lunedì 10 maggio 2010

Great Ocean Road

Lungo la Great Ocean Road c'è molto da vedere e due giorni sono pochi. Abbiamo percorso la parte più spettacolare, tra Melbourne e Port Campbell. Questa strada panoramica si avvolge come un serpente sulla costa e gli scenari variano da altissime scogliere, con storie di grandi naufragi, a lunghissime spiagge, meta di surfisti per le enormi onde. In ognuno di questi posti c'è un parcheggio lungo la strada e un percorso di passerelle e scale che guidano nella visita senza rovinare il paesaggio. Per prima cosa siamo stati a Logan's Beach che è uno dei luoghi di avvistamento delle balene durante l'inverno, ma purtroppo siamo in anticipo di un mese. Poi siamo andati a Bay of Islands che è un golfo pieno di scogli e isolotti magnificamente erosi dal mare e dal vento nei millenni. Molte spiagge sulla costa dei naufragi sono chiuse al pubblico perché ci vanno i pinguini fata e non sarebbe bello che la gente camminasse sui loro nidi, già sono animaletti sfigati, come avevamo scoperto su Kangaroo Island. 

Una di queste spiagge è sotto il sito dei Dodici Apostoli che è il tratto di scogliera più famoso e fotografato. Noi ci siamo stati di sera e poi la mattina dopo evitando la massa di turisti. Un'altra baia famosa è quella a cui si vede il London Bridge, un ponte naturale di roccia che prima era attaccato alla costa da due archi, ma quello che arrivava a terra è crollato negli anni novanta con i visitatori sopra (nessun morto comunque).
C'è un posto chiamato The Grotto che con le condizioni giuste è spettacolare perchè la scogliera forma una grossa conca in cui le onde si rimescolano come in un'enorme centrifuga tuonando e alzando metri e metri di spruzzi. Noi siamo stati abbastanza fortunati perchè è autunno e il mare era agitato, ma in inverno con le grandi mareggiate dev'essere ancora meglio.
Teatro di un famoso naufragio, sapete che amo le catastrofi, è la gola di Loch Ard (che prende il nome dalla nave che ci si è schiantata nell'800) con stupende enormi rocce e pareti a picco sul mare e una piccola spiaggia da cui si vedono le onde entrare nella gola.
L'ultima tappa sulla via del ritorno a Melbourne è stata Bells Beach, chi ha visto il film sa che era il sogno della banda di surfisti americani di Point Break e non mi stupisce. Già dal parcheggio si sente il rumore di onde gigantesche. Poi si scende verso la spiaggia con la solita passerella e scale di legno con qualche panchina per godersi lo spettacolo. I puntini neri che vedete nelle foto sono le decine di surfisti che aspettano l'onda perfetta.
La macchina fotografica non ce la fa, non si avvicina nemmeno a quello che percepiscono i nostri occhi e di certo non può catturare le sensazioni. Certi colori del mare, delle rocce e delle nuvole, la luce che cambia con le ore, l'orizzonte senza fine. Comunque date un'occhiata.
Mi dispiace sempre lasciare un luogo splendido anche se sto andando a vederne un altro altrettanto emozionante, mi dispiace sempre lasciare le cose belle, le sensazioni piacevoli, perchè ho paura che non tornino più. Infatti di solito non tornano, almeno non nello stesso modo, ma credo che anche questo sia parte della loro bellezza. Ogni cosa dura solo un'attimo, cerco di ricordarmelo e tenermi dentro gli attimi migliori. Qualcosa ovviamente va perso, ci sono tante piccole cose che non sto scrivendo e forse tra qualche mese non le ricorderò più finchè una foto, una canzone o una luce particolare mi faranno tornare in mente un aneddoto perso. Non capita anche a voi?
La prossima tappa sarà Sydney, non era nel programma, ma ci è stata consigliata da tutti (turisti e australiani). Le dedicheremo solo tre giorni perchè in fondo è solo una città...

1 commento:

  1. che meraviglia!!!!!!!
    comunque il tempo è come qui, siamo anche noi in autunno/inverno.
    io posso avere il koala della foto..vero?????
    un abbraccio
    Viviana

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