In
questo periodo gira una specie di giochino tra gli scrittori: usare
l'alfabeto per descrivere il proprio stile di scrittura.
Ognuno ha pubblicato sul proprio blog o sito un elenco di parole che lo
definisce per poi condividerlo e discuterne con lettori e colleghi.
L'ho scoperto perché seguo Penna Blu che mi insegna sempre qualcosa
di utile.
Considerandomi
ancora un'apprendista scrittrice, le mie definizioni sono ancora
(forse lo saranno sempre) in progress, quindo ho preferito applicare
il gioco ai viaggi.
Ecco
il mio personale alfabeto del viaggiatore:
A
come Avventura
Ogni
volta che si parte, qualunque sia la meta, è sempre un'avventura. Si
va in un luogo mai visto o si torna in un luogo conosciuto, ma ogni
viaggio è diverso. Non sono una grande sportiva (nemmeno una
piccola, in realtà) eppure mi sono spinta dentro foreste, ho
attraversato fiumi, ho scalato vulcani e piramidi solo per il piacere
di trovarmi lì.
B
come Barbuna
C
come Curiosità
Se
lo scopo del vostro viaggio è stare spaparanzati al sole per due
settimane a riprendervi dalle fatiche lavorative, rilassatevi pure.
Io, però, dopo due giorni di spiaggia ho voglia di esplorare,
vedere, scoprire. Scelgo una meta perché mi incuriosisce per qualche
motivo, che sia per osservare paesaggi, animali o siti archeologici.
La curiosità, poi, non si esaurisce una volta arrivati perché c'è
sempre molto più di quanto ci aspettiamo.
D
come Disavventure
Ci
stanno anche quelle, è normale. Non può andare sempre tutto liscio
e bisogna saperle affrontare. Gli imprevisti capitano e, se non sono
gravi, basta un po' di flessibilità e pazienza per superarli. Nei
miei viaggi mi sono fatta male, mi sono trovata in alberghi dai quali
sono fuggita dopo una notte, mi sono fatta fregare sui prezzi, ho
annegato la macchina fotografica del TdC, ho strappato pantaloni che
mi piacevano, ho atteso mezzi di trasporto che non arrivavano.
Succede, t'incazzi al momento, ma quando ci ripensi, alla fine, ti
viene da ridere.
E
come Esperienza
Viaggiando
s'impara. Oggi sono una viaggiatrice migliore perché ho fatto tesoro
degli errori passati e so come comportarmi lontano da casa. Sono più
furba, ma anche più rispettosa. Il viaggio arricchisce chi è aperto
alle novità e alle sorprese, si apprende sul campo, si cresce e si
diventa più forti. Come ho già detto, dovrebbe essere una materia
scolastica.
F
come Foto
Il
miglior modo di collezionare ricordi è quello di fare fotografie. Mi
piace riguardarle dopo tanto tempo perché mi fanno tornare in mente
i momenti nei quali le ho scattate, con tutte le storie che ci girano
intorno. Mi ritrovo più giovane, più magra, più grassa, con un
altro taglio di capelli, ma sempre con un sorriso impossibile da
trattenere perché viaggiare mi rende felice. Caricare gli album sul
blog, poi, è un modo per condividere quei momenti con chi mi segue
da casa, mostrare ciò di cui parlo nei miei articoli.
G
come Guida
Non
la guida stampata, utile al massimo per le mappe, ma la persona che
ti fa apprezzare una meta perché sa raccontartene la storia e ti fa
notare dettagli che da solo non sapresti riconoscere. Consiglio
sempre di affidarsi a persone del luogo perché, oltre a sostenere il
turismo locale, sono le più qualificate e appassionate. Ne ho già
parlato in altri post, sapete cosa intendo.
H
come Hotel
Per
scegliere l'alloggio guardo principalmente due cose: posizione e
prezzo. In fondo considero un hotel, ostello, guest house, tenda e
qualsiasi altra sistemazione come il posto in cui dormire e lasciare
i bagagli. Il viaggio si svolge fuori quindi non ha importanza, per
me, che ci siano la piscina, il ristorante stellato o l'animazione.
Un letto e un bagno puliti sono tutto ciò che mi serve dopo una
giornata all'avventura.
