martedì 6 gennaio 2015

Capodanno a Napoli

Finalmente ho riordinato le foto, i video e gli appunti e sono pronta a raccontarvi la mia trasferta napoletana.
Sapete che preferisco di gran lunga i paesaggi naturali alle opere dell'uomo, ma, come ho detto altre volte, l'Italia è così ricca d'arte e storia che perfino qualche città riesce ad affascinarmi.
Non è facile condensare in un post questi quattro giorni a Napoli, soprattutto perché è stata la prima volta che io e il TdC ci mettevamo piede e c'è tanto da fare, da vedere e da mangiare in questa città.
Prima di tutto, ringrazio Federica e Davide per l'invito e l'ospitalità. Come dico sempre, per apprezzare un luogo bisogna visitarlo con gente del posto e loro, insieme all'amico Ivano che è una guida ufficiale, ci hanno fatto apprezzare al meglio le bellezze di Napoli e dintorni.
Ma andiamo con ordine.


29 dicembre
Grazie al treno alta velocità, in quattro ore e mezza siamo arrivati a Napoli comodamente. I nostri amici sono venuti a prenderci alla stazione e abbiamo raggiunto il centro con la metropolitana, bellissima esteticamente, ma poco puntuale.
Pensavamo di approdare nel Paese d'o sole, invece, faceva un freddo terribile, ma il forte vento rendeva il cielo limpido e bellissimo. 
Le strade, in questi giorni di festa, erano tremendamente affollate. Napoli è piena zeppa di storia e tradizioni, dai greci ai romani, alla dominazione spagnola e ovunque ti giri trovi un'opera d'arte. Passeggiavamo affascinati tra edifici antichi e tipicità moderne, come le file di panni stesi ad asciugare sopra le nostre teste. Davide ha commentato: “A Vienna non ti fanno stendere alla finestra nel centro storico!”, ma anche questo fa parte della Napoli che immaginavamo, una città dove gli stereotipi diventano realtà con una naturalezza tale da farti sentire a casa.
Fuori da un bar c'era un cartello che diceva "Attenzione: qui c'è caffè sospeso", significa che si può lasciare un caffè pagato a chi non se lo può permettere e mi sembra una tradizione molto carina.
Abbiamo visitato chiese, piazze e vie dedicate all'artigianato dove si passa dagli strumenti musicali ai libri, fino a via San Gregorio Armeno, famosa per le botteghe che producono presepi tutto l'anno. Qui vengono collezionisti da tutto il mondo per acquistare i pezzi più originali e pregiati, dai forni con la fiammella accesa ai fiumi che scorrono nei mulini, alle statuette di personaggi famosi, ispirate all'attualità e alla cronaca come vignette tridimensionali. Così, in un presepe puoi trovare Batman insieme al Papa e Bolt. Come a casa mia con Buddha e il nano da giardino zombi. Fantastico!
I turisti si affollavano davanti alle pizzerie più famose dove l'attesa per un tavolo era esagerata, quindi abbiamo scelto un locale più defilato e abbiamo trovato posto in mezzora (erano ormai le tre del pomeriggio). Sapete che divento nervosa quando ho fame, ma fortunatamente ci eravamo fermati prima in una rosticceria dove, tra una crocchetta, una frittatina di pasta e un panino napoletano, abbiamo placato l'appetito.
A stomaco pieno, siamo andati a vedere il Cristo Velato, una scultura che dal vivo lascia senza fiato per la perfezione dei dettagli. Valeva la pena dell'attesa in coda perché quello non è marmo, è magia! Abbiamo, poi, saputo dallo zio di Federica che, si dice, fu realizzata con l'ausilio di tecniche elaborate da misteriosi alchimisti, altrimenti non si spiega come dal marmo si sia potuto ottenere un simile risultato. Andate a vederla con i vostri occhi.
Mentre calava il sole e aumentava il freddo, siamo scesi nella Napoli sotterranea, con una visita guidata interessante e divertente. Interessante perché abbiamo visto il passare dei secoli sotto la città, dalle cave di tufo dei greci, al sistema di cisterne dei romani, ai resti lasciati da chi, durante la guerra, ha utilizzato questi spazi come rifugio dai bombardamenti. Divertente perché a un certo punto ci hanno dato delle candele e ci siamo infilati in cunicoli strettissimi che si aprivano sulle antiche cisterne. Si procedeva in fila nel buio totale, cercando di non dare fuoco a chi ci stava davanti e, in certi punti, il passaggio era così stretto che bisognava camminare di lato. Non è adatto ai claustrofobici, ma è davvero bello.
Si passa poi in una cantina utilizzata dalle suore per conservare un vino chiamato Tufello che oggi non si produce più. La leggenda racconta che il vino contenesse gocce di sangue di Santa Patrizia che aveva il potere di curare la sterilità delle donne, così le monache davano la colpa al vino per le loro inspiegabili gravidanze, sorvolando sul fatto che da quella cantina si accedesse al vicino convento di frati. Miracolo!
Tornati in superficie, la visita guidata continuava nelle vie vicine dove un intero teatro romano è stato inglobato da edifici moderni. Se ne vedono alcune parti dalla strada, ma la cosa bizzarra è stata trovarne i resti dentro le case. Siamo entrati in un appartamento dove c'era un letto sopra una botola che portava alla cantina. Beh, quella cantina si trova nei camerini del teatro dove anche Nerone si era preparato per i suoi spettacoli. Spostato il letto, quindi, siamo scesi nel backstage di Nerone!
La guida ci ha fatto notare che le pareti erano costruite con un metodo ideato dai romani perché resistessero ai terremoti. Avevano scoperto, già allora, che le onde sismiche viaggiano in diagonale e avevano inventato questi mattoni cuneiformi che, sistemati in un certo modo, erano in grado di disperdere la forza del terremoto. Erano geniali! Tutto ciò che hanno costruito era frutto di studi approfonditi e infatti, dopo oltre duemila anni, quelle pareti sono ancora in piedi, come pure gli acquedotti, le strade e gli edifici che hanno costruito in tutte le nazioni comprese nel loro impero. Allora dominavamo il mondo e portavamo davvero la civiltà in altri Paesi; oggi costruiamo case che si crepano con il vento, come ci siamo ridotti così?
La sera ci siamo diretti verso casa di Federica che si trova al confine tra Ercolano e Torre del Greco, a metà strada per la cima del Vesuvio. Ho sempre trovato inquietante l'idea di abitare su un vulcano e Davide, che trova sempre le parole giuste, ha detto: “Qui non vale neanche la pena di scappare. Si aspetta con dignità, come i samurai, che la lava venga giù.”
Dopo un'ottima cena di pesce da Gianni al Vesuvio (provate il coccio all'acquapazza!), ci siamo sistemati nella vecchia cameretta che Federica divideva con la sorella. La cosa fantastica di questa casa è la vista dal balcone del salotto: si vede tutto il golfo, Napoli, Ischia, Capri, un vero spettacolo.

