domenica 16 dicembre 2012

Auguri de passacc


Per augurarvi buone feste ho fatto un collage in ordine sparso delle foto con gli amici vicini e lontani. Se non siete nel video vuol dire che non ho vostre foto oppure mi state sulle palle.
Notate come nella maggior parte dei casi stiamo mangiando, bevendo o maneggiando oggetti contundenti vestiti da deficienti. 
Un abbraccio a tutti dalla vostra Barbuna Natale!


giovedì 13 dicembre 2012

Natale a casa Colombo

Nel mio Natale non c'è molto di religioso, quello che mi piace sono le luci, il cibo, gli elfi, i regali riciclati, il cibo, la neve, le canzoni, il cibo, i film, le storie su Babbo Natale e il cibo.
A casa Colombo il presepe si faceva da piccoli, con fiumi di carta stagnola e specchi in fondo alle grotte di carta pesta, con statuine tipiche e casette con luci che si accendevano davvero. Tutto molto classico. Venne poi l'era della Micia e, dopo stragi di pecorelle e ciuffi di muschio che si ritrovavano negli angoli più impensati fino a Pasqua, ci siamo arresi. Ha vinto lei, come sempre, e il presepe si è ridotto a una capanna con i personaggi principali allocata dove lei non potesse raggiungerla. Nel frattempo abbiamo accumulato ogni sorta di decorazione per l'albero e il gioco è diventato: far stare tutto, ma proprio tutto, sui rami. Comprese le palline rotte e i pupazzi decapitati dalla Micia. In suo onore l'abero è rimasto così per tradizione, ci piace ignorante.
 

 Ancor più ignorante è il nostro presepe 2012, un capolavoro di dettagli che vi prego di osservare con attenzione in queste foto. Prima una panoramica per la visione d'insieme nella libreria che lo incornicia e potete anche notare le palle di vetro con la neve nel ripiano sotto.

Sulla sinistra trovate sullo sfondo "Disegnare Vampiri e Zombie", le storie di fantasmi di Paperino e la Villa Reale di Monza. Ospiti del presepe: Buddha, un angioletto, diverse tartarughe, Stitch, elefanti e cagnolini, gufi, una gallina, una capanna per riti voodoo fatta di lava che mi ha portato Sergio da Capo Verde.

 
Al centro Giuseppe, Maria e il bambinello scaldato da una mucca e un maiale e sorvegliato da un troll.







A destra sullo sfondo il libro sulla spedizione antartica di Scott (durante la quale sono tutti morti compreso lui) con appeso un angioletto e il dizionario di dialetto sorretto da un altro gufo e una campanella. C'è un piccolo aereo a molla dietro la famiglia di pinguini e la mini-pentola marocchina per la tajine, un gatto grosso quanto il pastore e la sua pecorella, un vasetto e un carillon che suona "Yesterday" dei Beatles.

Siamo artisti e figli di artigiano!

lunedì 3 dicembre 2012

Amici, nemici e famiglia...

...è il vostro momento!
Il racconto che ho scritto per il concorso di cui vi ho parlato qualche tempo fa è pronto ed è online QUI
I lettori di Semm de Passacc ritroveranno spezzoni dei miei veri viaggi adattati alla storia, il resto è fantasia. Se vi piace, votatelo e forse vincerò un viaggio da raccontarvi ancora su queste pagine.
Grazie a tutti!

venerdì 9 novembre 2012

Voglia di ripartire...

I am the passenger and I ride and I ride
I ride through the city's backsides
I see the stars come out of the sky
Yeah, the bright and hollow sky
You know it looks so good tonight

I am the passenger
I stay under glass
I look through my window so bright
I see the stars come out tonight
I see the bright and hollow sky
Over the city's ripped backsides
And everything looks good tonight
Singing la la la la la.. lala la la, la la la la.. lala la la

Get into the car
We'll be the passenger
We'll ride through the city tonight
We'll see the city's ripped backsides
We'll see the bright and hollow sky
We'll see the stars that shine so bright
Stars made for us tonight

Oh, the passenger
How, how he rides
Oh, the passenger
He rides and he rides
He looks through his window
What does he see?
He sees the sign and hollow sky
He sees the stars come out tonight
He sees the city's ripped backsides
He sees the winding ocean drive
And everything was made for you and me
All of it was made for you and me
'Cause it just belongs to you and me
So let's take a ride and see what's mine
Singing la la la la.. lala la la 
Oh the passenger
He rides and he rides
He sees things from under glass
He looks through his window side
He sees the things that he knows are his
He sees the bright and hollow sky
He sees the city sleep at night
He sees the stars are out tonight
And all of it is yours and mine
And all of it is yours and mine
So let's ride and ride and ride and ride
Oh, oh, Singing la la la la lalalala

Iggy Pop

giovedì 1 novembre 2012

Ultime, ma non ultime, dall'Africa

Come promesso, anche se un po' in ritardo, ecco il video con le foto da Cape Town e dalla Penisola del Capo. Siamo arrivati al punto più a sud dell'Africa e siamo solo all'inizio dell'esplorazione di questo magnifico continente. State certi che vi racconterò altre storie da laggiù... appena avrò messo da parte abbastanza soldi!

venerdì 26 ottobre 2012

Hell's bells

Vi ricordate Marmitta? Il mio orso della luna adottato? Lei e i suoi compagni rischiano di essere sfrattati dal parco che ospita l'associazione che si occupa di loro salvandoli dalle terribili "fattorie della bile". Vi chiedo di aiutarli rispondendo a questo appello di Animals Asia, leggete le istruzioni QUI, si tratta per noi di mandare una semplice mail, ma per Marmitta e i suoi compagni si tratta della salvezza. Il sito dell'associazione è www.animalsasia.org (quello italiano www.animalsasia.org/?it), dove vi ho comprato i regali di Natale qualche anno fa. 
In un mondo perfetto non ci sarebbe bisogno di associazioni come questa perchè vivremmo rispettando la natura, in armonia con le altre creature. In un mondo perfetto probabilmente noi saremmo estinti.
Sono appena tornata dall'Africa dove ho incontrato i bellissimi elefanti che vengono ogni giorno minacciati dai bracconieri che guadagnano sul mercato dell'avorio perchè ci sono ancora tante persone di merda che lo acquistano. Tornata a casa ho trovato nella posta il nuovo numero di National Geographic che ha in copertina proprio questa faccenda. Nell'articolo di Bryan Christy leggo:
"In Camerun, nel gennaio del 2012, un centinaio di uomini a cavallo provenienti dal Ciad ha fatto irruzione nel parco nazionale di Bouba Ndjida e ha ucciso centinaia di elefanti. E' stata una delle stragi più efferate da quando, nel 1989, è entrato in vigore il trattato internazionale che vieta il commercio dell'avorio. Armati di kalashnikov e lanciarazzi, i bracconieri hanno sterminato intere famiglie di elefanti con precisione militare.[...] Vista dal basso, ogni carcassa di elefante è un monumento all'avidità umana.[...] Anche a osservarli dall'alto, quei corpi sparsi qua e là compongono una scena insensata nella sua crudeltà: si capisce che alcuni animali stavano fuggendo, che le madri hanno tentato di proteggere i loro piccoli e che in un punto è stato abbattuto un branco di 50 animali. Sono gli ultimi, in ordine di tempo, delle decine di migliaia di elefanti uccisi ogni anno in tutta l'Africa."
Sapendo certe cose, penso ai soldati che ho incontrato sparsi per il parco Chobe che sparano ai bracconieri e credo che facciano bene, ma finchè c'è gente che paga per l'avorio, gli assassini di elefanti non si fermeranno. Nel mio piccolo posso dare un contributo a qualche associazione e se vi becco a comprare oggetti in avorio vi ammazzo!
D'altra parte siamo una razza che getta i propri neonati nei cassonetti quindi figuriamoci se possiamo rispettare gli animali.

