giovedì 23 ottobre 2014

Cosa c'è di bello a Maui?

Torno a scrivere dopo qualche giorno, ma ricordate che sto vivendo 12 ore indietro rispetto all'orario del blog, quindi sono meno in ritardo di quanto vi sembri.
Appena trentasette minuti di volo separano Hilo da Kahului, ma passare da Big Island a Maui è come cambiare pianeta. Vi sembrerà incredibile, ma la prima cosa che abbiamo notato è che qui c'è molto più traffico, i semafori durano di più e si formano code agli incroci. Ho perfino sentito suonare un clacson, giuro.
Ci troviamo sulla costa nord, la più frequentata dagli appassionati di surf e windsurf, dove è facile incontrare nuovi campioni e vecchie leggende di questi sport, ma andiamo con ordine.
Appena atterrati, abbiamo trovato nel parcheggio la station wagon che avevamo prenotato. L'abbiamo noleggiata via mail da un italiano, Sergio, che fa buoni prezzi perché le sue auto hanno parecchi chilometri e, in effetti, la nostra Subaru Forrester nera suona un concerto di strani rumori e cigolii ogni volta che si accende, però finora sta andando alla grande, come un vecchio trattore. A consigliarci l'autonoleggio Manaloha di Sergio, è stato un altro connazionale, Giampaolo Cammarota, il simpatico surfista napoletano che ha scritto il libro Io speriamo che me la surfo. Siamo stati al negozio di attrezzature sportive dove lavora, a Kahului, per farci autografare il libro e informarci sul noleggio windsurf per il TdH. I colleghi di Giampaolo non sapevano nulla del libro uscito in Italia e lo sfogliavano sorridendo increduli. Per loro è un semplice collega, commesso in un negozio, che qualche volta scrive articoli per una rivista italiana di windsurf, ma non si aspettavano che avesse dei fan e, in realtà, neanche lui. Era sorpreso che avessimo il suo libro, una rarità, che ci ha autografato con dedica. 
Mentre discorreva di venti, onde e spot con il TdH, ci ha spiegato come Big Island protegga Maui dagli uragani, catturandoli e indebolendoli grazie alle due imponenti vette che dominano l'isola, Mauna Loa (4.169m) e Mauna Kea (4.205m). Queste tempeste arrivano quindi a Maui ridotte a un paio di giorni piovosi, mentre a sud di Hilo, come avete visto nelle foto, gli alberi vengono sradicati dal vento. 
Dopo le chiacchiere e i consigli dei nostri due connazionali, eravamo pronti a immergerci nella vita da spiaggia di questo famoso paradiso tropicale e ci siamo diretti a Kanaha Beach, il luogo più adatto al TdH per approcciare il windsurf hawaiano. La spiaggia è una bellissima striscia di corallo bianco che si stende per due chilometri lungo la baia. Vi si accede attraverso una pineta ombrosa e profumata, un grande parco attrezzato con bagni, docce e aree pic-nic. Per gli amici del TdH, qualche dettaglio sportivo: lo spot è adatto anche a surfisti da lago dalla spiaggia fino al reef che, al largo, forma un po' di onda. I reef sono ai due lati della spiaggia, separati da un canale dove si crea quella che viene chiamata la weird wave, cioè un'onda che viaggia perpendicolare alle altre e controvento, insidiosissima perché, finendole davanti, è impossibile sfuggirle e ci si fa male seriamente. Qui le foto di Kanaha Beach.
Un'altra cosa che non ci aspettavamo a Maui è la massiccia presenza di italiani, sia in vacanza (coppie in viaggio di nozze o windsurfisti che consumano tutte le ferie dell'anno per provare gli spot più famosi) che trasferiti stabilmente. Tanti italiani, troppi! Si incontrano facilmente in spiaggia o al mini market di Paia, dove abbiamo fatto la spesa il primo giorno. In coda alla cassa, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Monica che vive qui da cinque anni. Tra l'altro, ci ha detto che la comunità italiana a Maui è consistente, come pure quella francese. È chiaro che non verrò mai a vivere qui.
