mercoledì 31 marzo 2010

Relax e foto

Dopo l'avventura a Bukit Lawang, ci siamo spostati sul tranquillo lago Toba. Per arrivare qui abbiamo fatto un viaggio tremendo sui bus locali per un giorno intero. Siamo passati attraverso le piantagioni di palma da cui si ricava l'olio tanto richiesto dal mercato. Per far posto a queste piantagioni e agli alberi da gomma, la foresta pluviale di Sumatra si riduce continuamente e gli animali che ospita perdono il loro habitat, come ci ha spiegato Mbra. Certo qui la gente è povera e cerca di guadagnare in ogni modo, anche distruggendo l'ambiente, ma se avesse un'alternativa si potrebbe salvare questa magnifica natura. Il governo indonesiano sta cercando di incentivare l'eco turismo in queste zone per assicurare guadagni alla popolazione senza impoverire il patrimonio ambientale, ma non è facile. Con l'olio di palma si guadagna bene perchè è di scarsa qualità e viene usato nella produzione di un sacco di cose. Bisogna boicottare i prodotti che lo contengono per far cambiare il mercato.
Adesso siamo a Tuk Tuk, un paesino su un'isola (Samosir) in mezzo ad un lago (Danau Toba) dentro il cratere di un vulcano sull'isola di Sumatra. Vi lascio un minuto per venirne a capo...
Nel frattempo ecco le foto delle nostre ultime avventure.
Green Hill e Bukit Lawang
Un'ora con gli oranghi
Avventura nella foresta pluviale

Jungle trek

Questa volta il jungle trekking è stato davvero speciale. Non è stata una passeggiata nella foresta come ci è già capitato, non è stata una gita per famiglie. E' stata una vera indimenticabile avventura!
Siamo partiti alle 8 da Green Hill guidati da Mbra e l'assistente PI. Con noi sono venuti anche altri due ospiti della guesthouse: John di San Francisco e Paul irlandese. Compagni simpaticissimi, John più tranquillo, Paul chiacchierone come Sergio.
Nessuno di noi si aspettava un'esperienza come quella che abbiamo vissuto in questi due giorni. 

sabato 27 marzo 2010

Sumatra

Il nostro ingresso in Indonesia è avvenuto al buio. Il nostro volo Air Asia (la Ryanair di queste parti) è atterrato a Medan, nel nord di Sumatra, alle 5.30 di pomeriggio, ma raggiungere il paesino di Bukit alle porte del parco nazionale Gunung Leuser, non è semplice con queste strade accidentate. L'autobus ci mette 4 ore, ma l'ultimo è alle 5, così ci siamo fatti venire a prendere da qualcuno della guesthouse dove avevamo prenotato la stanza. Da due mesi scambiavo mail con questa Andrea della Green Hill Guesthouse, una biologa inglese che ha sposato un indonesiano di Sumatra, Mbra, una delle guide ufficiali del parco. Lei, carinissima, mi chiedeva conferme sul nostro arrivo e io le dicevo che non avevo una data precisa e poteva dar via la stanza se necessario. Alla fine due giorni fa le ho scritto per confermare e lei mi ha mandato un sacco di informazioni su come arrivare, cosa fare, cosa evitare. Un vero tesoro considerando che per una doppia con bagno paghiamo solo 4 euro a testa.

giovedì 25 marzo 2010

Guinness dei Primati

Avvertenza: questo post e' scritto da un internet cafe' con la tastiera thai quindi senza lettere accentate e altre amenita'.

lunedì 22 marzo 2010

Abbandonare la via principale

...ed eccomi qui a riassumere l'ultima settimana, un po' a parole, un po' con le foto.
Abbiamo lasciato il piccolo, ma stupendo resort di Jason (pronunciate Ciaison come si presenta lui), questo inglese che ha girato il mondo prima di scegliere Ko Kong in Cambogia come sua residenza. Al muro della capanna principale, dove ci sono la reception e il ristorante, sono appese le foto dei suoi viaggi avventurosi in vari continenti. Da giovane era una specie di Rambo biondo (tipo il suo amico Mark che ci ha accompagnato alle cascate), oggi ha la panzetta e se la gode dal bordo della piscina. Ha vinto!
Questa parte della Cambogia è un po' fuori dalle normali rotte turistiche ed è per questo che ci è piaciuta tanto. Non bisogna avere sempre paura di lasciare la strada principale, a volte perdersi è la cosa migliore che possa capitare.

