mercoledì 28 aprile 2010
Da Perth a Exmouth
martedì 20 aprile 2010
Dall'altra parte del mondo
...ed eccoci in Australia!
Nuovo continente, nuova moneta, nuova lingua (perchè questo non è affatto inglese), nuovo cibo... ci manca un po' l'Indonesia. Dobbiamo riprendere l'abitudine a prezzi più o meno come quelli italiani mentre finora abbiamo vissuto da sciuri spendendo pochissimo. Speriamo che il regime di ristrettezze sia ripagato dalle bellezze naturali di questo continente dove tutti sognano di andare almeno una volta nella vita.
Siamo a Perth, una città molto carina come vedete dalle foto, con tanti parchi, piste ciclabili, palestre gratuite all'aperto con vista sul fiume che arriva al mare, autobus gratis che fanno il giro del centro, box per mettere al sicuro le bici alle fermate del treno. Ci sono i grattacieli, è vero, ma c'è tanto verde che pur trovandosi in città si sta benissimo. Avremmo dovuto noleggiare il camper da qui per risalire la costa ovest, ma quando siamo andati al deposito abbiamo scoperto che, oltre il prezzo concordato via mail, ci volevano 2000 dollari di cauzione che ci avrebbero reso alla restituzione del mezzo. Ovviamente noi non potevamo prelevare quella cifra tutta insieme e abbiamo i giorni contati prima del volo per Adelaide quindi non avremmo fatto in tempo a metterla da parte: abbiamo rinunciato al camper. A conti fatti rimane la soluzione più economica per girare l'Australia, ma ci manca il capitale iniziale, così ci siamo rivolti ad un'agenzia del posto per organizzare i nostri spostamenti e abbiamo trovato delle buone offerte. Domattina partiamo alle 6 e per i prossimi sette giorni andremo verso nord, tra mare e parchi nazionali all'avventura. Secondo il nostro nuovo programma, dunque, trascorrerò il mio compleanno nel Pinnacle Desert che si dice sia un luogo davvero speciale.
Spero di avere l'occasione di scrivere presto per aggiornarvi e mostrarvi le foto anche se saremo spesso in movimento durante questa settimana. Pronti per l'avventura australiana? Noi siamo ancora un po' spaesati, ma semm de passacc e quindi si va!
sabato 17 aprile 2010
Ciao Indonesia
Questo è il paese più difficile e avventuroso tra quelli che abbiamo visitato. Muoversi qui fa parte dell'avventura perchè i trasporti richiedono tempo, a volte perchè la strada fa schifo, a volte perchè “l'unica barca è appena partita e forse torna domani”, a volte perchè “è bassa stagione e se non ci sono abbastanza turisti cancelliamo il volo” oppure c'è una delle centomila festività diverse per ogni isola, villaggio, tribù, vulcano e colore della maglietta dell'intagliatore di legno. È difficile anche perchè è una terra viva e in continua trasformazione tra terremoti, vulcani, isole che appaiono e scompaiono.
Eppure è terribilmente affascinante e quando raggiungi una delle tue mete sei ripagato di ogni sforzo e disagio. In ogni posto in cui ci siamo fermati avremmo voluto restare, ma poi quello successivo era ancora più bello e così via.
Vogliamo tornare per scoprirla nella sua parte ancora più scomoda e selvatica: Kalimantan (la parte indonesiana del Borneo), Sulawesi (abitata da animali assurdi e con una natura stupefacente), Papua e tutte quelle isolette dai nomi strambi e ovviamente Flores e il resto della stupenda Sumatra.
L'Indonesia ha quest'aria sospesa tra pace e mistero che cattura l'attenzione di ognuno dei nostri sensi. Ci risveglia e ci rilassa, ci spaventa e ci coccola, ci fa dispetti e regali. L'Indonesia ci ha sorriso e ora ricopre i suoi segreti con un lenzuolo di foglie, coralli e chiari di luna fino alla prossima visita.