Paia è un paesino coloratissimo e affollatissimo di due categorie di persone: sportivi (surfisti, windsurfisti e kiter con ragazze in bikini al seguito) e hippy (più credibili quelli anziani che quelli giovani e modaioli, ma tutti vestiti allo stesso modo e poco puliti). A Paia si fa fatica a trovare parcheggio come in centro a Milano; i bar e i ristoranti hanno la fila alla porta e sono così rumorosi che non si riesce a parlare pur seduti allo stesso tavolo; c'è un solo semaforo eppure si forma una coda pazzesca di auto, mai vista a Hilo nell'ora di punta. Va bene per fare quattro passi osservando gente strana, per fare la spesa nel supermarket biologico e, se vi piace, per guardare le vetrine e fare shopping. Per noi, semplicemente, Paia è troppo incasinata.
Per fortuna, alloggiamo a Haiku, villaggio molto più tranquillo e, per di più, stiamo in una strada secondaria che si perde nella giungla. Maxi è un ragazzo argentino che vive a Maui da vent'anni e ancora non parla bene inglese, con noi, infatti, preferisce parlare spagnolo e un po' d'italiano imparato dai nonni emigrati in Argentina durante la Seconda Guerra Mondiale. Sul suo terreno, oltre alla sua villa, sorgono il suo laboratorio di costruzione e riparazione di tavole (da surf, windsurf, paddling ecc.) e due cottage. Quello che abbiamo affittato noi si trova in fondo alla proprietà, circondato su tre lati da foresta. Qui le foto del nostro rifugio per questa settimana. Maxi è un tipo davvero strano, sembra che nulla lo scuota. Sorride, ma non troppo; si lamenta, ma non troppo. Gli abbiamo offerto una birra nella nostra veranda (perché da bravi ubriaconi ne abbiamo riempito il frigo il primo giorno) e ci ha raccontato di sé, della sua famiglia, del suo lavoro nella fabbrica di una nota marca di tavole a Maui e di come, dopo quindici anni, si sia messo in proprio. Lavora mezza giornata nel negozio/laboratorio, poi si dedica al windsurf e alla cura del suo grande giardino. Già così, conduce un'esistenza invidiabile, ma, oltre a tutto questo, ci rivela con noncuranza che campioni mondiali frequentano il suo laboratorio e insieme a lui realizzano tavole personalizzate e firmate. Viene fuori che è amico di gente per cui il TdH sgrana gli occhi (io nemmeno mi ricordo i nomi) e lo stesso Maxi è un professionista. Lui nega, sminuendo il fatto che esce a surfare a Jaws, lo spot mortale per chiunque sia meno che abilissimo. 
Gli chiediamo proprio di Jaws, ci piacerebbe andare a vederla, ma non è segnalata sulle cartine né esistono indicazioni stradali. Maxi ci risponde che sta cominciando la stagione per le spettacolari e immense onde che hanno reso famosa la baia e la sua scogliera, ma anche quando è tranquilla è comunque bella da vedere. “Quando arrivano le onde” ci racconta “si sentono fino qui. Di notte sono come tuoni o bombe. Boom! Poi conti... 3... 4... 5... Boom! Allora, sì, questa era grande.” e Maxi lo racconta così insieme a grandi gesti, poi alza le spalle e dice che qualche volta ci ha surfato, come se se nulla fosse. Le onde di Jaws sono grattacieli d'acqua e sentirne il fragore a due chilometri di distanza con di mezzo la giungla e una superstrada, ancora non rende l'idea. Ci andremo sicuramente nei prossimi giorni.
Visitando la costa da ovest verso est, la seconda spiaggia dove ci siamo fermati è nel Baldwin Park appena entrati a Paia. Sabbia bianca, sempre con una pineta alle spalle, ma le onde non si infrangono al largo sul reef come a Kanaha, arrivano alte fino a riva. Qui si può fare il bagno tra i bodysurfers e nelle foto vedete il TdH sfidare i bellissimi cavalloni mentre il tempo continua a cambiare dal sole alle nuvole. 