domenica 21 marzo 2010

Ripresa delle trasmissioni

Scusate se negli ultimi giorni non ho scritto, ci siamo spostati molto e non ho trovato a volte il tempo, a volte il modo. Inoltre sto prendendo antidolorifici come il dottor House (ma non sono ancora dipendente) perchè mi è spuntato il dente del giudizio superiore sinistro, quello che mi mancava e ha deciso di farsi vivo proprio adesso...
Dopo la splendida parentesi cambogiana siamo tornati in Thailandia: prima a Koh Chang, poi una sosta obbligata a Bangkok, poi il lungo viaggio verso il sud. Ora ci troviamo a Khao Lak, finalmente il mare da cartolina.
Domani prometto di raccontarvi i particolari, appena torniamo dalla gita alle isole Similan. Intanto ecco qualche foto della gita con Mark/Tarzan alle cascate.
Continuate a mandarci i vostri commenti perchè a noi piace sentirvi vicini in questa avventura!

martedì 16 marzo 2010

Nella giungla con Tarzan grazie alla Voliera

Con i soldi che ci ha regalato la Voliera, ci siamo concessi questi ultimi due giorni in Cambogia da signori. Ci siamo fermati in un piccolo resort, cinque bungalow intorno a una piscina, a Koh Kong con tanto di trekking nella giungla, grazie (comunque di soldi ne sono avanzati parecchi quindi ci faremo un altro regalo più avanti).
Per l'escursione nella giungla siamo partiti questa mattina con due ragazze spagnole e un francese guidati da un certo Mark, biondo e abbronzato come un bagnino della riviera romagnola, che parlava inglese velocissimo e somigliava a Tarzan.

lunedì 15 marzo 2010

Le porcherie dell'uomo e le meraviglie della natura

Phnom
-->Penh è una brutta città. Ci siamo fermati solo un pomeriggio e una notte sulla strada verso il sud della Cambogia. Tappa obbligata per spezzare il lungo viaggio e per visitare il museo Tuol Sleng.
Conoscete
-->la storia: questa era una scuola superiore che fu trasformata in un centro di detenzione e tortura noto come S21 dai khmer rossi di Pol Pot. Fa impressione.

venerdì 12 marzo 2010

Barbuna Jones e i templi di Angkor

Come figlia del sosia di Harrison Ford, non potevo essere indifferente al fascino dell'archeologia. In Cambogia si trova uno dei siti archeologici più interessanti del mondo: Angkor.
Sveglia all'alba per Sergio e me, colazione e via con le bici verso il sito. I ragazzi dell'albergo ci hanno indicato la strada sulla mappa in modo da evitare le vie trafficate della città.
Non cercherò di descrivere Angkor perchè è molto più che un meraviglioso sito archeologico nella giungla di una bellissima riserva naturale. Trovarsi nei templi maestosi che si vedono nei documentari e sui libri, leggere la loro storia nelle leggende narrate a fumetti nei bassorilievi, girare in bicicletta all'ombra di alberi giganteschi in una pace piena di farfalle e rovine millenarie, scalare i templi minori e più lontani, incontrare due scimmiette al tramonto lungo il fossato dell'Angkor Wat, non è facile da raccontare.
-->Nemmeno le foto rendono l'idea, bisogna andarci e comprare dieci cartoline per un dollaro dai bambini che stanno fuori da ogni tempio, bere un succo di frutta all'ombra e ricominciare ad esplorare il parco. Credo che in un giorno abbiamo percorso più di 30 km in bicicletta e non abbiamo nemmeno visto tutto, ma è stato grandioso!

