Questo
è quello che ho scritto ieri sera
“Cape
Town è carina, ma non è Africa. Cape Town è carina, ma se Monza
avesse l'oceano sarebbe meglio. Eh sì, l'oceano è bellissimo e
pieno di vita, l'oceano ha personalità.
L'ho visto a Capo di Buona Speranza dove salta oltre gli scogli, a Cape Point dove l'Atlantico e
l'Indiano si incontrano con le loro correnti inverse, qui sulla
spiaggia che va da Marine Circle a Big Bay dove passiamo ogni mattina
per prendere l'autobus e ogni sera quando torniamo da un'escursione.
Qui
non è Africa anche perchè oggi fa un freddo terribile e,
ovviamente, proprio oggi che piove come nei nostri autunni peggiori,
siamo andati a Hermanus a vedere le balene. Comunque non m'importava
quanto potesse piovere: sono venuta per le balene e vado a vedere le
balene!
Il
pulmino per Hermanus ci aveva dato appuntamento in centro Cape Town
perchè nessuno viene mai a prenderci al Surf Hostel che è troppo
fuori città (ok, ma qui abbiamo la spiaggia più bella della
costa!). Con mezz'ora di ritardo arriva il pulmino guidato da un
francese che vive qui da due anni e parla tantissimo. Il resto dei
passeggeri sono una coppia canadese e cinque tedeschi. Mentre andiamo
verso Hermanus il francese ci parla di qualsiasi cosa, dai lavori in
corso sulle autostrade al vino sudafricano, dalle township alle
abitudini dei babbuini. A proposito dei babbuini ci ha raccontato un
aneddoto: i surfisti si sono sempre lamentati del fatto che i
babbuini di queste parti danneggiano le loro auto in cerca di cibo
(perchè qualche idiota ha dato loro da mangiare la prima volta e ora
ne cercano in continuazione senza paura delle persone), così un
giorno un surfista ebbe l'idea di ricoprire la sua auto di serpenti
di gomma sapendo che i babbuini ne hanno paura in modo che stessero
alla larga; beh, tornato dalla surfata ha trovato l'auto devastata
perchè, per scacciare i serpenti, i babbuini l'avevano presa a
sassate!
Tra
storielle come questa, statistiche sui vari tipi di balene e
un'inutile sosta in un giardino botanico (dove l'unica cosa
interessante era un ruscello con l'acqua colorata dal ferro e da
altri minerali che sembrava un fiume di coca cola), finalmente
raggiungiamo il paesino di Hermanus famoso per essere l'unico luogo
dove le balene si possono ammirare dalla scogliera senza uscire in
barca. Comunque oggi il tempo era talmente orribile che le barche non
uscivano in mare. Sfidando il vento freddo e la pioggia battente, ci
siamo avventurati sulla scogliera e sul vecchio molo cercando di
avvistare qualcosa. Vi dico già che non sono riuscita a fare un
granché con le foto, cercatele sul vero national geographic, non mi
interessa. L'importante è che noi le abbiamo viste dal vivo ed è
stato incredibile! Prima si notano gli spruzzi in lontananza poi, tra
le enormi onde di questa tempestosa giornata, affiorano i corpi scuri
e lucidi e si comincia ad avvistarne più di uno. Mamme con i
cuccioli, coppiette e ballerine che saltano fuori dall'acqua quando
meno te l'aspetti. Fanno “ciao” con la pinna poi spariscono e poi
spunta una gigantesca coda a pochi metri da noi. Noi e la coppia
canadese, come quattro deficienti avvolti in k-way troppo leggeri,
siamo rimasti oltre un'ora sotto la pioggia a contemplare incantati
questo teatro di vita oceanica con un sipario di onde altissime e le
balene che si rubavano la scena l'un l'altra. Fa niente se non siamo
riusciti a fare belle foto, fa niente se ci verrà la polmonite, fa
niente se c'è stato il sole fino a ieri e fa niente se i nostri
ultimi vestiti puliti sono fradici: abbiamo visto le balene!!
Sulla
strada del ritorno, il francese guidava in una pioggia così fitta
che si vedevano appena le auto accanto a noi e ci raccontava delle
township che Hannes ci ha sconsigliato di visitare. Le township sono
quartieri di baracche tipo le favelas sudamericane dove vivono i
neri. Una volta i neri potevano lavorare nelle città, ma non gli era
permesso abitarci con i bianchi quindi sono state costruite le
township, praticamente dei ghetti. Sia qui che a Johannesburg
organizzano addirittura dei tour per visitarle. Secondo il francese
vale la pena andarci perchè è un'esperienza culturale e tanti ci
vivono per scelta e con orgoglio, ci si può andare anche per provare
la cucina locale. Secondo Hannes è come andare allo zoo a vedere i
poveri passeggiare nell'immondizia. In effetti il discorso del
francese mi pareva un po' da hippy, come se fosse l'ultima moda degli
“alternativi” andare a cena nella baracca del fratello nero che
vive sotto due lamiere incrociate perchè ne è orgoglioso, non
perchè povero. Come no! Va beh, potremmo parlarne per ore, ma
lasciamo stare.
Fuori
il vento ulula e spazza le strade con turbini di sabbia rubata alla
spiaggia e spruzzate di pioggia fredda. Di solito da qui si gode di
una splendida vista su Cape Town e Table Mountain, ma stasera sono
scomparse dietro le nuvole e ora che è buio sembra di galleggiare,
sembra che l'oceano sia arrivato sotto la finestra. Meno male che,
diceva il francese, secondo il meteo la tempesta arriverà domani.”
Ora
è mattina, c'è un gran vento e... un bellissimo sole.