venerdì 21 settembre 2012

La faccenda del tempo

La cosa più preziosa al mondo, secondo me, è il tempo.
I Cinderella cantavano: 

"Times keep a changing every day
Watch out now cause it’s heading your way
Seems like the world turned upside down
Seems like everything’s falling down
But it’s all getting better every day
Watch out now cause a good times heading our way
Ah, every day" 

Preziosa e, di conseguenza, costosa. Se fossi ricca non dovrei lavorare, avrei tutto il tempo di fare solo quello che mi piace. 

Per concedermi due settimane in Africa mi sono quasi indebitata. Questo ai ricchi non succede. I soldi non compreranno la felicità, ma comprano il tempo. Tipo sei mesi in Africa senza il pensiero delle rate del mutuo, senza dover fare attenzione a ogni piccola spesa.
Certo, poi, devi saper usare il tempo che hai e anche bene, perché quello perso, quello sprecato, non torna più. Nemmeno con i soldi. Non puoi tornare un bambino spensierato, non puoi avere sempre vent’anni, non puoi tornare indietro a cambiare quello che hai sbagliato con “il superpotere del senno di poi”, non puoi smettere di invecchiare (a meno che non muori subito, ma così il tuo tempo è finito e hai perso lo stesso). 
Ci vuole del tempo anche per riposare e poi andiamo di fretta perché non abbiamo tempo per fare tutto. Ma tutto cosa?
Fantascienza a parte, non c’è modo di addomesticare questa splendida bestia. Quando penso al mio tempo libero mi rendo conto che non è davvero mio: quando ho finito di fare tutto quello che devo mi resta ben poco per fare quello che voglio. Forse, poi, è anche una questione di coraggio, mandare a cagare un po’ di doveri ci farebbe guadagnare tempo per i piaceri. Non so, è complicato.
Non sono ossessionata dal tempo, ma quando ci penso divento pazza.
I miei momenti migliori sono stati quelli in cui non ho pensato al tempo, eppure lui passava, solo che io lo ignoravo. A volte la bellezza della natura mi fa dimenticare perfino di mangiare. Nuotavo intorno alla Grande Barriera Corallina, osservavo l’alba sui laghi del Kelimutu, ascoltavo le onde calde dell’Oceano Indiano in Thailandia, passeggiavo tra le risaie di Bali, guardavo verso l’Antartide a Kangaroo Island, mi stupivo del cielo stellato di Airlie Beach e all’improvviso diventava ora di andare. Ma andare dove?
Ora di andare dovrebbe essere quando non ho più voglia di restare!
Einstein disse: “Tutto è relativo. Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio: sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie.”
Se mi dicessero che morirò sicuramente domani io farei un sacco di debiti e mi godrei questa giornata. Il fatto è che ogni giorno forse morirò domani eppure non mi godo tutte le giornate, anzi, ne butto via la maggior parte a fare quello che devo aspettando il giorno in cui potrò fare quello che voglio.
Il tempo è bello e terribile.
Mancano quindici giorni alla partenza per l’Africa e oggi mi sembrano lunghissimi, mentre resterò laggiù quindici brevissimi giorni. Che roba strana!
I Cinderella cantavano anche:

" Now I was growing up through all of this
My first beer and love and my first kiss
You never learn the things in school
You learn by living and going through
You taught me to be myself
How can I thank you
Now I don't need to worry about tomorrow
Ain't anticipating what's to come 
And I don't need to worry about the things I have not done
Long as I got rock and roll
I'm forever young
Play a little now"

P.s. Ciao, Gedeone…

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