venerdì 24 maggio 2013

Piccole cose

Dal mio ufficio nel giardino del lodge vi scrivo gli ultimi pensierini su questa vacanza, aneddoti forse poco importanti, ma che voglio ricordare tra qualche anno quando verrò a rileggere queste righe e avrò dimenticato certi particolari.
In questi piccoli villaggi, anche se ci si trova alle porte di un parco nazionale che dovrebbe attrarre i turisti, quasi nessuno parla inglese, dobbiamo quindi ringraziare Ponco per le dieci parole di Bahasa che ci ha insegnato perché mescolandole in qualche modo riusciamo sempre a farci capire e ad essere gentili.
Non va usato però con la polizia. La mattina in cui siamo partiti per Canti, siamo stati fermati da due poliziotti ad un posto di blocco per un normale controllo e, mentre Driver accostava, Hari ci ha ordinato: “Non parlate indonesiano!”. Dopo aver guardato i documenti di tutti e quattro ci hanno lasciati andare e Hari ci ha spiegato che i poliziotti qui non parlano inglese così ce la siamo cavata senza domande, mica come a Bali che abbiamo perso mezza mattina in chiacchiere con tre poliziotti annoiati!
Il manager dell'ecolodge sembra evitarci, ogni volta che abbiamo bisogno di lui per avere qualche informazione ci dirigiamo alla reception giusto in tempo per vederlo allontanarsi in motorino. Intercettarlo è un'impresa così quando ci riusciamo lo seppelliamo con tutte le domande arretrate e forse lui ci odia.
Sul tabellone degli avvistamenti di fauna selvatica è segnato cobra sputatore e io mi sono immaginata la scena del serpente che sputa a Sergio e lui, da buon terrone, lo stende con una testata.
I Kacang sono palline di tapioca, arachidi, aglio che sembrano piccole uova e vengono vendute in sacchetti come le noccioline. Le abbiamo scoperte in Borneo e ora il TdC ne va matto e ne ha comprate anche da portare a casa.
Tra gli alberi intorno alla nostra stanza vive una coppia di scoiattolini neri che si prendono gioco dei gatti di passaggio scappando velocissimi tra i rami e sui tetti dei bungalow e facendo versetti che sembrano davvero risate.
Al Centro Elefanti c'era una famiglia di turisti locali che ha insistito per farci apparire nelle loro foto, come se fossimo un'attrazione o dei vip solo perché veniamo da lontano; invece nei negozietti del villaggio i bambini piccoli sono terrorizzati da Sergio mentre quelli un po' più grandi ci salutano e ripetono orgogliosi le quattro frasi in inglese che hanno imparato a scuola, come a Flores l'anno scorso.
Beh, poi ci sono ovviamente un sacco di altre piccole cose che  non ho scritto e che mi verranno in mente quando ve le racconterò di persona oppure tra un anno senza un vero motivo perchè è così che funzionano i ricordi: vengono ad abitare nella tua testa e poi fanno quello che gli pare.

1 commento:

  1. Mi spiace che il viaggio sia finito: adoro leggervi! Nn vedo l'ora che partiate x la prox avventura!!!

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