mercoledì 8 aprile 2015

Dieci piccole cose

Nella sala d'attesa del medico, mio fratello ha trovato un volantino, nella foto, che si è premurato di portarmi dicendo: “Dovresti cambiare nome al tuo blog”.
In realtà, in viaggio sono sempre stata benissimo da quel punto di vista perché i miei problemi intestinali sono dovuti allo stress ed è una delle cose che lascio a casa quando parto.
Condivido questo siparietto personale perché ormai siamo una grande famiglia e, quando si è in confidenza, si finisce sempre per parlare di queste cose. Chissà come mai, poi, qualche psicologo potrebbe scriverci un trattato.
Nonostante l'apertura del post, oggi voglio parlarvi di cose belle che ho trovato durante i miei viaggi. Non elencherò paesaggi e destinazioni, non vi racconterò le grandi emozioni di cui vi ho già parlato in diretta mentre le vivevo, non troverete il momento più romantico con il TdC o il più divertente con le Cavallette, mio fratello o gli altri amici che hanno viaggiato con me.
Mi soffermerò, invece, su dieci piccole cose di “contorno” che comunque fanno parte dell'esperienza del viaggio e sono rimaste impresse nei miei ricordi.

Il volo più comodo: questo è davvero facile perché mi è capitato soltanto una volta di volare in business class. È successo nel 2010, in partenza per il viaggione di quattro mesi, con Emirates. La prima tappa era Bangkok con scalo a Dubai ed è lì che abbiamo scoperto le meraviglie dell'overbooking. Al momento di imbarcarci sul secondo volo, gli assistenti di terra si sono accorti che non c'era più posto in economy, così io e il TdC siamo stati sistemati in business con tutte le comodità connesse, come saltare la coda per salire in aereo, avere poltrone enormi e completamente reclinabili e una pochette con cosmetici, pettine, spazzolino e dentifricio in omaggio. Ci siamo trovati tra uomini d'affari e ricchi turisti, con i nostri capelli spettinati e una maglietta bucata, trattati da vip. Un lusso che non avremmo mai potuto permetterci e una fortuna che ormai, con l'avvento del check in online, non ci ricapiterà.
L'aeroporto più bello: indubbiamente Hilo. Sarà stata la voglia di mettere piede a terra dopo 22 ore di volo e due scali, ma quando siamo atterrati nel piccolo e grazioso aeroporto di Big Island, io e il TdC abbiamo provato una bellissima sensazione. L'arredamento in legno, i fiori colorati ovunque, la gente sorridente in tenuta da spiaggia, l'aria tiepida e umida che veniva dal mare, l'atmosfera rilassata e casalinga ci hanno accolti nel migliore dei modi. Il primo impatto con le Hawaii è stato proprio come lo sognavamo da casa: lasciare la frenesia delle nostre parti per entrare in un paradiso lontano. Mentre i grandi aeroporti mi mettono la stessa ansia dei centri commerciali, in quelli piccoli si trova la giusta dimensione del viaggio, la semplicità. Nel 2012, per spostarci da Bali a Flores, siamo atterrati a Labuan Bajo dove c'era una sola pista circolare, piccoli aerei con motori a elica, nessun nastro trasportatore per i bagagli, nessun autobus per raggiungere il terminal dall'aereo. Ci si muove a piedi e si raccoglie la propria valigia dal mucchio. Adoro le cose facili.
La miglior scena dal finestrino: una delle cose più straordinarie che abbia mai visto da un aereo è il temporale, mentre ero in volo da Johannesburg a Cape Town nel 2012. Non avete idea di quanto sia bello un temporale visto dall'alto. È spettacolare veder nascere un fulmine, osservare maestose montagne di nuvole modellate dal vento in vortici mostruosi e illuminate dai lampi che ne rivelano le forme nel buio. Era sera, vedevo le stelle sopra e la tempesta sotto, ero davvero incantata.
sotto l'acquazzone
Il pranzo più strano: nel 2010 sul lago Toba in Indonesia, io e il TdC stavamo facendo un giro dell'isola Samosir in bicicletta, quando siamo stati sorpresi da un acquazzone. Ci siamo rifugiati in un ristorantino tra la strada e il lago. Eravamo gli unici clienti e, se avete letto il mio libro, sapete che sull'isola l'atmosfera era piuttosto inquietante, seppur affascinante. Il menù sembrava uscito dal film Mio cugino Vincenzo, quello con scritto solo “colazione, pranzo, cena”, bene, sul nostro c'era “carne, pesce, riso”. Abbiamo scelto il pesce, il cameriere si è tolto la maglietta e si è tuffato nel lago, uscendone poco dopo con due pesci che la cuoca ha grigliato sul fuoco acceso per noi. Ringrazio ancora il cielo di non aver scelto la carne.
La cena più strana: sempre in Indonesia, ma a Bali, nella mia cittadina preferita, Ubud. Cercando di allontanarci dai locali frequentati solo da turisti, il TdC ha imboccato una via secondaria e abbiamo avvistato le luci di un piccolo ristorante a conduzione famigliare. La cucina è sotto una veranda aperta sul vicolo e la gente si ferma con i motorini a prendere piatti d'asporto cucinati al momento da mamma e papà. All'interno c'è una saletta con una mensola che corre lungo le pareti, ci siamo sistemati sugli sgabelli e abbiamo ordinato a caso dal menù scritto solo in indonesiano. A servirci era una ragazzina, probabilmente la figlia maggiore, con in braccio la sorellina neonata. Non parlano una parola d'inglese, ma ci siamo intesi lo stesso e abbiamo gustato un'ottima cena seguendo una telenovela locale alla tv appesa in un angolo. Ci siamo tornati più volte perché abbiamo mangiato benissimo spendendo pochissimo. I proprietari ci riconoscevano subito perché eravamo gli unici stranieri a frequentare il ristorante e ci salutavano con grandi sorrisi.
