martedì 29 luglio 2014

Ulisse non aveva tutti i torti

Tradendo il programma iniziale, ieri siamo state a Itaca e stasera andremo a Lefkada. Prima, però, vi racconto un paio di cose di domenica.
Sulla strada regionale che corre parallela alla via principale di Nidri, si trova (guardando bene) il cartello che indica la deviazione per le cascate. Una stradina di campagna si inoltra per qualche chilometro nella campagna e finisce in un parcheggio. Da lì si prende un facile sentiero che conduce alla parete da cui il torrente si tuffa in una serie di pozze. Luglio non è certo il periodo migliore per osservare la cascata perché è quasi in secca e le pozze stagnanti, però è una passeggiata ombrosa con scorci carini da fotografare. A proposito di foto, ve le carico stasera perché ho dimenticato la macchina fotografica in tenda e non ho nessuna voglia di rifare le scale infinite per tornare qui in terrazza! 

Dopo la visita alla cascata siamo tornate a Poros Beach che si raggiunge con una serie di stretti tornanti (la mia passione!) e la sera si incontrano facilmente piccole volpi, tanto che la Fra ha rischiato di investirne una, quindi fate attenzione. Mentre a Monza prosegue il diluvio universale, qui abbiamo 30 gradi e un bel venticello così ci siamo godute la cena “da Nico”, il ristorante Zolithros sul porticciolo, insieme a una birra Mythos ghiacciata. Una cena ottima, ma vi assicuro che si mangia benissimo anche al ristorante del campeggio dove i piatti tipici cucinati in maniera casalinga da mamma Messinis sono serviti in abbondanti porzioni a buon prezzo.

Ora, però, torniamo a Itaca. Dicevo che non mi sorprende che Ulisse sia stato via vent'anni con una scusa perché la nostra esperienza non è stata esaltante. Portarsi l'auto costava cento euro quindi l'abbiamo lasciata al parcheggio di Nidri e a Itaca ci siamo mosse a piedi scoprendo che dobbiamo assolutamente imparare a guidare il motorino perché qui, come a Bali, è il mezzo ideale per esplorare un'isola. Siamo approdate in un piccolo porto affollatissimo di barche a vela e gommoni dominato dalla torre di un vecchio mulino. Abbiamo preso il sentiero per la torre in modo di farci un'idea dall'alto di dove dirigerci. Dal mulino si vede sulla sinistra una strada sterrata che sale ripidissima lungo le montagne e per di più era completamente priva di ombra, impossibile da percorrere sotto il sole, quindi l'abbiamo soprannominata “la strada della morte”. A destra, invece, una via asfaltata segue la costa e abbiamo deciso di prendere quella sperando di trovare qualche sentiero che scendesse al mare, infatti dopo un chilometro c'è una scala di pietra che conduce a una spiaggetta deliziosa. Armate di maschere e boccagli ci siamo tuffate a snorkelare. Certo, dopo aver visto la Grande Barriera Corallina in Australia, pochi luoghi sommersi mi daranno soddisfazione, ma è stato carino. C'erano pesci grandi e piccoli, blu, tigrati, verdi e viola, un pochino di corallo e qualche grotta dove però non mi fidavo ad addentrarmi. Dopo pranzo sono arrivate le nuvole, da ogni direzione e tutte si incollavano a Itaca oscurando il sole. Ne abbiamo approfittato per risalire la strada della morte dalla quale si gode di un bel panorama e si scorgono bellissime spiagge raggiungibili solo in barca. Vestite da mare abbiamo sofferto per il vento freddo e il sole nascosto ed è stato allora che ci siamo convinte che Ulisse fosse partito perché su questa isola si accumulano tutte le nubi più scure mentre vedevamo il sole splendere su quelle vicine. Tra l'altro non è certo che la sua casa fosse davvero a Itaca perché non sono mai stati trovati i luoghi descritti da Omero, anzi, a diversi studiosi è sorto il dubbio che l'isola a cui l'eroe voleva tornare fosse Cefalonia o Lefkada. Itaca comunque non ci ha entusiasmate anche se è vero che non abbiamo visitato la città principale, ma nemmeno siamo così appassionate di città. Stasera ceneremo a Lefkada che, come tutto il resto nelle isole ionie, fu rasa al suolo dal terremoto del 1953 citato nella descrizione di ogni attrazione della zona tanto che siamo andate a cercarlo su internet. In effetti è stato un cataclisma di una certa portata, ma sarà interessante vedere il forte in pietra che, invece, ha resistito e la città ricostruita (secondo quanto ha capito la Fra dalla guida del National Geographic) con dei “bastoncini”. Ovviamente le ho chiesto che cosa intendesse per “bastoncini” e lei insisteva che sulla guida era scritto così. Beh, in realtà c'è scritto “assicelle e altri materiali flessibili” per affrontare meglio le scosse di terremoto, ma qui la Fra è la tour leader quindi stasera andrò a fotografare i mitici bastoncini di Lefkada.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. ...e quando suo marito Ulisse di Policoro le dirà "A Pené, vado a comprare le sigarette." fossi in lei mi preoccuperei :)

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