L'archeologia
mi ha sempre appassionata. Ho divorato libri su antichi misteri,
documentari sulle grandi civiltà del passato e i film di Indiana
Jones sono tra i miei preferiti fin da bambina.
Visitare
un sito archeologico mi fa pensare a chi l'ha costruito, immagino
scene di vita dell'epoca e fantastico sulle storie degli archeologi che, tra mille difficoltà, riportano alla luce questo patrimonio inestimabile in ogni parte del mondo. È emozionante trovarsi davanti a qualcosa
che è sopravvissuto per secoli, conservando il suo fascino e
raccontando storie di popoli che non ci sono più. D'altra parte, mi rattrista riflettere su quanto abbiamo distrutto e perduto per imporre una cultura diversa o per far passare un'autostrada. Certi misteri rimarranno irrisolti.
Riprendo dai miei
viaggi il ricordo di alcuni siti che mi hanno fatto viaggiare indietro nel
tempo.
Egitto
la piramide di Cheope |
In
Egitto, il mio primo viaggio con il TdC, sono rimasta incantata in
diverse occasioni. Al cospetto delle piramidi di Giza, ero
impressionata dall'altezza e dalla maestosità di queste costruzioni
e mi sono ricordata di Graham Hancock che in Impronte degli dei
spiegava che il sito rispecchiava il cielo. Considerando il fiume
Nilo come la Via Lattea, le tre piramidi sono perfettamente allineate
alle tre stelle della Cintura di Orione e si trovano tanti altri
riferimenti geografici, astronomici e matematici nelle loro
proporzioni e orientamento. Lo stesso vale per la Sfinge, anche se ho
dovuto fare uno sforzo d'immaginazione per tagliare fuori dalla mia
vista i brutti edifici moderni dall'altra parte della strada. Se
avete letto il libro, che crediate o meno a teorie e leggende,
cercherete come me gli indizi e i particolari descritti da Hancock,
mentre i turisti intorno a voi vedranno soltanto un monumento da
fotografare. Per questo consiglio sempre di leggere qualcosa sulla
meta che state per visitare: aggiunge qualcosa all'esperienza.
Toth |
Allo
stupendo museo archeologico del Cairo, per il quale ci vorrebbero due
giorni di visita, sono stata accolta dalla statuetta dello scriba che
si trova nelle foto di ogni testo scolastico. Sono tornata bambina,
alle elementari, quando per la prima volta ho sentito parlare degli
antichi egizi, del loro modo di vivere, dei loro complicati riti. Ero
affascinata dalle storie sui faraoni, sulle mummie e sulla schiera di
divinità che accompagnavano ogni aspetto della vita di allora.
Osservare le mummie di quei personaggi è stato come incontrare una
celebrità, un misto di ammirazione, imbarazzo e rispetto. Nello
stesso museo si trova il grande tesoro di Tutankhamon che, oltre a
contare pezzi bellissimi che ammirerei per ore, porta con sé la
leggenda della peggior maledizione della storia. Fantasticavo sul
primo ingresso nella sua tomba, circondata dal deserto nella Valle
dei Re, immaginando l'eccitazione e la meraviglia nel riportare alla
luce quel favoloso tesoro.
Il
mio dio egizio preferito è Toth perché è la divinità di un sacco
di cose che mi piacciono: la luna, la sapienza, la scrittura, la
magia, la misura del tempo, la matematica e la geometria.
Mi
piacerebbe organizzare con le Cavallette una crociera in feluca sul
Nilo per esplorare i siti più a sud verso Luxor.
Cambogia
giungla e templi |
Ad
attirare in Cambogia me e il TdC è stato il racconto di un amico,
Carlo, che aveva già visitato il sito di Angkor e ne parlava con
entusiasmo. Questo enorme complesso di templi si trova immerso nella
giungla e, abbandonato per motivi ancora poco chiari, è rimasto
nascosto per molto tempo agli esploratori occidentali. La vegetazione
ha ricoperto gli edifici, spostato pietre, aperto varchi nelle pareti
e, nonostante molti templi siano stati restaurati, l'abbraccio della
giungla è parte integrante del sito. L'abbiamo visitato in
bicicletta, il modo migliore per godersi la maestosità del luogo. Si
percorrono grandi viali alberati, si attraversano ponti, si scoprono
edifici minori lontani dalle vie principali e ogni tempio ha un
aspetto e un fascino diverso. Scalare quelli più alti offre una
vista stupefacente e la vastità dell'area archeologica disperde i
visitatori lasciando la piacevole sensazione di essere soli e
sperduti nella foresta. Sono belli i templi giganti, ma anche i più
piccoli e bisogna trattenersi, senza fretta, all'interno per
osservare i dettagli delle decorazioni, dei bassorilievi che
raccontano eventi come fumetti scolpiti nella pietra. Se potete,
restate fino al tramonto e guardatelo colorare i canali intorno ad
Angkor Wat: indimenticabile.
