mercoledì 31 marzo 2010

Jungle trek

Questa volta il jungle trekking è stato davvero speciale. Non è stata una passeggiata nella foresta come ci è già capitato, non è stata una gita per famiglie. E' stata una vera indimenticabile avventura!
Siamo partiti alle 8 da Green Hill guidati da Mbra e l'assistente PI. Con noi sono venuti anche altri due ospiti della guesthouse: John di San Francisco e Paul irlandese. Compagni simpaticissimi, John più tranquillo, Paul chiacchierone come Sergio.
Nessuno di noi si aspettava un'esperienza come quella che abbiamo vissuto in questi due giorni. 

È cominciata come una normale escursione, passo medio, occhi spalancati per la stupenda natura intorno a noi. Ci siamo fermati ad osservare un gruppo di scimmie Thomas dette anche scimmie punk per la cresta in testa. Una di loro si è avvicinata per osservarci a sua volta e ci ha trovati interessanti visto che è rimasta a posare per le foto. In quel momento si sono mosse le cime degli alberi vicino e PI ha cominciato ad indicare in alto: un orango! Bellissimo vederlo libero nella foresta saltare senza fatica da una pianta all'altra. Le foto non sono venute granchè, ma non importa, va visto dal vivo, è emozionante.
Cascate, ruscelli con tartarughe, pranzo con le mani, sanguisughe (abbiamo fatto la gara achi ne beccava di più, io solo una, Sergio due come Paul). Vere arrampicate, a volte guardavo i miei compagni arrampicarsi sul sentiero sopra di me e non credevo di riuscire a fare la stessa cosa. Ogni volta che mi aggrappavo ad un albero beccavo quello morto che si sbriciolava e volavo giù di qualche metro. Tutti sono scivolati almeno una volta e PI ci diceva ogni volta “Welcome to the jungle”. John alla fine ha rinunciato ai sandali che erano pieni di fango e ha proseguito a piedi nudi. Dovevamo scegliere le liane giuste, cercare un appiglio oppure usare il metodo più sicuro: scendere di culo (non immaginate come ho conciato i pantaloni e lo zaino), ogni volta Mbra pareva scegliere la via peggiore, però ci fidavamo di lui.
Alla fine la discesa al campo base dove ci aspettavano altri due collaboratori con il fuoco acceso.
Tè, cena sulla riva, scende il buio, giochi di logica con fiammiferi (I'm thinking of some really strange pigs), Mbra si è complimentato con me per quanto sono stata veloce nelle risposte visto che di solito aspetta ore che qualcuno dia la soluzione. “You have a very good brain!” ha detto.
-->Giochi a carte chiacchierando di viaggi e delle nostre vite come vecchi amici.Una dura giornata unisce molto facilmente. Paul dice: “Vorrei avere una macchina fotografica in grado di catturare questo momento.” Di nuovo la sensazione perfetta di cui ho parlato altre volte. Alla finestanchi morti andiamo in tenda, Paul dice: “Credo che dormirò come un sasso, anzi credo che potrei dormire su un sasso!” Invece nessuno dorme bene nonostante la stanchezza, un po' per la scomodità dei materassini troppo sottile per non sentire ogni pietra e radice quando ti sdrai, un po' per il freddo inaspettato della notte fonda, un po' perchè il rumore del fiume ci faceva andare a far pipì ogni due ore al chiaro di una bella luna piena, un po' perchè nella giungla di notte ogni rumore ti inquieta. La mattina, però, ci siamo svegliati con lo spettacolo della giungla davanti agli occhi. Eravamo tutti rotti e ci siamo guardati i lividi e i graffi del giorno prima, anche un po' fieri per essere arrivati interi alla fine. Colazione con decine di scimmette appostate tra gli alberi sopra di noi in attesa degli avanzi, altri giochi e dopo un pranzo veloce abbiamo impacchettato e caricato tutto sulle camere d'aria legate tra loro e siamo partiti via fiume verso Bukit. Divertentissimo passare tra le rapide i salti come un vero rafting.
A Green Hill abbiamo voluto una foto di squadra perchè un'avventura così va ricordata!


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La canzone ufficiale di Bukit Lawang (cantata sulla musica di Jingle Bells dalla gente del posto)
Jungle trek, jungle trek in Bukit Lawang, See the monkeys, see the birds, see the orangutans



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