giovedì 25 ottobre 2012

Ricordi dell'Africa

Un riassunto in musica delle meraviglie del parco Chobe e di Victoria Falls a Livingstone con tutte le storie e i personaggi di cui vi ho raccontato. Sogni d'oro!




Prossimamente un video per il Sudafrica.

lunedì 22 ottobre 2012

Atterrata, ma non tornata

Eccomi di nuovo a casa.
La lavatrice gira togliendo la terra rossa del parco Chobe dai miei vestiti ed è così triste. Un viaggio tanto bello e tanto breve che la voglia di tornare subito in Africa quasi supera la gioia di esserci stata. 
Vi ho fatto un album con qualche scatto della giornata con le balene anche se, come vi ho anticipato, le foto non sono niente di che, il bello sta nel vederle dal vivo e non è facile catturare i momenti in cui saltano fuori dall'acqua. 
La fotina qui accanto, invece, è per darvi un'idea del tempo tremendo che c'era l'ultima sera a Cape Town. Dalla spiaggia non si vedeva più Table Mountain e il vento era gelido. 
Il viaggio di ritorno è stato lungo e malinconico senza contare che mi fanno così schifo i bagni degli aerei (mentre dormirei tranquillamente sotto l'ascella di un leone) che tenevo la pipì fino a star male. Odio la gente, soprattutto quella che non sa centrare la tazza del wc.
Beh, per un po' mi tocca restare qui per mettere da parte i soldi per un nuovo viaggio. L'unico pensiero consolante è appunto cominciare a progettare i viaggi 2013. Di sicuro ci sarà il Messico perchè sono otto anni che prometto a Christian di tornare a trovare lui e Patty. Potrebbe starci anche il ritorno in Africa con la guida di Hannes per tre settimane. In lista, poi, ci sono sempre Kalimantan e Sumatra sud che avevo cominciato a studiare prima di innamorarmi anche del continente nero. 
Diavolo! Mancano sempre soldi e tempo per fare tutto: se non divento ricca, divento pazza!!
Grazie a tutti per averci seguito ancora, ci vediamo di persona nei prossimi giorni per i particolari sfuggiti al blog.

La vostra Barbuna che ovunque si trovi vorrebbe essere altrove...

sabato 20 ottobre 2012

La tempesta arriverà domani

Questo è quello che ho scritto ieri sera
“Cape Town è carina, ma non è Africa. Cape Town è carina, ma se Monza avesse l'oceano sarebbe meglio. Eh sì, l'oceano è bellissimo e pieno di vita, l'oceano ha personalità. 
L'ho visto a Capo di Buona Speranza dove salta oltre gli scogli, a Cape Point dove l'Atlantico e l'Indiano si incontrano con le loro correnti inverse, qui sulla spiaggia che va da Marine Circle a Big Bay dove passiamo ogni mattina per prendere l'autobus e ogni sera quando torniamo da un'escursione.
Qui non è Africa anche perchè oggi fa un freddo terribile e, ovviamente, proprio oggi che piove come nei nostri autunni peggiori, siamo andati a Hermanus a vedere le balene. Comunque non m'importava quanto potesse piovere: sono venuta per le balene e vado a vedere le balene!
Il pulmino per Hermanus ci aveva dato appuntamento in centro Cape Town perchè nessuno viene mai a prenderci al Surf Hostel che è troppo fuori città (ok, ma qui abbiamo la spiaggia più bella della costa!). Con mezz'ora di ritardo arriva il pulmino guidato da un francese che vive qui da due anni e parla tantissimo. Il resto dei passeggeri sono una coppia canadese e cinque tedeschi. Mentre andiamo verso Hermanus il francese ci parla di qualsiasi cosa, dai lavori in corso sulle autostrade al vino sudafricano, dalle township alle abitudini dei babbuini. A proposito dei babbuini ci ha raccontato un aneddoto: i surfisti si sono sempre lamentati del fatto che i babbuini di queste parti danneggiano le loro auto in cerca di cibo (perchè qualche idiota ha dato loro da mangiare la prima volta e ora ne cercano in continuazione senza paura delle persone), così un giorno un surfista ebbe l'idea di ricoprire la sua auto di serpenti di gomma sapendo che i babbuini ne hanno paura in modo che stessero alla larga; beh, tornato dalla surfata ha trovato l'auto devastata perchè, per scacciare i serpenti, i babbuini l'avevano presa a sassate!
Tra storielle come questa, statistiche sui vari tipi di balene e un'inutile sosta in un giardino botanico (dove l'unica cosa interessante era un ruscello con l'acqua colorata dal ferro e da altri minerali che sembrava un fiume di coca cola), finalmente raggiungiamo il paesino di Hermanus famoso per essere l'unico luogo dove le balene si possono ammirare dalla scogliera senza uscire in barca. Comunque oggi il tempo era talmente orribile che le barche non uscivano in mare. Sfidando il vento freddo e la pioggia battente, ci siamo avventurati sulla scogliera e sul vecchio molo cercando di avvistare qualcosa. Vi dico già che non sono riuscita a fare un granché con le foto, cercatele sul vero national geographic, non mi interessa. L'importante è che noi le abbiamo viste dal vivo ed è stato incredibile! Prima si notano gli spruzzi in lontananza poi, tra le enormi onde di questa tempestosa giornata, affiorano i corpi scuri e lucidi e si comincia ad avvistarne più di uno. Mamme con i cuccioli, coppiette e ballerine che saltano fuori dall'acqua quando meno te l'aspetti. Fanno “ciao” con la pinna poi spariscono e poi spunta una gigantesca coda a pochi metri da noi. Noi e la coppia canadese, come quattro deficienti avvolti in k-way troppo leggeri, siamo rimasti oltre un'ora sotto la pioggia a contemplare incantati questo teatro di vita oceanica con un sipario di onde altissime e le balene che si rubavano la scena l'un l'altra. Fa niente se non siamo riusciti a fare belle foto, fa niente se ci verrà la polmonite, fa niente se c'è stato il sole fino a ieri e fa niente se i nostri ultimi vestiti puliti sono fradici: abbiamo visto le balene!!
Sulla strada del ritorno, il francese guidava in una pioggia così fitta che si vedevano appena le auto accanto a noi e ci raccontava delle township che Hannes ci ha sconsigliato di visitare. Le township sono quartieri di baracche tipo le favelas sudamericane dove vivono i neri. Una volta i neri potevano lavorare nelle città, ma non gli era permesso abitarci con i bianchi quindi sono state costruite le township, praticamente dei ghetti. Sia qui che a Johannesburg organizzano addirittura dei tour per visitarle. Secondo il francese vale la pena andarci perchè è un'esperienza culturale e tanti ci vivono per scelta e con orgoglio, ci si può andare anche per provare la cucina locale. Secondo Hannes è come andare allo zoo a vedere i poveri passeggiare nell'immondizia. In effetti il discorso del francese mi pareva un po' da hippy, come se fosse l'ultima moda degli “alternativi” andare a cena nella baracca del fratello nero che vive sotto due lamiere incrociate perchè ne è orgoglioso, non perchè povero. Come no! Va beh, potremmo parlarne per ore, ma lasciamo stare.
Fuori il vento ulula e spazza le strade con turbini di sabbia rubata alla spiaggia e spruzzate di pioggia fredda. Di solito da qui si gode di una splendida vista su Cape Town e Table Mountain, ma stasera sono scomparse dietro le nuvole e ora che è buio sembra di galleggiare, sembra che l'oceano sia arrivato sotto la finestra. Meno male che, diceva il francese, secondo il meteo la tempesta arriverà domani.”
Ora è mattina, c'è un gran vento e... un bellissimo sole.

