lunedì 4 agosto 2014

Viaggio di ritorno

I soprannomi vengono dalle esperienze, non si scelgono a tavolino. Così, io sono diventata la Barbi perché mio papà mi ha sempre chiamato Barbuna; la Feddi è diventata la Niña in Messico perché è la più giovane del trio e dovevamo tenerla d'occhio per riportarla a casa sana e salva; noi tre viaggiatrici siamo diventate le Cavallette perché dove passiamo noi non resta più cibo per gli altri. Manca ancora il nome di battaglia per la Fra, ma stavo pensando di chiamarla la Greca perché guida come un greco che è una versione esotica di terrone. Entrando al porto di Igoumenitsa, ha tirato una bella sgommata in mezzo ai militari della dogana che controllavano i tir. Ci può stare...
La nave per Ancona aveva due ore di ritardo, quindi abbiamo fatto un giro in paese mangiando pita e facendo le parole crociate su una panchina da brave anziane! 
passatempo anziano

All'ora stabilita ci presentiamo al molo dieci e restiamo in attesa con gli altri, una bella fetta di umanità. C'erano i motociclisti, attrezzatissimi che pareva Long Way Round. Invidia! Famiglie con bambini, soprattutto tedeschi e francesi. Poi un pullman olandese carico di giovani che si sono sistemati con sedie e stereo sul molo ubriacandosi con vodka e limonata nel giro di cinque minuti. I ragazzi sbronzi con gli sguardi persi e le camminate dondolanti, le ragazze, invece, si abbuffavano di patatine e cioccolatini (quando la loro tour leader li distribuiva volevo allungare la mano nel gruppo) e sembravano una massa di otarie nordiche spiaggiate sull'asfalto. 
Finalmente appare una nave all'orizzonte, ma, nonostante gli ululati festosi degli olandesi, non è la nostra. Era una Minoan bardata di luci come un luna park, la terronata finale della vacanza. Ho deciso che il vero paese del Natale non è la Lapponia, ma la Grecia perché ci sono le luminarie ovunque e tutto l'anno, lo scriverò al National Geographic perché ci faccia un servizio.
Dopo un po' arriva la nostra Anek e cerchiamo un posto dove passare la notte. Io soffro tantissimo il mal di mare quindi preferisco stare all'aperto. Non faceva freddissimo, ma il pavimento era scomodo e tirava un sacco di vento. Qualcuno ha avuto la brillante idea di lanciare la tenda 2 secondi sul ponte, grande invidia! Ho aspettato di crollare dal sonno prima di raggiungere la Fra che dormiva nel corridoio, c'era il gelo artico dell'aria condizionata, ma almeno eravamo riparate dal vento e c'era la moquette. Alle 6.30 però aprono i bar e chi dorme per terra viene cacciato all'esterno. Passiamo il resto della traversata sul ponte accaparrandoci due sdraio vicino alla piscina (una pozzanghera lercia che non si capiva come facessero i bambini a sguazzarci dentro senza prendere il colera). Dopo qualcosa come 18 ore siamo approdate ad Ancona. La Fra è scesa a prendere la Punto, io mi sono accodata alla mandria di passeggeri in fila sulle scale. Si moriva di caldo e mancava l'aria, ma ecco spuntare il branco di otarie bionde con i loro bagagli enormi che si facevano strada spintonando chiunque, senza guardare in faccia vecchi e bambini. Grandiose! Mi sono accodata a loro e in un attimo ero all'aperto. Evviva! 
Il resto è una malinconica autostrada verso casa, con qualche acquazzone e voglia di tornare al mare anche se a Monza ci aspettano persone care e i preparativi per le prossime imprese in giro per il mondo!
Ora che sapete tutta la storia, godetevi l'album fotografico qui che sarà aggiornato nei prossimi giorni quando avrò anche le foto fatte dalla tour leader e resterà tra gli album de passacc in alto a destra.
A presto!

2 commenti:

  1. fauna sempre pittoresca... che si può estinguire tranquillamente :-)

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  2. viste le foto: mare profumo di mareeeeeee, con l'amore io voglio giocare... XOX

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