Come da programma siamo
partite stamattina da La Paz alle 5.30 e siamo arrivate a Guerrero
Negro alle 18. Nel mezzo: la fiera dell'incredibile.
Era ancora buio quando
abbiamo caricato la nostra macchinina a noleggio (una I10 blu che
spariva nel parcheggio tra i giganteschi pickup americani). Qui il
traffico non esiste, tanto meno prima dell'alba quindi siamo uscite
comodamente dalla città e abbiamo imboccato la Carretera
Transpeninsular verso nord, al volante la Barbuna. Mentre la strada
si allontanava dai centri abitati per inoltrarsi nel deserto, a est
cominciava a sorgere il sole: uno spettacolo magnifico! Cactus
altissimi spuntavano dalla terra secca e la striscia asfaltata che ci
guidava saliva e scendeva tra i colori dell'alba e del deserto. Luce
rosa, strisce di cielo azzurro, cactus verdissimi, terra gialla e
asfalto nero. In giro solo noi, incantate già all'inizio del
viaggio.
Questa “autostrada”,
una corsia per senso, è perfetta e in questo la Baja California si
discosta dalla Calabria. L'asfalto sembra nuovo, non ci sono buche,
le linee sono perfette e ben visibili, la segnaletica si prende
letteralmente cura del guidatore avvisandolo di curve e pendii,
dossi, direzioni e distanze. Abbiamo incontrato spesso deviazioni per
la manutenzione, cioè nuove corsie che si allargavano intorno a
quella in riparazione, con operai alacremente al lavoro sotto il sole
mentre da noi i cantieri sono spesso disabitati. Abbiamo concluso che
probabilmente la maggioranza della forza lavoro della Baja California
è impiegata nella manutenzione stradale.
Alba nel deserto |
Ma torniamo al deserto. A
un certo punto sono comparsi segnali di pericolo che parlavano di
nebbia, ne abbiamo riso: che nebbia vuoi che ci sia nel deserto
californiano? Un chilometro dopo, il nulla ha inghiottito il
paesaggio. Era qualcosa di surreale scorgere i profili dei cactus
avvolti da una nebbia come non se ne vede più nemmeno in val Padana
e l'umidità che gocciolava dagli specchietti. Vedrete le foto perché
non ci si crede neanche mentre ci si passa in mezzo e abbiamo
proseguito così fino a Santa Rita dove abbiamo fatto il pieno di
benzina a 12 pesos al litro, poco più di 50 centesimi di euro. Da lì
si susseguono alcuni paesini e la strada ti costringe a rallentare
con dei dossi infidi e altissimi fino a Ciudad Insurgentes dove
abbiamo fatto una sosta pipì. Lo troverete incredibile, ma i bagni
dei benzinai messicani sono pulitissimi, non c'è paragone con i
nostri Autogrill. Qui il cielo era nuvoloso, perfetto per viaggiare
senza patire il caldo.
Fini a questo punto la strada da La
Paz si allontana dalla costa, poi da Ciudad Insurgentes svolta di
nuovo a est verso il mare, ma prima di arrivarci attraversa un tratto
splendido che abbiamo chiamato “valle dei cactus” dove la
Carretera s'inerpica su alte colline e attraversa canyon e valli
spettacolari. Anche il cielo si è aperto, vedevo le nuvole grigie nello
specchietto retrovisore mentre davanti a me splendeva un sole sempre
più caldo.
Dopo diversi chilometri abbiamo avvistato il Mar di Cortés e il contrasto di colori è stato abbagliante. È un mare cristallino sotto le scogliere e perfino in prossimità delle città che ci ha accompagnato fino alla cittadina di Loreto prima che la strada riprendesse a correre all'interno. A un certo punto abbiamo incontrato un posto di blocco dell'esercito perché si passava nei pressi di una base militare. I soldati sono stati gentili anche perché non parlavano inglese e ci siamo arrangiati con il nostro poco spagnolo, hanno fatto una veloce perquisizione dell'auto e ci hanno augurato buona vacanza. Poco dopo abbiamo ripreso a viaggiare lungo la costa e nel tratto dopo Rosarito ci sono tante baie con spiagge bianchissime dove si fermano i camper tutti in fila, come villette a schiera vista mare. Sembrano cartoline.
