Nella
sala d'attesa del medico, mio fratello ha trovato un volantino, nella foto, che si
è premurato di portarmi dicendo: “Dovresti cambiare nome al tuo
blog”.
In
realtà, in viaggio sono sempre stata benissimo da quel punto di
vista perché i miei problemi intestinali sono dovuti allo stress ed
è una delle cose che lascio a casa quando parto.
Condivido
questo siparietto personale perché ormai siamo una grande famiglia
e, quando si è in confidenza, si finisce sempre per parlare di
queste cose. Chissà come mai, poi, qualche psicologo potrebbe
scriverci un trattato.
Nonostante
l'apertura del post, oggi voglio parlarvi di cose belle che ho trovato durante i miei viaggi. Non elencherò
paesaggi e destinazioni, non vi racconterò le grandi emozioni di cui
vi ho già parlato in diretta mentre le vivevo, non troverete il momento più
romantico con il TdC o il più divertente con le Cavallette, mio
fratello o gli altri amici che hanno viaggiato con me.
Mi
soffermerò, invece, su dieci piccole cose di “contorno” che
comunque fanno parte dell'esperienza del viaggio e sono rimaste
impresse nei miei ricordi.
Il
volo più comodo: questo è davvero facile perché mi è capitato
soltanto una volta di volare in business class. È successo nel 2010,
in partenza per il viaggione di quattro mesi, con Emirates. La prima
tappa era Bangkok con scalo a Dubai ed è lì che abbiamo scoperto le
meraviglie dell'overbooking. Al momento di imbarcarci sul secondo
volo, gli assistenti di terra si sono accorti che non c'era più
posto in economy, così io e il TdC siamo stati sistemati in business
con tutte le comodità connesse, come saltare la coda per salire in
aereo, avere poltrone enormi e completamente reclinabili e una
pochette con cosmetici, pettine, spazzolino e dentifricio in omaggio. Ci siamo trovati tra uomini d'affari e ricchi turisti, con i nostri capelli spettinati e una maglietta bucata, trattati da vip. Un lusso che non avremmo mai potuto permetterci e una fortuna che
ormai, con l'avvento del check in online, non ci ricapiterà.
L'aeroporto
più bello: indubbiamente Hilo. Sarà stata la voglia di mettere
piede a terra dopo 22 ore di volo e due scali, ma quando siamo
atterrati nel piccolo e grazioso aeroporto di Big Island, io e il TdC
abbiamo provato una bellissima sensazione. L'arredamento in legno, i fiori colorati ovunque, la gente sorridente in tenuta da spiaggia,
l'aria tiepida e umida che veniva dal mare, l'atmosfera rilassata e
casalinga ci hanno accolti nel migliore dei modi. Il primo impatto
con le Hawaii è stato proprio come lo sognavamo da casa: lasciare la
frenesia delle nostre parti per entrare in un paradiso lontano.
Mentre i grandi aeroporti mi mettono la stessa ansia dei centri
commerciali, in quelli piccoli si trova la giusta dimensione del
viaggio, la semplicità. Nel 2012, per spostarci da Bali a
Flores, siamo atterrati a Labuan Bajo dove c'era una sola pista
circolare, piccoli aerei con motori a elica, nessun nastro
trasportatore per i bagagli, nessun autobus per raggiungere il
terminal dall'aereo. Ci si muove a piedi e si raccoglie la propria
valigia dal mucchio. Adoro le cose facili.