giovedì 18 ottobre 2012

Post Veloc

Questo è solo per dirvi che oggi, come da programma, abbiamo visto Mirko e Sarah ed è sempre un piacere!
Intanto eccovi un album con varie foto di Livingstone, dell'ostello e dei personaggi di cui vi ho parlato fin qui. Coming soon le foto dal Sudafrica!

LIVINGSTONE

mercoledì 17 ottobre 2012

Nuove bestie dall'Africa e Cape Town

Ecco un nuovo album per voi con le foto al parco nazionale Chobe in Botswana e un aggiornamento sul viaggio fin qui.

Durante il volo verso Cape Town ho visto dal finestrino un grosso temporale. Era già successo mentre andavamo a Bali, ma questa volta con il buio. Era incredibile: in alto la notte stellata, poi una striscia più chiara, una scia di tramonto e sotto le nubi illuminate da lampi e saette. Che spettacolo! In città ci aspettava un vento da tornado che ha soffiato per tutta la notte, ma grazie a questo ci siamo svegliati con il sole e il cielo limpido.

martedì 16 ottobre 2012

Prime foto dall'Africa

Non stiamo fermi un attimo e solo ora sono riuscita a riordinare qualche foto da farvi vedere.
Per adesso ne ho caricata qualcuna della passeggiata con i leoni e un album sulle cascate viste da ogni angolazione, dal parco, dalle pozze sottostanti, dalla Devil's pool, babbuini compresi.
Dovrei avere un po' di tempo giovedì pomeriggio per gli altri album. Pazientate che ne vale la pena!

A SPASSO CON I LEONI

VICTORIA FALLS

Fatemi sapere se funzionano i link.

Luoghi magici, persone speciali

Su questo blog ho scritto che il viaggio comincia con le nostre aspettative. Bene, poi continua con i luoghi che visitiamo, i paesaggi che vediamo e le persone che incontriamo, poi continua ancora con le foto e i ricordi. Raccontandovi le ultime storie su Livingstone ne ho già nostalgia, ma questa volta non solo per il fascino dei luoghi e le emozioni per lo spettacolo della natura, questa perfino per alcune persone.
Vi avevo lasciati con un appuntamento per cena con Alison, la sua compagna di viaggio Emma, l'australiana Shirley (che però se n'è andata presto) e il sudafricano bianco Hannes che, tra le altre cose, fa la guida privata in lungo e in largo per l'Africa nera. Le strade dei viaggiatori continuano ad incrociarsi seguendo strani disegni sulle mappe del destino.

venerdì 12 ottobre 2012

Due giorni, mille avventure

Superquark speciale Barbi & TdC
Il Chobe National Park in Botswana è uno dei più bei parchi africani. Ne avevamo tanto sentito parlare che alla fine siamo riusciti ad includerlo in questa breve vacanza. In realtà ne abbiamo scoperto anche un altro che però è troppo lontano da Livingstone per poterci andare in questi giorni.
Comunque tra qui e il Chobe ci sono 90km di strada in buone condizioni, due frontiere con relativa burocrazia e gente che tenta di saltare la fila, un tratto da fare in barca e qualche chilometro di Botswana. 

mercoledì 10 ottobre 2012

Prime avventure tra leoni, birra e cascate

In due giorni lo Zambia ci ha conquistati e l'atmosfera di vera Africa ci sta avvolgendo sempre di più. Mi dispiace che la connessione debolina non mi permetta di mostrarvi le foto di queste piccole fantastiche avventure, ma appena possibile le caricherò.
La prima piccola avventura è cominciata ieri mattina con sveglia alle 6 perchè alle 6.45 vengono a prenderci e perchè è bene riprendere il naturale ritmo di alba-tramonto che ci hanno insegnato le escursioni nella natura. Usciamo da Livingstone in minibus e attraversiamo un vecchio binario ferroviario dove un gruppo di elefanti attira la nostra attenzione, anche loro passavano di lì. 
Da quel momento ho pensato: ecco l'Africa che stavamo cercando. Il minibus ci porta in una zona del parco Mosi-oa-Tunya dove l'associazione Alert ha i suoi uffici e le piccole case dove vivono il fondatore e i volontari. Qui recuperano i leoni dalla cattività e lavorano per reintrodurli in natura attraverso un progressivo distacco dall'uomo.

lunedì 8 ottobre 2012

Appena arrivati

Il viaggio è andato bene anche se l'economy di Ethiopian Airlines non è certo quella di Qatar o Emirates. Comunque siamo arrivati a Johannesburg insieme ai bagagli e questo si chiama cominciare bene. Ci son venuti a prendere dal Moafrika Lodge dove abbiamo passato una notte super riposante nel silenzio della campagna fuori Johannesburg. Un luogo davvero tranquillo e ospitale anche se qui hanno la fissa della sicurezza: il proprietario, un tizio palestrato di nome Anthony, ha ben tre rottweiler e il valletto che ci ha accompagnati in camera ci ha mostrato un telecomando con pulsante da premere in non ben specificati casi di emergenza security.