Gili Meno, dentro la cartolina
Gili Meno è una cartolina vivente, ovunque ti giri vorresti incorniciare il paesaggio. Appena sbarchi, sulla spiaggia perchè non c'è il porto, non puoi trattenerti dall'esclamare “Oh Madonna!” e vai avanti per venti minuti. Il mare è così blu che avevo paura che mi lasciasse il colore sulla pelle. Si fa il giro dell'isola in un'ora a piedi lungo un sentiero sabbioso che costeggia la spiaggia. Il nostro bungalow era a cinque metri dal mare, come tutti gli altri, perchè a Gili Meno l'entroterra non esiste, è una pozzanghera che loro chiamano lago salato e un po' di alberi. Fine. Anche senza tsunami, qui basterebbe una marea un po' più alta del solito per avere i pesci in camera. La barriera corallina intorno all'isola è piena di colori, pesci gialli, blu elettrico e trasparenti, coralli rosa, verdi e viola che si vedono anche nuotando senza maschera per quanto è chiara l'acqua, si vedono anche dal tavolo del ristorante, si vedono dalla finestra quando ti svegli. Ci sono anche le tartarughe che da piccole vengono accudite nel Turtle Sanctuary e poi liberate in mare intorno a Gili.
E' bassa stagione quindi pochi turisti e tantissime stelle in cielo. Non c'è altro che mare, spiaggia e libri da leggere: quasi il paradiso! Sergio sta divorando un volumone gigante di Asimov, io mi sto dedicando a Ray Bradbury che è uno dei miei preferiti, ma stranamente non avevo ancora letto Cronache Marziane (e mi sta piacendo moltissimo). Una cosa davvero strana è stata veder piovere a dirotto con tanto di arcobaleno sull'isola di fronte che sta a 500 metri mentre noi stavamo sdraiati al sole. Strana la gente incontrata: i surfisti che giravano sempre con le tavole sottobraccio, ma non sono mai entrati in acqua; un tizio sfigatello tipo mr. Bean che per asciugarsi uscendo dal mare saltellava con la fidanzata che si faceva fotografare in pose da modella; due signorine inglesi, Claire e Mandy, un po' più grandi di noi con le quali abbiamo fatto amicizia che che ci hanno raccontato dei loro viaggi e dei loro tre gatti a Londra, simpaticissime.
Gili Meno è stato un bizzarro intermezzo, è stato vivere dentro una cartolina per qualche giorno. Oggi all'alba, mentre aspettavamo la barca per Lombok, eravamo solo noi due sulla spiaggia perchè veramente non c'è nemmeno il porto. Mi chiedevo se esistesse ancora un mondo là fuori perchè se fosse scomparso nella notte su Gili Meno non ce ne saremmo accorti.
Un'altra avventura verso la semplicità: abbiamo vissuto per tre giorni a piedi nudi e oggi Bali ci sembra fin troppo moderna, come quando siamo tornati a Green Hill dopo la giungla e il bagno con la canna di bambù ci sembrava tecnologico.
Eppure questa è l'Indonesia dove i contadini lavorano nelle risaie con i cappelli di paglia a punta, dove in due ore di motorino passi dal mare alla cima di un vulcano, dove le donne indossano abiti bellissimi per posare una manciata di riso davanti al tempio, dove un frigo vuoto diventa un armadio come a casa di Pippo, dove in fondo non manca nulla, ma c'è ancora tanta natura, dove non è sempre facile vivere, ma con la fantasia si trova una soluzione e ci si adatta. Quante cose abbiamo a casa che non ci servono!
Prima di partire per Gili Meno siamo stati a Bali ovest per visitare Tanah Lot, un tempio sul mare che mi ha conquistata. È composto da diversi edifici con i tetti a pagoda sparsi sugli scogli e promontori della baia. Uno spettacolo! I turisti non sono ammessi nelle zone di preghiera dei templi , ma si può passeggiare lungo la scogliera e osservarli. Beh, sarei rimasta tutto il giorno a guardare le onde infrangersi sulla costa, sotto e intorno a queste costruzioni fatte della stessa pietra vulcanica della scogliera. Onde splendide ed enormi, onde calde dell'oceano Indiano dai colori magnifici che hanno modellato nei secoli questa baia e tutta l'isola e tutte le isole.
Tanah Lot è un luogo che incanta, come quando ci si perde ad osservare il fuoco, il mare o il cielo stellato.
domenica 11 aprile 2010
Anche questa è Bali
Bali sud
La penisola che porta alla punta sud di Bali ospita le spiagge più famose, alcune per il mare cristallino, altre per surfisti con bellissime onde. Siamo stati alla spiaggia di Sanur formata da sabbia di corallo, in pratica pareva di camminare sulle perline. Qui il mare è pulitissimo, bello nuotarci. Sergio dice che comunque, se non fosse per la barriera corallina, sembrerebbe la Sardegna (Garau, quando ci andiamo?). Siamo arrivati fino al tempio di Uluwatu che si trova in cima ad una scogliera. Spettacolare, ma una scimmietta mi è saltata in testa e mi ha rubato l'elastico dai capelli.
