni. Mi veste a festa con sciarpa, sarong e perfino una corona con ciuffi dorati. Onorata eh, ma sembro una gioppina (lei ride già mentre mi prepara, la vedrete nelle foto). La signora insiste che Coso mi faccia le foto così abbigliata, sia nella bottega che fuori vicino all'insegna del villaggio.
Alla fine cosa fai? Vai via senza comprarle niente? Dai, dammi una sciarpina con ricamati i dragoni di Komodo. Sappiate, lettori, che questo sarà il souvenir per uno di voi.
Coso e l'albero di cioccolato |
Lasciata la bottega, Coso mi mostra quello che chiama l'albero del cioccolato con i grossi semi di cacao che pendono dai rami e le piante di ananas e caffè. Quelle di caffè sono alte e sottili, diverse dai cespugli che ho visto in Africa.
Tornando al lodge, visto che la mia partenza per Bali si avvicina, Coso mi ha detto “Grazie per aver visitato la mia isola!”, che tenero, gli ho risposto che la sua isola è meravigliosa e ci tornerò. Ha ragione, tanti pensano che l'Indonesia sia solo Bali e il turismo trascura le altre migliaia di isole che formano questa nazione, mentre, se sviluppato in maniera sostenibile, potrebbe essere una grande risorsa, sostituire attività più dannose per l'ambiente e contribuire a preservare la cultura locale che vale la pena scoprire.
Ecco l'album di questo pomeriggio.
A breve lascerò la bella Flores e il lodge dove sono stata benissimo con tutto lo staff, dove mi hanno assegnato la camera numero 3 che è la migliore perché nulla ostruisce la vista del panorama dal balcone, dove mi hanno servito pasti così deliziosi e abbondanti che per un pelo non ho fatto crollare il ponte alle Cunca Wulang, dove voglio certamente tornare in futuro.
Selamat jalan!
Nella foto sembri Pocahontas! hahahaha
RispondiEliminaHahaha, la nonna di Pocahontas!
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