Dal mio ufficio nel
giardino del lodge vi scrivo gli ultimi pensierini su questa vacanza,
aneddoti forse poco importanti, ma che voglio ricordare tra qualche
anno quando verrò a rileggere queste righe e avrò dimenticato certi
particolari.
In questi piccoli
villaggi, anche se ci si trova alle porte di un parco nazionale che
dovrebbe attrarre i turisti, quasi nessuno parla inglese, dobbiamo
quindi ringraziare Ponco per le dieci parole di Bahasa che ci ha
insegnato perché mescolandole in qualche modo riusciamo sempre a
farci capire e ad essere gentili.
Non va usato però con la
polizia. La mattina in cui siamo partiti per Canti, siamo stati
fermati da due poliziotti ad un posto di blocco per un normale
controllo e, mentre Driver accostava, Hari ci ha ordinato: “Non
parlate indonesiano!”. Dopo aver guardato i documenti di tutti e
quattro ci hanno lasciati andare e Hari ci ha spiegato che i
poliziotti qui non parlano inglese così ce la siamo cavata senza
domande, mica come a Bali che abbiamo perso mezza mattina in
chiacchiere con tre poliziotti annoiati!
Il manager dell'ecolodge
sembra evitarci, ogni volta che abbiamo bisogno di lui per avere
qualche informazione ci dirigiamo alla reception giusto in tempo per
vederlo allontanarsi in motorino. Intercettarlo è un'impresa così
quando ci riusciamo lo seppelliamo con tutte le domande arretrate e
forse lui ci odia.
Sul tabellone degli
avvistamenti di fauna selvatica è segnato cobra sputatore e
io mi sono immaginata la scena del serpente che sputa a Sergio e lui,
da buon terrone, lo stende con una testata.
I Kacang sono palline di
tapioca, arachidi, aglio che sembrano piccole uova e vengono vendute
in sacchetti come le noccioline. Le abbiamo scoperte in Borneo e ora
il TdC ne va matto e ne ha comprate anche da portare a casa.
Tra gli alberi intorno
alla nostra stanza vive una coppia di scoiattolini neri che si
prendono gioco dei gatti di passaggio scappando velocissimi tra i
rami e sui tetti dei bungalow e facendo versetti che sembrano davvero
risate.
Al Centro Elefanti c'era
una famiglia di turisti locali che ha insistito per farci apparire
nelle loro foto, come se fossimo un'attrazione o dei vip solo perché
veniamo da lontano; invece nei negozietti del villaggio i bambini
piccoli sono terrorizzati da Sergio mentre quelli un po' più grandi
ci salutano e ripetono orgogliosi le quattro frasi in inglese che
hanno imparato a scuola, come a Flores l'anno scorso.
Beh, poi ci sono ovviamente un sacco di altre piccole cose che non ho scritto e che mi verranno in mente quando ve le racconterò di persona oppure tra un anno senza un vero motivo perchè è così che funzionano i ricordi: vengono ad abitare nella tua testa e poi fanno quello che gli pare.
Mi spiace che il viaggio sia finito: adoro leggervi! Nn vedo l'ora che partiate x la prox avventura!!!
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