Messico
vista dalla piramide della Luna |
Sono
stata in Messico due volte e, facendo tappa a Città del Messico
dalla mia amica Patty, ho visitato la città azteca di Teotihuacan. È
il più grande sito precolombiano del Nord America e ho voluto
tornarci anche la seconda volta perché l'ho adorato. Non è
sfarzoso, ma è impressionante in quanto a maestosità. Oltre alla
funzione religiosa, aveva uno scopo scientifico per chi lo costruì.
Le piramidi del Sole e della Luna e la serie di templi disposti lungo
il Viale dei Morti rappresentano, come in Egitto, lo stretto rapporto
tra la terra e il cielo. Per gli antichi, l'astronomia era molto
importante: significava sapersi orientare, sapere quando seminare e
raccogliere e mantenere il contatto con le divinità. Immaginate
com'era il cielo a quei tempi, quanto fossero chiaramente visibili
pianeti e costellazioni in un'epoca in cui l'inquinamento luminoso e
atmosferico non esistevano. Immaginate quelle notti, rischiarate solo
da qualche fiaccola.
Le
pietre nere con cui sono costruiti gli edifici spiccano nel paesaggio
assolato e, insieme all'ammirazione per la straordinaria opera di
ingegneria, viene sempre da pensare al sangue dei sacrifici rituali
che colava lungo le alte scalinate. Scienza e magia erano
strettamente legate e in certi luoghi si ha la sensazione che le
pietre trattengano ancora i fantasmi di un tempo lontano.
Mi
riprometto sempre di visitare anche la zona Maya, dallo Yucatan al
Guatemala, e prima o poi lo farò.
Italia
Ho
lasciato l'Italia per ultima e, in realtà, ci sarebbe così tanto da
raccontare sull'archeologia del nostro Paese che non bastano un blog,
mille enciclopedie e tutto il web.
Con
la sua posizione in mezzo al Mediterraneo, è stata meta di conquiste
e di passaggio per tutti i popoli circostanti e si trovano tracce di
diverse tradizioni e culture ovunque. Dai greci agli arabi, agli
spagnoli, ai barbari del nord, ai Fenici, l'elenco è lungo. Terra di
artisti, scienziati, inventori, esploratori: non manca davvero nulla.
Siamo fortunati a poter godere di tanta storia facendo pochi passi
dalla soglia di casa. Castelli di ogni epoca, città piene d'arte,
borghi fortificati, tombe, monumenti, pitture rupestri, templi,
rovine, palazzi, giardini. Ancora oggi si fanno scoperte e resistono
misteri come le origini degli Etruschi, per non parlare di quanto si
trova sul fondo dei nostri mari.
parete romana antisismica |
Il
massimo dello splendore, secondo me, era l'Italia ai tempi
dell'Impero Romano. Il genio di quell'epoca resta ineguagliabile
perché oggi è facile pensare di viaggiare nello spazio, ma quello
che hanno realizzato allora, con i mezzi e le conoscenze del tempo, è
impressionante. Ancora oggi ci sorprende l'accuratezza, l'abilità,
la genialità con cui sono state progettate e costruite certe opere:
la perfetta inclinazione degli acquedotti, le strutture antisismiche
di certi edifici, città costruite in modo da sfruttare i venti o
proteggersi dalle tempeste, la ricerca dei materiali, una rete
mondiale di vie di comunicazione, l'invenzione di oggetti, attrezzi,
mezzi di trasporto, l'organizzazione, le strategie, l'arte, la
scienza e semplicemente la bellezza di tutto questo, ancora viva in
Italia e in tutto l'antico impero.
Quando
viaggiate, fermatevi un momento a pensare alla storia del luogo.
Immaginate com'era anticamente, come viveva chi lo abitava, come si è
sentito il primo esploratore che l'ha scoperto, com'era bello il
mondo quando gli uomini erano pochi, curiosi come bambini, e
convivevano con una natura splendida senza sentirsene padroni.
Fermatevi a pensare, non fa mai male.
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