30 dicembre
Il secondo giorno dedicato alla visita della città è stato pienissimo. Si è unito a noi Ivano, guida super esperta, che, con la sua passione per l'arte e per la Campania, ci ha raccontato la storia di ogni sito che ci mostrava rendendo tutto più chiaro e interessante.
Per prima cosa, ci ha portato al Pio Monte della Misericordia ad ammirare un dipinto di Caravaggio che rappresenta, appunto, le opere di misericordia. In Internet si trovano foto e storia di ogni opera d'arte, ma, come per ogni bellezza del mondo, naturale o creata dall'uomo, bisogna vederla dal vivo per rendersi conto di quanto sia straordinaria. Ivano ci ha raccontato la storia del quadro e di Caravaggio, artista ribelle e sempre coinvolto in qualche casino tipo le rockstar degli anni '60.
Della visita al Duomo, invece, mi ha colpito una curiosità riguardo la cappella dedicata a San Gennaro. Questa cappella non appartiene alla Chiesa, ma al popolo. Sul pavimento del Duomo, infatti, in corrispondenza dell'entrata della cappella, le mattonelle cambiano, delimitando il confine tra la proprietà della Chiesa e quella del Comune di Napoli rappresentato dallo stemma della città. San Gennaro è uno di famiglia per i napoletani, può dare aiuto e conforto, ma anche fare dispetti.
A pranzo, prestissimo per evitare la ressa, siamo stati da Donna Sofia dove abbiamo gustato la pizza migliore tra quelle provate a Napoli, che sono comunque tutte ottime. La mia era una margherita con la cornice ripiena di ricotta e prosciutto: un'opera d'arte!
Con la panza soddisfatta, ci siamo rimessi in marcia.
Il bello del centro storico di Napoli è che tutte le cose più belle da vedere si raggiungono tranquillamente a piedi, se vi piace camminare. Non so dire quanti chilometri abbiamo macinato in questi giorni, la sera rientravamo sempre distrutti, ma compensavamo con il delizioso cibo locale.
La tappa successiva è stata la Basilica di San Lorenzo Maggiore, la chiesa che mi è piaciuta più di tutte perché conserva nell'aspetto le sue origini medievali ed è molto luminosa grazie alle grandi finestre. Gran parte degli edifici storici più antichi di Napoli sono stati ristrutturati nel periodo barocco che ha reso tutto sfarzoso, teatrale, pieno di dettagli ricercati e decorazioni esagerate. Preferisco decisamente la semplicità medievale.
Anche la Basilica di San Lorenzo sorge sui resti dell'antico insediamento romano e, proprio sotto la chiesa e il convento, c'è un sito archeologico sotterraneo, il Macellum, che era il mercato. Siamo scesi per una scala che ci ha portati indietro di un secolo per gradino fino a raggiungere le botteghe dove si svolgeva la vita quotidiana dei nostri antenati. A pensarci è impressionante, com'è impressionante camminare per una città dove il cielo è il fondo di una città più moderna.
La visita è proseguita alla chiesa di Sant'Anna dei Lombardi che non si può fotografare e al Maschio Angioino, tutto accompagnato dalle presentazioni di Ivano, con aneddoti sempre interessanti e divertenti.
A quel punto, però, la nostra guida ha dovuto lasciarci perché dalle sue parti cominciava a nevicare e doveva prendere il treno prima di ritrovarsi bloccato a Napoli. Rimasti in quattro, abbiamo fatto una pausa merenda nella Galleria Umberto I che somiglia tanto a quella in centro a Milano, ma da noi non si trovano i babà giganti ripieni di crema di cassata!
Mentre calava il buio, ci siamo avviati verso Castel dell'Ovo, altra grande fortezza sul mare, passando per le vie di Santa Lucia. Un vento ghiacciato faceva dondolare le luminarie appese tra i palazzi e, affacciandosi sulle strade laterali, si vedevano scorci dei quartieri spagnoli, che avevamo già incontrato scendendo dalla metropolitana in via Toledo. Storicamente, sono luoghi malfamati perché era tra quei vicoli bui con alte scalinate e piccole botteghe che i soldati spagnoli cercano “divertimento” alimentando criminalità e prostituzione. Nonostante la loro pessima fama, anche quelle strade sono ricche di arte, storia e tradizioni.
Stanchi e affamati, infine, siamo tornati a Torre del Greco per una cena di pesce al porto, alla Taverna e'Mare. Ottimo!