Il cielo più stellato: in questa sezione devo citare due luoghi perché non riesco a scegliere. Il primo è il Marocco, nel 2007, quando abbiamo passato due notti in tenda nel deserto del Sahara. Potete immaginare con quanta chiarezza si potessero osservare le stelle laggiù, lontani da qualsiasi forma di inquinamento luminoso. Circondati dal silenzio, nel buio più assoluto, ci siamo goduti lo spettacolo del cielo e sembrava di galleggiare nello spazio. Nel deserto ce lo aspettavamo ed è stato comunque bellissimo, mentre in Australia è stato sorprendente. Non ero nel deserto, ma in un campeggio sulla costa est, Airlie Beach. Sté e il Berna, con i quali stavo percorrendo la costa in camper nel 2010, erano usciti per passare la serata in paese, mentre io ero rimasta a dormire nel nostro furgone scassato. Quando sono tornati, mi hanno svegliata e costretta a uscire perché non avevano mai visto un cielo del genere. Era completamente bianco di puntini luminosi, si poteva seguire la Via Lattea con lo sguardo come un sentiero di diamanti, cadevano decine di stelle e ognuna brillava in modo diverso.
motorino su taxi
Buone azioni: dedico un ricordino a momenti che mi hanno fatta riflettere sul nostro modo di vivere, attimi che mi hanno fatto credere in un mondo migliore. Nel 2010 in Thailandia, stavo aspettando l'autobus insieme al TdC per tornare a Chiang Mai dopo una gita sul fiume. Davanti a noi si è fermato un taxi collettivo, quei furgoncini che trasportano merci e persone a prezzi super economici. Un tizio che aveva problemi con il suo motorino ha chiesto al conducente di caricare lui, la fidanzata con le borse della spesa e lo scooter per evitare di tornare a casa a piedi. Allora, gli altri passeggeri sono scesi dal taxi e hanno aiutato tutti insieme a issare il motorino sul tetto, legandolo sul portapacchi insieme a un sacco di altri bagagli. Nessuno si è lamentato del ritardo, tutti hanno dato una mano e si sono stretti per far posto ai nuovi passeggeri, sempre con il sorriso sulle labbra. Ve lo immaginate a Milano? Qualche mese dopo, in Australia, eravamo sulla costa ovest, in viaggio in autobus verso Exmouth su una delle tipiche strade australiane che si snodano in un paesaggio selvaggio e disabitato. Kate, la nostra guida e autista, ha notato un'auto sul ciglio della strada con tre persone intorno e si è fermata a chiedere se ci fosse bisogno d'aiuto. Su quelle strade non passa nessuno e i cellulari non prendono, quindi rimanere in panne può essere pericoloso. Gli australiani si fermano sempre a dare assistenza a chi si trova in difficoltà, così Kate ha avvisato i soccorsi via radio, ha lasciato qualche bottiglietta d'acqua e siamo ripartiti. Il mese scorso, ero in Kenya con le Cavallette e, durante il safari nel Masai Mara, il nostro fidato Fred si è fermato a raccogliere una bottiglia di plastica che qualche sciagurato aveva lasciato sul sentiero.
Si tratta di piccoli gesti, ma agli occhi di chi, come me, vive in un mondo di indifferenza ed egoismo hanno il valore di imprese eroiche.
sarto a Ubud
Il mercato più bello: dal Messico all'Asia, all'Africa ho visto tanti mercati colorati e interessanti, ma il migliore, secondo me, è quello di Ubud sull'isola di Bali. Ci torno ogni volta che mi trovo da quelle parti perché ho sempre trovato oggetti bellissimi a prezzi ridicoli ed è lì che ho imparato a contrattare con i mercanti furbi e sorridenti. È molto fornito anche se non eccessivamente grande e incasinato, tra un casco di saporitissime banane, foulard di ogni colore e abiti comodi e leggeri, è divertente curiosare tra le bancarelle profumate d'incenso e osservare gli artigiani al lavoro con le macchine da cucire o costruire maschere, strumenti musicali, utensili per la casa, mobili e lampade. Da vedere. Bello anche in Marocco, a Essaouira, dove abili sarti confezionano camicie di cotone su misura accanto a enormi ceste di spezie.
Il bagno più bello: la toilette è un pensiero fisso delle donne in viaggio perché, non avendo la libertà d'azione di un uomo, può diventare un problema. Vi stupirà sapere che il bagno pubblico più bello, accogliente e pulito che abbia provato si trova in Cambogia, nel complesso archeologico di Angkor. Riguardo i bagni privati, in Indonesia ho adorato le stanze da bagno aperte sulla giungla, nelle quali sembrava di farsi la doccia tra gli alberi, non ci si doveva preoccupare di arieggiare il locale e magari passava una scimmietta mentre ero intenta a... ehm... leggere.
Il miglior vulcano: da estimatrice delle forze naturali, non potevo non dedicare una sezione ai vulcani. Tutti diversi e tutti splendidi, quelli che ho visto finora, attivi o estinti. Dai laghi mistici del Kelimutu, ai giganti hawaiiani nello straordinario Volcanoes NP, dal leggendario Krakatoa al lago Toba in una delle caldere più grandi del mondo. Quello che voglio incoronare oggi, però, è il nostro Stromboli perché mi ha regalato strepitose fontane di lava sotto il cielo notturno quando ci sono salita nel 2011.


Ora vi lascio la parola. Quali sono i vostri migliori piccoli ricordi?

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