venerdì 1 maggio 2015

L'alfabeto dei miei viaggi

In questo periodo gira una specie di giochino tra gli scrittori: usare l'alfabeto per descrivere il proprio stile di scrittura. 
Ognuno ha pubblicato sul proprio blog o sito un elenco di parole che lo definisce per poi condividerlo e discuterne con lettori e colleghi. L'ho scoperto perché seguo Penna Blu che mi insegna sempre qualcosa di utile.
Considerandomi ancora un'apprendista scrittrice, le mie definizioni sono ancora (forse lo saranno sempre) in progress, quindo ho preferito applicare il gioco ai viaggi.
Ecco il mio personale alfabeto del viaggiatore:

A come Avventura
Ogni volta che si parte, qualunque sia la meta, è sempre un'avventura. Si va in un luogo mai visto o si torna in un luogo conosciuto, ma ogni viaggio è diverso. Non sono una grande sportiva (nemmeno una piccola, in realtà) eppure mi sono spinta dentro foreste, ho attraversato fiumi, ho scalato vulcani e piramidi solo per il piacere di trovarmi lì.
B come Barbuna
Ovviamente


C come Curiosità
Se lo scopo del vostro viaggio è stare spaparanzati al sole per due settimane a riprendervi dalle fatiche lavorative, rilassatevi pure. Io, però, dopo due giorni di spiaggia ho voglia di esplorare, vedere, scoprire. Scelgo una meta perché mi incuriosisce per qualche motivo, che sia per osservare paesaggi, animali o siti archeologici. La curiosità, poi, non si esaurisce una volta arrivati perché c'è sempre molto più di quanto ci aspettiamo.
D come Disavventure
Ci stanno anche quelle, è normale. Non può andare sempre tutto liscio e bisogna saperle affrontare. Gli imprevisti capitano e, se non sono gravi, basta un po' di flessibilità e pazienza per superarli. Nei miei viaggi mi sono fatta male, mi sono trovata in alberghi dai quali sono fuggita dopo una notte, mi sono fatta fregare sui prezzi, ho annegato la macchina fotografica del TdC, ho strappato pantaloni che mi piacevano, ho atteso mezzi di trasporto che non arrivavano. Succede, t'incazzi al momento, ma quando ci ripensi, alla fine, ti viene da ridere.
E come Esperienza
Viaggiando s'impara. Oggi sono una viaggiatrice migliore perché ho fatto tesoro degli errori passati e so come comportarmi lontano da casa. Sono più furba, ma anche più rispettosa. Il viaggio arricchisce chi è aperto alle novità e alle sorprese, si apprende sul campo, si cresce e si diventa più forti. Come ho già detto, dovrebbe essere una materia scolastica.
F come Foto
Il miglior modo di collezionare ricordi è quello di fare fotografie. Mi piace riguardarle dopo tanto tempo perché mi fanno tornare in mente i momenti nei quali le ho scattate, con tutte le storie che ci girano intorno. Mi ritrovo più giovane, più magra, più grassa, con un altro taglio di capelli, ma sempre con un sorriso impossibile da trattenere perché viaggiare mi rende felice. Caricare gli album sul blog, poi, è un modo per condividere quei momenti con chi mi segue da casa, mostrare ciò di cui parlo nei miei articoli.
G come Guida
Non la guida stampata, utile al massimo per le mappe, ma la persona che ti fa apprezzare una meta perché sa raccontartene la storia e ti fa notare dettagli che da solo non sapresti riconoscere. Consiglio sempre di affidarsi a persone del luogo perché, oltre a sostenere il turismo locale, sono le più qualificate e appassionate. Ne ho già parlato in altri post, sapete cosa intendo.
H come Hotel
Per scegliere l'alloggio guardo principalmente due cose: posizione e prezzo. In fondo considero un hotel, ostello, guest house, tenda e qualsiasi altra sistemazione come il posto in cui dormire e lasciare i bagagli. Il viaggio si svolge fuori quindi non ha importanza, per me, che ci siano la piscina, il ristorante stellato o l'animazione. Un letto e un bagno puliti sono tutto ciò che mi serve dopo una giornata all'avventura.
I come Ignoto