31 dicembre
Quando ci siamo svegliati, oltre le finestre ci aspettava un panorama raro e incredibile: la neve sul golfo!
Il programma prevedeva la visita agli scavi di Ercolano o Pompei per quel giorno, ma la nevicata ha cambiato tutto, paralizzando gli abitanti, un po' per l'incanto, un po' perché qui non sanno nemmeno cosa siano le catene. Micaela, sorella di Federica, le ha inviato un messaggio che diceva: “Mi sono svegliata nel 1985”.
Inoltre, in casa mancava l'acqua perché le tubature erano congelate e ci siamo lavati facendo bollire quella che abbiamo raccolto con le bacinelle da un rubinetto nel garage. Quando il traffico ha ripreso a scorrere, siamo partiti per Caserta, fermandoci a fotografare il Vesuvio imbiancato come un pandoro.
Annamaria, mamma di Davide e grande cuoca, abita a Caserta con l'altro figlio, Mimmo, grande appassionato di storia Campana. Tra l'altro, sostiene che la Coca Cola sia stata inventata per permettere ai napoletani di fare spazio nello stomaco per la portata successiva. Annamaria aveva preparato un po' di piatti per il nostro cenone: salsicce e friarielli, polipo con patate e un capolavoro di ciambellone ripieno di formaggi e affettati chiamato Casatiello. Dovevamo insomma ritirare il prezioso catering per la serata.
Prima, però, i nostri amici ci hanno lasciati alla Reggia di Caserta, mentre sbrigavano altre commissioni. La parte migliore del complesso sono i giardini con cascate e fontane, ma erano chiusi per neve. Il 2014 per il TdC e me è stato l'anno del meteo avverso, alle Hawaii come a Napoli.
Gli appartamenti della Reggia si visitano con le audioguide. Tutto bello, lussuoso, ma non il mio genere. Dopo un po' mi stufo di osservare decorazioni e mobili. A me piace girare per le vie delle città d'arte, a Napoli come a Firenze, e immaginarle nei loro tempi migliori, quando quelle strade erano percorse da personaggi storici, inventori, artisti, scienziati, gente che ha fatto grande l'Italia quando ancora non era l'Italia. Forse il nostro declino è cominciato proprio con l'unificazione. Ci rifletterò.
Nel pomeriggio, tornati a casa a Ercolano, sono cominciati i preparativi per il cenone. Ci hanno raggiunti il fratello e la sorella di Federica con le rispettive famiglie. Sono passati cugini, zii e nipoti a salutare e a vedere come andava con il problema dell'acqua. Risolto così: Davide e il TdC sono scesi in cortile dove passano i tubi ghiacciati; dalla finestra del bagno abbiamo calato una prolunga a cui hanno attaccato il phon e, con l'aiuto di una scala, si sono messi a scongelare le tubature, mentre sotto i loro piedi le valvole del contatore spruzzavano acqua gelida. Già me li vedevo fulminati a Capodanno.
Il cenone è stato un successo e, allo scoccare della mezzanotte, siamo usciti sul balcone ad ammirare i famosi fuochi d'artificio napoletani. Uno spettacolo di esplosioni, botti e colori lungo tutta la costa illuminata. Perfino le barche al largo lanciavano razzi di segnalazione per festeggiare. Il tutto è durato un'oretta, meno del solito, forse per via della crisi, ma è stato comunque spettacolare. Guardate il mio video della mezzanotte

