venerdì 26 ottobre 2012

Hell's bells

Vi ricordate Marmitta? Il mio orso della luna adottato? Lei e i suoi compagni rischiano di essere sfrattati dal parco che ospita l'associazione che si occupa di loro salvandoli dalle terribili "fattorie della bile". Vi chiedo di aiutarli rispondendo a questo appello di Animals Asia, leggete le istruzioni QUI, si tratta per noi di mandare una semplice mail, ma per Marmitta e i suoi compagni si tratta della salvezza. Il sito dell'associazione è www.animalsasia.org (quello italiano www.animalsasia.org/?it), dove vi ho comprato i regali di Natale qualche anno fa. 
In un mondo perfetto non ci sarebbe bisogno di associazioni come questa perchè vivremmo rispettando la natura, in armonia con le altre creature. In un mondo perfetto probabilmente noi saremmo estinti.
Sono appena tornata dall'Africa dove ho incontrato i bellissimi elefanti che vengono ogni giorno minacciati dai bracconieri che guadagnano sul mercato dell'avorio perchè ci sono ancora tante persone di merda che lo acquistano. Tornata a casa ho trovato nella posta il nuovo numero di National Geographic che ha in copertina proprio questa faccenda. Nell'articolo di Bryan Christy leggo:
"In Camerun, nel gennaio del 2012, un centinaio di uomini a cavallo provenienti dal Ciad ha fatto irruzione nel parco nazionale di Bouba Ndjida e ha ucciso centinaia di elefanti. E' stata una delle stragi più efferate da quando, nel 1989, è entrato in vigore il trattato internazionale che vieta il commercio dell'avorio. Armati di kalashnikov e lanciarazzi, i bracconieri hanno sterminato intere famiglie di elefanti con precisione militare.[...] Vista dal basso, ogni carcassa di elefante è un monumento all'avidità umana.[...] Anche a osservarli dall'alto, quei corpi sparsi qua e là compongono una scena insensata nella sua crudeltà: si capisce che alcuni animali stavano fuggendo, che le madri hanno tentato di proteggere i loro piccoli e che in un punto è stato abbattuto un branco di 50 animali. Sono gli ultimi, in ordine di tempo, delle decine di migliaia di elefanti uccisi ogni anno in tutta l'Africa."
Sapendo certe cose, penso ai soldati che ho incontrato sparsi per il parco Chobe che sparano ai bracconieri e credo che facciano bene, ma finchè c'è gente che paga per l'avorio, gli assassini di elefanti non si fermeranno. Nel mio piccolo posso dare un contributo a qualche associazione e se vi becco a comprare oggetti in avorio vi ammazzo!
D'altra parte siamo una razza che getta i propri neonati nei cassonetti quindi figuriamoci se possiamo rispettare gli animali.

giovedì 25 ottobre 2012

Ricordi dell'Africa

Un riassunto in musica delle meraviglie del parco Chobe e di Victoria Falls a Livingstone con tutte le storie e i personaggi di cui vi ho raccontato. Sogni d'oro!




Prossimamente un video per il Sudafrica.

lunedì 22 ottobre 2012

Atterrata, ma non tornata

Eccomi di nuovo a casa.
La lavatrice gira togliendo la terra rossa del parco Chobe dai miei vestiti ed è così triste. Un viaggio tanto bello e tanto breve che la voglia di tornare subito in Africa quasi supera la gioia di esserci stata. 
Vi ho fatto un album con qualche scatto della giornata con le balene anche se, come vi ho anticipato, le foto non sono niente di che, il bello sta nel vederle dal vivo e non è facile catturare i momenti in cui saltano fuori dall'acqua. 
La fotina qui accanto, invece, è per darvi un'idea del tempo tremendo che c'era l'ultima sera a Cape Town. Dalla spiaggia non si vedeva più Table Mountain e il vento era gelido. 
Il viaggio di ritorno è stato lungo e malinconico senza contare che mi fanno così schifo i bagni degli aerei (mentre dormirei tranquillamente sotto l'ascella di un leone) che tenevo la pipì fino a star male. Odio la gente, soprattutto quella che non sa centrare la tazza del wc.
Beh, per un po' mi tocca restare qui per mettere da parte i soldi per un nuovo viaggio. L'unico pensiero consolante è appunto cominciare a progettare i viaggi 2013. Di sicuro ci sarà il Messico perchè sono otto anni che prometto a Christian di tornare a trovare lui e Patty. Potrebbe starci anche il ritorno in Africa con la guida di Hannes per tre settimane. In lista, poi, ci sono sempre Kalimantan e Sumatra sud che avevo cominciato a studiare prima di innamorarmi anche del continente nero. 
Diavolo! Mancano sempre soldi e tempo per fare tutto: se non divento ricca, divento pazza!!
Grazie a tutti per averci seguito ancora, ci vediamo di persona nei prossimi giorni per i particolari sfuggiti al blog.

