Devastation Trail |
Le
notizie riguardo l'attuale eruzione del Kilauea, dal sito del Hawaiian Volcano Observatory mi ricordano che il
nostro pianeta è vivo. Sotto una sottile crosta rocciosa ricoperta
di oceani, si muovono forze mostruose e ribolle il cambiamento. Le
placche tettoniche galleggiano, si scontrano, si innalzano e si
inabissano lentamente e inesorabilmente trasformando l'aspetto del
nostro mondo. È per questo che vediamo tanti crateri da impatto
sulla Luna mentre facciamo fatica a trovarne sulla Terra nonostante
sia stata soggetta agli stessi antichi bombardamenti spaziali.
L'inarrestabile rimescolamento di materiale ha cancellato molte
tracce del nostro più remoto passato e, un giorno, cancellerà anche
i segni lasciati dall'uomo in un battito di ciglia geologico. Quello
che io e il TdC abbiamo visto durante le nostre passeggiate, non
esisteva quaranta anni fa e Pahoa, dove abbiamo parcheggiato per
pranzare, oggi è sul percorso di un fiume di lava che ne modificherà
irrimediabilmente l'aspetto. È incredibile poter osservare
trasformazioni così radicali nell'arco di una sola vita.
L'ultimo
giorno al Volcanoes National Park, abbiamo percorso il breve
Devastation Trail che dalla strada porta alla sommità del cratere
Kilauea Iki, sul versante opposto al sentiero che avevamo seguito
durante la nostra prima visita. Come s'intuisce dal nome, questo
breve tracciato conduce i visitatori attraverso il paesaggio lunare
lasciato dall'eruzione dell'Iki. Uno strato di cenere ricopre ogni
cosa uniformando il colore del panorama senza vita. Il silenzio è
così pesante che non sentivamo nemmeno i nostri passi. Qui è dove
le fontane di lava più alte mai eruttate alle Hawaii hanno bruciato
e sepolto una foresta tropicale. Il terreno è instabile, spesso
frana ancora per i tremori sismici della zona e diversi cartelli
consigliano di non abbandonare il sentiero.
Al
termine della passeggiata nella più totale desolazione, ci si
affaccia sul cratere. Quel giorno c'erano nuvole basse che il vento
trascinava verso il fondo e abbiamo guardato le poche persone che
camminavano lì, dove eravamo stati pochi giorni prima. Un pannello
informativo confronta il getto di lava lanciato in aria dal Kilauea
Iki con alcuni grattacieli e ancora non rende l'idea.
Sembro
pazza a molti di voi quando chiamo spettacolo un fenomeno così
violento, ma la natura è la mia passione e quando manifesta la sua
potenza è per me una grande emozione. Quando giravo per il parco,
leggendo le sue storie straordinarie, il mio pensiero fisso era che
se fossi nata qualche anno prima e avessi studiato geologia, forse mi
sarei trovata lì più di una volta ad ammirare la dea Pele in
azione, insieme a colleghi di tutto il mondo.
Mi
sento comunque fortunata per aver fatto questo viaggio e aver
camminato su fiumi e laghi di lava, per aver sentito il calore sotto
il suolo, per aver osservato sbuffi di gas e vapore, per aver scalato
un cratere e averci guardato dentro. Ora vi diletto con un breve video girato dal TdC proprio dentro il Kilauea Iki e vista la qualità anni 70, non mi pento di avergli scassato la macchina fotografica e averne ordinata una nuova!
Alle
Hawaii come a Stromboli e Vulcano, come sul Kelimutu e sull'Anak
Krakatau mi sono sentita minuscola al cospetto di un pianeta
meraviglioso plasmato dal fuoco, dalla roccia e dal mare. Voglio
tornare a Big Island per riprendere la visita dove l'ho interrotta
perché ha ancora tante vecchie e nuove storie da raccontarmi. Voglio
continuare il mio viaggio nei luoghi dove la magia avviene ancora,
dalla Rift Valley in Africa ai vulcani delle Ande, da Ercolano e
Pompei all'Etna. Intanto riguardo le foto che ho scattato ai miei
vulcani finora.
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