Spesso, quando comunico la meta del mio prossimo viaggio, mi sento rispondere: “Ma sei matta?” perché da dove abitiamo il resto del mondo sembra sempre più pericoloso di quanto sia in realtà. Non dico di andarsi a infilare in zone di guerra, ma la maggior parte delle nostre paure riguardo Paesi lontani non sono altro che stupidi pregiudizi su luoghi e culture che non conosciamo. A Livingstone, in Zambia, ci avevano raccomandato di non uscire dall'ostello la sera, ma quando io e il TdC ci siamo avventurati fuori in cerca di un ristorante tipico, abbiamo scoperto una cittadina tranquilla con locali e stranieri che passeggiavano insieme tranquillamente. A La Paz, in Messico, con le Cavallette è stato lo stesso.
L come Libro
Molti dei miei viaggi sono stati ispirati da libri che mi hanno fatto venir voglia di vedere di persona i luoghi descritti. Porto sempre un libro o il kindle con me per riempire i tempi morti delle attese e dei lunghi spostamenti, ma anche per leggere in spiaggia o la sera prima di dormire. I libri, poi, mi fanno viaggiare per il mondo e nel tempo anche quando sono a casa sul mio divano.
M come Medicine
Portate il minimo indispensabile e fate un'assicurazione per assistenza e spese mediche prima di partire. Se vi trovate in un Paese povero, per favore, regalate i vostri medicinali a una farmacia o all'albergo quando ve ne andate.
N come Natura
Contemplare paesaggi, allontanarsi dalla civiltà, incontrare e osservare animali straordinari, trovarsi sotto un cielo stellato, in mezzo a un deserto, tra gli alberi della giungla, sopra o sotto le onde del mare... È sempre stata la natura a regalarmi i momenti migliori con il suo grande spettacolo fatto di forme, colori e vita. Prendi solo foto e lascia solo impronte, recitava un cartello in Australia. Per godere di certe bellezze bisogna rispettarle, sostenere chi le protegge e avvicinarsi nel modo giusto, magari anche con fatica, ma senza rovinare, sporcare, distruggere. Le emozioni che proverete vi ripagheranno di qualsiasi sforzo.
O come Organizzazione
Mi piace progettare un viaggio, è l'antipasto dell'avventura. Faccio ricerche, scelgo itinerari e alloggi, mi informo su cosa vedere, come arrivarci e sul clima. Stendo un programma a grandi linee e lascio sempre giorni in bianco per decidere sul posto. Sono ordinata e scrupolosa nella preparazione, ma so che, una volta sul posto, i piani potrebbero cambiare e voglio essere flessibile. È capitato che incontrassi qualcuno che suggeriva un percorso alternativo o consigliava una visita fuori programma, non voglio perdermi queste occasioni a causa di un programma troppo fitto, né correre da un posto all'altro senza avere il tempo di immergermi nell'atmosfera del luogo. Come racconta il Capitano Orso Blu “Sospinsi la zattera nei flutti e il mare mi risucchiò in fretta perché stava giusto cominciando la risacca. Dove mi avrebbero portato il vento e le onde? Avevo rinunciato al timone. Bisogna lasciare un'opportunità anche al destino.”
P come Pasti
Suggerisco sempre di provare il cibo locale, non solo perché fa parte della cultura del luogo, ma anche perché è quello che sicuramente sapranno cucinare meglio. È chiaro che non troverete una pizza degna di questo nome in Marocco, è inutile che insistiate. Provate, invece, i piatti tradizionali del Paese che vi ospita, con ingredienti locali e ricette tipiche. Un frutto tropicale gustato dove viene raccolto, ha tutto un altro sapore. Non dico di assaggiare qualsiasi porcheria, ovviamente. Seguite il vostro gusto, ma cercate di mangiare quello che mangiano gli abitanti del posto e soprattutto negli stessi ristoranti frequentati da loro, non quelli affollati solo di turisti che costano di più e non sempre di buona qualità.
Q come Quando
