Finalmente ho riordinato le foto, i video e gli appunti e sono pronta a raccontarvi la mia trasferta napoletana.
Sapete
che preferisco di gran lunga i paesaggi naturali alle opere
dell'uomo, ma, come ho detto altre volte, l'Italia è così ricca
d'arte e storia che perfino qualche città riesce ad affascinarmi.
Non
è facile condensare in un post questi quattro giorni a Napoli,
soprattutto perché è stata la prima volta che io e il TdC ci
mettevamo piede e c'è tanto da fare, da vedere e da mangiare in
questa città.
Prima
di tutto, ringrazio Federica e Davide per l'invito e l'ospitalità.
Come dico sempre, per apprezzare un luogo bisogna visitarlo con gente
del posto e loro, insieme all'amico Ivano che è una guida ufficiale,
ci hanno fatto apprezzare al meglio le bellezze di Napoli e
dintorni.
Ma
andiamo con ordine.
29
dicembre
Grazie
al treno alta velocità, in quattro ore e mezza siamo arrivati a
Napoli comodamente. I nostri amici sono venuti a prenderci alla
stazione e abbiamo raggiunto il centro con la metropolitana,
bellissima esteticamente, ma poco puntuale.
Pensavamo di approdare nel Paese d'o sole, invece, faceva un freddo terribile, ma il forte vento rendeva il cielo limpido e bellissimo.
Le
strade, in questi giorni di festa, erano tremendamente affollate. Napoli
è piena zeppa di storia e tradizioni, dai greci ai romani, alla
dominazione spagnola e ovunque ti giri trovi un'opera d'arte.
Passeggiavamo affascinati tra edifici antichi e tipicità moderne,
come le file di panni stesi ad asciugare sopra le nostre teste.
Davide ha commentato: “A Vienna non ti fanno stendere alla finestra
nel centro storico!”, ma anche questo fa parte della Napoli che
immaginavamo, una città dove gli stereotipi diventano realtà con
una naturalezza tale da farti sentire a casa.
Fuori da un bar c'era un cartello che diceva "Attenzione: qui c'è caffè sospeso", significa che si può lasciare un caffè pagato a chi non se lo può permettere e mi sembra una tradizione molto carina.
Abbiamo
visitato chiese, piazze e vie dedicate all'artigianato dove si passa
dagli strumenti musicali ai libri, fino a via San Gregorio Armeno,
famosa per le botteghe che producono presepi tutto l'anno. Qui
vengono collezionisti da tutto il mondo per acquistare i pezzi più
originali e pregiati, dai forni con la fiammella accesa ai fiumi che
scorrono nei mulini, alle statuette di personaggi famosi, ispirate
all'attualità e alla cronaca come vignette tridimensionali. Così,
in un presepe puoi trovare Batman insieme al Papa e Bolt. Come a casa
mia con Buddha e il nano da giardino zombi. Fantastico!
I
turisti si affollavano davanti alle pizzerie più famose dove
l'attesa per un tavolo era esagerata, quindi abbiamo scelto un locale
più defilato e abbiamo trovato posto in mezzora (erano ormai le tre
del pomeriggio). Sapete che divento nervosa quando ho fame, ma
fortunatamente ci eravamo fermati prima in una rosticceria dove, tra
una crocchetta, una frittatina di pasta e un panino napoletano,
abbiamo placato l'appetito.
A
stomaco pieno, siamo andati a vedere il Cristo Velato, una scultura
che dal vivo lascia senza fiato per la perfezione dei dettagli.
Valeva la pena dell'attesa in coda perché quello non è marmo, è
magia! Abbiamo, poi, saputo dallo zio di Federica che, si dice, fu
realizzata con l'ausilio di tecniche elaborate da misteriosi
alchimisti, altrimenti non si spiega come dal marmo si sia potuto
ottenere un simile risultato. Andate a vederla con i vostri occhi.
Mentre
calava il sole e aumentava il freddo, siamo scesi nella Napoli
sotterranea, con una visita guidata interessante e divertente.
Interessante perché abbiamo visto il passare dei secoli sotto la
città, dalle cave di tufo dei greci, al sistema di cisterne dei
romani, ai resti lasciati da chi, durante la guerra, ha utilizzato
questi spazi come rifugio dai bombardamenti. Divertente perché a un
certo punto ci hanno dato delle candele e ci siamo infilati in
cunicoli strettissimi che si aprivano sulle antiche cisterne. Si
procedeva in fila nel buio totale, cercando di non dare fuoco a chi
ci stava davanti e, in certi punti, il passaggio era così stretto
che bisognava camminare di lato. Non è adatto ai claustrofobici, ma
è davvero bello.