La vostra Barbuna che ovunque si trovi vorrebbe essere altrove...

sabato 20 ottobre 2012

La tempesta arriverà domani

Questo è quello che ho scritto ieri sera
“Cape Town è carina, ma non è Africa. Cape Town è carina, ma se Monza avesse l'oceano sarebbe meglio. Eh sì, l'oceano è bellissimo e pieno di vita, l'oceano ha personalità. 
L'ho visto a Capo di Buona Speranza dove salta oltre gli scogli, a Cape Point dove l'Atlantico e l'Indiano si incontrano con le loro correnti inverse, qui sulla spiaggia che va da Marine Circle a Big Bay dove passiamo ogni mattina per prendere l'autobus e ogni sera quando torniamo da un'escursione.
Qui non è Africa anche perchè oggi fa un freddo terribile e, ovviamente, proprio oggi che piove come nei nostri autunni peggiori, siamo andati a Hermanus a vedere le balene. Comunque non m'importava quanto potesse piovere: sono venuta per le balene e vado a vedere le balene!
Il pulmino per Hermanus ci aveva dato appuntamento in centro Cape Town perchè nessuno viene mai a prenderci al Surf Hostel che è troppo fuori città (ok, ma qui abbiamo la spiaggia più bella della costa!). Con mezz'ora di ritardo arriva il pulmino guidato da un francese che vive qui da due anni e parla tantissimo. Il resto dei passeggeri sono una coppia canadese e cinque tedeschi. Mentre andiamo verso Hermanus il francese ci parla di qualsiasi cosa, dai lavori in corso sulle autostrade al vino sudafricano, dalle township alle abitudini dei babbuini. A proposito dei babbuini ci ha raccontato un aneddoto: i surfisti si sono sempre lamentati del fatto che i babbuini di queste parti danneggiano le loro auto in cerca di cibo (perchè qualche idiota ha dato loro da mangiare la prima volta e ora ne cercano in continuazione senza paura delle persone), così un giorno un surfista ebbe l'idea di ricoprire la sua auto di serpenti di gomma sapendo che i babbuini ne hanno paura in modo che stessero alla larga; beh, tornato dalla surfata ha trovato l'auto devastata perchè, per scacciare i serpenti, i babbuini l'avevano presa a sassate!
Tra storielle come questa, statistiche sui vari tipi di balene e un'inutile sosta in un giardino botanico (dove l'unica cosa interessante era un ruscello con l'acqua colorata dal ferro e da altri minerali che sembrava un fiume di coca cola), finalmente raggiungiamo il paesino di Hermanus famoso per essere l'unico luogo dove le balene si possono ammirare dalla scogliera senza uscire in barca. Comunque oggi il tempo era talmente orribile che le barche non uscivano in mare. Sfidando il vento freddo e la pioggia battente, ci siamo avventurati sulla scogliera e sul vecchio molo cercando di avvistare qualcosa. Vi dico già che non sono riuscita a fare un granché con le foto, cercatele sul vero national geographic, non mi interessa. L'importante è che noi le abbiamo viste dal vivo ed è stato incredibile! Prima si notano gli spruzzi in lontananza poi, tra le enormi onde di questa tempestosa giornata, affiorano i corpi scuri e lucidi e si comincia ad avvistarne più di uno. Mamme con i cuccioli, coppiette e ballerine che saltano fuori dall'acqua quando meno te l'aspetti. Fanno “ciao” con la pinna poi spariscono e poi spunta una gigantesca coda a pochi metri da noi. Noi e la coppia canadese, come quattro deficienti avvolti in k-way troppo leggeri, siamo rimasti oltre un'ora sotto la pioggia a contemplare incantati questo teatro di vita oceanica con un sipario di onde altissime e le balene che si rubavano la scena l'un l'altra. Fa niente se non siamo riusciti a fare belle foto, fa niente se ci verrà la polmonite, fa niente se c'è stato il sole fino a ieri e fa niente se i nostri ultimi vestiti puliti sono fradici: abbiamo visto le balene!!
Sulla strada del ritorno, il francese guidava in una pioggia così fitta che si vedevano appena le auto accanto a noi e ci raccontava delle township che Hannes ci ha sconsigliato di visitare. Le township sono quartieri di baracche tipo le favelas sudamericane dove vivono i neri. Una volta i neri potevano lavorare nelle città, ma non gli era permesso abitarci con i bianchi quindi sono state costruite le township, praticamente dei ghetti. Sia qui che a Johannesburg organizzano addirittura dei tour per visitarle. Secondo il francese vale la pena andarci perchè è un'esperienza culturale e tanti ci vivono per scelta e con orgoglio, ci si può andare anche per provare la cucina locale. Secondo Hannes è come andare allo zoo a vedere i poveri passeggiare nell'immondizia. In effetti il discorso del francese mi pareva un po' da hippy, come se fosse l'ultima moda degli “alternativi” andare a cena nella baracca del fratello nero che vive sotto due lamiere incrociate perchè ne è orgoglioso, non perchè povero. Come no! Va beh, potremmo parlarne per ore, ma lasciamo stare.
Fuori il vento ulula e spazza le strade con turbini di sabbia rubata alla spiaggia e spruzzate di pioggia fredda. Di solito da qui si gode di una splendida vista su Cape Town e Table Mountain, ma stasera sono scomparse dietro le nuvole e ora che è buio sembra di galleggiare, sembra che l'oceano sia arrivato sotto la finestra. Meno male che, diceva il francese, secondo il meteo la tempesta arriverà domani.”
Ora è mattina, c'è un gran vento e... un bellissimo sole.

