Ci sono molti
modi di viaggiare:in auto, in treno, in aereo, a piedi, in moto, in
bicicletta, con la fantasia e attraverso i racconti di altri
viaggiatori. Vi ho parlato spesso dei libri di viaggio che mi sono
piaciuti e mi hanno ispirato, ma ce ne sono due, nella mia personale
biblioteca, che mi hanno fatto venire voglia di coinvolgere altri
viaggiatori in un gioco di ricordi.
“Era meglio se
stavo a casa!” e “Dove sono finito? Storie inaspettate da luoghi
inaspettati” sono raccolte dei racconti di viaggio di scrittori,
giornalisti e avventurieri che trattano due diversi temi: il primo è
un'antologia di disavventure ed esperienze disastrose; il secondo è
una collezione di momenti di “disorientamento” per la bellezza,
la stranezza o la particolarità di un luogo o di una situazione
incontrati durante un viaggio. Mi sono divertita molto nel leggere
queste esperienze di sciagure e belle sorprese, così ho pensato a
quali, tra i miei ricordi, avrebbero potuto far parte di queste due
raccolte e, allo stesso tempo, mi è venuta voglia di sentire altre
storie del genere.
Ho quindi
pensato di raccontare i miei due momenti e invitare altri viaggiatori
a raccontarmi i loro. Mandatemi i
vostri ricordi per “Era meglio se stavo a casa!” e “Dove sono
finito?” all'indirizzo simopassacc@gmail.com
, magari corredati da una foto e, se avete un blog, aggiungete il
vostro link. Pubblicherò un post (o più di uno se dovesse servire
più spazio) con tutte le vostre disavventure e belle sorprese in
modo da continuare il gioco di ricordi cominciato con questi libri.
In attesa delle
vostre storie, ecco le mie.
“Era meglio se
stavo a casa!” Devo dire che mi è capitato raramente di pensarlo
perché, anche nei momenti peggiori, un viaggio è sempre un'emozione
irrinunciabile. Sono quasi stata trascinata via dalla corrente di un
fiume a Sumatra, mi sono slogata una caviglia cadendo da un
marciapiede a Bali mentre stavo per partire per l'Australia, sono
stata in pronto soccorso ad Adelaide per un'infezione, ho
letteralmente nuotato nella foresta del Borneo durante un acquazzone
con l'acqua alla vita e lo zaino fradicio sulle spalle, ma niente di
tutto questo mi ha fatto apprezzare meno quelle mete.
Un momento,
però, in cui davvero non vedevo l'ora di andarmene è stato durante
una notte a Medan nel 2010, prima del volo da Sumatra a Bali. Quella è stata una notte infernale, trascorsa in una piccola
stanza d'albergo in un sottoscala senza finestre, con un caldo
insopportabile, la tv del custode alla reception (al di là della
parete del letto) che andava a tutto volume nonostante le nostre
lamentele, la camera sudicia che puzzava di muffa, un bagno impossibile
da descrivere. Pregavo che arrivasse presto l'alba per andarmene in
aeroporto. Preferisco mille volte dormire nel fango della giungla che
nella sporcizia di città. Per fortuna, è stato solo per una notte e
non ho pensato a fotografare quel luogo da incubo per mostrarvelo:
volevo solo scappare!
“Dove sono
finito?” Nel 2013, atterrati in Kalimantan, la parte indonesiana
dell'isola del Borneo, io e il TdC abbiamo trovato Ponco, la nostra
guida locale, ad attenderci in aeroporto. Per raggiungere la nostra
sistemazione in mezzo alla giungla, ci aspettava un lungo percorso
sul fiume, ma la barca non era ancora pronta. Per passare il tempo,
Ponco ci ha proposto di fare tappa al matrimonio di un suo amico.
Immaginate noi due, in arrivo da 14 ore di volo dall'Italia, dopo una
notte a Jakarta e un altro volo, in sandali e occhiaie, già sudati
per il clima tropicale, imbucati a un matrimonio musulmano tra
sconosciuti. La festa era aperta a tutto il villaggio e alle 11 del
mattino il buffet di piatti tipici era già aperto. Siamo stati
accolti con grande gentilezza e ospitalità da donne in abiti
bellissimi e uomini eleganti che, però, non facevano caso al nostro
abbigliamento, forse perché era già abbastanza strano trovare degli
occidentali alla cerimonia. Anzi, ci hanno trattati da vip, visto che
la coppia, insieme ai genitori degli sposi, ha insistito per farsi
fotografare con noi sul palco. Nella foto palesemente ci
stiamo domandando Dove sono finito?
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