Per decidere quando visitare una certa meta, bisogna tener conto del clima locale. Trovarsi nel mezzo della stagione delle piogge o sopportare temperature estreme potrebbe rovinarvi il viaggio. Dipende sempre, poi, da cosa cercate: se volete visitare un museo non importa se fuori nevica. Se ne avete la possibilità, inoltre, evitate di partire nei periodi di alta stagione. Non solo per i prezzi maggiorati, ma anche per godervi un luogo senza una folla di turisti intorno. A marzo, nel Masai Mara con le Cavallette abbiamo potuto osservare gli animali in tranquillità, mentre nel periodo delle grandi migrazioni da e verso il Serengeti ci saremmo trovate a inseguire un leone con altre quaranta jeep.
R come Ritorno
Si dice “partire è un po' morire”, ma per me il momento davvero triste è il ritorno. Certo, è bello riabbracciare chi hai lasciato a casa, ma quando stai vivendo un'esperienza stupenda è sempre brutto doverla interrompere. Mi affeziono ai luoghi, prendo abitudini, imparo a conoscere strade e nomi di piatti e poi è già ora di tornare indietro. Una volta a casa, c'è il rituale di decompressione (riordinare le foto, aggiornare il blog, rispondere alle domande degli amici) che rende meno traumatico riprendere la vita di sempre, ma la cura migliore è cominciare a pensare al viaggio successivo.
S come Saluti
Per questa lettera ho un doppio significato. Imparare a salutare e ringraziare nella lingua locale è una forma di cortesia verso chi ci ospita nel suo Paese. Poi ci sono i saluti a casa che faccio sempre attraverso il blog, ma amo ancora inviare cartoline. È un'usanza un po' vintage, ormai, e spesso non è facile trovarle, ma so che fa sempre piacere riceverle.
T come TdC
È il compagno di viaggio (e di vita) perfetto per me. Sì, è un rompipalle professionista, ma mi ha sempre tenuta per mano, sapendo che da sola inciampo facilmente. È curioso e aperto a nuove esperienze, si adatta senza troppe pretese, ama la natura ed è sempre pieno di entusiasmo. Senza di lui mi sarei persa molti incontri perché è sempre il primo ad attaccare bottone e fa mille domande.
È importante viaggiare con le persone giuste perché ritrovarsi dall'altra parte del mondo con qualcuno che non ti fa sentire a tuo agio è molto più che una seccatura. Con il TdC, come con le mie care Cavallette, parto sempre sicura di avere vicino qualcuno che amerà quell'esperienza come me.
U come Unico
Ogni viaggio è unico perché vissuto da persone diverse, ognuna con il proprio sguardo personale su ciò che si trova davanti. Ciò che piace a me potrebbe non interessare un altro viaggiatore. Non fatevi influenzare dalle mode, non scegliete il "posto più trendy dell'anno", seguite il vostro istinto e le vostre fantasie.
V come Volare
Non so quanti aerei ho preso da quando ho cominciato a viaggiare fuori dall'Europa, magari un giorno li conterò. Questo mezzo straordinario ha reso i lunghi spostamenti molto più veloci permettendoci di visitare l'altro emisfero senza impiegare tre mesi per arrivarci. Spesso il costo del volo è la componente più costosa del viaggio, ma prenotando in anticipo, tenendo d'occhio le offerte ed evitando di partire nei weekend, si può trovare una soluzione abbordabile per ogni meta. Non ho paura di volare anche se qualche volta, mentre sono sospesa sopra l'oceano, penso a dove mi trovo e mi viene un brivido. Soffro, però, di mal d'aria e devo stare attenta a non mangiare quando si avvicinano il decollo o l'atterraggio. Se poi è destino che il mio aereo debba cadere, mi auguro sempre che sia quello del ritorno.
Z come Zaino
Ribadisco che è sempre meglio viaggiare leggeri perché quello che non potete trovare sul posto, forse non vi serve nemmeno. Scegliete, poi, il tipo di bagaglio che fa per voi: zaino, valigia, trolley, borsa. Non esiste una regola, dovete solo trasportarlo comodamente, per il resto fate come preferite. Attualmente viaggio con una borsa da palestra, con due tasche laterali per scarpe e accessori, insieme a uno zainetto per il bagaglio a mano che uso anche per le escursioni in giornata, comodo per portare acqua, spuntino e macchina fotografica.

Adesso voglio leggere il vostro alfabeto nei commenti, almeno qualche lettera, su!




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