La
miglior scena dal finestrino: una delle cose più straordinarie che
abbia mai visto da un aereo è il temporale, mentre ero in volo da
Johannesburg a Cape Town nel 2012. Non avete idea di quanto sia bello un temporale visto dall'alto. È
spettacolare veder nascere un fulmine, osservare maestose montagne di
nuvole modellate dal vento in vortici mostruosi e illuminate dai
lampi che ne rivelano le forme nel buio. Era sera, vedevo le stelle
sopra e la tempesta sotto, ero davvero incantata.
sotto l'acquazzone |
Il
pranzo più strano: nel 2010 sul lago Toba in Indonesia, io e il TdC
stavamo facendo un giro dell'isola Samosir in bicicletta, quando
siamo stati sorpresi da un acquazzone. Ci siamo rifugiati in un
ristorantino tra la strada e il lago. Eravamo gli unici clienti e, se
avete letto il mio libro, sapete che sull'isola l'atmosfera era
piuttosto inquietante, seppur affascinante. Il menù sembrava uscito
dal film Mio cugino Vincenzo, quello con scritto solo
“colazione, pranzo, cena”, bene, sul nostro c'era “carne,
pesce, riso”. Abbiamo scelto il pesce, il cameriere si è tolto la
maglietta e si è tuffato nel lago, uscendone poco dopo con due pesci
che la cuoca ha grigliato sul fuoco acceso per noi. Ringrazio ancora
il cielo di non aver scelto la carne.
La
cena più strana: sempre in Indonesia, ma a Bali, nella mia cittadina preferita, Ubud. Cercando di allontanarci dai locali frequentati solo da turisti, il TdC ha imboccato una via secondaria e abbiamo avvistato le luci di un piccolo ristorante a conduzione famigliare. La cucina è sotto una veranda aperta sul vicolo e la gente si ferma con i motorini a prendere piatti d'asporto cucinati al momento da mamma e papà. All'interno c'è una saletta con una mensola che corre lungo le pareti, ci siamo sistemati sugli sgabelli e abbiamo ordinato a caso dal menù scritto solo in indonesiano. A servirci era una ragazzina, probabilmente la figlia maggiore, con in braccio la sorellina neonata. Non parlano una parola d'inglese, ma ci siamo intesi lo stesso e abbiamo gustato un'ottima cena seguendo una telenovela locale alla tv appesa in un angolo. Ci siamo tornati più volte perché abbiamo mangiato benissimo spendendo pochissimo. I proprietari ci riconoscevano subito perché eravamo gli unici stranieri a frequentare il ristorante e ci salutavano con grandi sorrisi.
Il
cielo più stellato: in questa sezione devo citare due luoghi perché
non riesco a scegliere. Il primo è il Marocco, nel 2007, quando
abbiamo passato due notti in tenda nel deserto del Sahara. Potete
immaginare con quanta chiarezza si potessero osservare le stelle
laggiù, lontani da qualsiasi forma di inquinamento luminoso.
Circondati dal silenzio, nel buio più assoluto, ci siamo goduti lo
spettacolo del cielo e sembrava di galleggiare nello spazio. Nel
deserto ce lo aspettavamo ed è stato comunque bellissimo, mentre in
Australia è stato sorprendente. Non ero nel deserto, ma in un
campeggio sulla costa est, Airlie Beach. Sté e il Berna, con i quali
stavo percorrendo la costa in camper nel 2010, erano usciti per
passare la serata in paese, mentre io ero rimasta a dormire nel
nostro furgone scassato. Quando sono tornati, mi hanno svegliata e
costretta a uscire perché non avevano mai visto un cielo del genere.
Era completamente bianco di puntini luminosi, si poteva seguire la
Via Lattea con lo sguardo come un sentiero di diamanti, cadevano
decine di stelle e ognuna brillava in modo diverso.
motorino su taxi |
Buone
azioni: dedico un ricordino a momenti che mi hanno fatta riflettere
sul nostro modo di vivere, attimi che mi hanno fatto credere in un
mondo migliore. Nel 2010 in Thailandia, stavo aspettando l'autobus
insieme al TdC per tornare a Chiang Mai dopo una gita sul fiume.
