Quando
penso al Sud America, mi vengono in mente tre immagini: Machu Picchu,
la Terra del Fuoco e l'Amazzonia. So benissimo che c'è molto di più,
ma queste sono le prime tre cose delle centinaia che costituiscono le
mie fantasie osservando quella gigantesca pera rovesciata sul
mappamondo.
Per
il primo post di questa categoria, ho scelto l'Amazzonia.
Un
mio vecchio collega di lavoro mi raccontò di esserci andato con la
moglie, anni fa. Avevano fatto una crociera su un tratto del Rio
delle Amazzoni partendo dal Brasile e mi disse che, dopo aver visto
quella, nessun altra foresta al mondo poteva reggere il confronto.
Gli credo.
Amazzonia
mi fa pensare a esploratori che si fanno strada nella vegetazione
armati di machete, circondati da versi di animali e uccelli. Il
sentiero è buio e di un verde intenso perché i raggi del sole sono
schermati da alberi altissimi e rigogliosi. Riesco quasi a sentire
l'umidità, l'odore di fango, il sudore sulla pelle che prude per le
punture d'insetto o irritata dal contatto con qualche pianta strana.
L'aria calda è piena di fruscii inquietanti, potrebbe essere un
giaguaro solitario, oppure quel grosso criceto chiamato capibara o
ancora il grande Ara, pappagallo dai colori sgargianti che smuove il
fogliame. Ci sono anche serpenti, formichieri giganti, bradipi,
piccole rane velenose. Sul fiume si possono incontrare caimani,
lontre, anaconde e Inia, i delfini rosa che arrivano a tre metri di
lunghezza, oltre agli immancabili piranha.
Una
fauna ricchissima e affascinante anche se un pochino spaventosa.
Insomma, tantissima vita che, purtroppo anche qui, è minacciata
dalla deforestazione e dall'attività dei narcotrafficanti.
Insieme
agli animali, anche gli indios, che abitano da millenni questa terra
selvaggia, si vedono privare ogni giorno di grosse porzioni di
foresta, la loro casa, la madre che li nutre, la culla della loro
cultura.
L'Amazzonia è così grande e impenetrabile che ancora
l'anno scorso esistevano tribù così isolate da non aver mai avuto
contatti con il resto del mondo. Un gruppo di indigeni è stato
cacciato dal proprio territorio in Perù dai
narcotrafficanti
e dai taglialegna abusivi, così hanno incontrato una tribù nel nord
del Brasile, il loro primo contatto con uno straniero. Trovate la
notizia qui.
Ma
con questo discorso mi fermo, altrimenti sapete dove andrei a finire.
Proseguendo
con le fantasticherie, da accanita lettrice di Topolino, non posso
dimenticare le tante avventure di Zio Paperone in cerca dei tesori
nascosti nell'inferno verde, come la leggendaria El Dorado, una città
tutta d'oro e pietre preziose sperduta nel folto della foresta. È
questa l'Amazzonia che mi piace immaginare, un grande parco pieno di
misteri e bellezze naturali, pericoli e incontri straordinari, uno di
quei luoghi che ti portano indietro nel tempo fino all'era dei
dinosauri quando la natura era incontaminata e al suo massimo
splendore.
Spero
che si riesca a preservare questo incredibile territorio perché,
quando riuscirò ad andarci, voglio trovarlo vivo e bello come nei
miei sogni. Voglio risalire il Rio delle Amazzoni in barca e
inoltrarmi lungo uno dei suoi tantissimi affluenti seguendo le orme
dei primi esploratori per stupirmi, spaventarmi ed emozionarmi.
Voi
come immaginate l'Amazzonia? Ci siete stati?
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