giovedì 20 aprile 2023

Il lodge delle donne e il parco Samburu

Per visitare il parco nazionale Samburu, ci siamo sistemati per due notti all'Umoya Women Camp, una struttura gestita dalle donne della tribù Samburu che abitano nella zona, in villaggi di capanne con il tetto a cupola ricoperto da un patchwork di stracci e sacchi di plastica colorati. La struttura è molto essenziale e piuttosto datata, le camere sono bungalow in muratura collegati da vialetti in pietra, nella mia non arrivava l'acqua calda e mancava pure il rubinetto al lavandino (si era rotto durante le pulizie, ci hanno detto, poi hanno mandato un idraulico a rimontarlo). I letti hanno il baldacchino con le zanzariere, ma alle finiestre non ci sono, quindi la sera era meglio entrare senza accendere la luce e non domandarsi cosa passeggiasse per la stanza. Immaginate la Fra che è talmente insettofobica che quando una farfallina si è posata sul piattino del suo tè ha lanciato la bevanda bollente contro suo marito. In compenso, lo staff è il migliore incontrato in Kenya, il cibo era ottimo e fin troppo abbondante e Recca, la signora che si è occupata di noi per due giorni, è disponibile, sorridente e veloce a soddisfare ogni nostra richiesta e si è sempre premurata di farmi avere la versione vegana di ogni pasto, incluso il pranzo al sacco che ci siamo portati dietro per la lunga giornata di safari. Al tramonto ci si trova al “pub” interno con vista sul fiume per una birretta fresca, chiacchiere e risate, una bottiglia grande di Tusker per 2 Euro facilita l'ubriachezza e si dorme come bambini. 


Non sto a farvi l'elenco degli animali che abbiamo visto, tanto li riconoscerete dalle foto quando pubblicherò gli album, ma vi dico che questo parco, secondo me, vale il viaggio. È molto grande per cui il paesaggio cambia dal verde al semiarido, dall'umido e ombroso lungo il fiume Ewaso Nyiro al sabbioso lungo certe piste. E proprio nella sabbia il nostro furgoncino si è bloccato, per fortuna non lontano da uno degli ingressi, così abbiamo potuto contare sull'aiuto di altri mezzi per uscirne. Mentre Junior, Francesco (che d'ora in poi nel blog chiamerò Kamau che è il nome tribale assegnatogli da Peris) e gli altri uomini bestemmiavano in varie lingue e dialetti e Peris supervisionava le operazioni, io e la Fra controllavamo che non arrivassero animali pericolosi e, già che c'eravamo, ci siamo fatte foto sceme e video per sdrammatizzare.



Junior e Kamau sono una coppia davvero fortunata nell'avvistare gli animali più schivi come il leopardo, ma è stata Peris ad accorgersi di tre giovanissimi ghepardi sdraiati a fare un pisolino all'ombra di un albero. Io e la Fra ci lamentavamo che per vedere tutti gli animali che ha visto Kamau al suo primo viaggio in Africa abbiamo impiegato tre vacanze.

Altre cose che dovete sapere su questi due giorni a Samburu:

  • l'acacia è l'albero preferito della Fra, ce l'ha detto soltanto settemilaottocento volte, e secondo me è un po' il pino marittimo del Kenya

  • attraversato il ponte che unisce il parco nazionale Samburu dalla riserva di Buffalo Springs abbiamo incontrato un gruppetto di uomini in abiti tribali con dei cammelli. Uno degli uomini se ne andava in giro con il pendolino di fuori, io non ci ho fatto caso, ma la Fra rideva, allora Peris le ha chiesto se l'avesse visto anche lei e la risposta è stata: “It was a male, for sure!”

  • una sera al “pub” Peris ci ha chiesto cosa significasse kiberu e ci abbiamo messo un po' a capire cosa intendesse, “Ma sì, quella frase che dice sempre Francesca” ha spiegato... intendeva che bello! ed è in effetti un'esclamazione ricorrente durante questi magnifici safari

  • di notte, così lontano dalle città, il cielo stellato è spettacolare e Junior ci ha mostrato una app che riconosce le costellazioni inquadrandole con la fotocamera

  • uscendo dal parco la seconda sera, Junior ha inchiodato e fatto retromarcia. Abbiamo subito pensato all'ennesimo problema al furgone (quando prende una buca o un sasso, per esempio, il cavo della batteria si stacca e il motore si spegne). Invece, non voleva investire un piccolo camaleonte che stava fermo in mezzo alla strada con aria smarrita. L'ha raccolto con un ramo e depositato su un albero. I nostri applausi.

  • la parte superiore del Monte Kenya assomiglia al Resegone, ma alto 5200 metri, secondo solo al Kilimanjaro che fa 5895 metri

Al prossimo post per nuove strabilianti avventure!


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