Si
passa poi in una cantina utilizzata dalle suore per conservare un
vino chiamato Tufello che oggi non si produce più. La leggenda
racconta che il vino contenesse gocce di sangue di Santa Patrizia che
aveva il potere di curare la sterilità delle donne, così le monache
davano la colpa al vino per le loro inspiegabili gravidanze,
sorvolando sul fatto che da quella cantina si accedesse al vicino
convento di frati. Miracolo!
Tornati in superficie, la visita guidata continuava nelle vie vicine dove un intero teatro romano è stato inglobato da edifici moderni. Se ne vedono alcune parti dalla strada, ma la cosa bizzarra è stata trovarne i resti dentro le case. Siamo entrati in un appartamento dove c'era un letto sopra una botola che portava alla cantina. Beh, quella cantina si trova nei camerini del teatro dove anche Nerone si era preparato per i suoi spettacoli. Spostato il letto, quindi, siamo scesi nel backstage di Nerone!
Tornati in superficie, la visita guidata continuava nelle vie vicine dove un intero teatro romano è stato inglobato da edifici moderni. Se ne vedono alcune parti dalla strada, ma la cosa bizzarra è stata trovarne i resti dentro le case. Siamo entrati in un appartamento dove c'era un letto sopra una botola che portava alla cantina. Beh, quella cantina si trova nei camerini del teatro dove anche Nerone si era preparato per i suoi spettacoli. Spostato il letto, quindi, siamo scesi nel backstage di Nerone!
La
guida ci ha fatto notare che le pareti erano costruite con un metodo
ideato dai romani perché resistessero ai terremoti. Avevano
scoperto, già allora, che le onde sismiche viaggiano in diagonale e
avevano inventato questi mattoni cuneiformi che, sistemati in un
certo modo, erano in grado di disperdere la forza del terremoto.
Erano geniali! Tutto ciò che hanno costruito era frutto di studi
approfonditi e infatti, dopo oltre duemila anni, quelle pareti sono
ancora in piedi, come pure gli acquedotti, le strade e gli edifici
che hanno costruito in tutte le nazioni comprese nel loro impero.
Allora dominavamo il mondo e portavamo davvero la civiltà in altri
Paesi; oggi costruiamo case che si crepano con il vento, come ci
siamo ridotti così?
La
sera ci siamo diretti verso casa di Federica che si trova al confine
tra Ercolano e Torre del Greco, a metà strada per la cima del
Vesuvio. Ho sempre trovato inquietante l'idea di abitare su un
vulcano e Davide, che trova sempre le parole giuste, ha detto: “Qui
non vale neanche la pena di scappare. Si aspetta con dignità, come i
samurai, che la lava venga giù.”
Dopo
un'ottima cena di pesce da Gianni al Vesuvio (provate il coccio
all'acquapazza!), ci siamo sistemati nella vecchia cameretta che
Federica divideva con la sorella. La cosa fantastica di questa casa è
la vista dal balcone del salotto: si vede tutto il golfo, Napoli,
Ischia, Capri, un vero spettacolo.
30
dicembre
Il
secondo giorno dedicato alla visita della città è stato pienissimo.
Si è unito a noi Ivano, guida super esperta, che, con la sua
passione per l'arte e per la Campania, ci ha raccontato la storia di
ogni sito che ci mostrava rendendo tutto più chiaro e interessante.
Per
prima cosa, ci ha portato al Pio Monte della Misericordia ad ammirare
un dipinto di Caravaggio che rappresenta, appunto, le opere di
misericordia. In Internet si trovano foto e storia di ogni opera
d'arte, ma, come per ogni bellezza del mondo, naturale o creata
dall'uomo, bisogna vederla dal vivo per rendersi conto di quanto sia
straordinaria. Ivano ci ha raccontato la storia del quadro e di
Caravaggio, artista ribelle e sempre coinvolto in qualche casino tipo
le rockstar degli anni '60.
Della
visita al Duomo, invece, mi ha colpito una curiosità riguardo la
cappella dedicata a San Gennaro. Questa cappella non appartiene alla
Chiesa, ma al popolo. Sul pavimento del Duomo, infatti, in
corrispondenza dell'entrata della cappella, le mattonelle cambiano,
delimitando il confine tra la proprietà della Chiesa e quella del
Comune di Napoli rappresentato dallo stemma della città. San Gennaro
è uno di famiglia per i napoletani, può dare aiuto e conforto, ma
anche fare dispetti.
A
pranzo, prestissimo per evitare la ressa, siamo stati da Donna Sofia
dove abbiamo gustato la pizza migliore tra quelle provate a Napoli,
che sono comunque tutte ottime. La mia era una margherita con la
cornice ripiena di ricotta e prosciutto: un'opera d'arte!
