Nonostante Sergio sia piuttosto incazzato perchè Sté è andato a vedere Avengers e lui no, mi concede di pubblicare il video che ha fatto con la sua macchina subacquea. Noterete che è il TdC a dare la caccia al povero squaletto e non il contrario. Solo grazie alla provvidenziale intrusione di un branco di pesciolini azzurri, lo squalo riesce a sfuggire alla minaccia cinisellese.
Come mi trovo a viaggiare in tre? Beh, spesso sono
io il terzo incomodo perchè i due ragazzi fanno comunella. Comunque Marco,
quando non si fa arrestare, non crea problemi e fa davvero ridere. Basta rispettare i ruoli: loro portano i pesi e io faccio il bucato.
Per i giorni che ci rimangono a Bali abbiamo deciso
di alternare gite e mare. A parte le splendide risaie di Jatiluwih
che dobbiamo far vedere a Marco, io avevo proposto di andare al lago
Batur sotto un vulcano quasi estinto. Solo che sulla guida di Marco
c'è scritto che al villaggio sono inospitali e quano muore qualcuno
non lo seppelliscono né lo cremano, ma lasciano i cadaveri
all'aperto in gabbie di bambù, quindi i ragazzi non mi ci vogliono
portare.
Le guide a volte sono utili, soprattutto per le
mappe, ma spesso finiscono per incanalare tutti i turisti nello
stesso giro perchè la gente lo reputa più sicuro. In realtà uscire
e perdersi seguendo l'istinto, la fantasia o il consiglio di un
passante, come ci è capitato più volte, è il modo migliore di
vivere un paese.
Parentesi di note pratiche varie
1. Se volete vedere i tre laghi del Kelimutu cercate un passaggio solo fino al parcheggio oltre l'ufficio dei ranger (dove pagate 20.000 rupie l'ingresso + 50.000 rupie per macchina fotografica), il sentiero è facile e ben segnalato, non potete sbagliare anche se è buio e dovete portarvi una torcia. Una volta spuntato il sole potete scendere altrettanto facilmente fino all'entrata del parco passando per il sentiero dell'arboreum che vi indica un po' di nomi delle piante. Da lì a Moni è un po' lunga, ma basta seguire la strada asfaltata fino a che incontrate l'unico villaggio interno alla riserva. Venendo dall'alto, alla fine del villaggio c'è la casa di Ambros che ha un grande cortile davanti e, subito dopo casa sua, c'è una stradina sterrata che diventa un sentiero scendendo verso valle attraverso i campi e vi porta direttamente alla cascata. Una volta alla cascata attraversate il ponte di bambù e il sentiero che trovare si ricongiunge alla strada asfaltata a pochi passi da Moni.
2. Questa volta a Ubud abbiamo cambiato più sistemazioni di un redattore di guide. I motivi sono stati diversi: Nick's Homestay aveva una bella stanza, ma era costoso e pieno di uccelli in gabbia che al mattino, giustamente, facevano un casino d'inferno; Warini era una buona scelta nel 2010, ma da allora non hanno fatto manutenzione ed è piuttosto trascurato, soprattutto i bagni, costa poco (15 dollari la doppia con bagno e colazione) e ha aggiunto il free wifi, ma non vale più la pena starci se non si è solo di passaggio e poi i due ragazzi con me stanno diventando fighetti dopo essere stati viziati all'ecolodge Kelimutu; Artini Cottage, al prezzo di Nick, ci rifila una doppia chiamando "extra bed" il materasso per terra per Marco, ci restiamo solo stanotte; lo stesso proprietario ha un'altra struttura più costosa dall'altra parte della strada dove però c'è la piscina che possiamo usare anche noi. Domattina ci trasferiamo da Dewa che sembra il migliore finora visto che allo stesso prezzo (400.000 rupie che sono 40 dollari) ci dà una tripla spaziosa con letti veri e un bel bagno, colazione e piscina (anche se più piccola di quella di Artini). La cosa bella di Dewa è che prima di arrivare alle stanze si passa per un laboratorio dove artigiani locali lavorano alle decorazioni dei templi e alle maschere per le danze tradizionali (ovviamente documenterò con foto).
Parentesi di note pratiche varie
1. Se volete vedere i tre laghi del Kelimutu cercate un passaggio solo fino al parcheggio oltre l'ufficio dei ranger (dove pagate 20.000 rupie l'ingresso + 50.000 rupie per macchina fotografica), il sentiero è facile e ben segnalato, non potete sbagliare anche se è buio e dovete portarvi una torcia. Una volta spuntato il sole potete scendere altrettanto facilmente fino all'entrata del parco passando per il sentiero dell'arboreum che vi indica un po' di nomi delle piante. Da lì a Moni è un po' lunga, ma basta seguire la strada asfaltata fino a che incontrate l'unico villaggio interno alla riserva. Venendo dall'alto, alla fine del villaggio c'è la casa di Ambros che ha un grande cortile davanti e, subito dopo casa sua, c'è una stradina sterrata che diventa un sentiero scendendo verso valle attraverso i campi e vi porta direttamente alla cascata. Una volta alla cascata attraversate il ponte di bambù e il sentiero che trovare si ricongiunge alla strada asfaltata a pochi passi da Moni.
2. Questa volta a Ubud abbiamo cambiato più sistemazioni di un redattore di guide. I motivi sono stati diversi: Nick's Homestay aveva una bella stanza, ma era costoso e pieno di uccelli in gabbia che al mattino, giustamente, facevano un casino d'inferno; Warini era una buona scelta nel 2010, ma da allora non hanno fatto manutenzione ed è piuttosto trascurato, soprattutto i bagni, costa poco (15 dollari la doppia con bagno e colazione) e ha aggiunto il free wifi, ma non vale più la pena starci se non si è solo di passaggio e poi i due ragazzi con me stanno diventando fighetti dopo essere stati viziati all'ecolodge Kelimutu; Artini Cottage, al prezzo di Nick, ci rifila una doppia chiamando "extra bed" il materasso per terra per Marco, ci restiamo solo stanotte; lo stesso proprietario ha un'altra struttura più costosa dall'altra parte della strada dove però c'è la piscina che possiamo usare anche noi. Domattina ci trasferiamo da Dewa che sembra il migliore finora visto che allo stesso prezzo (400.000 rupie che sono 40 dollari) ci dà una tripla spaziosa con letti veri e un bel bagno, colazione e piscina (anche se più piccola di quella di Artini). La cosa bella di Dewa è che prima di arrivare alle stanze si passa per un laboratorio dove artigiani locali lavorano alle decorazioni dei templi e alle maschere per le danze tradizionali (ovviamente documenterò con foto).
Intanto ecco quelle dei villaggi visitati con Mario e qualche immagine della Blue Lagoon Beach
Con più calma vi racconterò più avanti (forse quando sarò tornata a Monza) altri aneddoti che per questioni di tempo o connessione ho tralasciato nei post. Poi spero che i miei compagni di viaggio vi raccontino nei commenti anche le loro impressioni prechè quello che leggete ora è ovviamente solo il mio punto di vista e non sono famosa per l'imparzialità. Cerco di racontarvi senza perdermi troppo nei miei pensieri, ma ne parleremo sul blog quando sarò a casa.
Heaven is a place on earth, cantava la bella Belinda Carlisle un secolo fa, e anche se ancora non l'ho trovato, ho visto luoghi che gli somigliano molto.
Baci alla famgilia e agli amici.
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