Il
Chobe National Park in Botswana è uno dei più bei parchi africani.
Ne avevamo tanto sentito parlare che alla fine siamo riusciti ad
includerlo in questa breve vacanza. In realtà ne abbiamo scoperto
anche un altro che però è troppo lontano da Livingstone per poterci
andare in questi giorni.
Comunque
tra qui e il Chobe ci sono 90km di strada in buone condizioni, due
frontiere con relativa burocrazia e gente che tenta di saltare la
fila, un tratto da fare in barca e qualche chilometro di Botswana.
Siamo passati in un punto speciale dove si uniscono due fiumi, lo Zambesi e il Chobe (conosciuto anche con altri tre nomi tribali), e quattro nazioni, cioè Zambia, Namibia, Botswana e Zimbabwe. -Non c'è un altro luogo al mondo come questo!- ci ha spiegato l'autista dell'ostello accompagnandoci alla frontiera. Qui c'erano file di camion come ad ogni posto doganale, file di persone che dovevano entrare o uscire, babbuini che rubavano riso e altre merci cadute dai camion, venditori di souvenir e poliziotti. Mi sembrava di osservare dal vivo una delle scene nei libri di Kapuzcinski, fantastico! Sbrigate le formalità attraversiamo la città di Kasane verso il parco nazionale sul classico mezzo 4x4 che si vede nelle foto dei safari. Ci accorgiamo subito che il Botswana è un paese più ricco dei confinanti perchè nessuno indossa abiti sporchi, anzi sono tutti ben vestiti anche nei quartieri più periferici e sgangherati e le strade, a parte la polvere tipica della stagione secca, sono pulite e ben tenute. Ci fermiamo a fare colazione nella sede dell'agenzia che ci porterà nel parco in 4x4 la mattina e in barca sul fiume Chobe nel pomeriggio. Nostre compagne d'avventura questa volta sono quattro signore della Repubblica Ceca che ridono e chiacchierano tra loro senza guardarci più di tanto.
Siamo passati in un punto speciale dove si uniscono due fiumi, lo Zambesi e il Chobe (conosciuto anche con altri tre nomi tribali), e quattro nazioni, cioè Zambia, Namibia, Botswana e Zimbabwe. -Non c'è un altro luogo al mondo come questo!- ci ha spiegato l'autista dell'ostello accompagnandoci alla frontiera. Qui c'erano file di camion come ad ogni posto doganale, file di persone che dovevano entrare o uscire, babbuini che rubavano riso e altre merci cadute dai camion, venditori di souvenir e poliziotti. Mi sembrava di osservare dal vivo una delle scene nei libri di Kapuzcinski, fantastico! Sbrigate le formalità attraversiamo la città di Kasane verso il parco nazionale sul classico mezzo 4x4 che si vede nelle foto dei safari. Ci accorgiamo subito che il Botswana è un paese più ricco dei confinanti perchè nessuno indossa abiti sporchi, anzi sono tutti ben vestiti anche nei quartieri più periferici e sgangherati e le strade, a parte la polvere tipica della stagione secca, sono pulite e ben tenute. Ci fermiamo a fare colazione nella sede dell'agenzia che ci porterà nel parco in 4x4 la mattina e in barca sul fiume Chobe nel pomeriggio. Nostre compagne d'avventura questa volta sono quattro signore della Repubblica Ceca che ridono e chiacchierano tra loro senza guardarci più di tanto.
Finalmente
entriamo in questo famoso Chobe National Park e la prima cosa che
noto sono i colori del paesaggio, dal rosso della terra arida
all'arancio dell'erba secca, al nero del legno bruciato, al verde di
qualche abero rigoglioso e poi all'improvviso il blu delle acque del
fiume. Un quadro spettacolare che la natura ha dipinto con tutti i
colori dell'Africa e in tutto questo una gran quantità di vita.
Uccelli colorati, grandi e piccoli e avvoltoi sugli alberi e poi i
grandi animali che di cui conosciamo ogni abitudine grazie ai
documentari: elefanti, antilopi, leoni, impala, ippopotami,
coccodrilli, lucertole giganti, bufali e giraffe. Sulla giraffa apro
una parentesi di delusione perchè ne avevamo avvistata una, ma
l'autista ci ha detto che saremmo ripassati dopo per vederla da
vicino, ma prima ci avrebbe portati a vedere i rarissimi wild dogs
che un suo collega aveva avvistato sotto un albero avvisandoci via
radio. Beh, avremo anche visto questo rarissimo animale, che mi
sembrava tanto la iena, ma la guida ci ha detto che non lo è, ma ci
siamo persi le giraffe!
Abbiamo,
però, incontrato tantissimi elefanti avvicinandoci più di quanto mi
aspettassi e tutti gli altri splendidi animali che vedrete nelle
nostre foto la settimana prossima.
Un'altra
che ho notato nel giro in jeep è che il Chobe è pieno di cacca, una
distesa di cagate di ogni tipo di animale costella il meraviglioso
paesaggio della savana africana. Anche questo fa capire quanto sia
popolato.
