giovedì 26 luglio 2012

Un paio di cose sul viaggio, secondo me

Ci sono mille tipi di viaggiatori e quello che scrivo non può valere per tutti, ma posso condividere qualcosa di utile imparato sul campo e qualche buon consiglio che ho ricevuto nel tempo.
Viaggiare migliora il mio senso pratico, lo so perché spesso sono rimasta stupita di quello che riesco a fare in situazioni difficili. A Monza posso aver bisogno d'aiuto per rabboccare il liquido tergicristalli dell'auto (il TdC lo considera una prerogativa femminile ovviamente), ma in viaggio ho fatto cose che voi umani...! Qui mi fa schifo aggrapparmi ai sostegni in metropolitana e ansimo al quinto gradino di una scala, a Sumatra ho camminato per nove ore in mezzo alla giungla ficcando le mani nel fango per non scivolare senza un minimo di esitazione.
Un po' come la Elenina a New York che, racconta suo marito Ale, per fare shopping correva per la città e faceva le scale dei centri commerciali tre gradini alla volta, mentre a casa prende la macchina per fare mezzo chilometro di strada. Viaggiare ci trasforma.
Ogni volta che entri in un bagno ruba la carta igienica.
(Marocco, la mia amica Alison)
Mi considero una viaggiatrice selvatico-autistica nel senso che scelgo mete e percorsi avventurosi e scomodi, ma mi organizzo al meglio per avere tutto ciò che mi serve. Ora, sapete da post precedenti che quello che serve veramente è poco, la miglior qualità di un bagaglio è la leggerezza perché ogni volta che dovrete spostarlo maledirete la maggior parte degli oggetti che ci avete ficcato dentro. Una saponetta sostituisce una bella fetta di bagaglio perché la usi sia per farti la doccia che per lavare qualche indumento così porti meno cambi. L'unico peso a cui non rinuncio è un libro da leggere in spiaggia o prima di dormire o durante le attese negli aeroporti.
Feddi, la fidanzata di mio fratello, mi ha confezionato un gatto da viaggio di panno con due bottoni per occhi, utile contro gli spiriti maligni e fa compagnia nei viaggi lunghi per i momenti di nostalgia. Il gatto da viaggio è piccolo come il mio cellulare ed è più leggero.

Non vi stupite se lo stregone vi sputa e vi bastona, fa parte del rito.
(Bali, più o meno così sulla guida di Marco)
Mi adatto facilmente alla cultura locale perché mi affascina scoprire da vicino quelle usanze e quelle atmosfere che si trovano nei libri d'avventura. Leggete qualcosa a proposito della meta che avete scelto, non venticinque guide che vi mandano negli stessi posti con gli altri turisti, ma un paio di curiosità o leggende o qualche pagina di storia perché il viaggio comincia immaginando e lo spirito con cui lo affronterete dipende dall'idea che ve ne siete fatti. Se trovate una leggenda su un sito archeologico lo visiterete come Indiana Jones notando i particolari che ve la ricordano. Se leggete una fiaba tradizionale che parla di un particolare scoglio, andrete a cercarlo appena arrivati sulla spiaggia.
Non portate, però, con voi alcun pregiudizio e cercate piccole cose belle anche dove vi dicono che non ce ne sono. La Cambogia mi è piaciuta tantissimo anche se tutti dicevano che sarei andata a passeggiar tra le mine. Nonostante l'orrore della sua storia, come vi ho raccontato quando ci sono stata nel 2010, laggiù ho trovato gentilezza, sorrisi, poesia e farfalle.
Mi piace contemplare i paesaggi immaginando di essere l'esploratore che li ha visti per la prima volta. Mi piace osservare gli animali liberi nella bellezza dei loro movimenti e stupirmi della fantasia della natura.
Non vado in giro per il mondo portandomi dietro gli spaghetti perché mi piace assaggiare la cucina locale, ma solo se non ci sono insetti tra gli ingredienti. Mi piace imparare qualche parola nella lingua del posto per salutare e ringraziare visto che sono un'ospite e mi piace sentir parlare lingue diverse. Ho imparato che awas kepala significa attenti alla testa in indonesiano leggendo un segnale sull'aereo da Labuan Bajo a Ende, dal menù di un ristorante ho imparato selamat menik mati per dire buon appetito.
Mi piace raggiungere un luogo sperduto, trovarci un irlandese e farmi raccontare come diavolo sia finito lì anche lui. Le storie della gente che si incontra in certi posti sono incredibili e certi incontri rendono incredibili anche le nostre storie. Con qualcuno leghi di più e mantieni i contatti. Alison e Nicola, le due ragazze inglesi che abbiamo conosciuto in Marocco sono venute a Monza per il mio compleanno e mi hanno ospitata l'anno dopo nello Yorkshire. Sono stata nella fattoria dei genitori di Alison e la sera siamo andate al pub del paese. Con noi in Marocco c'era anche l'australiana Erin che ci ha offerto un letto a Melbourne durante il viaggione del 2010. Ci scriviamo dei nostri viaggi e ci mandiamo gli auguri di Natale, qualche volta ci siamo anche spedite dei regali. Incontrarsi durante un viaggio lega più che in altri contesti perché si condivide un'esperienza e anche qualche disavventura. Ti ritrovi nelle foto di persone che vivono a migliaia di chilometri da te e sai ti penseranno rivedendole. Forse in viaggio siamo noi stessi più di quanto lo siamo al lavoro, per questo ho più amici all'estero che in ufficio. Quando sei via non hai orari, abbandoni le abitudini, torni allo stato spensierato di quando eri ragazzino e credo sia quello che desideriamo tutti.
Va bene essere preparati e organizzati, ma lasciate spazio all'imprevisto e alla libertà di movimento progettando il viaggio senza scendere troppo nei particolari. Lasciate che sia il destino a riempire le vostre giornate e prenotate solo un posto per dormire. Se è vero che quando muori ti passa davanti il greatest hits della tua vita, saranno le esperienze spontanee e non programmate i ricordi migliori.
Infine un ultimo consiglio per chi prende l'aereo: è inutile che vi alzate tutti quando apre il gate per gli imbarchi, tanto l'aereo non parte finchè non è finita la fila ed è meglio salire per ultimi quando gli altri sono già seduti e hanno già messo via le loro dannate borse!

2 commenti:

  1. Posso credere che Simona non si porti gli spaghetti ma non che Sergio non porti una presa di "cime di rapa" per ogni evenienza, infatti lo immagino nella cucina degli ostelli con pentola, olio e frittura mentre si lamenta di qualcosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh certo, il viaggio ti cambia, ma un terrone resta sempre un terrone e lui è i migliore! :)

      Elimina