Viaggiare
dovrebbe essere un diritto e una materia scolastica. Che sia la
visita a un museo o una spedizione nel deserto, non mi stancherò mai
di dire quanto avventurarsi in luoghi fuori dal nostro quotidiano ci
arricchisca e ci faccia crescere più ogni altra attività. Allo
stesso modo, continuerò a lamentarmi perché guerre e situazioni
politiche difficili mi precludono alcune mete.
La
mia collega Barbara mi ha mostrato foto straordinarie del suo viaggio
in Siria, scattate qualche anno fa, e di quei luoghi parlava Agatha
Christie in Viaggiare è il mio peccato, raccontando la sua
esperienza al seguito del marito archeologo. Oggi li vediamo
devastati nei telegiornali. Cosa resterà da vedere dopo la guerra,
se mai un giorno la situazione dovesse migliorare?
Mi
torna in mente quella sensazione di essermi persa qualcosa per sempre
che provai leggendo il vecchio Bad lands di Tony Wheeler, fondatore di Lonenly
Planet. In quel libro raccontava i suoi viaggi in Paesi segnati da
regimi dittatoriali, crisi economiche e guerre che li isolavano dal
resto del mondo. Descriveva bellezze naturali e storiche nascoste
sotto gli aspetti peggiori dell'umanità e ne parlava con le persone
che vivono o sopravvivono in quegli angoli di mondo. Ricordate le
immagini dei Buddha
di
Bamiyan distrutti dai talebani nel 2001? Quando Wheeler visitò
l'Afghanistan, erano ancora in piedi. L'UNESCO ne aveva proposto la
ricostruzione, ma il progetto è fermo ancora oggi. Nessuno li vedrà
più e la valle che li ospitava, straordinario sito archeologico, non
è propriamente una meta turistica sicura, come metà dell'Africa,
l'Asia centrale, diversi stati del Sud America, il Medio Oriente...
È
vero che ci sono tanti altri posti da vedere senza gettarsi nelle
braccia del pericolo, ma perché devono essere governi sballati,
trafficanti, terroristi ed eserciti a stabilire dove posso o non
posso andare? Perché il primo criterio di scelta per le nuove mete
delle Cavallette deve essere un luogo dove tre donne sole non vengano
aggredite? E, anche senza addentrarmi nelle questioni politiche e
sociali di certi territori, penso ai danni ambientali che hanno
rovinato per sempre paesaggi ed ecosistemi. Per esempio, trent'anni
di esperimenti nucleari francesi a Moruroa non fanno certo venir
voglia di snorkelare intorno all'atollo.
Lo
so, non mi basterà tutta la vita per visitare il resto del mondo e
dovrei accontentarmi di ciò che mi è concesso vedere, ma sono
lamentosa per natura e certe cose non mi vanno giù.
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