martedì 4 giugno 2019

Cibo e altre piccole cose

Prima di passare alla seconda parte della vacanza sull'isola di Bali, vi diletto con un piccolo post che serve più a noi che a voi, per conservare alcuni dettagli che ci farà sorridere rileggere tra dieci anni.

Assalto alla dispensa
Ci chiamiamo Cavallette perché non lasciamo nulla in tavola al nostro passaggio e anche in Kalimantan abbiamo onorato la cucina. La cuoca della Rimba King, della quale purtroppo non abbiamo capito il nome, era una tenera donnina musulmana capace di stupirci a ogni pasto malgrado le restrizioni che le nostre diverse diete le hanno imposto. Nelle sue mani, il tofu diventava appetitoso, il tempeh croccante, le verdure insaporite da spezie misteriose che proprio da queste isole partivano per l'Europa su grandi velieri, facendo la fortuna dei mercanti e finanziando i grandi viaggi d'esplorazione, come quello di Magellano.
delizia di tofu
L'ora di pranzo era una festa e in tavola arrivavano sempre cinque o sei pietanze diverse, oltre all'immancabile riso bianco che sostituisce il nostro pane, e si concludeva con frutta fresca o un dessert sempre a base di frutta. A cena, invece, si cominciava con una scodella di zuppa calda, diversa ogni volta – strepitosa quella di mais – e poi arrivavano le portate principali. Durante la navigazione, ci servivano anche la merenda: noce di cocco da bere e poi scavare con il cucchiaio, banana fritta, caffè indonesiano, tè, arachidi, banana con scaglie di cocco. Una volta ho provato a ordinare in indonesiano, ma mi sono incasinata con i numeri così Eros e i ragazzi ridevano di me che non so contare fino a quattro. Alla fine, ho detto più o meno correttamente: «Tiga kopi e satu tè» e abbiamo avuto i nostri tre ottimi caffè e un tè per la Fra.
ingredienti grezzi
Anche nell'aspetto, i piatti erano spettacolari con tutti quei colori e i profumi irresistibili, spesso dimenticavamo di fotografarli prima di consumarli. Ho sempre amato la cucina indonesiana e avevo chiesto a Feddi, che tra le altre mille qualità è pure chef, di documentare tutto per ripropormelo a casa. Di una salsa particolarmente deliziosa, abbiamo chiesto la ricetta e la cuoca, non sapendoci elencare gli ingredienti in inglese, è scesa in cucina ed è tornata con le materie prime per mostrarcele: radici, spezie, erbe e verdure che lavorava a mano sul momento. Il segreto di un buon piatto sta sempre nella qualità degli ingredienti e nel saperli lavorare freschi. Aggiungete poi il piacere di gustarli sul ponte di un klotok che naviga tranquillo su un fiume circondato dalla giungla e la cortesia dei due timidi ragazzi che ce li servivano e restavano sempre un po' stupiti di trovare i piatti vuoti, praticamente lucidati, e impilati in bell'ordine quando sparecchiavano. Immaginavamo quello più cicciottello – che non ha voluto comparire nelle foto – che scendeva annunciando che, ancora una volta, «Han magnà tucc!» Insomma, durante la nostra permanenza, l'equipaggio è dimagrito, noi ingrassate!

la nostra fantastica cuoca

Un albero in più, anzi quattro
Abbiamo pagato l'intero soggiorno in Kalimantan prima di partire, in modo da non avere pensieri sul posto, ma non avevo capito che anche i quattro alberi piantati a Pesalat fossero compresi nel conto. Con le ragazze avevamo già messo da parte i soldi per pagarli, così li abbiamo dati lo stesso a Udin per quattro alberi in più. Siamo tornate a casa con otto alberi a nostro nome piantati nel Borneo, appena otto gocce nell'oceano della deforestazione, ma da qualche parte bisogna pur cominciare ed è bello pensare che forse, un giorno, quegli alberi daranno riparo e cibo agli animali della giungla. Un pezzo di noi che cresce laggiù ci fa sentire di ripagare un pochino la foresta per tutta la gioia che ci ha regalato.

Risate notturne
La notte in hotel a Pangkalan Bun è stata piena di pensieri che non ci facevano prender sonno anche se eravamo stanche. 
Io e Sonia condividevamo la camera e, rinfrescate da una bella doccia, ci siamo messe a letto. 
Dopo un po' che avevamo spento la luce, l'ho sentita ridere.
«Cazzo ridi nel sonno?»
«Mi è tornato in mente in ragazzo che scende con i piatti vuoti: han mangà tucc!»
Ridiamo come due sceme, poi ci imponiamo di dormire perché dovevamo alzarci prestissimo.
D'un tratto la stanza si illumina di luce azzurra, come se fossero arrivati gli alieni di Spielberg.
«Ma è il tuo cellulare?» mi domanda la Master.
L'avevo lasciato in carica sulla scrivania, acceso perché avevo impostato la sveglia, ma era rimasto connesso al wifi e all'arrivo di qualche messaggio si è illuminato.
«Sì, scusa» ho risposto alzandomi «Disattivo il wifi così non mi arrivano altri messaggi.»
Torno a letto e il display è ancora illuminato, resta così per qualche minuto e non accenna a spegnersi.
«Ecco» mi giustifico «Senza connessione la luce rimane accesa fissa.»
Scoppiamo a ridere di nuovo, finché la luce si affievolisce e infine scompare. Buonanotte, Kalimantan.

Ultima cosa
Al molo del lodge c'era questo cartello che non ho capito...




P.s. In questo album speciale ho raccolto tutti i filmati ripresi da Feddi.


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