giovedì 7 giugno 2012

Come preparo un viaggio


Post in stereo sui due blog: come preparo un viaggio e come scrivo un racconto.

Prima di tutto scelgo una meta in base alla stagione in cui ho previsto le ferie e ai giorni che ho a disposizione. In questo caso sto progettando circa due settimane in ottobre quindi mi concentro sull’emisfero sud dove sarà primavera. La scelta è tra Africa e Sud America visto che in Australia sono già stata (anche se mi resta molto da vedere laggiù, per quest’anno non mi va di replicare). Provo con l’Africa.
Deciso il continente bisogna scendere nel particolare e si parte dalla mappa che può essere il caro vecchio enorme atlante oppure una trovata in internet. M’interessano soprattutto paesaggi e animali quindi mi concentro sulle zone dei parchi nazionali e delle riserve.  Il problema con l’Africa è che non è tutta percorribile a causa di stupide guerre che distruggono culture e ambienti che invece io vorrei tanto visitare, devo considerare l’accessibilità, anche se so benissimo che spesso sul posto la situazione non è come ce la raccontano qui.
Scarto le mete più difficili, dunque, ma anche, come mia abitudine, le più turistiche perché vado in cerca di qualcosa da vedere con meno gente possibile intorno. È un pregiudizio, me ne rendo conto, ci sono molte bellezze anche nei luoghi più frequentati, ma sapete che io proprio non me la godo se ho vicino più di quattro persone. È una tara mentale che mi toglie il gusto della scoperta se devo condividerla con troppi altri. Ci sono panorami che meritano silenzio, ci sono momenti che mi piace prolungare oltre la tabella di marcia di un tour organizzato, ho bisogno di spazio e libertà di movimento che si adattano con troppa fatica a quelli degli altri turisti. Ho imparato dal Viaggione che è meglio scegliere poche tappe a cui dedicare più tempo, piuttosto che tentare di vedere il più possibile di corsa tra un volo e l’altro. Quindi comincio ad eliminare dalla lista Kenya e Tanzania. Un appunto: verranno ripescate in futuro perché ci sono alcuni parchi poco famosi e molto spettacolari, ma che necessitano di troppo tempo e denaro per essere raggiunti questa volta.
Serve una base prima di tutto, il punto di arrivo più comodo e meno costoso dall’Italia, ma anche in posizione strategica per raggiungere i luoghi che m’interessano (come Bali è un’ottima base per visitare l’Indonesia per i collegamenti con le altre isole). Dunque, scartate Kenya e Tanzania, la base che offre le migliori possibilità organizzative resta il Sudafrica. Ok, mappa del Sudafrica e ricerca degli aeroporti collegati all’Italia. Johannesburg è in posizione migliore rispetto a Cape Town per gli spostamenti successivi.
A questo punto il piano si divide in due fasi: ispirazione ed economia. Prima mi dedico all’ispirazione, poi cercherò le soluzioni con miglior rapporto prezzo/risultato per realizzare il viaggio. L’ispirazione è la parte di ricerca fatta di siti internet, libri, riviste (un grazie ai miei colleghi che per il compleanno mi hanno regalato l’abbonamento al National Geographic) e documentari. Riguardo i documentari tenete presente che molte ispirazioni non vengono solo da quelli sui viaggi e la natura, ma si scoprono mete inaspettate anche in quelli sui misteri, le leggende, la storia. Vale tutto! Girovago tra le informazioni per fare una lista di “cosa c’è di bello da vedere laggiù”. Se googolate il nome di una regione e guardate le immagini, trovate dei siti con informazioni utili e diari di viaggio ancora più utili delle guide.
Sbircio gli itinerari dei tour segnando solo le tappe che m’interessano, spesso uso questo sito perché propone itinerari fuori dagli schemi e ne indica anche i tempi e grado di difficoltà. Così comincio a farmi un’idea di cosa voglio davvero vedere (consultandomi ovviamente con compagni di viaggio, in questo caso Sergio) e prendo nota dei tempi per gli spostamenti.
Dalla fase di ispirazione per il Sudafrica abbiamo scartato tutti i parchi consigliati “per famiglie” e il Kruger che sta nei pacchetti di viaggi di nozze (too easy!) concentrandoci invece su zone diverse. Ecco le nostre scelte.

  • Il Kgalagadi Transfrontier Park che si trova nel nord ovest e comprende parte del deserto del Kalahari (wikipedia dice appunto che il nome Kalahari deriva dalla parola Kgalagadi della lingua Tswana e vuol dire "la grande sete"). Ospita tutti gli animali africani ad eccezione di grandi erbivori (elefanti, rinoceronti e zebre) oltre a specie che si trovano soltanto in questo posto ed è ricco di reperti paleontologici.
  • La regione Kwazulu-Natal che dobbiamo studiare bene perché include diverse riserve naturali che vanno dalle montagne alle barriere coralline e dobbiamo sceglierne solo alcune. Qui troveremo elefanti, ippopotami e coccodrilli e le tradizioni della cultura Zulu.
  • La zona intorno a Cape Town con le spiagge piene di pinguini e i promontori di Hermanus da cui si avvistano tantissime balene (da luglio a ottobre soprattutto) senza bisogno di uscire in barca.
  • Oltre a queste mete Sudafricane ho insistito per aggiungere un paio di giorni in Zimbawe (1ora e 40 di aereo da Johannesburg) dove navigare sul fiume Zambesi osservando elefanti e coccodrilli e poi naturalmente ammirare le maestose cascate Victoria.
Sulla mappa abbiamo tracciato il percorso: Monza - Johhannesburg – Upington (base per raggiungere il Kgalagadi) – Cape Town, Hermanus – Durban (base per Kwazulu-Natal) – Johannesburg – Victoria Falls – Johannesburg – Monza.
Stabilito tutto questo si cercano i mezzi di trasporto e posti dove dormire. Per i trasporti dobbiamo considerare i tempi e visto che sono stretti e i voli interni sono poco costosi cerchiamo i collegamenti migliori, ma lascio una porta aperta agli autobus (il treno costa troppo) perché permettono di godersi il paesaggio durante il trasferimento. Noleggiare un’auto ha il vantaggio della libertà e la benzina costa molto meno che da noi, ma va bene su tratte semplici e asfaltate, non ci arrischiamo con il 4x4 in certi posti se non siamo costretti. Per dormire ci sono parecchie opzioni in città, dove però ci fermeremo pochissimo, la sfida è soggiornare nei parchi. Nel Kgalagadi si affittano chalet e credo che opteremo per quelli. Riguardo il Kwazulu-Natal, come dicevo, è ancora tutto da studiare in base alle tappe che sceglieremo. La fase economica comprende anche la raccolta di informazioni generali: clima e temperature per scegliere l’abbigliamento e l’attrezzatura, tipo di corrente elettrica e comunicazioni (chissà se riuscirò a portarmi l’eeepc), indicazioni sanitarie (non ci sono vaccinazioni obbligatorie, ma comunque le ho già fatte per il Viaggione, la malaria è rara, ma per non rischiare faremo comunque la profilassi. Quasi mi mancano gli incubi del martedì con il  Lariam!), documenti (con il passaporto europeo non si paga il visto in Sudafrica, ma si paga in Zimbawe).
La prima avventura africana della Barbuna prende forma...


p.s. Vi piace il nuovo aspetto del blog?

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