Cambogia: il regno delle farfalle

Dopo un viaggio di 6 ore in bus da una Bangkok calda come stirare a ferragosto, siamo arrivati al confine cambogiano. Qui ci siamo fatti “fregare” 4 euro dal funzionario che ha compilato i moduli del visto per noi (potevamo farli da soli gratis, ma quando arrivi stanco alla frontiera e ti trovi in mezzo alla confusione...). Dopo il confine condividiamo il taxi per Siem Reap con due ragazze danesi e in 2 ore, una gomma forata e diversi incidenti con mucche sfiorati, siamo arrivati a Siem Reap.
Durante la nostra permanenza in Cambogia vogliamo sostenere alcuni progetti a favore delle comunità locali e della salvaguardia dell'ambiente.

Ispirazione 10

The best advice about travelling ever received:

“Everytime you go to a toilet, steal the toilet paper!”

My friend Alison Mawson from the Shuure.

martedì 9 marzo 2010

Qualche foto

Finalmente la connessione è buona e possiamo pubblicare qualche foto per i vari post:

BKK

COSE CHE ACCADONO IN THAILANDIA

BARBI, TDC E GLI EFELANTI

GITA DELLA DOMENICA

Le maghe di Oz

Se vi capitasse nella vita di trovarvi a Chiang Mai, vi consigliamo di fare una passeggiata nella città vecchia. All'interno delle mura troverete tanti piccoli templi molto caratteristici e antichi dove è possibile fare anche quattro chiacchiere con i monaci. Nel caldo e nel caos, i giardini dei templi sono un rifugio perfetto. Qui la gente cammina lentamente e parla piano. La sera non è possibile entrare nei templi, ma si può comunque passeggiare nei loro giardini e ammirarli da fuori.
Durante il weekend ci sono stupendi mercatini di prodotti artigianali provenienti da tutta la regione, oltre al Night Bazaar che c'è ogni sera oltre il fiume (si trova di tutto a buoni prezzi, ma c'è troppa confusione per i miei gusti).
La zona di Chiang Mai che più ci è rimasta nel cuore, però, è una strada nella città vecchia dove si trova il carcere femminile. Il quartiere è tranquillo e pieno di alberi ombrosi e dopo aver scarpinato fin qui entriamo nel Prison Shop. Non si tratta solo del negozio dove si vendono i ricami prodotti nel carcere di fronte, ma è anche un centro di massaggi thai. Sono proprio le detenute (quelle arrestate per reati minori o alla fine della pena) a fare i massaggi ai clienti e con questo progetto riescono ad imparare una professione per quando usciranno. Sergio e io ci siamo regalati un'ora a testa di massaggio ai piedi (che comprende le gambe) con tazza di tè a 120 baht, meno di 3 euro. Non è finita. Dopo il massaggio siamo andati a pranzo nel ristorante accanto, sempre gestito dalle ragazze del carcere, e abbiamo mangiato e bevuto benissimo, in un giardino rilassante e profumato. Vi consigliamo vivamente di provare, queste donne sono gentilissime e davvero brave sia nei massaggi che in cucina!
E poi c'era questo:

Gita della domenica

Su consiglio di una viaggiatrice italiana incontrata di ritorno dalle grotte, io e Sergio siamo partiti all'alba di domenica per una gita tra ChiangRai, Tha Ton e Fang. Andrebbe fatta in due giorni, ma l'abbiamo concentrata in uno solo perchè la guest house di Chiang Mai non ci avrebbe rimborsato la notte fuori.
Dunque alle 6.15 siamo al terminal degli autobus, ma scopriamo che quello delle 7 è già al completo e dobbiamo aspettare le 7.45. Con quello arriviamo a ChiangRai dopo 3 ore e prendiamo un taxi dal terminal al molo dove partono le barche per Tha Ton. 

sabato 6 marzo 2010

Barbi, TdC e gli Efelanti

Non c'è un errore nel titolo, è una citazione.
Oggi abbiamo visitato il Thai Elephant Conservation Center, un parco fuori Chiang Mai dove accolgono gli elefanti anziani o malati che vengono abbandonati a loro stessi dopo essere stati sfruttati per i turisti per il lavoro nei campi. Quando diventano inutili, finiscono qui.
In questo centro è possibile fare un corso di mahout (che non è un muratore bergamasco) ma è la persona che si prende cura dell'elefante e sa comunicare con lui attraverso gesti e ordini. Ci sono liste d'attesa molto lunghe per accedere a questo corso che dura poi solo alcuni giorni, ma serve per raccogliere fondi a favore dell'ospedale degli elefanti. Gli studenti fanno ogni giorno una specie di saggio di fine corso, una dimostrazione per i turisti di quello che hanno imparato con il loro elefante.

