Tra le pagine salvate nei segnalibri del mio browser, da qualche anno c'era quella del progetto New Horizons della NASA.
Avevo seguito il lancio della sonda nel 2006 e, sul sito dedicato alla missione, potevo seguirla nel suo lungo viaggio verso Plutone. La mappa della rotta indicava quanta strada avesse percorso, dove si trovasse in quel momento e quanto mancasse all'obiettivo.
L'ho vista passare per Marte, sorvolare asteroidi, eseguire una manovra chiamata "fionda gravitazionale" per prendere più velocità grazie al gigante Giove. Tutta sola nello spazio, la piccola New Horizons è passata accanto a Saturno, Urano e Nettuno.
Periodicamente inviava foto e dati sulla Terra, come cartoline da mondi lontani. Quanto ho fantasticato sul suo viaggio lontano dal Sole!
È stato emozionante ricevere la notizia che la sonda ha raggiunto la sua meta lo scorso 14 luglio e ci sta raccontando qualcosa su Plutone, un pallino nel nostro sistema solare che gli scienziati non sanno ancora se chiamare pianeta.
È così che vorrei vedere l'umanità impiegare la propria intelligenza: facendo scoperte, esplorando, studiando, imparando. Troppo spesso sprechiamo le nostre risorse nei modi più sbagliati, troppo spesso diamo all'universo il peggio di noi. Qualche volta, però, facciamo qualcosa di interessante. Penso che se convertissimo le spese militari mondiali in progetti per la salvaguardia del nostro pianeta e l'esplorazione dello spazio, potremmo forse diventare una razza civile e vivremmo tutti meglio.