venerdì 5 ottobre 2012

In valigia

Con in mente Beppe Maniglia che suona Africa dei Toto sul lungomare di Cattolica, ho preparato la valigia. Non è stato facile scegliere cosa portare perchè a Livingstone ci sono 37 gradi mentre a Cape Town ce ne sono 15. Con una tale escursione termica in due sole settimane mi sa che la malaria sarà il rischio minore. Dunque una canotta e un maglione, pantaloni lunghi e corti, sandali e scarpe da trekking, crema solare e cappellino di lana (del Rugby Monza) e altra roba lasciando più spazio possibile per gli acquisti sul posto. Nel bagaglio a mano la macchina fotografica bella, eeepc, gatto da viaggio, un cambio d'abiti completo nel caso tutto il resto rimanga allo scalo di Fiumicino e il libro che ho scelto per questo viaggio.
Wave watching è venuto a casa con me dalla libreria perchè mi ricordava un altro libro letto di recente, Gelo di Bill Streever, che mi è piaciuto tantissimo. Sono libri che mescolano curiosità scientifiche e avventura, storia e quotidianità di fenomeni naturali affascinanti e indomabili. Wave watching mi pareva adatto visto che tutta la penisola da Cape Town a Capo di Buona Speranza è regno di grandi onde e in questo periodo potrei anche trovare un bel temporale da contemplare e fotografare insieme all'imperdibile passaggio delle balene e alle colonie di pinguini.
Soprattutto, però, sono emozionata perchè finalmente incontrerò dal vivo i favolosi animali africani che mi hanno fatto tanto sognare nei documentari fin da quando Piero Angela era un giovanotto. Il viaggio sarà lungo e incasinato: partenza da malpensa domani sera alle 21.45, scalo a Roma e poi ad Addis Abeba prima di arrivare a Johannesburg domenica alle 13.30. Una notte lì e il mattino dopo alle 10.40 volo per Livingstone: finalmente la vera Africa! Ho desiderato tanto questo viaggio e ora, connessioni permettendo, vi porterò con me e Sergio in una nuova strabiliante avventura! Evviva!
A questo punto, come si dice in Voliera: tanti saluti a voi e alle vostre famiglie.

P.s. Grazie a Sté che ci accompagnerà in aeroporto domani e a Marco che verrà a riprenderci il 22 ottobre.

giovedì 27 settembre 2012

Animals

Manca poco più di una settimana all'inizio di "Barbuna & TdC missione Africa" così, in attesa di incontrare nuove strane bestie, la vostra National GeoBarbi vi regala un piccolo video con le foto delle strane bestie incontrate finora... almeno quelle che sono riuscita a fotografare.
Au revoir.

martedì 25 settembre 2012

Scrivere per viaggiare e viceversa



n.b. di nuovo un post in stereo sui due blog, pare che la mia doppia personalità non sia poi così doppia

Tra i diversi motivi della mia blog-latitanza c’è il lavoro per questo concorso http://www.goaroundtheworld.it/
Sembra fatto apposta per me, ma in realtà ho perso in partenza. La prima selezione dei racconti avverrà tramite i “mi piace” di facebook che è una boiata perché significa mandare avanti non il migliore, ma quello con più amici. Ora, capisco che sia un’operazione di marketing e ovviamente si punta su chi porta il maggior numero di contatti ai siti delle agenzie di viaggio coinvolte, ma visto che ho pochi (ma ottimi!) amici le mie speranze si riducono al livello “ci credi solo tu, patetico”. Insomma, come in tanti altri ambiti si punta alla quantità più che alla qualità… ehm, dando per scontato che la mia qualità sia superiore…
Every rose has it's thorn
Just like every night has it's dawn
Just like every cowboy sings his sad, sad song
(Poison- fa sempre ridere)
Ovviamente, però, partecipo lo stesso perché si sa che ogni lasciata è persa e magari parteciperà qualcuno ancor meno popolare di me. Inoltre spero che con questo articolo si commuovano i nostri lettori segreti della CIA (anche chiamare un blog "Le Terroriste" è marketing) che, siccome hanno le mani in pasta ovunque, magari mi danno un aiutino.
Vi avviso quando si comincerà a votare. Help! I’m disable!

venerdì 21 settembre 2012

La faccenda del tempo

La cosa più preziosa al mondo, secondo me, è il tempo.
I Cinderella cantavano: 

"Times keep a changing every day
Watch out now cause it’s heading your way
Seems like the world turned upside down
Seems like everything’s falling down
But it’s all getting better every day
Watch out now cause a good times heading our way
Ah, every day" 

Preziosa e, di conseguenza, costosa. Se fossi ricca non dovrei lavorare, avrei tutto il tempo di fare solo quello che mi piace. 

giovedì 26 luglio 2012

Un paio di cose sul viaggio, secondo me

Ci sono mille tipi di viaggiatori e quello che scrivo non può valere per tutti, ma posso condividere qualcosa di utile imparato sul campo e qualche buon consiglio che ho ricevuto nel tempo.
Viaggiare migliora il mio senso pratico, lo so perché spesso sono rimasta stupita di quello che riesco a fare in situazioni difficili. A Monza posso aver bisogno d'aiuto per rabboccare il liquido tergicristalli dell'auto (il TdC lo considera una prerogativa femminile ovviamente), ma in viaggio ho fatto cose che voi umani...! Qui mi fa schifo aggrapparmi ai sostegni in metropolitana e ansimo al quinto gradino di una scala, a Sumatra ho camminato per nove ore in mezzo alla giungla ficcando le mani nel fango per non scivolare senza un minimo di esitazione.

mercoledì 18 luglio 2012

Si può fareee!

Come in Frankenstein Jr ho avuto un'illuminazione e alla fine ce l'ho fatta: ho organizzato il mio primo viaggio in Africa senza spendere una follia.
Con tutto quello che volevo vedere laggiù, non riuscivo a stendere un programma di due settimane che costasse meno di 3.500 euro. Avrei dovuto tagliarne almeno mille, senza stravolgere troppo l'idea di base, per convincere il TdC che valesse la pena partire. Solo che, più mi addentravo nei labirintici corridoi di internet, più scovavo nuovi luoghi da visitare e l'impresa stava diventando impossibile. Lentamente abbandonavo i parchi del Sudafrica e mi concentravo sugli stati confinanti, più selvaggi, ma con il problema dei trasporti difficili e dei costi improponibili. Sono ancora un'impiegatuccia e, finché non venderò un milione e mezzo di ebook, questo è il mio destino. 