I
come Ignoto
Spesso,
quando comunico la meta del mio prossimo viaggio, mi sento
rispondere: “Ma sei matta?” perché da dove abitiamo il resto del
mondo sembra sempre più pericoloso di quanto sia in realtà. Non
dico di andarsi a infilare in zone di guerra, ma la maggior parte
delle nostre paure riguardo Paesi lontani non sono altro che stupidi
pregiudizi su luoghi e culture che non conosciamo. A Livingstone, in
Zambia, ci avevano raccomandato di non uscire dall'ostello la sera,
ma quando io e il TdC ci siamo avventurati fuori in cerca di un
ristorante tipico, abbiamo scoperto una cittadina tranquilla con
locali e stranieri che passeggiavano insieme tranquillamente. A La
Paz, in Messico, con le Cavallette è stato lo stesso.
L
come Libro
Molti
dei miei viaggi sono stati ispirati da libri che mi hanno fatto venir
voglia di vedere di persona i luoghi descritti. Porto sempre un libro
o il kindle con me per riempire i tempi morti delle attese e dei
lunghi spostamenti, ma anche per leggere in spiaggia o la sera prima
di dormire. I libri, poi, mi fanno viaggiare per il mondo e nel tempo
anche quando sono a casa sul mio divano.
M
come Medicine
Portate
il minimo indispensabile e fate un'assicurazione per assistenza e
spese mediche prima di partire. Se vi trovate in un Paese povero, per
favore, regalate i vostri medicinali a una farmacia o all'albergo
quando ve ne andate.
N
come Natura
Contemplare
paesaggi, allontanarsi dalla civiltà, incontrare e osservare animali
straordinari, trovarsi sotto un cielo stellato, in mezzo a un
deserto, tra gli alberi della giungla, sopra o sotto le onde del
mare... È sempre stata la natura a regalarmi i momenti migliori con
il suo grande spettacolo fatto di forme, colori e vita. Prendi solo
foto e lascia solo impronte, recitava un cartello in Australia. Per
godere di certe bellezze bisogna rispettarle, sostenere chi le
protegge e avvicinarsi nel modo giusto, magari anche con fatica, ma
senza rovinare, sporcare, distruggere. Le emozioni che proverete vi
ripagheranno di qualsiasi sforzo.
O
come Organizzazione
Mi
piace progettare un viaggio, è l'antipasto dell'avventura. Faccio
ricerche, scelgo itinerari e alloggi, mi informo su cosa vedere, come
arrivarci e sul clima. Stendo un programma a grandi linee e lascio
sempre giorni in bianco per decidere sul posto. Sono ordinata e
scrupolosa nella preparazione, ma so che, una volta sul posto, i
piani potrebbero cambiare e voglio essere flessibile. È capitato che
incontrassi qualcuno che suggeriva un percorso alternativo o
consigliava una visita fuori programma, non voglio perdermi queste
occasioni a causa di un programma troppo fitto, né correre da un
posto all'altro senza avere il tempo di immergermi nell'atmosfera del
luogo. Come racconta il Capitano Orso Blu “Sospinsi la zattera nei
flutti e il mare mi risucchiò in fretta perché stava giusto
cominciando la risacca. Dove mi avrebbero portato il vento e le onde?
Avevo rinunciato al timone. Bisogna lasciare un'opportunità anche al
destino.”
P
come Pasti
Suggerisco
sempre di provare il cibo locale, non solo perché fa parte della
cultura del luogo, ma anche perché è quello che sicuramente
sapranno cucinare meglio. È chiaro che non troverete una pizza degna
di questo nome in Marocco, è inutile che insistiate. Provate,
invece, i piatti tradizionali del Paese che vi ospita, con
ingredienti locali e ricette tipiche. Un frutto tropicale gustato
dove viene raccolto, ha tutto un altro sapore. Non dico di assaggiare
qualsiasi porcheria, ovviamente. Seguite il vostro gusto, ma cercate
di mangiare quello che mangiano gli abitanti del posto e soprattutto
negli stessi ristoranti frequentati da loro, non quelli affollati
solo di turisti che costano di più e non sempre di buona qualità.
