La nostra avventura africana continua, mentre i nostri fidanzati fingono di sentire la nostra mancanza godendosi dieci giorni di libertà.
Oggi ci siamo spostate a nord, al lago Nakuru, lasciandoci alle spalle la savana per tornare a percorrere la Rift Valley. Dal finestrino del pulmino ho scattato qualche foto mossa dei Dust Devil e dei villaggi sporchi e miseri che sorgono lungo l'autostrada. Il paradiso degli animali sta proprio accanto all'immondizia dell'uomo. Da Masai Mara a Nakuru sono circa sei ore di viaggio, andando con calma. Beh, calma fino a un certo punto perché Fred, quando si è reso conto che saremmo arrivati tardi per pranzo all'hotel di Nakuru, ha cominciato a guidare come un terrone, infilandosi tra i camion, sorpassando la coda dalla corsia d'emergenza. Per gli ultimi chilometri, preoccupate, abbiamo smesso di guardare davanti e ci siamo ritrovate magicamente salve alla meta.
Nakuru è una cittadina dall'aria tranquilla e meno sporca, ma soprattutto ci siamo ritrovate in un albergo di lusso. All'ingresso le guardie di sicurezza ci hanno passato il metal detector addosso e hanno controllato i nostri bagagli. Gli ospiti erano tutti eleganti, forse uomini d'affari riuniti per qualche meeting e donne in tailleur e tacchi alti. Chi si aspettava un posto del genere dopo la tenda?
imbarazzate in reception |
Visto quanto abbiamo pagato a Peris, immaginavamo un bed&breakfast, invece, ci siamo presentate alla reception con le magliette delle Cavallette e completamente ricoperte dalla polvere delle strade come le nostre borse. La stanza non era ancora pronta, così siamo andate a pranzo in quello stato. Eravamo un tantino in imbarazzo. Il buffet all'aperto offriva tanti diversi piatti tipici, zuppa, verdure cotte e crude con mille combinazioni di spezie, la polenta bianca che avevo già assaggiato in Zambia, una specie di piadina che si chiama Chapati, pollo arrosto, riso al curry con peperoni, oltre a frutta fresca e una scelta di dolci. Eravamo proprio il tavolo dei barboni.
Dopo pranzo, ci siamo diretti al parco nazionale che sorge sulle rive del lago Nakuru per un safari pomeridiano. Qui il paesaggio è molto diverso dal Masai Mara: intorno al lago è verde e pieno di alberi ombrosi, tanto che lungo certi sentieri sembrava di stare in un bosco nostrano; allontanandosi dall'acqua diventa così arido e polveroso che pareva il set di un vecchio film western. È strano vedere le zebre e le gazzelle in una foresta mentre le immaginiamo sempre nella savana, ma il bello di Nakuru è proprio questo, oltre, ovviamente al lago. A guardarlo da lontano sembra un gioiello blu incastonato tra colline aride che ne esaltano il colore, è bellissimo.
L'obiettivo di Fred questa volta era farci vedere un rinoceronte perché era l'unico animale che ci mancava dei Big Five. Prima di metterci in cerca della nostra preda fotografica, siamo scesi in riva al lago per vedere alcuni dei fenicotteri che popolano questo e gli altri laghi della zona. Insieme a questi buffi uccelli rosa, abbiamo trovato pellicani e tanti altri volatili. Ci siamo allontanate di qualche passo dal pulmino, camminando su isole di guano dove le nostre impronte si facevano sempre più profonde verso la riva, rischiavamo di rimanere impantanate nelle cacche-mobili. Mentre scattavamo le nostre foto, sono arrivati due autobus carichi di studenti in divisa, uno di ragazzi e uno di ragazze: alla faccia della gita scolastica!
Siccome Fred non ama la folla, ci ha subito portate via dalla spiaggia di guano per inoltrarsi nel parco. Tra nuvole di polvere, alberi dalle forme stupende, giraffe nane, gazzelline in allattamento e branchi di babbuini, ecco apparire i primi rinoceronti. Fred era più esaltato di noi e gridava: -Sono quelli bianchi! I rinoceronti bianchi!- e giù sull'acceleratore per conquistare un posto in prima fila tra gli altri gruppi di turisti. Anche qui poca gente, ancora meno che al Masai Mara.
Prima ci siamo fermati per un branco di tre rinoceronti che poi, uno alla volta, ci hanno attraversato la strada. Spostandoci verso il punto dove stavano per attraversare, siamo rimasti in seconda fila e si vedeva che Fred scalpitava dopo aver tentato di infilarsi senza successo tra i due van che ci precedevano. Che ridere! Alla fine, però, si è messo di traverso in modo che l'ultimo rinoceronte ci venisse incontro per seguire i suoi compagni e allora l'abbiamo visto davvero da vicino. Che bestia strana: ha l'aspetto di un mostro preistorico, ma si muove pacifico ed è pure un po' timido in presenza delle persone.
Prima ci siamo fermati per un branco di tre rinoceronti che poi, uno alla volta, ci hanno attraversato la strada. Spostandoci verso il punto dove stavano per attraversare, siamo rimasti in seconda fila e si vedeva che Fred scalpitava dopo aver tentato di infilarsi senza successo tra i due van che ci precedevano. Che ridere! Alla fine, però, si è messo di traverso in modo che l'ultimo rinoceronte ci venisse incontro per seguire i suoi compagni e allora l'abbiamo visto davvero da vicino. Che bestia strana: ha l'aspetto di un mostro preistorico, ma si muove pacifico ed è pure un po' timido in presenza delle persone.
Più tardi abbiamo visto anche due rinoceronti neri, ma erano molto lontani e al Nakuru non è permesso lasciare le strade battute come al Masai Mara. Al tramonto, stavamo facendo un giro sull'altra sponda del lago, ormai praticamente soli con i ranger, e un branco di bufali ha posato nella polvere illuminata dal sole per le nostre foto.
Tornando verso l'uscita, ci siamo imbattuti in un altro gruppetto di rinoceronti bianchi, quattro questa volta, e siamo rimasti a guardarli a motore spento, mentre il sole calava. Spettacolare!
Un'ultima sorpresa prima di lasciare il parco: Feddi ha avvistato un cucciolo di iena! Naturalmente, Fred ha fatto retromarcia a cento all'ora, ma abbiamo solo un paio di foto perché il piccolo è sparito subito nell'erba alta.
Anche questa è stata una grande giornata nella natura e anche per questa vi mostriamo qualche foto con la promessa di aggiungerne altre appena avremo tempo. Le trovate qui.
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