Davanti a noi si è fermato un taxi collettivo, quei furgoncini che
trasportano merci e persone a prezzi super economici. Un tizio che
aveva problemi con il suo motorino ha chiesto al conducente di
caricare lui, la fidanzata con le borse della spesa e lo scooter per
evitare di tornare a casa a piedi. Allora, gli altri passeggeri sono
scesi dal taxi e hanno aiutato tutti insieme a issare il motorino sul
tetto, legandolo sul portapacchi insieme a un sacco di altri bagagli.
Nessuno si è lamentato del ritardo, tutti hanno dato una mano e si
sono stretti per far posto ai nuovi passeggeri, sempre con il sorriso
sulle labbra. Ve lo immaginate a Milano? Qualche mese dopo, in
Australia, eravamo sulla costa ovest, in viaggio in autobus verso
Exmouth su una delle tipiche strade australiane che si snodano in un
paesaggio selvaggio e disabitato. Kate, la nostra guida e autista, ha
notato un'auto sul ciglio della strada con tre persone intorno e si è
fermata a chiedere se ci fosse bisogno d'aiuto. Su quelle strade non
passa nessuno e i cellulari non prendono, quindi rimanere in panne
può essere pericoloso. Gli australiani si fermano sempre a dare
assistenza a chi si trova in difficoltà, così Kate ha avvisato i
soccorsi via radio, ha lasciato qualche bottiglietta d'acqua e siamo
ripartiti. Il mese scorso, ero in Kenya con le Cavallette e, durante
il safari nel Masai Mara, il nostro fidato Fred si è fermato a
raccogliere una bottiglia di plastica che qualche sciagurato aveva
lasciato sul sentiero.
Si
tratta di piccoli gesti, ma agli occhi di chi, come me, vive in un
mondo di indifferenza ed egoismo hanno il valore di imprese eroiche.
sarto a Ubud |
Il
mercato più bello: dal Messico all'Asia, all'Africa ho visto tanti
mercati colorati e interessanti, ma il migliore, secondo me, è
quello di Ubud sull'isola di Bali. Ci torno ogni volta che mi trovo
da quelle parti perché ho sempre trovato oggetti bellissimi a prezzi
ridicoli ed è lì che ho imparato a contrattare con i mercanti furbi
e sorridenti. È molto fornito anche se non eccessivamente grande e
incasinato, tra un casco di saporitissime banane, foulard di ogni
colore e abiti comodi e leggeri, è divertente curiosare tra le
bancarelle profumate d'incenso e osservare gli artigiani al lavoro
con le macchine da cucire o costruire maschere, strumenti musicali,
utensili per la casa, mobili e lampade. Da vedere. Bello anche in
Marocco, a Essaouira, dove abili sarti confezionano camicie di cotone
su misura accanto a enormi ceste di spezie.
Il
bagno più bello: la toilette è un pensiero fisso delle donne in
viaggio perché, non avendo la libertà d'azione di un uomo, può
diventare un problema. Vi stupirà sapere che il bagno pubblico più
bello, accogliente e pulito che abbia provato si trova in Cambogia,
nel complesso archeologico di Angkor. Riguardo i bagni privati, in
Indonesia ho adorato le stanze da bagno aperte sulla giungla, nelle
quali sembrava di farsi la doccia tra gli alberi, non ci si doveva
preoccupare di arieggiare il locale e magari passava una scimmietta
mentre ero intenta a... ehm... leggere.
Il miglior vulcano: da estimatrice delle forze naturali, non potevo non dedicare una sezione ai vulcani. Tutti diversi e tutti splendidi, quelli che ho visto finora, attivi o estinti. Dai laghi mistici del Kelimutu, ai giganti hawaiiani nello straordinario Volcanoes NP, dal leggendario Krakatoa al lago Toba in una delle caldere più grandi del mondo. Quello che voglio incoronare oggi, però, è il nostro Stromboli perché mi ha regalato strepitose fontane di lava sotto il cielo notturno quando ci sono salita nel 2011.
Ora
vi lascio la parola. Quali sono i vostri migliori piccoli ricordi?
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