sabato 4 maggio 2024

Dove andremo a finire

Nelle fioriere sul mio balcone coltivo solo piante infestanti, menta e ciclamini, perché non necessitano di alcuna cura e sopravvivono alla mia pigrizia. Semino solo erba gatta per Bio, ma anche quella poi cresce da sola, nonostante non si capisca più in che stagione siamo.  Le zanzare estive incontrano le cimici invernali e si menano, sostenendo ognuna che sia il proprio periodo di competenza. Cappotti e canottiere condividono l'armadio fianco a fianco.

Peris mi ha mandato questo video ripreso sull'autobus con cui va al lavoro: le vie di Nairobi, che già sono impraticabili per il traffico, trasformate in fiumi con tanto di onde. Ma vi immaginate attraversarle sul van di Junior?


Dan mi scrive deluso dopo un'altra giornata a discutere con le autorità statali del Way Kambas e la polizia locale. Parlavano di migliorare la collaborazione per proteggere la foresta e gli animali, ma quelli gli hanno chiesto fondi per finanziare l'attività. -Ma il parco appartiene a voi o ad Alert?- ha risposto. Chi lavora per la conservazione di questo ambiente prezioso non è apprezzato e supportato come meriterebbe, anzi è ostacolato da burocrazia e corruzione, perfino sfruttato perché le autorità vedono le associazioni ambientaliste come fonti di donazioni per finanziarsi quando quei fondi dovrebbero venire dal governo. Mi è dispiaciuto sentirlo tanto scoraggiato, capisco la sua frustrazione perché so quanto impegno mette con i suoi ragazzi nei progetti di sviluppo sostenibile e li vedo rischiare la vita ogni volta per spegnere gli incendi con i pochi mezzi a disposizione. Cerco di tirargli su il morale ricordandogli che le nuove generazioni sono più sensibili riguardo la natura, lo dimostrano i giovani di Rantau Jaya Makmur con il loro piano per l'ecoturismo, gli studenti che visitano il Way Kambas (anche se mi hanno raccontato che un bambino di città ha chiesto quale fosse l'albero delle patatine fritte) e i movimenti giovanili in tutto il mondo. Certo, ci vorrà ancora qualche anno prima che siano loro a governare, ma intanto facciamo del nostro meglio. Per consolarlo, gli ho mandato la foto di Penelope e Lucio con le magliette di Alert che ho comprato per loro e la didascalia "The next generation is coming!" Finalmente, mi ha risposto con una faccina sorridente. Non perdiamo la speranza, malgrado i nostri piccoli sforzi appaiano insignificanti di fronte al disastro globale, c'è un elefantino zoppo che conta su di noi e basta questo perché ne valga la pena.


A questo proposito, mi vengono in mente le storie di Mister Bonari sul bracconaggio. La fondazione per la protezione dei rinoceronti, come vi ho già detto, ha facoltà di arrestare i bracconieri e consegnarli poi alla stazione di polizia locale. Mi ha raccontato che per portare i criminali fuori dal parco devono inventarsi piani da film di spionaggio perché hanno paura di attraversare i villaggi da cui provengono che potrebbero insorgere in difesa dell'arrestato. Anche le pene previste non sono un gran deterrente: un anno di galera che può essere convertito in una multa. Pagano e tornano ad appiccare incendi e piazzare trappole. -Va cambiata la mentalità della gente- dice Mister Bonari -altrimenti non se ne esce.- A volte, riescono ad arruolare ex-bracconieri nella fondazione, pagandoli proprio per pattugliare il parco forti della loro esperienza nel lato oscuro; anche i ragazzi del progetto ecoturismo li impiegano come guide per i turisti nelle escursioni al Way Kambas e l'anno scorso vi ho raccontato il mio bell'incontro con l'ex-bracconiere che Alert ha aiutato ad avviare l'attività con le arnie per api. Peccato che non siano molti i delinquenti disposti a cambiare vita, nemmeno con il supporto di tutte le associazioni, perché sono privi di lungimiranza e voglia di lavorare onestamente, preferiscono il facile e immediato guadagno illegale, senza preoccuparsi che ai loro figli non resterà nulla per il futuro. Ma anche Mister Bonari vede una maggior consapevolezza nei giovani e, malgrado in tanti anni di servizio non abbia visto grossi miglioramenti nell'atteggiamento del governo, spera ancora nel cambiamento.

Vorrei poter fare di più, anche se ho pochi soldi e impiego un'ora a piantare tre alberi. Vorrei farlo per gli alberi e gli animali, vorrei farlo perché questi ragazzi meritano supporto e rispetto, vorrei farlo per non sentire più Dan triste e scoraggiato. Sulle pagine del mio amato National Geographic trovo tanti reportage su questo tipo di battaglie, ce ne sono in tutto il mondo, per le foreste e per gli oceani, per i pesci, gli uccelli e i mammiferi, per le comunità che con la natura convivono in armonia da sempre, penso agli Indios in Amazzonia che vengono uccisi per il loro attivismo sulla conservazione, o all'omicidio di Dian Fossey, mentre le sue colleghe Jane Goodall (che ha da poco compiuto 90 anni) e Biruté Galdikas continuano a lottare e insegnare che siamo parte dell'ambiente, non padroni, come ho imparato da Piero Angela fin dai tempi di Quark. E, tralasciando le celebrità, sono fiera di tutti i miei amici che contribuiscono in mille piccoli modi con la loro attenzione.

Certo, siamo troppi al mondo per pretendere che il pianeta ci sostenga senza danni, ma ridurre il nostro impatto è possibile, partendo dalle piccole cose quotidiane. Che sia per vero amore per la natura, per principio, per voglia di ribellione o anche solo perché va di moda, l'importante è che qualcosa si muova nella giusta direzione. Così Penelope e Lucio, quando avranno la mia età, potranno ancora godere delle meraviglie che ho vissuto io.




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