sabato 11 aprile 2015

Manuale della Cavalletta

Come promesso mentre eravamo in viaggio, ecco il Manuale della Cavalletta per chi volesse unirsi ai nostri viaggi con missioni naturalistiche. 
la Barbi
Il nome Cavallette è nato durante il viaggio in Baja California, quando ci siamo rese conto che dove passavamo noi non restava più nulla nelle dispense dei ristoranti. Sempre in Messico è nato il soprannome Niña per la Feddi, visto che è la più piccola del trio. Il mio, Barbuna, ha origini più antiche nella storia della mia famiglia: coniato da mio padre quando, da adolescente metallara, passavo tanto tempo fuori casa da guadagnarmi questo titolo da senzatetto. Ci manca il nome di battaglia della Fra. L'anno scorso, a Lefkada, avevamo pensato a "la Greca" perché guida come gli isolani, ma non la definisce abbastanza.

In realtà le regole del manuale sono poche, nate spontaneamente da esigenze pratiche e non sono facili da seguire per la maggior parte delle donne che conosciamo.

la Fra
Pronte in 15 minuti - Quando devi svegliarti all'alba per una missione, non c'è tempo per farsi la piega o mettersi lo smalto. Tutto deve essere preparato la sera prima e in 15 minuti dobbiamo essere fuori dalla stanza. Ci alziamo, andiamo a turno in bagno, ci vestiamo e chiudiamo i bagagli. Chi resta indietro viene lasciato lì, senza pietà.
Uno sguardo sulle altre - Anche se ci separiamo, in un negozio o per la strada, una Cavalletta sa sempre dove sono le compagne e le tiene d'occhio in caso di bisogno. Questo vale soprattutto per la Niña, perché è un po' selvatica e, se la perdi di vista, lei va. Ricordate che la missione principale di ogni viaggio è riportarla a casa sana e salva, altrimenti mio fratello ci ammazza.
Condividere i bagagli - Gli abiti e gli accessori che portiamo in valigia si condividono in caso di necessità. In Kenya, per esempio, avevo finito le calze pulite e le ho prese in prestito dalla Niña; in Messico, nel gelo della notte in aeroporto, ho prestato una delle mie felpe alla Fra. Viaggiando così leggere da fare a gara al check-in per la valigia meno pesante, capita di trovarsi in queste situazioni, perciò, taglie permettendo, ci scambiamo quello che serve. Inoltre, decidiamo in anticipo chi porta lo shampoo, chi il dentifricio o l'asciugacapelli. Questo è il vero punto dolente, quello che scoraggia le amiche che vorrebbero partire con noi: imparare a fare una valigia da Cavalletta, cioè sotto i 10 kg.
la Niña
Il conto - Si paga a turno e si segna sul quadernino da viaggio, così non dobbiamo ogni volta chiedere conti separati o scambiarci monetine. A fine viaggio, si divide tutto per tre e ci si sistema a casa. Anche i prelievi di contanti si fanno in comune, in modo da non andare in giro con grosse cifre e che non ci si ritrovi alla fine del viaggio con valuta estera non spesa.
Un'occasione per tutte - Le Cavallette si vogliono bene e sono felici quando lo sono anche le altre. La balena o la giraffa, si accarezzano a turno così ognuna avrà la sua foto ricordo. Tutte devono avere la possibilità di godersi il momento, per questo bisogna sapersi fare da parte. L'egoismo non esiste, siamo una squadra, anzi, una sorellanza!
L'antizanzare deodora le scarpe - Dopo una giornata avventurosa, è normale puzzare. Si suda, si cammina, ci si emoziona, ci si spaventa e, ora di sera, abiti e scarpe diventano armi chimiche. Quando non è possibile lasciarli a prendere aria all'aperto, ci si ingegna. Siccome non portiamo con noi troppi cambi (vi ricordo che vince chi ha la valigia più leggera), si lava la biancheria nel lavandino con la saponetta, si stende dove capita e si spruzza il repellente per insetti nelle scarpe da tennis. Una Cavalletta non si scandalizza se le altre non profumano di fiori, sono impolverate e spettinate: l'avventura ci riduce tutte così. 

L'amicizia è alla base di tutto quando siamo là fuori: lontane da casa, ma insieme e felici di vivere una nuova avventura. 

le Cavallette


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