venerdì 5 marzo 2010

Cose che accadono in Thailandia

Il treno per il nord
A Bangkok, quando un treno entra in stazione, parte una squadra di omini armati di secchi e spazzoloni che lavano i finestrini e i fanali di ogni carrozza.
Sul treno per Chiang Mai, un viaggio durato 12 ore che ho voluto far di giorno per godermi il paesaggio, in seconda classe ci hanno servito colazione, pranzo e merenda compresi nel prezzo del biglietto, cioè l'equivalente di 14 euro. Inoltre un altro omino passava dopo ogni spuntino a lavare il pavimento.
L'uomo delle 20 birre
La sera al ristorante del nostro ostello di Chiang Mai abbiamo conosciuto un anziano soldato australiano che, vantandosi di avere 78 anni e riuscire ancora a bere 20 birre al giorno, ci ha parlato per oltre un'ora delle cose importanti della vita e di quando è stato in Calabria e tutti gli regalavano i pomodori. Mentre John ci raccontava dei suoi figli di razze diverse, mi ha telefonato la banca sul cellulare! L'avevo acceso per controllare i messaggi e un impiegato della mia banca mi telefona allarmato per comunicarmi che qualcuno ha tentato di prelevare con il mio bancomat in Thailandia. Gli ho detto di stare tranquillo, che io sono effettivamente in Thailandia e il bancomat, per ragioni di sicurezza a quanto pare, non ha funzionato così ho dovuto usare la carta di credito. Grazie di essere così apprensiva, banca.
Cacca di pipistrello
Oggi (tenete presente che Eee-pc ha ancora l'ora italiana, ma io vi scrivo da 6 ore nel futuro) siamo stati in gita alle grotte di Chiang Dao. La cosa interessante di questo posto è che le caverne non sono illuminate come da noi, non sono messe in sicurezza per i visitatori in modo che non cadano negli strapiombi o non sbattano la testa, non c'è un percorso agevole per il pubblico. Qui si entra accompagnati da una tizia grassottella con una lampada a gas che ti fa passare attraverso pertugi che nemmeno un ragno si sognerebbe attraversare e ti porta a guardare dentro lo strapiombo dicendoti in continuazione "calful slippeli!" (pronuncia thailandese di "be careful it's slippery" che significa "attenzione è scivloso"). Ancora più bello è il momento in cui la tizia ti mostra quanta cacca di pipistrello c'è sul pavimento, poi illumina il soffitto che è nero da quanti ce ne sono e li chiama facendo un verso tipo quello per chiamare i gatti. Signora, li lasci pure dormire... Durante l'ultimo tratto di caverna verso l'uscita, sento una goccia colpirmi la spalla dall'alto: acqua dalle stalattiti?
Mezzi di trasporto e gentilezza
I thailandesi sono persone davvero gentili e solidali. Mentre io e Sergio aspettavamo l'autobus che ci riportasse a Chiang Mai dopo la gita, abbiamo assistito a una scena che non ho potuto non fotografare: un tizio che chiede al conducente di un taxi collettivo di caricare lui, la fidanzata con la spesa e il suo scooter! Pronti. Gli altri passeggeri danno una mano a sollevare il motorino, il conducente lo lega sul tetto e per la durata dell'operazione nessuno si è lamentato del tempo perso. Questo è davvero un altro mondo.

p.s. Qui in montagna internet non funziona benissimo quindi aggiungerò le foto martedì prossimo quando torneremo a Bangkok.

