mercoledì 26 agosto 2015

La grande canzone dell'indifferenza

Dal 1990, ma anche prima e anche dopo...



Grazie, Bob!

I don't mind if you go
I don't mind if you take it slow
I don't mind if you say yes or no
I don't mind at all

I don't care if you live or die
Couldn't care less if you laugh or cry
I don't mind if you crash or fly
I don't mind at all

I don't mind if you come or go
I don't mind if you say no
Couldn't care less baby let it flow
'Cause I don't care at all

Na na na, ...

I don't care if you sink or swim
Lock me out or let me in
Where I'm going or where I've been
I don't mind at all

I don't mind if the government falls
Implements more futile laws
I don't care if the nation stalls
And I don't care at all

I don't care if they tear down trees
I don't feel the hotter breeze
Sink in dust in dying sees
And I don't care at all

Na na na , ...

I don't mind if culture crumbles
I don't mind if religion stumbles
I can't hear the speakers mumble
And I don't mind at all

I don't care if the Third World fries
It's hotter there I'm not surprised
Baby I can watch whole nations die
And I don't care at all

I don't mind I don't mind I don't mind I don't mind
I don't mind I don't mind
I don't mind at all

Na na na , ...

I don't mind about people's fears
Authority no longer hears
Send a social engineer
And I don't mind at all
Non mi interessa se te ne vai
Non mi interessa se te la prendi comoda
Non mi interessa se dici si o no
Non mi interessa affatto

Non mi importa se vivi o muori
Non potrebbe importarmene di meno se ridi o piangi
Non mi interessa se ti schianti o voli
Non mi interessa affatto

Non mi interessa se vieni o vai
Non mi interessa se dici no
Non potrebbe fregarmene di meno, baby, lascia correre
Perché non mi importa affatto

Na, na, na…

Non mi importa se affondi o nuoti
Se mi chiudi fuori o mi lasci entrare
Dove sto andando o dove sono stato
Non mi interessa affatto

Non mi interessa se il governo cade
Attua altre stupide leggi
Non mi importa se la nazione va in stallo
E non mi importa affatto

Non mi importa se buttano giù alberi
Non sento la brezza più calda
Affondo nella polvere in punto di morte
E non mi importa affatto

Na, na, na…

Non mi interessa se la cultura si sbriciola
Non mi interessa se la religione inciampa
Non riesco a sentire gli oratori borbottare
E non mi interessa affatto

Non mi importa se il terzo mondo frigge
La è più caldo, non mi sorprende
Baby, posso guardare intere nazioni morire
E non mi importa per niente

Non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa, non mi interessa
Non mi interessa, non mi interessa
Non mi interessa affatto

Na, na, na…

Non mi interessano le paure della gente
L’autorità non ascolta più
Manda un assistente sociale
E non mi interessa affatto

lunedì 17 agosto 2015

Nuova edizione per Di passaggio in Indonesia

POST IN STEREO CON SCRITTI A PENNA

Una lettrice, tempo fa, mi disse che, durante la lettura di Di passaggio in Indonesia, aveva dovuto consultare le mappe su Internet per capire dove mi trovassi, quando citavo una zona del grande arcipelago asiatico.

In effetti, l'Indonesia non è così presente nel nostro immaginario come luoghi più familiari e vicini, di conseguenza, per chi non la conosce, non è facile seguire i miei spostamenti tra le isole di questo diario/guida.
Accogliendo il suo suggerimento, quindi, ho pubblicato una nuova edizione nella quale ho inserito una mappa generale dell'Indonesia e, nei relativi capitoli, quelle delle isole dove sono ambientate le mie avventure.
Questo dimostra che interagire con voi, lettori, mi è sempre utile e, quando posso, sono ben felice di accontentarvi.

Ebook e libro sono già disponibili su Amazon.


sabato 8 agosto 2015

Il club di Ferragosto

Si dice che, per via della crisi, non si vedono più i famosi esodi vacanzieri d'agosto. Eppure le città si spopolano, magari per meno giorni, ma prendono comunque quell'aspetto da villaggio fantasma del far west: serrande abbassate, silenzio, traffico minimo. Mancano solo i cespugli di rovi che rotolano sulle strade polverose.
Mi piace prendere ferie fuori stagione, evitare la ressa, risparmiare e spezzare l'anno in più viaggi. In agosto ho sempre lavorato, al fresco dell'aria condizionata in ufficio e con il parcheggio libero davanti all'ingresso. Quest'anno scrivo, senza distrazioni, nel silenzio del far west.
Tuttavia, restando in città in questo periodo, ho la sensazione di essere esclusa da un club, quello di turisti armati di ombrelloni che migrano verso località di mare. 
Gli amici che frequenti tutto l'anno spariscono, si salutano con un “buone vacanze” e, quando dico che resto in città, mi guardano con compassione, neanche fosse una disgrazia. 
Intere famiglie si preparano ad abbandonare le proprie case come se non dovessero più fare ritorno. Tutti partecipano al grande evento della partenza e imboccano le autostrade intasate, sprezzanti delle code ai caselli e ai banconi degli Autogrill. Nonostante il caldo e i prezzi gonfiati, si godono gelati che si squagliano sui costumi da bagno e affollano i ristoranti vista mare. Impanati di crema solare e sabbia come fritture umane, girano per negozi e si lanciano palloni colorati fotografandosi col cellulare.
C'ero anch'io, da ragazzina, emozionata per la classica partenza intelligente, insieme a dieci milioni di intelligenti che viaggiavano di notte perché le auto non avevano l'aria condizionata. Inseguivo il miraggio dell'unica vacanza dell'anno e non vedevo l'ora di affondare i piedi nella sabbia bollente.
Oggi, aspetto il viaggio con la stessa trepidazione, ma ne ho una concezione diversa. Da bambina desideravo soltanto trascorrere due settimane in ciabatte, adesso la mia voglia di partire è bisogno di scoperta del resto del pianeta e non resisterei più di due giorni nella ressa di agosto.

Conservo ricordi meravigliosi della mia infanzia vacanziera, ma da quando mi sono aperta al mondo, il mondo mi ha cambiata e la vacanza è diventata esperienza. Ho lasciato il club di Ferragosto per il club dell'avventura e non tornerei indietro, nemmeno quando la città deserta mi mette un po' di malinconia.