martedì 9 marzo 2010

Gita della domenica

Su consiglio di una viaggiatrice italiana incontrata di ritorno dalle grotte, io e Sergio siamo partiti all'alba di domenica per una gita tra ChiangRai, Tha Ton e Fang. Andrebbe fatta in due giorni, ma l'abbiamo concentrata in uno solo perchè la guest house di Chiang Mai non ci avrebbe rimborsato la notte fuori.
Dunque alle 6.15 siamo al terminal degli autobus, ma scopriamo che quello delle 7 è già al completo e dobbiamo aspettare le 7.45. Con quello arriviamo a ChiangRai dopo 3 ore e prendiamo un taxi dal terminal al molo dove partono le barche per Tha Ton. 

Scopriamo che l'unica barca pubblica per risalire il fiume era quella delle 10.30 e l'abbiamo ovviamente persa. Una barca privata costa troppo così ci mettiamo d'accordo (nel senso che ci facciamo spillare una certa cifra, 14 euro più del normale, ma comunque meno di metà del prezzo per la privata) perchè un tizio ci porti col furgoncino al villaggio dove la barca pubblica fa l'unica sosta. Dopo una corsa spericolata tipo film d'azione americano e il mio colorito da mal d'auto giunto ad una nuova sfumatura di verde, raggiungiamo la barca in sosta. Sergio attacca bottone con il conducente mentre io compro banane da dare agli elefanti sulla riva.

Finalmente si parte per Tha Ton, tre ore di navigazione sul fiume Mae Nam Kok. Ci togliamo le scarpe e ci accomodiamo sulla stuoia all'ombra della pensilina e in un attimo ecco la sensazione perfetta di cui parlavo nei primi post di dicembre. Stare a piedi nudi sul fondo fresco della barca che risale questo fiume verde e guardare scorrere il paesaggio nell'aria fresca. Siamo solo noi due, una coppia francese e una ragazza asiatica che non ha mai aperto bocca. Scambiamo poche parole perchè tutti vogliono godersi la pace di queste ore. Vediamo villaggi con case di legno, bufali che fanno il bagno per il caldo, bambini che al nostro passaggio si tuffano dalle rocce e dagli alberi e tutti ci salutano sorridendo. Meraviglioso!
Il tempo vola e sembra di arrivare a Tha Ton troppo presto. Sbarcati, salutiamo gli altri e ci fermiamo a mangiare in un locale. Alla tv danno un incontro di thai boxe che la domenica è seguita come il calcio da noi, infatti ad ogni pugno o calcio si sentono i tifosi in giro per il villaggio esultare o sospirare delusi. La gita vera prevede che si passi la notte a Tha Ton per ripartire la mattina dopo, ma noi non possiamo e quindi prendiamo un taxi che ci porti a Fang e da lì prendiamo l'autobus per tornare a Chiang Mai senza avere la minima idea di quanto tempo ci voglia. Bene, sono tre ore in mezzo alle montagne, ma il paesaggio è stupendo, le porte dell'autobus restano aperte e arriva il profumo dei fiori insieme ad una piacevole aria fresca.

E' stata una bellissima gita. Non sapevamo bene dove ci trovassimo e non sapevamo quanto tempo ci avremmo messo a tornare a Chiang Mai, ma non importava. Stanchi eppure rilassati ci siamo goduti il viaggio, il tramonto, gli incendi di sterpaglie ai lati della strada con il fumo che entrava dalle porte sempre aperte. Nessuno cade dall'autobus nemmeno quando curva sugli strapiombi lungo i tornanti, tutti pagano il biglietto appena salgono, nessuno fa storie quando ai posti di blocco salgono militari in mimetica a controllare i documenti (a noi stranieri no), nessuno è in ritardo, un cenno della mano e il conducente si ferma a farti salire, un altro cenno e puoi farti lasciare dove vuoi. Niente di male può accadere in questa atmosfera serena come una ballata, nella pace della sera che cala sul nostro bus sgangherato, nel silenzio dei passeggeri, tutti immersi nei propri pensieri colorati.

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