venerdì 29 giugno 2012

Chris Cornell e la luna


Sapete che il genere umano non mi piace granché, ma la Natura ha munito alcune persone di doti favolose. Per esempio ha donato il genio a Leonardo Da Vinci, Tesla ed Einstein; il coraggio agli esploratori come Scott e Shackleton, la fantasia e l’abilità ai miei scrittori preferiti di libri e fumetti; il talento ai musicisti che amo. A Chris Cornell la Natura ha regalato una voce straordinaria e un fascino che, ieri sera a Verona, hanno rapito tutti i presenti.
Due ore e passa di splendido live acustico. Il Teatro Romano è un ottimo sito perché le dimensioni ridotte permettono una visuale perfetta da ogni lato, un’acustica magnifica e un’aria intima nonostante i posti esauriti. Eravamo tutti intorno a Cornell che ha offerto uno spettacolo tra i migliori che abbia mai visto e io ne ho visti davvero tanti. Completamente solo sul palco ci ha davvero impressionato: senza scenografia se non un tappeto, con poche luci non invadenti, qualche chitarra di ricambio e una voce straordinaria. Sembrava lui stesso sorpreso ed eccitato dall’atmosfera che si è creata. Spesso l’intero pubblico seguiva in silenzio per godersi quell’incanto e dopo ogni canzone esplodeva un lungo applauso pieno di urla appassionate e rombo di scarpe sulle gradinate.
In certi momenti allargavo lo sguardo e mi rendevo conto di dove mi trovassi: seduta su pietre posate dai romani, in una notte d’estate con la luna alta nel cielo eclissata di tanto in tanto da nuvole di passaggio, avvolta dal suono della chitarra e dal canto appassionato di Chris Cornell. Che spettacolo!
Avrebbero mai immaginato i romani, quando hanno costruito quel teatro, che un sacco di secoli dopo sarebbe stato invaso da almeno 300 iphone che riprendevano Chris Cornell? Parecchi spettatori hanno seguito lo show attraverso quegli stupidi schermini invece che goderselo. Ecchecacchio! Hai davanti Chris Cornell e pensi solo a filmarlo?? Guardalo in faccia! Ascoltalo! 
Nonostante questo, Chris, sicuramente più tollerante di me, è stato molto soddisfatto della platea. Tutti gli artisti stranieri sono felici di suonare in Italia perché siamo un pubblico caldo e partecipe che li fa sentire davvero apprezzati.
Con me c’era mio fratello (forse gli unici due con cellulari vecchia maniera, quelli che servono per telefonare!) e insieme ricordavamo come Chris fosse un mezzo barbone ai tempi d’oro dei Soundgarden, mentre oggi è un artista maturo e di gran classe. Certo, l’animo grunge è rimasto nell’abbigliamento da bidone di beneficienza, ma è un uomo a mio parere così attraente e particolare che non ha bisogno di fronzoli per ammaliare.
Ha suonato pezzi dai suoi album solisti, ma anche versioni acustiche di brani dei Soundgarden, Audioslave e, con grande apprezzamento del pubblico, dei Temple of the Dog (capolavoro quell’album!) e qualche cover compresa Billie Jean di Michael Jackson. Al primo accenno di HungerStrike l’intero teatro è stato percorso da un brivido e pelle d’oca per tutta la canzone! Bravissimo per tutto il tempo, a voce bassa, acuta, roca, pulita, sussurrando o urlando: Chris Cornell è un cantante straordinario e appassionante.
Durante la serata ha anche parlato moltissimo, ha introdotto ogni canzone, scherzato con il pubblico, raccontato aneddoti rivelandosi, oltre che bravo e bello, anche simpatico.  Presentando una cover dei Pink Floyd ha detto “Questo pezzo è stato scritto da un tizio di nome Syd Barrett che è stato buttato fuori dai Pink Floyd per problemi di droga. Ora, quanta droga ti devi fare per farti cacciare dai Pink Floyd??” e più tardi, per restare in tema di eccessi ha scherzato sul suo insano passato raccontando che quando aveva 24 anni ha girato parecchio l’Italia in concerto con i Soundgarden “Non è che mi ricordi molto di quello che ho fatto dai 24 ai 27 anni, ma sono certo di avere dei bellissimi ricordi dell’Italia!”.
Ieri sera c’era anche la semifinale degli Europei Italia-Germania (non mi piace il calcio, ma quando gioca la nazionale siamo tutti un po’ orgogliosi) e Cornell lo sapeva “Mi hanno dato il permesso di suonare fino a mezzanotte per non disturbare i vicini qui intorno, ma se vince l’Italia credo che possiamo fare casino anche fino a tardi!”. Ovviamente alla fine della partita c’è stata un’ovazione per la vittoria dalle gradinate al palco, ma per il resto Chris è stato il centro dell’universo per più di due ore.
Tra i poveracci come me e Sté che hanno pagato il biglietto 30 euro e quelli che l’hanno pagato 40 e rotti, c’era un cordone che ci relegava alle gradinate più alte (ottima posizione comunque, visto che il teatro è piccolo), ma, quando Cornell è uscito per il bis, qualcuno si è infilato sotto il cordone seguito da un altro, un altro e alla fine siamo scesi tutti sotto il palco come una valanga umana. Il concerto stava per finire quindi valeva tutto! Correndo giù dalle scale sono caduta due o tre volte, ma tanto mi reggevo alla folla intorno. Tutti ai piedi di Chris a cantare Black Hole Sun a squarciagola sperando che non finisse mai, tutti ammassati e sudati come ai grandi concerti di quando ero ragazzina. E come una ragazzina stavo lì a pochi passi dalla star tutta emozionata. Oh quanta nostalgia per quegli anni sconsiderati e fantastici! Li ricordo bene e, battute a parte, anche Cornell li ricorda eccome! Dalle casse prima del concerto è uscita Nobody’s fool dei Cinderella e io e Sté eravamo quasi commossi. Diavolo, sei vecchio quando vorresti tornare adolescente!
Una notte davvero grandiosa da ogni punto di vista.
(nei link dell'articolo qualche video della serata, quindi grazie comunque ai tizi con l'iphone)

Per finire voglio spendere due parole riguardo l’opener della serata. Stando alle locandine avrebbe dovuto esibirsi un duo jazz e non ero entusiasta perché, pur apprezzando la bravura dei jazzisti, ero abbastanza sicura di scoglionarmi. Invece alle 21 è salito sul palco un ragazzo in jeans e t-shirt bianca che si è messo in un angolo con la sua chitarra e ha iniziato a suonare e cantare i suoi pezzi. All’inizio il pubblico ha accolto lo sconosciuto con un applauso educato, ma poi ci siamo resi conto che, accidenti, è proprio bravo! L’Italia ha segnato verso la fine di una sua canzone e il teatro è esploso in un boato che pareva la finale dei mondiali. Al ragazzo è venuto un colpo perché ha pensato che l’esultanza fosse per lui. Qualcuno poi deve averglielo spiegato così ha presentato un altro pezzo dicendo “This is a song about death… to germans”, ha sorriso ed ha cominciato a suonare. Nel suo breve show di mezzora ha inserito anche una cover di Bruce Springsteen chiamando a cantare con lui una ragazza, anche lei bella voce. Questo tizio è stato una sorpresa davvero piacevole e interessante (solo oggi ho scoperto che si tratta di un certo Paul Freeman, da tenere in considerazione per il futuro). Dopo aver suonato è sceso dal palco ed è passato davanti al pubblico uscendo, l’abbiamo applaudito e acclamato sinceramente, dopo la figura fatta con il gol. È passato di nuovo con bibita e panino e abbiamo pensato “Ma non gli hanno dato nemmeno un camerino e qualcosa per cena? E avrà dovuto pagare il biglietto per rientrare?” Scherzi a parte, indagando su internet, sembra che questo giovane gallese sia una promessa della musica. Vedremo, è bravo, ma da donna di una certa età ormai devo dire che non li fanno più i musicisti di una volta!