giovedì 18 ottobre 2012

Post Veloc

Questo è solo per dirvi che oggi, come da programma, abbiamo visto Mirko e Sarah ed è sempre un piacere!
Intanto eccovi un album con varie foto di Livingstone, dell'ostello e dei personaggi di cui vi ho parlato fin qui. Coming soon le foto dal Sudafrica!

LIVINGSTONE

mercoledì 17 ottobre 2012

Nuove bestie dall'Africa e Cape Town

Ecco un nuovo album per voi con le foto al parco nazionale Chobe in Botswana e un aggiornamento sul viaggio fin qui.

Durante il volo verso Cape Town ho visto dal finestrino un grosso temporale. Era già successo mentre andavamo a Bali, ma questa volta con il buio. Era incredibile: in alto la notte stellata, poi una striscia più chiara, una scia di tramonto e sotto le nubi illuminate da lampi e saette. Che spettacolo! In città ci aspettava un vento da tornado che ha soffiato per tutta la notte, ma grazie a questo ci siamo svegliati con il sole e il cielo limpido.

martedì 16 ottobre 2012

Prime foto dall'Africa

Non stiamo fermi un attimo e solo ora sono riuscita a riordinare qualche foto da farvi vedere.
Per adesso ne ho caricata qualcuna della passeggiata con i leoni e un album sulle cascate viste da ogni angolazione, dal parco, dalle pozze sottostanti, dalla Devil's pool, babbuini compresi.
Dovrei avere un po' di tempo giovedì pomeriggio per gli altri album. Pazientate che ne vale la pena!

A SPASSO CON I LEONI

VICTORIA FALLS

Fatemi sapere se funzionano i link.

Luoghi magici, persone speciali

Su questo blog ho scritto che il viaggio comincia con le nostre aspettative. Bene, poi continua con i luoghi che visitiamo, i paesaggi che vediamo e le persone che incontriamo, poi continua ancora con le foto e i ricordi. Raccontandovi le ultime storie su Livingstone ne ho già nostalgia, ma questa volta non solo per il fascino dei luoghi e le emozioni per lo spettacolo della natura, questa perfino per alcune persone.
Vi avevo lasciati con un appuntamento per cena con Alison, la sua compagna di viaggio Emma, l'australiana Shirley (che però se n'è andata presto) e il sudafricano bianco Hannes che, tra le altre cose, fa la guida privata in lungo e in largo per l'Africa nera. Le strade dei viaggiatori continuano ad incrociarsi seguendo strani disegni sulle mappe del destino.

venerdì 12 ottobre 2012

Due giorni, mille avventure

Superquark speciale Barbi & TdC
Il Chobe National Park in Botswana è uno dei più bei parchi africani. Ne avevamo tanto sentito parlare che alla fine siamo riusciti ad includerlo in questa breve vacanza. In realtà ne abbiamo scoperto anche un altro che però è troppo lontano da Livingstone per poterci andare in questi giorni.
Comunque tra qui e il Chobe ci sono 90km di strada in buone condizioni, due frontiere con relativa burocrazia e gente che tenta di saltare la fila, un tratto da fare in barca e qualche chilometro di Botswana. 