Fa caldo, l'acqua è tiepida come in una vasca da bagno, ma spesso durante la giornata passa qualche nuvola che oscura il sole, scarica un po' di pioggia e poi sparisce. È un po' come quando eravamo a Bali in motorino ed era tutto un mettere e togliere il poncho. 
È stato divertente e queste sono le foto di Baldwin Park, ma io ho preferito fare il bagno a Kanaha perché non mi fidavo delle onde. È fastidioso non poter entrare in acqua insieme perché qualcuno deve sempre tenere d'occhio lo zaino. Sia Sergio, mentre sbrigavamo le formalità per il noleggio auto, che Maxi, ci hanno detto che alle Hawaii non c'è criminalità intesa come aggressioni o violenza. Sono, però, diffusi i furti, sia in spiaggia se si lasciano borse incustodite, che nelle auto parcheggiate e nelle case lasciate vuote per mesi dai proprietari che tornano solo per le vacanze.
Traffico, orde di italiani, caos, falsi e anacronistici figli dei fiori... Dov'è lo spirito di Aloha? Dov'è il paradiso di cui parlano i depliant? Cosa c'è di così bello a Maui? Cominciavo a pentirmi di aver lasciato Big Island per questa isola così turistica e affollata, quando ci siamo fermati a Ho'okipa.
Angolo destro di Ho'okipa
Quando ho parlato del libro di Giampaolo, ho sottolineato come parlasse di questa spiaggia da vero innamorato. Beh, adesso lo capisco perfettamente. Ho'okipa è un luogo magico dove si resta ipnotizzati e si dimentica il resta dell'isola. Ci siamo arrivati nel tardo pomeriggio, quando la luce comincia a calare e nelle foto potete notare la luce diversa da un lato all'altro della baia: dorata a sinistra dove veleggiavano i windsurf e blu a destra dove i surfisti aspettavano di cavalcare le onde.
La spiaggia non è grandissima e alle spalle, al posto di una pineta, c'è un parcheggio strapieno, ma non importa: guardi verso il mare e ti innamori. Le onde sono alte, maestose, con le creste sfumate dal vento e in acqua ci sono solo gli atleti più esperti perché a Ho'okipa si fa sul serio. Osservare l'oceano, dall'alto della scogliera che sovrasta la spiaggia, è meraviglioso. Il colore dell'acqua, l'altezza e il ritmo delle onde, la perfezione delle forme, il ruggito prima di chiudersi travolgendo ogni ostacolo... non possono essere raccontati. C'è poi la lotta tra gli atleti e il mare, elegante come una danza, ma anche violenta e impari. Gli uomini in acqua sfidano coraggiosamente e con rispetto le onde che li sollevano, li trascinano, li avvolgono e poi li sputano. Saremmo rimasti lì incantati per ore se non fosse calata la sera insieme a qualche nuvola. Può sembrare banale, può sembrare poco a chi non riesce a vedere la poesia affacciandosi da quella scogliera, ma, per me, Ho'okipa è la risposta: sì, valeva la pena venire a Maui. Ho visto tanti luoghi bellissimi durante i miei viaggi, paesaggi strepitosi, scene emozionanti; alcuni mi sono rimasti nel cuore, per motivi differenti, e voglio aggiungere Ho'okipa alla lista dei miei luoghi speciali, insieme al Volcanoes NP di Big Island. Magari, una volta tornata a casa vi farò una mappa delle mie mete preferite.
Guardatevi, intanto, le foto di Ho'okipa e, nelle prossime puntate, vi racconterò dell'avventurosa strada verso Hana e il TdH in azione nelle acque hawaiane.


P.s. Ieri sera ci siamo guardati su You Tube gli episodi di Mario che siamo persi la settimana scorsa: sempre fantastico :)

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