Da quando siamo a Sumatra, accade sempre qualcosa intorno alle 2.30 di notte. Dopo le vampate e il gallo, la seconda notte un temporale spaventosissimo ha scaricato un tris di fulmini così vicino a noi che mi sono affacciata alla finestra sicura di vedere un incendio. Si è sentito proprio il crack dell'aria che esplode, mi è capitato poche volte nella vita di udire tuoni così tremendi. Per fortuna non è successo nulla, a parte che Francesco aveva il cellulare in carica e il caricabatterie non ha funzionato per un giorno, poi si è magicamente ripreso.
La mattina, abbiamo fatto colazione sul tavolo troppo basso e alle 8 sono arrivati i ragazzi con due auto, niente jeep perché non saremmo entrati nel parco. Dan, Kiki e Eddie su una, mentre nell'altra Fra & Fra dietro, io davanti e il povero Dino alla guida. Povero perché ha pescato la pagliuzza corta e gli è toccato viaggiare con noi. Non parla inglese, sorride soltanto, e resta sempre un po' escluso dalle conversazioni. In più, quando c'è da caricare e scaricare roba dalle auto, i carichi pesanti toccano sempre a lui, come le angurie e le noci di cocco. L'anguria non manca mai da quando l'anno scorso sono diventata campionessa mondiale, la portano apposta per me. Ananas per Francesca e noci di cocco per tutti. Dino porta il sacco pesante della frutta, gli altri i sacchettini con i pranzi al sacco.
Abbiamo avuto un altro incontro in un altro villaggio dove, però, i partecipanti alla discussione non sembravano molto interessati al tema della tutela della natura. Hanno accettato in donazione, sempre con certificato e foto, una fornitura di lampade ricaricabili per il pattugliamento dei confini del parco, sia frontali che da appendere e con luci antinebbia per quando le forti piogge riducono la visibilità. Abbiamo avuto l'impressione di una riunione più che altro politica, di semplice rappresentanza, perché quando Dan ha spiegato che siamo venuti dall'Italia per sostenere ALeRT, ci hanno fatto domande sul calcio. Mentre il giorno prima a Susukan Baru i capi villaggio erano davvero coinvolti e la discussione era incentrata su problemi concreti, scambio di idee e opinioni sulla sostenibilità, e dell'Italia ci hanno domandato dei parchi nazionali, della gestione degli animali selvatici che sconfinano in città e del clima. Insomma, per fortuna abbiamo donato strumenti e non soldi, almeno siamo certi che andranno alla comunità e dell'uso che ne sarà fatto.Dopo pranzo, ci siamo diretti al mercato locale per fare scorta di frutta da portare agli elefanti il giorno dopo, ma noi avevamo anche una lista della spesa: tè per Francesca, caffè per me (sì, me ne hanno regalato tre pacchetti, ma me ne serve di più per tirare la prossima volta a Sumatra), banane da tenere in camera come spuntino ricostituente per quando fa troppo caldo e zampironi da accendere nel portico la sera, così possiamo cenare e restare a chiacchierare senza il fastidio delle zanzare, anche se qui non sono tante e fastidiose quanto in Borneo. Il povero Dino, ci scarica e va a cercare parcheggio, intanto noi ci infiliamo tra le bancarelle con Dan e Kiki che ci guidano seguendo la lista. Tre stranieri in un piccolo mercato di paese si notano immediatamente, infatti, veniamo avvicinati da diversi clienti, passanti e mercanti, ma non per venderi qualcosa o spingerci alla bancarella dell'amico: volevano solo farsi fotografare con noi! Chi si faceva un selfie, chi ci faceva mettere inposa davanti al suo banco, chi chiamava gli amici per una foto di gruppo. Un signore in sarong che parlava un ottimo inglese ha chiacchierato un po' con Francesca ed è stato felice di sapere che ci troviamo al Way Kambas per attività di volontariato per la protezione della foresta e degli animali; una signora ci ha perfino invitati a casa sua, ma abbiamo ovviamente dovuto declinare l'invito. Dan si scusava per il disturbo, ma non serviva, anzi, dopo l'imbarazzo inziale, ci siamo sentiti delle star. Per un'iniezione di autostima questo mercato è il posto giusto.
Prima di tornare alla nostra guesthouse, abbiamo visitato il nuovo ufficio di ALeRT che è molto più grande e attrezzato di quello in cui ho lavorato nel 2017, però è più lontano dal nostro paesino e, quando Dan deve lavorare fino a tardi ha anche una stanza lì dove dormire. Ha mostrato a Francesca e Francesco una presentazione su grande schermo delle attività dell'associazione e della situazione nei vari siti di riforestazione. Sono così fiera di questi ragazzi! Spero che il nostro supporto e interesse li aiutino a non scoraggiarsi perché una battaglia immensa quella che stanno combattendo per un futuro più sostenibile e verde in un paese che subisce lo sfruttamento internazionale e soffre dei cambiamenti climatici. Gli scienziati hanno già previsto per il 2027 una lunga siccità a causa del fenomeno chiamato El Nino, riscaldamento delle acque superficiali oceaniche che porta inondazioni da un lato e siccità dall'altro, che qui significa enormi incendi. I ragazzi si stanno già preparando, creando bacini di raccolta dell'acqua piovana e creando corridoi tagliafuoco nelle aree più vulnerabili del parco.

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