Questa mattina, Fred è venuto a prenderci alle 8. Non ne eravamo certe perché la sera prima, venerdì, ci ha detto che sarebbe andato a divertirsi un po', mentre noi stavamo nell'albergo imbarazzante, lui avrebbe dormito in una pensioncina vicino a un pub. Ecco svelato come si rientra nel budget del tour. Gli abbiamo detto -Have fun, but not too much.- (Divertiti, ma non troppo) e stamattina si è presentato puntuale, nonostante avesse dormito tre ore. Bisogna dire che quando è stanco guida con maggiore prudenza, infatti ci ha portato a Naivasha restando nella sua corsia, senza azzardare i suoi doppi sorpassi carpiati.
Dimenticavo un particolare: sulla strada dal Masai Mara alla regione dei laghi, Fred si è fermato a comprare 4 sacchi di carbone (ci mancava solo quello a impolverare i nostri bagagli) perché il prezzo è un terzo di quello che trova a Nairobi. Ha detto che regalerà due sacchi a sua madre per cucinare e rivenderà gli altri due a Nairobi recuperando i suoi soldi. Quindi il nostro pulmino è ancora più carico.
Dopo aver incrociato una bella ragazzotta kenyota con la maglietta "La vista da dietro è ancora migliore" e una breve sosta al laghetto Elementaita, che non è niente di speciale, siamo arrivati al nostro nuovo hotel che è ancora più figo del precedente e ha pure la piscina. Mattinata di relax, quindi, perché dopo pranzo faremo un'escursione nel parco del lago Naivasha, dove si può andare a piedi perché non ci sono animali pericolosi e poi un giro in barca.
Mentre tiriamo l'ora di pranzo, stiamo programmando i prossimi giorni a Nairobi. Abbiamo chiesto consiglio a Fred che ormai ha capito che ci interessa solo la natura: niente villaggi "tipici solo per turisti", niente artigianato locale, niente musei. Ci ha dato diverse opzioni, tra le quali ovviamente il Giraffe Center e l'orfanotrofio degli elefanti che già avevamo in lista. Non vi svelo nient'altro, così troverete la sorpresa sul blog, ma condivido con voi una riflessione sulle guide.
Devo dire che nella mia carriera di viaggiatrice sono stata fortunata perché ho trovato sempre persone appassionate. Come disse Hannes, amico e guida esperta che non potremo mai permetterci, una buona guida è quella che sa fare il passo in più per rendere felice il suo ospite, quel gesto fuori dal comune che rende l'esperienza unica e personale, una buona guida ascolta, capisce e anticipa i tuoi desideri. Mi viene in mente Hannes che ci porta a bere una birra nel resort con vista sulle cascate, fingendo con lo staff di voler organizzare viaggi di gruppo con la tour operator italiana (io), solo per far vedere al TdC la giraffa che ci eravamo persi nel safari in Botswana; oppure Mario a Flores che ci ha portati a scroccare la merenda dallo stregone, Ponco, in Borneo, che ci ha invitati al matrimonio del suo amico; Mbra, a Sumatra, che ci ha messi alla prova nella giungla. Ora, con le Cavallette, abbiamo Fred che non si fa problemi a sforare gli orari dei parchi pur di farci godere i nostri momenti nella natura, che prende le piste meno battute e ci lascia scegliere quello che vogliamo fare.
Con queste poche righe voglio ringraziare queste persone perché se ricordiamo ancora i loro nomi è perché hanno saputo fare quel passo in più rispetto a una lezione ripetuta a memoria per i turisti e hanno reso i nostri viaggi indimenticabili.
A presto, lettori, con le foto di Naivasha e altri giorni avventurosi.
Cavallette & Fred |
Nessun commento:
Posta un commento