Oggi, a Hilo, tutti erano in attesa di questo famoso uragano. Qualcuno diceva che era passato nella notte, qualcun altro che doveva ancora scatenarsi. Fatto sta che le scuole, il Volcanoes National Park e altre attività sono state sospese. Io e il TdC ci siamo allora dedicati a visitare i dintorni di Hilo, mentre il cielo alternava sole e pioggia ogni mezzora.
Prima tappa: Kumana Cave, un tunnel di lava risalente all'eruzione del Mauna Loa del 1881. Ci si arriva in quindici minuti, prendendo la Saddle Road (Hwy 200) e, poco dopo il segnale del miglio numero 4, si trova l'ingresso sulla destra; il parcheggio è, invece, sulla sinistra. Questa colata gigantesca, fa impallidire il Thurston Lava Tube perché ha formato un tunnel che si estende per ben 25 miglia ed entrarci è impressionante. La leggenda narra che la colata lavica fu fermata in questo punto, poco prima di entrare in Hilo, dalla principessa Ruth che si mise in piedi di fronte al fiume ribollente e pregò la dea Pele di risparmiare la città. Si può visitare gratuitamente, ma bisogna portarsi una torcia perché l'interno non è illuminato e questo rende l'esperienza ancora più avventurosa. La parte aperta al pubblico è lunga due miglia, ma dopo un po' diventa stretta e bassa, al punto che, per proseguire, bisogna procedere in ginocchio. Questa mattina, c'eravamo solo io e il TdC, così ci siamo addentrati solo fino a un certo punto perché poi il percorso si faceva troppo rischioso, tra spuntoni e superfici rese viscide dall'umidità. Lo spettacolo comunque è notevole: le rocce hanno forme modellate dal flusso di lava incandescente e, fino a una certa distanza dall'entrata, dal soffitto pendono le radici degli alberi che circondano la caverna. Addentrandosi, ci si deve affidare alle torce perché la luce naturale entra solo per pochi metri e l'esplorazione si fa eccitante, anche se un po' spaventosa. Vale davvero la pena di visitare la Kumana Cave e dedicarvi qualche ora, è un luogo stupendo appena fuori città.
Tornando verso Hilo, si incontra un bivio che conduce al Wailuku River State Park. Anche quello era chiuso in attesa della tempesta, ma all'entrata si possono ammirare le Rainbow Falls, graziose cascate circondate da una fitta vegetazione.
Abbiamo pranzato in centro e intanto un nuovo acquazzone si abbatteva sulla città. Un'ora dopo era di nuovo sereno, così siamo ripartiti verso nord. A un certo punto della Statale 19, circa un quarto d'ora fuori città, si incontra il cartello che indica "Scenic Drive", una strada panoramica di sole quattro miglia, ma davvero spettacolare. Attenzione perché la deviazione è subito dopo una curva e, se non state viaggiando nei limiti, vi perdete il bivio. La strada si inoltra nella foresta pluviale fino a raggiungere l'oceano. Circa a metà, si trova un sentiero, Onomea Trail, che scende dalla scogliera fino a due piccole spiagge nere attraversando una foresta rigogliosa e piena di fiori. Abbiamo seguito il sentiero (percorribile solo a piedi) che, dalle spiaggette, risale fino a un giardino botanico, il quale dev'essere molto bello, ma era... chiuso per tempesta! Questo uragano che non si sa se e quando arriverà o se sia già passato, è davvero fastidioso.
Alla fine della strada panoramica, si trova un piccolo bar con vista sull'oceano e ottimi prezzi dove ci siamo fermati per la merenda. A farci compagnia due gattoni affettuosi che vedrete nelle foto.
Rientrati a Hilo, doccia e fuori a piedi per una birra (o due). Erano quasi le cinque, c'era il sole e faceva caldissimo, ma ho messo in borsa l'ombrellino. Nel giro di mezzora, infatti, il cielo si è fatto nero e, mentre i surfisti si preparavano alla mareggiata indossando le mute, i negozianti chiudevano in anticipo e sistemavano sacchetti di sabbia davanti alle porte.
Alle prime gocce, ci siamo rifugiati in birreria e, siccome la pioggia si è fatta più intensa, ci siamo rimasti anche per cena. Tanta pioggia e nemmeno un tuono, poi, un'oretta dopo, era già tutto passato, di nuovo.
Ora sto scrivendo questo articolo e caricando due nuovi album con le foto di Hilo e dei dintorni, mentre sul tetto sento picchiettare ancora un acquazzone e si sente qualche tuono. Che sia la volta buona?
Il clima di Big Island è folle, ma va preso con serenità perché, come ho detto, qui è la natura che comanda e bisogna imparare a seguirne i ritmi con il sorriso, senza lamentarsi, ma trovando il lato positivo, ringraziando per le meraviglie che ci regala e accettando ciò che non possiamo capire. Drive with Aloha!
Nessun commento:
Posta un commento