mercoledì 3 marzo 2010

BKK

Bangkok, vista dalla Barbuna, è un po' Napoli e un po' Gardaland (e ovviamente un po' orsomaiale).
Per la maggior parte del tempo si sente una gran confusione, un gran caldo, una gran puzza di cibo e motorini. Attraversare la strada è una sfida, c'è uno svincolo infernale per andare verso il Grand Palace che abbiamo impegato almeno 20 minuti ad attraversare tutto, è stato come passare a piedi in mezzo all'autostrada. I semafori degli incroci più grossi hanno un display che fa il conto alla rovescia così si sa quanto manca al verde o al rosso o alla tua morte.
Ci sono però anche oasi di calma, come la via dove alloggiamo noi. Il Roof View Place, scoperto e prenotato in internet, è un posto carino, pulito, a due passi dalle mete più interessanti della città vecchia, ma abbastanza appartato da essere tranquillo. Soprattutto c'è internet wireless gratis in camera e la signorina con gli occhiali della reception è davvero gentile nel darci informazioni, consigli, indicazioni su come andare dove vogliamo andare.

martedì 2 marzo 2010

Questione di class

Eccoci a Bangkok (di cui vi parleremo in un post appost perchè io e Sergio stiamo ancora esplorando). Stiamo bene, state tranquilli, e pronti a cominciare il diario!
Il viaggio di andata è stato già una piccola avventura. Il volo Emirates parte da Malpensa con solo mezz'ora di ritardo (ci abbiamo messo più noi con Sté e il Berna ad uscire in auto da Monza, tra lavori in corso, deviazioni, distrazione da arcobaleno, confusione di tangenziali).

Milano-Dubai:
va bene che non abbiamo chiesto posti particolari al check-in, va bene che viaggiando in economy non si può pretendere il massimo della comodità e comunque la classe turistica di Emirates è più che dignitosa , va bene che sono solo 5 ore di volo, MA visto che i posti sono messi così 2 a destra- corridodio- 4 in mezzo- corridoio- 2 sinistra, come cacchio è venuto in mente alla signorina di Malpensa di assegnarci i 2 posti centrali della fila da 4? E' ovvio che ogni volta che abbiamo avuto bisogno di alzarci siamo stati costretti a svegliare uno dei due sconosciuti ai nostri lati. Così è con una certa ansia (e il solito mal d'aria per me) che abbiamo dormicchiato male fino allo scalo.
Dubai-Bangkok:
L'aeroporto di Dubai è stato costruito dagli alieni, è la prima cosa che ci viene in mente quando atterriamo. Per di più si tratta di alieni con gravissime manie di grandezza. Dall'aereo al terminal facciamo mille chilometri in bus navetta, all'interno del terminal facciamo altri mille chilometri a piedi per arrivare all'imbarco del volo per Bangkok. Mentre siamo in attesa al gate, mi preoccupo di controllare quali posti ci avesse appioppato la signorina di Malpensa per il secondo volo. Scopro che al posto di fila e numero c'è scritto Standby, cioè ci verrà assegnato direttamente al gate. Io vengo colta dal panico di trovarmi nella stessa scomoda situazione del volo precedente, quindi faccio la lamentosa preventiva e stresso il TdC per buona parte dell'attesa. Finalmente hanno imbarcato quasi tutti e noi ci facciamo avanti ora la fila è diminuita. Consegno la carta d'imbarco della signorina di Malpensa alla signorina di Dubai e lei mi restituisce il tagliando di un posto in Business class con il mio nome. Perplessa aspetto che passi Sergio, anche per lui Business class (eppure aveva la maglietta bucata! Maria, butta via tutto dai suoi armadi!).
Quindi, grazie all'overbooking, la signorina di Dubai ci ha fatto fare il miglior viaggio aereo mai provato finora. Intanto si passa davanti a tutti saltando la fila, poi abbiamo: poltrone letto massaggianti, un sacco di spazio per le gambe, un sacco di tecnologia a disposizione per distrarsi, aperitivo, brunch, cioccolatini, pochette con prodotti di profumeria in omaggio (in foto).
Insomma siamo arrivati a Bangkok da veri signori, poi il taxi ci ha fregato sulla tariffa per portarci all'ostello, ma con il cambio il danno era di 2 euro e per la prima sera l'abbiamo sopportato.