Ci siamo poi spostati a casa di zio Michele, nel palazzo di fianco, per brindare e chiacchierare ancora d'arte e storia napoletana. Sono tutti molto orgogliosi delle proprie origini e ne parlano con passione e un po' di rabbia perché tante bellezze non vengono valorizzate come meriterebbero.
Anch'io sono convinta che l'Italia potrebbe tranquillamente vivere di turismo se solo lo volesse, dalle Alpi alla Sicilia siamo ricchi di natura e arte da far invidia a tutto il mondo. In ogni regione si mangia e si beve squisitamente, anche nel più sperduto paesino c'è storia, abbiamo montagne stupende e mari meravigliosi. Tutto abbandonato, quasi nascosto sotto le grandi fabbriche che ora stanno fallendo, sotto tanto cemento che sta crollando, sotto gli interessi di una politica che non ama il proprio Paese. Fa tristezza.

1 gennaio
Il primo giorno del nuovo anno sembrava di trovarsi in un film post-apocalittico. Il sole inondava strade deserte e silenziose, tutto chiuso, nessun segno di vita.
Siamo tornati a Caserta da Annamaria per abbuffarci con gli avanzi del cenone ai quali si è aggiunta una pasta con salsiccia e funghi, tanto per stare leggeri. Era tutto così buono che, se ci fossimo fermati qualche giorno in più, sarei diventata obesa.
Dopo pranzo siamo saliti a San Leucio, una frazione di Caserta, da dove si gode di un panorama immenso su mezza Campania, ma faceva freddissimo e ci siamo fermati poco.
La sera ho digiunato, proprio non sarei riuscita a mandare giù un altro boccone e questo vi rende l'idea di quanto abbia mangiato durante questa trasferta.
Il mattino dopo, ultima passeggiata per il centro di Napoli per comprare qualche souvenir, ultima pizza e poi il treno verso casa.
Sono davvero contenta di aver trascorso questo Capodanno insolito e devo assolutamente tornare in primavera per visitare i siti archeologici di Ercolano e Pompei: da appassionata di vulcani mi è dispiaciuto perdermi questi scorci di storia romana e vesuviana.
Dunque, alla prossima!

Ora guardate un po' di foto qui, poi ne aggiungerò altre fatte dal TdC e Federica, appena trovo il tempo.

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