You may win or lose but to be yourself is all that you can do...

domenica 24 giugno 2012

Africa di lusso

Comincio a capire, studiando il viaggio in Africa, perchè la gente ci vada in viaggio di nozze: per farselo pagare dagli altri! Le cifre che stanno emergendo dalla "fase due" sono impressionanti. Sto facendo una gran fatica per cercare soluzioni che mantengano quelle due settimane sotto i 3.000 euro.
Molte riserve Sudafricane sono private quindi costose. Victoria Falls costa uno sproposito se ci si va con voli di linea in fai-da-te, per lo stesso prezzo i tour almeno ti danno da dormire e colazione, ma 800 euro per tre giorni sono fuori dalla mia portata.

giovedì 7 giugno 2012

Come preparo un viaggio


Post in stereo sui due blog: come preparo un viaggio e come scrivo un racconto.

Prima di tutto scelgo una meta in base alla stagione in cui ho previsto le ferie e ai giorni che ho a disposizione. In questo caso sto progettando circa due settimane in ottobre quindi mi concentro sull’emisfero sud dove sarà primavera. La scelta è tra Africa e Sud America visto che in Australia sono già stata (anche se mi resta molto da vedere laggiù, per quest’anno non mi va di replicare). Provo con l’Africa.
Deciso il continente bisogna scendere nel particolare e si parte dalla mappa che può essere il caro vecchio enorme atlante oppure una trovata in internet. M’interessano soprattutto paesaggi e animali quindi mi concentro sulle zone dei parchi nazionali e delle riserve.  Il problema con l’Africa è che non è tutta percorribile a causa di stupide guerre che distruggono culture e ambienti che invece io vorrei tanto visitare, devo considerare l’accessibilità, anche se so benissimo che spesso sul posto la situazione non è come ce la raccontano qui.
Scarto le mete più difficili, dunque, ma anche, come mia abitudine, le più turistiche perché vado in cerca di qualcosa da vedere con meno gente possibile intorno. È un pregiudizio, me ne rendo conto, ci sono molte bellezze anche nei luoghi più frequentati, ma sapete che io proprio non me la godo se ho vicino più di quattro persone. È una tara mentale che mi toglie il gusto della scoperta se devo condividerla con troppi altri. Ci sono panorami che meritano silenzio, ci sono momenti che mi piace prolungare oltre la tabella di marcia di un tour organizzato, ho bisogno di spazio e libertà di movimento che si adattano con troppa fatica a quelli degli altri turisti. Ho imparato dal Viaggione che è meglio scegliere poche tappe a cui dedicare più tempo, piuttosto che tentare di vedere il più possibile di corsa tra un volo e l’altro. Quindi comincio ad eliminare dalla lista Kenya e Tanzania. Un appunto: verranno ripescate in futuro perché ci sono alcuni parchi poco famosi e molto spettacolari, ma che necessitano di troppo tempo e denaro per essere raggiunti questa volta.
Serve una base prima di tutto, il punto di arrivo più comodo e meno costoso dall’Italia, ma anche in posizione strategica per raggiungere i luoghi che m’interessano (come Bali è un’ottima base per visitare l’Indonesia per i collegamenti con le altre isole). Dunque, scartate Kenya e Tanzania, la base che offre le migliori possibilità organizzative resta il Sudafrica. Ok, mappa del Sudafrica e ricerca degli aeroporti collegati all’Italia. Johannesburg è in posizione migliore rispetto a Cape Town per gli spostamenti successivi.
A questo punto il piano si divide in due fasi: ispirazione ed economia. Prima mi dedico all’ispirazione, poi cercherò le soluzioni con miglior rapporto prezzo/risultato per realizzare il viaggio. L’ispirazione è la parte di ricerca fatta di siti internet, libri, riviste (un grazie ai miei colleghi che per il compleanno mi hanno regalato l’abbonamento al National Geographic) e documentari. Riguardo i documentari tenete presente che molte ispirazioni non vengono solo da quelli sui viaggi e la natura, ma si scoprono mete inaspettate anche in quelli sui misteri, le leggende, la storia. Vale tutto! Girovago tra le informazioni per fare una lista di “cosa c’è di bello da vedere laggiù”. Se googolate il nome di una regione e guardate le immagini, trovate dei siti con informazioni utili e diari di viaggio ancora più utili delle guide.
Sbircio gli itinerari dei tour segnando solo le tappe che m’interessano, spesso uso questo sito perché propone itinerari fuori dagli schemi e ne indica anche i tempi e grado di difficoltà. Così comincio a farmi un’idea di cosa voglio davvero vedere (consultandomi ovviamente con compagni di viaggio, in questo caso Sergio) e prendo nota dei tempi per gli spostamenti.
Dalla fase di ispirazione per il Sudafrica abbiamo scartato tutti i parchi consigliati “per famiglie” e il Kruger che sta nei pacchetti di viaggi di nozze (too easy!) concentrandoci invece su zone diverse. Ecco le nostre scelte.

  • Il Kgalagadi Transfrontier Park che si trova nel nord ovest e comprende parte del deserto del Kalahari (wikipedia dice appunto che il nome Kalahari deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e vuol dire "la grande sete"). Ospita tutti gli animali africani ad eccezione di grandi erbivori (elefanti, rinoceronti e zebre) oltre a specie che si trovano soltanto in questo posto ed è ricco di reperti paleontologici.
  • La regione Kwazulu-Natal che dobbiamo studiare bene perché include diverse riserve naturali che vanno dalle montagne alle barriere coralline e dobbiamo sceglierne solo alcune. Qui troveremo elefanti, ippopotami e coccodrilli e le tradizioni della cultura Zulu.
  • La zona intorno a Cape Town con le spiagge piene di pinguini e i promontori di Hermanus da cui si avvistano tantissime balene (da luglio a ottobre soprattutto) senza bisogno di uscire in barca.
  • Oltre a queste mete Sudafricane ho insistito per aggiungere un paio di giorni in Zimbawe (1ora e 40 di aereo da Johannesburg) dove navigare sul fiume Zambesi osservando elefanti e coccodrilli e poi naturalmente ammirare le maestose cascate Victoria.
Sulla mappa abbiamo tracciato il percorso: Monza - Johhannesburg – Upington (base per raggiungere il Kgalagadi) – Cape Town, Hermanus – Durban (base per Kwazulu-Natal) – Johannesburg – Victoria Falls – Johannesburg – Monza.
Stabilito tutto questo si cercano i mezzi di trasporto e posti dove dormire. Per i trasporti dobbiamo considerare i tempi e visto che sono stretti e i voli interni sono poco costosi cerchiamo i collegamenti migliori, ma lascio una porta aperta agli autobus (il treno costa troppo) perché permettono di godersi il paesaggio durante il trasferimento. Noleggiare un’auto ha il vantaggio della libertà e la benzina costa molto meno che da noi, ma va bene su tratte semplici e asfaltate, non ci arrischiamo con il 4x4 in certi posti se non siamo costretti. Per dormire ci sono parecchie opzioni in città, dove però ci fermeremo pochissimo, la sfida è soggiornare nei parchi. Nel Kgalagadi si affittano chalet e credo che opteremo per quelli. Riguardo il Kwazulu-Natal, come dicevo, è ancora tutto da studiare in base alle tappe che sceglieremo. La fase economica comprende anche la raccolta di informazioni generali: clima e temperature per scegliere l’abbigliamento e l’attrezzatura, tipo di corrente elettrica e comunicazioni (chissà se riuscirò a portarmi l’eeepc), indicazioni sanitarie (non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma comunque le ho già fatte per il Viaggione, la malaria è rara, ma per non rischiare faremo comunque la profilassi. Quasi mi mancano gli incubi del martedì con il  Lariam!), documenti (con il passaporto europeo non si paga il visto in Sudafrica, ma si paga in Zimbawe).
La prima avventura africana della Barbuna prende forma...