Bali nord
Per questo giro siamo rimasti fuori una notte. Abbiamo lasciato gli zaini grandi alla guest house di Ubud dove saremmo tornati dopo la gita e siamo partiti con uno zainetto e il fido motorino. Prima ci siamo diretti al tempio di Batukaru, poi siamo passati nell'area di Jatiluwih nominata patrimonio dell'umanità dall'Unesco dove si aprono queste meravigliose valli terrazzate in risaie. Non sapete cosa sia il colore verde finchè non passate di qui. Ogni tanto abbiamo incontrato il solito temporale di questi giorni, ma adesso abbiamo il poncho impermeabile! Ci siamo poi diretti verso la costa nord, ma per raggiungerla si devono superare le montagne centrali dell'isola. Si sale oltre 2000 metri ed è strano mettersi la felpa appena sotto l'equatore. Nelle foto vedete il monte Batukaru sempre avvolto dalle nuvole, bene, la strada passa attraverso la nuvola che sta fissa sul monte e fa un bel freddino. Poi si scende di nuovo verso il mare e la temperatura torna estiva. A nord le spiagge sono di sabbia nera vulcanica, fa un certo effetto. Abbiamo dormito a Lovina e la mattina dopo siamo ripartiti per tornare alla base, Ubud.
Bali est
Riprendiamo il motorino perchè per esplorare Bali bisogna avere un mezzo proprio oppure spendere un capitale in taxi. Anche da questa parte l'isola ci regala angoli stupendi: Virgin beach con rocce laviche tra la sabbia e panorami grandiosi verso l'interno. Anche oggi la nuvolona di pioggia si è scaricata su di noi e siamo tornati presto, ma in fondo ci piace anche la pioggia perchè da quel tocco di fascino oscuro al paesaggio.
Poche parole e qualche foto non possono raccontarvi l'avventura che è scoprire Bali. Non posso elencare tutti i momenti divertenti, sorprendenti, sfigati e interessanti di questi giorni. Non posso descrivere le sensazioni contrastanti che suscitano certe situazioni. Prima sono davanti alla bottega di un artigiano (nota: sono convinta che gli artisti e artigiani italiani non abbiano pari per gusto, fantasia e abilità, ma la forza di questi è il prezzo!), un'ora dopo sono in mezzo alle risaie a chiacchierare con dei ragazzini che vogliono far pratica con l'inglese, poi sono sulle montagne con Sergio che ormai è un TdB (terrone di Bali) e guida sicuro su per i tornanti e la sera sono al mare a cenare sulla spiaggia, la sera dopo sono a vedere una nuova danza indù. Ci sono storie e persone, c'è un ristorante in una via secondaria di Ubud frequentato solo da balinesi e noi due, è a conduzione così familiare che mi sto appassionando alla telenovela che guardano ogni sera mentre cucinano! C'è differenza tra turisti e viaggiatori e noi stiamo imparando, da zero, ogni giorno.
Non si tratta solo di Bali, ma di tutto questo viaggio. Ogni momento ha un sapore, un colore e un profumo particolari che è impossibile descrivere. Bisogna aprire la finestra, guardare il mondo, essere curiosi. La maggior parte delle nostre paure sono infondate, me ne accorgo avvicinandomi a cose che da casa mi spaventavano. Bisogna sporcarsi e farsi qualche livido, ma tutto è ripagato.
Bisogna essere felici, qualunque cosa sia per voi la felicità.
Cambio di programma
Quindi prossima settimana, da martedì, sarà dedicata alle isole Gili, più semplici da raggiungere e si dice che siano un paradiso. Non c'è però connessione a internet decente quindi per aggiornamenti dovrete aspettare il prossimo weekend.
giovedì 8 aprile 2010
Parenti non troppo lontani
Guinness il gibbone
l'orangutan di Sumatra
I macachi del Monkey Forest Sanctuary di Ubud
Buona visione!
mercoledì 7 aprile 2010
Primi giorni a Bali
lunedì 5 aprile 2010
Lasciare Sumatra
Donna Batak: -Seimila rupie più i francobolli.-
Simo: -Un po' troppo...- (per la media in Indonesia)
Donna Batak: -Mio nonno mangiava le persone.-
Simo: -Ne prendo due!-
Però è un posto meraviglioso.
P.s. Ora ci troviamo a Bali (che non è dove fanno le olecchiette con cime di lapa!) ma ve ne parlerò nei prossimi post. Un grazie a Michele per averci ospitati per la notte di scalo a Jakarta.