mercoledì 1 aprile 2015

Terre cattive

Viaggiare dovrebbe essere un diritto e una materia scolastica. Che sia la visita a un museo o una spedizione nel deserto, non mi stancherò mai di dire quanto avventurarsi in luoghi fuori dal nostro quotidiano ci arricchisca e ci faccia crescere più ogni altra attività. Allo stesso modo, continuerò a lamentarmi perché guerre e situazioni politiche difficili mi precludono alcune mete.
La mia collega Barbara mi ha mostrato foto straordinarie del suo viaggio in Siria, scattate qualche anno fa, e di quei luoghi parlava Agatha Christie in Viaggiare è il mio peccato, raccontando la sua esperienza al seguito del marito archeologo. Oggi li vediamo devastati nei telegiornali. Cosa resterà da vedere dopo la guerra, se mai un giorno la situazione dovesse migliorare?
Mi torna in mente quella sensazione di essermi persa qualcosa per sempre che provai leggendo il vecchio Bad lands di Tony Wheeler, fondatore di Lonenly Planet. In quel libro raccontava i suoi viaggi in Paesi segnati da regimi dittatoriali, crisi economiche e guerre che li isolavano dal resto del mondo. Descriveva bellezze naturali e storiche nascoste sotto gli aspetti peggiori dell'umanità e ne parlava con le persone che vivono o sopravvivono in quegli angoli di mondo. Ricordate le immagini dei Buddha di Bamiyan distrutti dai talebani nel 2001? Quando Wheeler visitò l'Afghanistan, erano ancora in piedi. L'UNESCO ne aveva proposto la ricostruzione, ma il progetto è fermo ancora oggi. Nessuno li vedrà più e la valle che li ospitava, straordinario sito archeologico, non è propriamente una meta turistica sicura, come metà dell'Africa, l'Asia centrale, diversi stati del Sud America, il Medio Oriente...
È vero che ci sono tanti altri posti da vedere senza gettarsi nelle braccia del pericolo, ma perché devono essere governi sballati, trafficanti, terroristi ed eserciti a stabilire dove posso o non posso andare? Perché il primo criterio di scelta per le nuove mete delle Cavallette deve essere un luogo dove tre donne sole non vengano aggredite? E, anche senza addentrarmi nelle questioni politiche e sociali di certi territori, penso ai danni ambientali che hanno rovinato per sempre paesaggi ed ecosistemi. Per esempio, trent'anni di esperimenti nucleari francesi a Moruroa non fanno certo venir voglia di snorkelare intorno all'atollo.
Lo so, non mi basterà tutta la vita per visitare il resto del mondo e dovrei accontentarmi di ciò che mi è concesso vedere, ma sono lamentosa per natura e certe cose non mi vanno giù.


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