p.s. Vi piace il nuovo aspetto del blog?

domenica 6 maggio 2012

Galleria

...ed eccomi a casa con il raffreddore da rientro a postare le foto degli ultimi giorni a Bali.
Queste sono delle splendide risaie di Jatiluwih con temporale in arrivo. C'è un sentiero che percorre questa valle per chilometri su e giù tra le terrazze, noi ne abbiamo seguito una piccola parte.
Poi ci sono le foto (sopra e sotto l'acqua) di Virgin Beach o White Sand Beach che si trova sulla costa est di Bali, pochi chilometri dopo Candidasa prendendo un viottolo a destra mal segnalato con un cartello. E' più grande di Blue Lagoon, ma mezz'ora di motorino più lontana. La mattina che ci siamo andati abbiamo fatto tappa a Candidasa per un caffè e il bagno del bar era pieno di vignette umoristiche. Dietro la cassa c'era poi il cartello: "Men: no shirt-no service. Women: no shirt-free drink".
A proposito di motorino, queste sono le foto (mosse e scattate a casaccio) di scene di vita quotidiana catturate mentre tornavamo a Ubud, non hanno molto senso, ma alcune hanno una certa poesia.
Queste sono altre foto di Ubud: il mercato con me che contratto per le borse (foto di Marco), un cucciolo incontrato in un bar, il laboratorio sotto il nostro alloggio da Dewa con gli strumenti musicali e le maschere per le danze.
Riguardate gli album precedenti perchè ho aggiunto qualche foto che non avevo caricato e altre foto scattate da Marco (che mi deve passare quelle degli ultimi giorni).
Per oggi bsata perchè sono stordita dal raffreddore, vi lascio con le foto e rimando i racconti a quando sarò più sveglia.

venerdì 4 maggio 2012

Sulla via di casa

Domani sarà tutto finito, di nuovo. Ogni volta che torno, mi perdo; devo partire per ritrovarmi.
Mi vedete dentro l'onda?

giovedì 3 maggio 2012

Ultime da Bali


Il prossimo post sarà probabilmente da casa e con quello vi mostrerò le foto degli ultimi giorni a Bali. L'Indonesia è ancora tutta da scoprire per me. Spostandosi di isola in isola o attraverso un'isola si può viaggiare indietro nel tempo, a volte di 30 anni, a volte di un secolo, a volte indietro fino alla preistoria nelle aree più selvagge.
Bali è speciale. È un'isola tutta particolare tra tante isole particolari. Ha del bello e del brutto come ogni luogo, è semplice e complicata allo stesso tempo. Credo sia la base più comoda e attrezzata per trascorrere molto tempo in Indonesia perchè, pur non mancando nulla di “moderno”, conserva un certo fascino primitivo. È la porta verso isole meno facili da esplorare perchè qui l'impatto con l'Indonesia è molto soft, qui le cose funzionano abbastanza bene, la gente è cordiale e l'atmosfera serena. Tornare a Bali dopo Flores (o Sumatra nel 2010) è un passo intermedio verso casa, ma ogni volta vorrei non dover fare questo passo.
Beh, negli ultimi giorni abbiamo girato in motorino, da buoni balinesi, per andare al tempio Besakih e a goderci un po' di mare. Niente da fare per l'isola dei cadaveri, non mi ci hanno voluto portare.
Besakih, lo ricordo due anni fa inondato di gente perchè era festa, era deserto. Non sembrava nemmeno lo stesso posto. All'ingresso fanno pagare la solita tassa poi, più su dove controllano i biglietti, cercano di convincerti che senza una guida locale a pagamento non si possa entrare nel tempio, ma solo fare il giro da fuori dove non c'è nulla da vedere. Rifiutate la guida, non serve affatto. Nel tempio si può entrare benissimo purchè si indossi almeno un pareo a fare da sarong e si rispetti il divieto di entrare nelle aree dove si stanno svolgendo cerimonie e preghiere, come in tutti gli altri templi. La guida di Marco diceva addirittura che i turisti restano delusi dalla visita al tempio per “l'insistenza e la cupidigia” di quelli che si propongono come accompagnatori, dei bambini che vendono cartoline e donne che vendono bibite. È un'esagerazione: le guide hanno rinunciato appena abbiamo varcato la soglia del tempio, le donne con le bibite aspettavano lungo le scalinate e i bambini con le cartoline ci hanno seguito solo all'uscita. Il tempio è bello, enorme e dalla cima si gode di un bel panorama quindi non fatevi scoraggiare. Bali è anche questo.
Donne in splendidi abiti cerimoniali e cani randagi che si azzannano sulla strada; vulcani di oltre 2000 metri ricoperti di foresta e canali intasati di spazzatura; il sole basso che fa luccicare le risaie come specchi e ragazzini spericolati sui motorini; bellissime ballerine e poliziotti annoiati che si divertono a spaventare i turisti per spillare multe; vecchiette che cucinano e ragazze che lasciano offerte agli dei in riva al mare.
Da casa vi racconterò il resto, ma ora, visto che mi trovo 6 ore nel vostro futuro, vado a nanna.

lunedì 30 aprile 2012

Squalo vs TdC e un po' di altre cose

Nonostante Sergio sia piuttosto incazzato perchè Sté è andato a vedere Avengers e lui no, mi concede di pubblicare il video che ha fatto con la sua macchina subacquea. Noterete che è il TdC a dare la caccia al povero squaletto e non il contrario. Solo grazie alla provvidenziale intrusione di un branco di pesciolini azzurri, lo squalo riesce a sfuggire alla minaccia cinisellese.



Come mi trovo a viaggiare in tre? Beh, spesso sono io il terzo incomodo perchè i due ragazzi fanno comunella. Comunque Marco, quando non si fa arrestare, non crea problemi e fa davvero ridere. Basta rispettare i ruoli: loro portano i pesi e io faccio il bucato.
Per i giorni che ci rimangono a Bali abbiamo deciso di alternare gite e mare. A parte le splendide risaie di Jatiluwih che dobbiamo far vedere a Marco, io avevo proposto di andare al lago Batur sotto un vulcano quasi estinto. Solo che sulla guida di Marco c'è scritto che al villaggio sono inospitali e quano muore qualcuno non lo seppelliscono né lo cremano, ma lasciano i cadaveri all'aperto in gabbie di bambù, quindi i ragazzi non mi ci vogliono portare.
Le guide a volte sono utili, soprattutto per le mappe, ma spesso finiscono per incanalare tutti i turisti nello stesso giro perchè la gente lo reputa più sicuro. In realtà uscire e perdersi seguendo l'istinto, la fantasia o il consiglio di un passante, come ci è capitato più volte, è il modo migliore di vivere un paese.