Q
come Quando
Per
decidere quando visitare una certa meta, bisogna tener conto del
clima locale. Trovarsi nel mezzo della stagione delle piogge o
sopportare temperature estreme potrebbe rovinarvi il viaggio. Dipende
sempre, poi, da cosa cercate: se volete visitare un museo non importa
se fuori nevica. Se ne avete la possibilità, inoltre, evitate di
partire nei periodi di alta stagione. Non solo per i prezzi
maggiorati, ma anche per godervi un luogo senza una folla di turisti
intorno. A marzo, nel Masai Mara con le Cavallette abbiamo potuto
osservare gli animali in tranquillità, mentre nel periodo delle
grandi migrazioni da e verso il Serengeti ci saremmo trovate a
inseguire un leone con altre quaranta jeep.
R
come Ritorno
Si
dice “partire è un po' morire”, ma per me il momento davvero
triste è il ritorno. Certo, è bello riabbracciare chi hai lasciato
a casa, ma quando stai vivendo un'esperienza stupenda è sempre
brutto doverla interrompere. Mi affeziono ai luoghi, prendo
abitudini, imparo a conoscere strade e nomi di piatti e poi è già
ora di tornare indietro. Una volta a casa, c'è il rituale di
decompressione (riordinare le foto, aggiornare il blog, rispondere
alle domande degli amici) che rende meno traumatico riprendere la
vita di sempre, ma la cura migliore è cominciare a pensare al
viaggio successivo.
S
come Saluti
Per
questa lettera ho un doppio significato. Imparare a salutare e
ringraziare nella lingua locale è una forma di cortesia verso chi ci
ospita nel suo Paese. Poi ci sono i saluti a casa che faccio sempre
attraverso il blog, ma amo ancora inviare cartoline. È un'usanza un
po' vintage, ormai, e spesso non è facile trovarle, ma so che fa
sempre piacere riceverle.
T
come TdC
È
il compagno di viaggio (e di vita) perfetto per me. Sì, è un
rompipalle professionista, ma mi ha sempre tenuta per mano, sapendo
che da sola inciampo facilmente. È curioso e aperto a nuove
esperienze, si adatta senza troppe pretese, ama la natura ed è
sempre pieno di entusiasmo. Senza di lui mi sarei persa molti
incontri perché è sempre il primo ad attaccare bottone e fa mille
domande.
È
importante viaggiare con le persone giuste perché ritrovarsi
dall'altra parte del mondo con qualcuno che non ti fa sentire a tuo
agio è molto più che una seccatura. Con il TdC, come con le mie
care Cavallette, parto sempre sicura di avere vicino qualcuno che
amerà quell'esperienza come me.
U
come Unico
Ogni viaggio è unico perché vissuto da persone diverse, ognuna con il proprio sguardo personale su ciò che si trova davanti. Ciò che piace a me potrebbe non interessare un altro viaggiatore. Non fatevi influenzare dalle mode, non scegliete il "posto più trendy dell'anno", seguite il vostro istinto e le vostre fantasie.
V
come Volare
Non
so quanti aerei ho preso da quando ho cominciato a viaggiare fuori
dall'Europa, magari un giorno li conterò. Questo mezzo straordinario
ha reso i lunghi spostamenti molto più veloci permettendoci di
visitare l'altro emisfero senza impiegare tre mesi per arrivarci.
Spesso il costo del volo è la componente più costosa del viaggio,
ma prenotando in anticipo, tenendo d'occhio le offerte ed evitando di
partire nei weekend, si può trovare una soluzione abbordabile per
ogni meta. Non ho paura di volare anche se qualche volta, mentre sono
sospesa sopra l'oceano, penso a dove mi trovo e mi viene un brivido.
Soffro, però, di mal d'aria e devo stare attenta a non mangiare
quando si avvicinano il decollo o l'atterraggio. Se poi è destino
che il mio aereo debba cadere, mi auguro sempre che sia quello del
ritorno.
Z
come Zaino
Ribadisco
che è sempre meglio viaggiare leggeri perché quello che non potete
trovare sul posto, forse non vi serve nemmeno. Scegliete, poi, il
tipo di bagaglio che fa per voi: zaino, valigia, trolley, borsa. Non
esiste una regola, dovete solo trasportarlo comodamente, per il resto
fate come preferite. Attualmente viaggio con una borsa da palestra,
con due tasche laterali per scarpe e accessori, insieme a uno
zainetto per il bagaglio a mano che uso anche per le escursioni in
giornata, comodo per portare acqua, spuntino e macchina fotografica.
Adesso
voglio leggere il vostro alfabeto nei commenti, almeno qualche lettera, su!
La T è la più bella ;)
RispondiEliminaSempre dopo la B!
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