Dopo diversi chilometri abbiamo avvistato il Mar di Cortés e il contrasto di colori è stato abbagliante. È un mare cristallino sotto le scogliere e perfino in prossimità delle città che ci ha accompagnato fino alla cittadina di Loreto prima che la strada riprendesse a correre all'interno. A un certo punto abbiamo incontrato un posto di blocco dell'esercito perché si passava nei pressi di una base militare. I soldati sono stati gentili anche perché non parlavano inglese e ci siamo arrangiati con il nostro poco spagnolo, hanno fatto una veloce perquisizione dell'auto e ci hanno augurato buona vacanza. Poco dopo abbiamo ripreso a viaggiare lungo la costa e nel tratto dopo Rosarito ci sono tante baie con spiagge bianchissime dove si fermano i camper tutti in fila, come villette a schiera vista mare. Sembrano cartoline.
I segnali di lavori in
corso non ci preoccupavano finché ci siamo dovute fermare. La
situazione era questa: strada temporaneamente interrotta, mezzi in
coda su entrambe le corsie, una scavatrice ferma in attesa davanti a
noi e un'altra in cima alla collina che buttava giù massi così
grossi che rotolando sradicavano gli alberi sul fianco della
collina. Sarà anche stata una frana programmata, ma era inquietante
stare lì sotto ad aspettare. Dopo 10 minuti, la scavatrice ha
ripulito la strada dalle pietre buttate di sotto dalla collega e la
strada è stata riaperta.
Alle 14 ci siamo fermate
a Santa Rosalia, un grazioso paesino sulla costa dove abbiamo
pranzato al ristorante Mar y Tierra che ha un bel bagno, ma non
segue la tradizione delle porzioni abbondanti quindi non lo
consigliamo. Durante la sosta ci siamo addentrate in paese per
prelevare pesos e Feddi ha trovato in farmacia l'integratore di vitamina D2
che cercava al prezzo stracciato di 1,5 euro per una confezione che
da noi si paga 25€. Qui Feddi mi ha dato il cambio alla guida per
gli ultimi 230 km di deserto, salite da cui non si vede oltre, ripide
discese e un cielo blu inteso sorretto da migliaia di cactus fino a
Guerrero Negro.
Il tizio che ci ha
accolte al Motel Cowboy non era il massimo del receptionist, sembrava
l'avessimo disturbato. Ha tirato fuori la mia prenotazione dove c'era
scritto 550 pesos, l'ha corretto in 650 (35€) e ha voluto il
pagamento anticipato in contanti, ci ha dato una chiave e un
telecomando e se n'è andato. Venendo dal trattamento di lusso a La Paz, ci siamo rimaste un po' male e la camera
non è bellissima, ma comunque 35 euro per due notti da dividere in 3 è un affare anche se i copriletti sono degli anni 60! In fondo chi se ne frega: siamo qui per le balene!
Infatti ci siamo
precipitate a prenotare la barca sperando che ci fosse ancora posto
per domani. Abbiamo visto un cartello per le escursioni fuori dal
ristorante La Cazuela e siamo entrate a chiedere informazioni.
L'omino delle prenotazioni è stato gentilissimo e mentre parlavamo
sentivamo l'ottimo profumo che arrivava dalla cucina così ci siamo
anche fermate a cena. Nessun problema per domani mattina, si parte
alle 8, ma possiamo andare lì a fare colazione alle 7, la barca è
piccola come abbiamo chiesto (massimo 8 persone, ma per ora abbiamo
prenotato solo noi 3 quindi potrebbe essere un'escursione
personalizzata!), vola, seguro!
Dopo questo lungo e
bellissimo viaggio, a letto presto che domani c'è la missione
abbracci alle balene da compiere!
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