Di
tanto in tanto incrociavamo qualche camionetta di militari e la guida
ci ha spiegato orgoglioso che questi soldati difendono i nostri
animali dai bracconieri. Anche Kevin, la guida che ci ha portato in
barca dopo pranzo, parlava con orgoglio del rispetto che il Botswana
ha per la natura. Ci ha fatto l'esempio di un'isola in mezzo al fiume
Chobe che per anni è stata contesa tra Namibia, che voleva farne
campi coltivati, e Botswana che voleva proteggerla annettendola al
parco nazionale. Alla fine ha vinto il Botswana, ha proclamato Kevin
fieramente. Ne sono contenta pure io, ma è chiaro che la Namibia non
è ricca quanto il Botswana e se voleva coltivare quella terra
fertile visto che per la maggior parte è uno stato desertico, non
era certo per pura cattiveria. Sono anche contenta del fatto che gli
elefanti scappano dallo Zimbabwe per rifugiarsi al Chobe perchè
sanno di essere al sicuro dai cacciatori. -Perchè sono animali molto
intelligenti.- diceva Kevin, ma il problema è sempre lo stesso: in
Zimbabwe i ricchi turisti pagano per sparare agli elefanti ed è
quindi permesso pur di fare soldi. Il punto non è dove possono
scappare gli elefanti, il punto è che i ricchi potrebbero trovarsi
dei passatempi meno devastanti per la natura! Lasciamo perdere queste
considerazioni e torniamo alle cose belle. Per esempio scivolare con
un piccola barca sul grande fiume avvicinando ippopotami, coccodrilli
e altri elefanti. Uno si faceva un bagno rinfrescante in una piccola
insenatura dove un trio di facoceri si stava abbeverando. Insomma,
vedrete le foto di tutti questi momenti speciali e non avrete
comunque la minima idea di cosa significhi essere davvero qui. Le mie
aspettative per questo viaggio erano incredibili, eppure non sono
delusa. Non volevamo più andare via, ma è arrivato anche il viaggio
di ritorno con Livingstone davanti e un altro scintillante tramonto
africano alle spalle.
Arabeschi
del destino
Stamattina
Sergio è uscito per andare a ritirare i vestiti stesi dientro il
giardino dell'ostello ed tornato con Alison! Incredibile: siamo
dall'altra parte del mondo e incontriamo la nostra amica inglese
nello stesso ostello. Considerando anche che per lei è solo una
sosta di una notte, quante probabilità c'erano di incontraci? Ah, il
potere del destino! Baci e abbracci e lunghe chiacchierate. Lei
arriva dal Malawi dove è stata a fare volontariato con un'amica. Il
mondo comincia a diventare piccolo quando si viaggia in luoghi sempre
più lontani.
Ci
siamo dati appuntamento per il pomeriggio perchè avevamo tutti altri
impegni la mattina. Io e il TdC siamo tornati alle cascate per
vederle questa volta dall'alto e che spettacolo!! Immaginate David
Livingstone che arriva dalla foresta per capire da dove venga quel
fragore, tagliate un po' di rami e dietro l'ultima palma vi trovate
davanti questa impressionante meraviglia della natura. Già guardarle
di fronte, dal sentiero o dal ponte o dal basso come nella nostra
gita sotto gli spruzzi, è qualcosa da togliere il fiato. Stamattina
però ci siamo superati: abbiamo fatto il bagno in una pozza proprio
sul bordo della cascata. Si chiama Devil's Pool (Piscina del Diavolo)
ed è un buco profondo circa cinque metri circondato da un muro di
roccia che si affaccia proprio sul salto più grosso delle cascate.
Vedrete dalle foto che l'impressione è quella di venire trascinati
di sotto, ma in realtà dentro il pozzo si è perfettamente al sicuro
tra le rocce.
La nebbia di goccioline che si alza per centinaia di metri forma doppi e tripli arcobaleni nella gola sottostante. All'inizio avevo paura, non volevo tuffarmi nella Devil's Pool e non volevo sporgermi oltre il bordo per le foto (infatti vedrete la mia espressione col sorriso tirato), ma come si fa a tirarsi indietro una volta arrivati fin qui? A convincermi del tutto, però, è stato vedere un anziano tuffarsi con il figlio prima di noi. Ah beh, se lo fanno i vecchi, posso farlo pure io! Con la guida, oltre a noi due, c'erano: Linda, una signora filippina che vive in California tutta matta e fissata con le foto; Shirley, una ragazza asiatica con la sua guida personale, un ragazzo sudafricano simpaticissimo. Ci vedremo stasera per cena anche con Alison. Sì, stiamo uscendo la sera nonostante qualcuno dica che non si può e alla fine Livingstone non è così spaventosa come la raccontano.
La nebbia di goccioline che si alza per centinaia di metri forma doppi e tripli arcobaleni nella gola sottostante. All'inizio avevo paura, non volevo tuffarmi nella Devil's Pool e non volevo sporgermi oltre il bordo per le foto (infatti vedrete la mia espressione col sorriso tirato), ma come si fa a tirarsi indietro una volta arrivati fin qui? A convincermi del tutto, però, è stato vedere un anziano tuffarsi con il figlio prima di noi. Ah beh, se lo fanno i vecchi, posso farlo pure io! Con la guida, oltre a noi due, c'erano: Linda, una signora filippina che vive in California tutta matta e fissata con le foto; Shirley, una ragazza asiatica con la sua guida personale, un ragazzo sudafricano simpaticissimo. Ci vedremo stasera per cena anche con Alison. Sì, stiamo uscendo la sera nonostante qualcuno dica che non si può e alla fine Livingstone non è così spaventosa come la raccontano.
Carramba che sorpresa con Alison!
RispondiEliminaNon vedo l'ora di vedere le foto!!!
Ciao Simo!!!!!!
RispondiEliminaChe bei racconti: che invidia!!! Anch'io non vedo l'ora di vedere le foto.
Un bacio grande.
Elisa