Con
la panza soddisfatta, ci siamo rimessi in marcia.
Il
bello del centro storico di Napoli è che tutte le cose più belle da
vedere si raggiungono tranquillamente a piedi, se vi piace camminare.
Non so dire quanti chilometri abbiamo macinato in questi giorni, la
sera rientravamo sempre distrutti, ma compensavamo con il delizioso
cibo locale.
La
tappa successiva è stata la Basilica di San Lorenzo Maggiore, la
chiesa che mi è piaciuta più di tutte perché conserva nell'aspetto
le sue origini medievali ed è molto luminosa grazie alle grandi
finestre. Gran parte degli edifici storici più antichi di Napoli
sono stati ristrutturati nel periodo barocco che ha reso tutto
sfarzoso, teatrale, pieno di dettagli ricercati e decorazioni
esagerate. Preferisco decisamente la semplicità medievale.
Anche la Basilica di San Lorenzo sorge sui resti dell'antico insediamento romano e, proprio sotto la chiesa e il convento, c'è un sito archeologico sotterraneo, il Macellum, che era il mercato. Siamo scesi per una scala che ci ha portati indietro di un secolo per gradino fino a raggiungere le botteghe dove si svolgeva la vita quotidiana dei nostri antenati. A pensarci è impressionante, com'è impressionante camminare per una città dove il cielo è il fondo di una città più moderna.
Anche la Basilica di San Lorenzo sorge sui resti dell'antico insediamento romano e, proprio sotto la chiesa e il convento, c'è un sito archeologico sotterraneo, il Macellum, che era il mercato. Siamo scesi per una scala che ci ha portati indietro di un secolo per gradino fino a raggiungere le botteghe dove si svolgeva la vita quotidiana dei nostri antenati. A pensarci è impressionante, com'è impressionante camminare per una città dove il cielo è il fondo di una città più moderna.
La
visita è proseguita alla chiesa di Sant'Anna dei Lombardi che non si
può fotografare e al Maschio Angioino, tutto accompagnato dalle
presentazioni di Ivano, con aneddoti sempre interessanti e
divertenti.
A
quel punto, però, la nostra guida ha dovuto lasciarci perché dalle
sue parti cominciava a nevicare e doveva prendere il treno prima di
ritrovarsi bloccato a Napoli. Rimasti in quattro, abbiamo fatto una
pausa merenda nella Galleria Umberto I che somiglia tanto a quella in
centro a Milano, ma da noi non si trovano i babà giganti ripieni di
crema di cassata!
Mentre
calava il buio, ci siamo avviati verso Castel dell'Ovo, altra grande
fortezza sul mare, passando per le vie di Santa Lucia. Un vento
ghiacciato faceva dondolare le luminarie appese tra i palazzi e,
affacciandosi sulle strade laterali, si vedevano scorci dei quartieri
spagnoli, che avevamo già incontrato scendendo dalla metropolitana
in via Toledo. Storicamente, sono luoghi malfamati perché era tra
quei vicoli bui con alte scalinate e piccole botteghe che i soldati
spagnoli cercano “divertimento” alimentando criminalità e
prostituzione. Nonostante la loro pessima fama, anche quelle strade
sono ricche di arte, storia e tradizioni.
Stanchi
e affamati, infine, siamo tornati a Torre del Greco per una cena di
pesce al porto, alla Taverna e'Mare. Ottimo!
31
dicembre
Quando
ci siamo svegliati, oltre le finestre ci aspettava un panorama raro e
incredibile: la neve sul golfo!
Il
programma prevedeva la visita agli scavi di Ercolano o Pompei per
quel giorno, ma la nevicata ha cambiato tutto, paralizzando gli
abitanti, un po' per l'incanto, un po' perché qui non sanno nemmeno
cosa siano le catene. Micaela, sorella di Federica, le ha inviato un
messaggio che diceva: “Mi sono svegliata nel 1985”.
Inoltre,
in casa mancava l'acqua perché le tubature erano congelate e ci
siamo lavati facendo bollire quella che abbiamo raccolto con le
bacinelle da un rubinetto nel garage. Quando il traffico ha ripreso a
scorrere, siamo partiti per Caserta, fermandoci a fotografare il
Vesuvio imbiancato come un pandoro.
Annamaria,
mamma di Davide e grande cuoca, abita a Caserta con l'altro figlio,
Mimmo, grande appassionato di storia Campana. Tra l'altro, sostiene
che la Coca Cola sia stata inventata per permettere ai napoletani di
fare spazio nello stomaco per la portata successiva. Annamaria aveva
preparato un po' di piatti per il nostro cenone: salsicce e
friarielli, polipo con patate e un capolavoro di ciambellone ripieno
di formaggi e affettati chiamato Casatiello. Dovevamo insomma
ritirare il prezioso catering per la serata.