mercoledì 10 ottobre 2012

Prime avventure tra leoni, birra e cascate

In due giorni lo Zambia ci ha conquistati e l'atmosfera di vera Africa ci sta avvolgendo sempre di più. Mi dispiace che la connessione debolina non mi permetta di mostrarvi le foto di queste piccole fantastiche avventure, ma appena possibile le caricherò.
La prima piccola avventura è cominciata ieri mattina con sveglia alle 6 perchè alle 6.45 vengono a prenderci e perchè è bene riprendere il naturale ritmo di alba-tramonto che ci hanno insegnato le escursioni nella natura. Usciamo da Livingstone in minibus e attraversiamo un vecchio binario ferroviario dove un gruppo di elefanti attira la nostra attenzione, anche loro passavano di lì. 
Da quel momento ho pensato: ecco l'Africa che stavamo cercando. Il minibus ci porta in una zona del parco Mosi-oa-Tunya dove l'associazione Alert ha i suoi uffici e le piccole case dove vivono il fondatore e i volontari. Qui recuperano i leoni dalla cattività e lavorano per reintrodurli in natura attraverso un progressivo distacco dall'uomo.

lunedì 8 ottobre 2012

Appena arrivati

Il viaggio è andato bene anche se l'economy di Ethiopian Airlines non è certo quella di Qatar o Emirates. Comunque siamo arrivati a Johannesburg insieme ai bagagli e questo si chiama cominciare bene. Ci son venuti a prendere dal Moafrika Lodge dove abbiamo passato una notte super riposante nel silenzio della campagna fuori Johannesburg. Un luogo davvero tranquillo e ospitale anche se qui hanno la fissa della sicurezza: il proprietario, un tizio palestrato di nome Anthony, ha ben tre rottweiler e il valletto che ci ha accompagnati in camera ci ha mostrato un telecomando con pulsante da premere in non ben specificati casi di emergenza security.

venerdì 5 ottobre 2012

In valigia

Con in mente Beppe Maniglia che suona Africa dei Toto sul lungomare di Cattolica, ho preparato la valigia. Non è stato facile scegliere cosa portare perchè a Livingstone ci sono 37 gradi mentre a Cape Town ce ne sono 15. Con una tale escursione termica in due sole settimane mi sa che la malaria sarà il rischio minore. Dunque una canotta e un maglione, pantaloni lunghi e corti, sandali e scarpe da trekking, crema solare e cappellino di lana (del Rugby Monza) e altra roba lasciando più spazio possibile per gli acquisti sul posto. Nel bagaglio a mano la macchina fotografica bella, eeepc, gatto da viaggio, un cambio d'abiti completo nel caso tutto il resto rimanga allo scalo di Fiumicino e il libro che ho scelto per questo viaggio.
Wave watching è venuto a casa con me dalla libreria perchè mi ricordava un altro libro letto di recente, Gelo di Bill Streever, che mi è piaciuto tantissimo. Sono libri che mescolano curiosità scientifiche e avventura, storia e quotidianità di fenomeni naturali affascinanti e indomabili. Wave watching mi pareva adatto visto che tutta la penisola da Cape Town a Capo di Buona Speranza è regno di grandi onde e in questo periodo potrei anche trovare un bel temporale da contemplare e fotografare insieme all'imperdibile passaggio delle balene e alle colonie di pinguini.
Soprattutto, però, sono emozionata perchè finalmente incontrerò dal vivo i favolosi animali africani che mi hanno fatto tanto sognare nei documentari fin da quando Piero Angela era un giovanotto. Il viaggio sarà lungo e incasinato: partenza da malpensa domani sera alle 21.45, scalo a Roma e poi ad Addis Abeba prima di arrivare a Johannesburg domenica alle 13.30. Una notte lì e il mattino dopo alle 10.40 volo per Livingstone: finalmente la vera Africa! Ho desiderato tanto questo viaggio e ora, connessioni permettendo, vi porterò con me e Sergio in una nuova strabiliante avventura! Evviva!
A questo punto, come si dice in Voliera: tanti saluti a voi e alle vostre famiglie.

P.s. Grazie a Sté che ci accompagnerà in aeroporto domani e a Marco che verrà a riprenderci il 22 ottobre.