Parentesi di note pratiche varie
1. Se volete vedere i tre laghi del Kelimutu cercate un passaggio solo fino al parcheggio oltre l'ufficio dei ranger (dove pagate 20.000 rupie l'ingresso + 50.000 rupie per macchina fotografica), il sentiero è facile e ben segnalato, non potete sbagliare anche se è buio e dovete portarvi una torcia. Una volta spuntato il sole potete scendere altrettanto facilmente fino all'entrata del parco passando per il sentiero dell'arboreum che vi indica un po' di nomi delle piante. Da lì a Moni è un po' lunga, ma basta seguire la strada asfaltata fino a che incontrate l'unico villaggio interno alla riserva. Venendo dall'alto, alla fine del villaggio c'è la casa di Ambros che ha un grande cortile davanti e, subito dopo casa sua, c'è una stradina sterrata che diventa un sentiero scendendo verso valle attraverso i campi e vi porta direttamente alla cascata. Una volta alla cascata attraversate il ponte di bambù e il sentiero che trovare si ricongiunge alla strada asfaltata a pochi passi da Moni.
2. Questa volta a Ubud abbiamo cambiato più sistemazioni di un redattore di guide. I motivi sono stati diversi: Nick's Homestay aveva una bella stanza, ma era costoso e pieno di uccelli in gabbia che al mattino, giustamente, facevano un casino d'inferno; Warini era una buona scelta nel 2010, ma da allora non hanno fatto manutenzione ed è piuttosto trascurato, soprattutto i bagni, costa poco (15 dollari la doppia con bagno e colazione) e ha aggiunto il free wifi, ma non vale più la pena starci se non si è solo di passaggio e poi i due ragazzi con me stanno diventando fighetti dopo essere stati viziati all'ecolodge Kelimutu; Artini Cottage, al prezzo di Nick, ci rifila una doppia chiamando "extra bed" il materasso per terra per Marco, ci restiamo solo stanotte; lo stesso proprietario ha un'altra struttura più costosa dall'altra parte della strada dove però c'è la piscina che possiamo usare anche noi. Domattina ci trasferiamo da Dewa che sembra il migliore finora visto che allo stesso prezzo (400.000 rupie che sono 40 dollari) ci dà una tripla spaziosa con letti veri e un bel bagno, colazione e piscina (anche se più piccola di quella di Artini). La cosa bella di Dewa è che prima di arrivare alle stanze si passa per un laboratorio dove artigiani locali lavorano alle decorazioni dei templi e alle maschere per le danze tradizionali  (ovviamente documenterò con foto).

Intanto ecco quelle dei villaggi visitati con Mario e qualche immagine della Blue Lagoon Beach
Con più calma vi racconterò più avanti (forse quando sarò tornata a Monza) altri aneddoti che per questioni di tempo o connessione ho tralasciato nei post. Poi spero che i miei compagni di viaggio vi raccontino nei commenti anche le loro impressioni prechè quello che leggete ora è ovviamente solo il mio punto di vista e non sono famosa per l'imparzialità. Cerco di racontarvi senza perdermi troppo nei miei pensieri, ma ne parleremo sul blog quando sarò a casa.
Heaven is a place on earth, cantava la bella Belinda Carlisle un secolo fa, e anche se ancora non l'ho trovato, ho visto luoghi che gli somigliano molto.
Baci alla famgilia e agli amici.

domenica 29 aprile 2012

Immagini da quaggiù

Oggi abbiamo noleggiato i motorini, come da tradizione balinese, e siamo andati in cerca di una spiaggia. Eravamo stati avvisati che a Bali, quando i poliziotti hanno bisogno di prelevare contanti, non vanno al bancomat, ma fermano i turisti in motorino e fanno multe.
La prima volta ci fermano, guardano le patenti internazionali e ci lasciano andare, era un vero controllo. La seconda siamo stati fermati perchè Marco, che ci precedeva, è tornato indietro tagliando un incrocio con il rosso perchè aveva sbagliato strada. I poliziotti l'hanno fatto accostare con grande scena, tipo "Abbiamo catturato il terrorista internazionale". Gli hanno fatto una multa mentre offrivano il caffè a tutti e tre al baracchino sulla strada, beh ce lo offrivano con i suoi 12 dollari dopo avergli detto "O paghi subito o vieni al processo a metà maggio" che è una balla, ma meglio pagare e andare piuttosto che far questioni per pochi soldi. In fondo era davvero passato con il rosso! L'hanno sgridato in ogni modo e ci hanno raccomandato di tenerlo d'occhio. Marco ha pure rovesciato il caffè che gli hanno offerto e loro ne hanno approfittato per fare ancora più scena. Ad un certo punto uno dei poliziotti è andato alla moto e ha tirato fuori anche le manette, ma allora gli altri non ce l'hano fatta a rimanere seri. Tutto finito a tarallucci e vino come da noi. Ci hanno indicato la strada per la bella Blue Lagoon Beach e tanti saluti a 12 dollari.
Per raggiungere la spiaggia siamo passati da Padangbai, il portoda cui due anni fa siamo partiti per le Gili Island. Che paradiso, quanti ricordi.
Vorrei prendermi un paio di mesi per stare in isolamento su Gili Meno e scrivere il mio capolavoro.
La Blue Lagoon è molto suggestiva anche se piccola. Chiedendo indicazioni ai passanti si arriva in motorino al parcheggio, anche se al porto vi dicono che ci si può arrivare solo in barca, poi si scende per una lunga scalinata di pietra fino alla baia. Quindi oggi relax: sole, onde, nuotate e commenti sui personaggi da spiaggia. Domani nuova meta.
Ah, abbiamo rinunciato al Bali Barat National Park perchè servono almeno tre notti fuori visto che il viaggio da Ubud dura circa 7 ore, non abbiamo abbastanza tempo questa volta, ma torneremo.

Ecco ora qualche foto riguardo il viaggio fin qui, sono poche perchè oggi ho una connessione lenta, ma rimedierò nei prossimi giorni.

Scimmie e risaie

Labuan Bajo e Rinca

Kelimutu


Domani caricherò:
Moni e i villaggi nei dintorni
Blue Lagoon Beach
e poi il video dello squalo!!


sabato 28 aprile 2012

V for Voodoo

Eccoci tornati a Bali dopo giorni senza internet tra le splendide montagne dell'isola di Flores. Domani pubblicherò i link agli album fotografici dall'inizio a qui, ma per ora vi lascio al diario dell'avventura al vulcano Kelimutu e dintorni.