Prima,
però, i nostri amici ci hanno lasciati alla Reggia di Caserta,
mentre sbrigavano altre commissioni. La parte migliore del complesso
sono i giardini con cascate e fontane, ma erano chiusi per neve. Il
2014 per il TdC e me è stato l'anno del meteo avverso, alle Hawaii
come a Napoli.
Gli
appartamenti della Reggia si visitano con le audioguide. Tutto bello,
lussuoso, ma non il mio genere. Dopo un po' mi stufo di osservare
decorazioni e mobili. A me piace girare per le vie delle città
d'arte, a Napoli come a Firenze, e immaginarle nei loro tempi
migliori, quando quelle strade erano percorse da personaggi storici,
inventori, artisti, scienziati, gente che ha fatto grande l'Italia
quando ancora non era l'Italia. Forse il nostro declino è cominciato
proprio con l'unificazione. Ci rifletterò.
Nel
pomeriggio, tornati a casa a Ercolano, sono cominciati i preparativi
per il cenone. Ci hanno raggiunti il fratello e la sorella di
Federica con le rispettive famiglie. Sono passati cugini, zii e
nipoti a salutare e a vedere come andava con il problema dell'acqua.
Risolto così: Davide e il TdC sono scesi in cortile dove passano i
tubi ghiacciati; dalla finestra del bagno abbiamo calato una prolunga
a cui hanno attaccato il phon e, con l'aiuto di una scala, si sono
messi a scongelare le tubature, mentre sotto i loro piedi le valvole
del contatore spruzzavano acqua gelida. Già me li vedevo fulminati a
Capodanno.
Il
cenone è stato un successo e, allo scoccare della mezzanotte, siamo
usciti sul balcone ad ammirare i famosi fuochi d'artificio
napoletani. Uno spettacolo di esplosioni, botti e colori lungo tutta
la costa illuminata. Perfino le barche al largo lanciavano razzi di
segnalazione per festeggiare. Il tutto è durato un'oretta, meno del
solito, forse per via della crisi, ma è stato comunque spettacolare. Guardate il mio video della mezzanotte
Ci
siamo poi spostati a casa di zio Michele, nel palazzo di fianco, per
brindare e chiacchierare ancora d'arte e storia napoletana. Sono
tutti molto orgogliosi delle proprie origini e ne parlano con
passione e un po' di rabbia perché tante bellezze non vengono
valorizzate come meriterebbero.
Anch'io
sono convinta che l'Italia potrebbe tranquillamente vivere di turismo
se solo lo volesse, dalle Alpi alla Sicilia siamo ricchi di natura e
arte da far invidia a tutto il mondo. In ogni regione si mangia e si
beve squisitamente, anche nel più sperduto paesino c'è storia,
abbiamo montagne stupende e mari meravigliosi. Tutto abbandonato,
quasi nascosto sotto le grandi fabbriche che ora stanno fallendo,
sotto tanto cemento che sta crollando, sotto gli interessi di una
politica che non ama il proprio Paese. Fa tristezza.
1
gennaio
Il
primo giorno del nuovo anno sembrava di trovarsi in un film
post-apocalittico. Il sole inondava strade deserte e silenziose,
tutto chiuso, nessun segno di vita.
Siamo
tornati a Caserta da Annamaria per abbuffarci con gli avanzi del
cenone ai quali si è aggiunta una pasta con salsiccia e funghi,
tanto per stare leggeri. Era tutto così buono che, se ci fossimo
fermati qualche giorno in più, sarei diventata obesa.
Dopo
pranzo siamo saliti a San Leucio, una frazione di Caserta, da dove si
gode di un panorama immenso su mezza Campania, ma faceva freddissimo
e ci siamo fermati poco.
La
sera ho digiunato, proprio non sarei riuscita a mandare giù un altro
boccone e questo vi rende l'idea di quanto abbia mangiato durante
questa trasferta.
Il
mattino dopo, ultima passeggiata per il centro di Napoli per comprare
qualche souvenir, ultima pizza e poi il treno verso casa.
Sono
davvero contenta di aver trascorso questo Capodanno insolito e devo
assolutamente tornare in primavera per visitare i siti archeologici
di Ercolano e Pompei: da appassionata di vulcani mi è dispiaciuto
perdermi questi scorci di storia romana e vesuviana.
Dunque,
alla prossima!
Ora
guardate un po' di foto qui, poi ne aggiungerò altre fatte dal TdC e Federica, appena trovo il
tempo.
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