giovedì 16 marzo 2017

Birdwatcher ignorante


L'altro ieri sono andata in gita con Kadek ai settling pond di Nusa Dua, una distesa di stagni dove dimorano oltre 25 specie di uccelli.

Nusa Dua è un'aerea nel sud di Bali famosa per i lussuosi resort che, come sapete, non sono proprio cosa per me, ma per una volta i ricconi in vacanza hanno portato una piccola conseguenza positiva. Questi laghetti artificiali, oggi riserva naturale protetta, in origine sono stati creati per riciclare e depurare l'acqua di scarico dei resort e così irrigarne i giardini e i campi da golf. Col tempo, però, una gran varietà di uccelli acquatici e migratori ha preso a nidificare tra gli stagni, pescarne i pesci e i granchi, fino a trasformarsi in una grande attrazione per gli appassionati di birdwatching.

Per godersi lo spettacolo, bisogna arrivare intorno all'alba o poco prima del tramonto quando i volatili sono in piena attività. Il resto della giornata è troppo caldo anche per loro.
Quindi, sveglia alle 5.00, un caffè al volo e appuntamento con il signor Santos all'ingresso del lodge. Kadek si è fatta trovare puntuale lungo la strada, ma siccome era ancora buio, stavamo per caricare in macchina una donna che aspettava l'autobus. Sappiate che abbiamo riso un'ora per questo equivoco.

Imbracciati binocolo e macchina fotografica, io e la mia amichetta indonesiana abbiamo cominciato la lunga passeggiata sul sentiero che costeggia gli stagni. 
Il sole nascente gettava una bellissima luce sugli specchi d'acqua, credetemi, anche se non sono riuscita a catturarla nelle foto. L'aria era piena di cinguettii e frullare d'ali. I moli, gli isolotti, i rami degli alberi, i galleggianti ormeggiati, le sponde e le lingue di sabbia erano tutti ricoperti di uccelli che si posavano e poi si rialzavano in volo, si tuffavano a pescare e poi si agitavano per asciugare le ali. Pur scattando a casaccio, in ogni foto si inquadrano facilmente due o tre specie diverse di volatili. Non sono esperta e dei nomi pronunciati da Kadek quando indicava ricordo soltanto quelli che già conoscevo: la gru e il cormorano nero. Tutti gli altri, per me, si distinguono in becco giallo, piume marroni, becco a punta, uccello piccolo, ciuffo sulla testa, faccia da rapace, tipo anatra, e così via. 
Sono la birdwatcher più ignorante di sempre.
Nonostante le mie lacune in ornitologia, il luogo e i suoi abitanti alati mi sono piaciuti davvero tanto e questo è l'album dei loro ritratti.

A metà del percorso c'è un impianto per il compostaggio dei rifiuti organici che vengono utilizzati per fertilizzare, di nuovo, i giardini e i campi da golf. Accanto, si trova un vivaio che rifornisce di fiori e piante... Indovinate? Sì, i resort. Insomma, i settling pond sono ancora una proprietà privata, che per fortuna sfrutta le risorse in modo sostenibile, ma sono aperti al pubblico per il loro valore naturalistico che non si ferma all'avifauna tropicale. 

L'altro versante del sentiero si affaccia su una palude dove crescono ancora le mangrovie, i meravigliosi alberi che ho conosciuto in Cambogia anni fa. In realtà le mangrovie non sono proprio alberi, bensì agglomerati di alberi, ma non mi metto a fare la precisetta quando ho chiamato un raro esemplare di volatile quello con la cresta. Le loro caratteristiche radici si innalzano sopra il terreno e fuori dall'acqua per "respirare" anche quando si alza la marea. A me hanno sempre dato l'impressione che, su quelle lunghe e sottili gambe, le mangrovie potessero camminare, sollevarsi dalla palude e andarsene in giro. Magari, quando nessuno le guarda, lo fanno davvero. Dal versante dei settling pond la visuale è ostruita dalla fitta vegetazione, ma sono riuscita comunque a osservarle, mentre per le foto era troppo buio, ne ho fatta solo qualcuna nei punti più favorevoli. Però è stato bello rivederle, vecchie amiche.
Esiste un altro accesso per la foresta, sia a piedi per mezzo di passerelle, sia in barca, ma la visita mi è stata sconsigliata perché nessuno se ne prende cura ed è invasa dalla spazzatura e dalla plastica. Questo a Bali, nella ricca Nusa Dua che depura le acque di scarico per innaffiare i campi da golf. 
È un peccato perché al mondo rimangono pochissime mangrovie. Hanno subito un massiccio disboscamento allo scopo di liberare i litorali e sfruttarli come spiagge turistiche, allevamenti di crostacei, legname. Purtroppo, tale pratica non ha soltanto ridotto l'habitat di pesci, molluschi e uccelli, ma ci si è ritorta contro quando abbiamo scoperto che le mangrovie costituiscono una barriera naturale che protegge le coste dagli tsunami e dalle onde sollevate dai cicloni tropicali. Qualcuno nel 2004, da qualche parte nel sud-est asiatico, deve aver pensato: "Ops! Ecco a cosa servivano."

Torniamo sul sentiero. Volano, è proprio il caso di dirlo, più di due ore a passeggiare e comincia a far caldo. Gli uccelli diminuiscono, Kadek e io ci avviamo verso l'uscita, al lodge ci aspetta la colazione. Siamo quasi arrivate, quando mi fermo perché ho notato qualcosa che nuota a pelo d'acqua. È a pochi metri dalla riva, ma controluce, allora uso lo zoom per capire di che bestia si tratti. Kadek fa un balzo all'indietro: sembra un grosso serpente! Be', è questo qui sotto, ma secondo me è una specie di lucertola anfibia, anche perché mi pare che abbia le zampe. Che ne dite? Le altre foto nell'album magari vi aiutano a identificarlo, io devo prendere ripetizioni da Piero Angela.



Per non salutarvi soltanto con questo orribile dubbio, chiudo con un selfie sorridente. Buona giornata da Kadek e me!



4 commenti:

  1. ciao Simo che belle passeggiate che fai......un po di invidia
    Max

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    1. Facile qui. Ma non è che in Italia manchino i bei posti, manca il tempo di goderseli :)

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  2. Guardando questo album, mi viene proprio di domandarmi perché gli uomini attraverso le religioni sognano il paradiso in un altra vita e poi si affannano tanto a distruggere i paradisi che si trovano già su questa? La risposta è: forse siamo un po' tutti idioti.

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